giovedì 16 febbraio 2012

I cardinali Erdő e Pengo al Papa: i cristiani in Africa e Europa, realtà diverse ma stessa fede e missione da compiere. Grazie dell'amore per la gente

I cristiani in Africa e in Europa vivono realtà diverse ma hanno la stessa fede e la stessa missione da compiere. I cardinali Peter Erdõ e Polycarp Pengo hanno presentato insieme al Papa le conclusioni del Simposio, illustrandogli lo sforzo comune per la nuova evangelizzazione, arricchito dallo scambio delle reciproche esperienze. "Ci siamo riuniti per intensificare i nostri rapporti di comunione eper guardare insieme alla nostra missione" ha detto il porporato ungherese, arcivescovo di Esztergom-Budapest, spiegando: "I problemi dei nostri due continenti e dei diversi Paesi sono diversi, ma ci sono anche aspetti comuni e, soprattutto, e comune l'entusiasmo della fede, quando essa e viva". Nel suo saluto il cardinale tanzaniano Pengo, arcivescovo di Dar-es-Salaam, ha ribadito che per "i cristiani di Africa e di Europai valori fondamentali restano identici" nonostante "la recente e dominante crisi della cultura, molto sentita in Europa, ma non per questo meno grave in Africa". Per il cardinale "il fondamento dell'intera crisi antropologica e socio-economica e da ritrovarsi nella chiusura ideologica a Dio e nell'ateismo dell'indifferenza che dimenticano il Creatore e rischiano di dimenticare anche i valori umani". La nuova evangelizzazione, ha detto, "deve cominciare con il risveglio nell'intimo del cuore umano del desiderio di Dio, tante volte dimenticato". E ha confermato il progetto, avviato nel 2004, di continuare a "stringerei rapporti personali ed ecclesialitra i due continenti. L'esperienza di questi giorni conferma l'importanza di proseguire con nuove tappe per continuare a essere attenti a quello che lo Spirito Santo ci spinge a fare insieme". Il cardinale ha infine ringraziato il Papa per "l'impegno cosi chiaro e pieno di speranza nella promozione della comunione ecclesiale" e per "l'amore così visibile per la gente d'Africa e d'Europa".

L'Osservatore Romano