domenica 7 giugno 2009

Il messaggio del Papa ai giovani riuniti in Polonia: scegliete Cristo per avere la certezza che in ogni momento della vita Egli vi sostiene

I giovani scelgano la fede in Cristo, ma questa scelta sia "sempre più consapevole, matura e responsabile": è il messaggio rivolto da Benedetto XVI a 80 mila giovani riuniti in questi giorni a Lednica, in Polonia, per un appuntamento religioso promosso tredici anni fa da Giovanni Paolo II allargato quest'anno a ragazzi giunti da tutta Europa. "Scegliete Cristo, affinché in ogni momento della vita, felice o difficile - afferma il Papa nel messaggio indirizzato all'arcivescovo di Gniezno, Henryk Muszynski - abbiate l'interiore certezza che Egli vi sostiene con la grazia e la potenza dello Spirito Santo". I giovani cristiani sono chiamati dal Papa a rinnovare l'atto della scelta di Gesù come "supremo valore nella vita". Una scelta - aggiunge - che "dovrebbe essere sempre più consapevole, matura e responsabile" e incoraggiare i giovani "a essere testimoni dell'amore di Cristo" nelle scuole, nelle università e in ogni ambito della loro vita. Benedetto XVI ricorda nel messaggio Giovanni Paolo II, definendolo "guida incomparabile" per molte generazioni di giovani. L'appuntamento di Lednica viene organizzato, ogni anno dal 1997, sulle rive del lago dal quale è stata attinta l'acqua per il battesimo del primo sovrano cattolico polacco, simbolo del battesimo di tutta la nazione.

Il Sussidiario.net

Il dolore di Benedetto XVI per la tragedia dell'asilo nido in Messico. Vicinanza spirituale ai familiari delle piccole vittime

Profondo dolore di Benedetto XVI per la morte di 38 bambini in un incendio che venerdì scorso ha devastato un asilo nella città messicana di Hermosillo. In un telegramma indirizzato all'arcivescovo di Hermosillo, José Ulises Macías Salcedo - a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone - il Santo Padre esprime la sua vicinanza spirituale ai familiari delle vittime e a quanti sono stati colpiti da questa tragedia. In questo momento di "grande tristezza", il Papa assicura le sue preghiere per le "piccole vittime" e imparte la sua benedizione apostolica "quale segno di conforto e speranza nel Signore Risorto".

Apcom

Il Papa all'Angelus: l’essere umano porta nel proprio genoma la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore

Tutto l’universo si muove spinto dall’amore di Dio: è la riflessione offerta questa mattina da Benedetto XVI ai fedeli, prima della recita dell’Angelus in Piazza San Pietro nella Solennità della Santissima Trinità. Il Papa ha sottolineato che, nel mistero trinitario, Gesù ci rivela che Dio è Amore, un amore "purissimo, infinito ed eterno". Gesù ci ha rivelato che Dio è amore “non nell’unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza”: è quanto sottolineato dal Papa all’Angelus. E’ “Creatore e Padre misericordioso – ha detto – è Figlio Unigenito, eterna Sapienza incarnata, morto e risorto per noi; è Spirito Santo che tutto muove, cosmo e storia verso la piena ricapitolazione finale”. “Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica”. “Lo possiamo in qualche misura intuire - ha proseguito - osservando sia il macro-universo: la nostra terra, i pianeti, le stelle, le galassie; sia il micro-universo: le cellule, gli atomi, le particelle elementari”. "In tutto ciò che esiste è in un certo senso impresso il “nome” della Santissima Trinità, perché tutto l’essere, fino alle ultime particelle, è essere-in-relazione e così traspare il Dio-relazione, traspare ultimamente l’Amore Creatore. Tutto proviene dall’amore, tende all’amore, e si muove spinto dall’amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà". Ma qual è, dunque, l’identità più vera di Dio, l’identità che risplende su tutto il creato? E’ l’Amore, ha sottolineato Benedetto XVI. Un amore che è iscritto nella natura di ogni essere umano. “La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’amore ci rende felici, perché viviamo in relazione e viviamo per amare ed essere amati. Usando un’analogia suggerita dalla biologia, diremmo che l’essere umano porta nel proprio “genoma” la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore”. Benedetto XVI non ha poi mancato di soffermarsi sulle due Solennità del Signore che si succederanno dopo la Santissima Trinità: il Corpus Domini e la festa del Sacro Cuore di Gesù. Ciascuna di queste tre ricorrenze liturgiche, ha rilevato, “evidenzia una prospettiva dalla quale si abbraccia l’intero mistero della fede cristiana: e cioè rispettivamente la realtà di Dio Uno e Trino, il Sacramento dell’Eucaristia e il centro divino-umano della Persona di Cristo”. “Sono in verità aspetti dell’unico mistero della salvezza, che in un certo senso riassumono tutto l’itinerario della rivelazione di Gesù, dall’incarnazione alla morte e risurrezione fino all’ascensione e al dono dello Spirito Santo”. Il Papa ha, infine, invocato la Vergine Maria, “specchio della Trinità Santissima”, affinché ci aiuti “a crescere nella fede nel mistero trinitario”. Dopo la recita dell'Angelus, salutando i pellergini di lingua francese, il Pontefice ha chiesto di pregare per i nuovi sacerdoti, per i seminaristi e i loro formatori.

Radio Vaticana


Il Papa a Viterbo e Bagnoregio. Gli ultimi dettagli della visita. Valle Faul la sede della Celebrazione Eucaristica

Con l’incontro di giovedì sera di mons. Lorenzo Chiarinelli, con tutti i referenti parrocchiali, è stato dato l’avvio alla fase più importante della preparazione della diocesi di Viterbo alla visita che Papa Benedetto XVI compirà nella Città dei Papi e a Bagnoregio il 6 settembre. Un appuntamento, ufficializzato l’8 dicembre dello scorso anno, e che, ormai da mesi, vede impegnato il Comitato organizzatore coordinato da don Flavio Valeri, parroco del Sacro Cuore (Pilastro), che ogni martedì si riunisce per fare il punto sulla situazione. Deciso, in linea generale da parte del Vaticano, il programma della visita, ci sono molti aspetti da mettere a fuoco, tra cui l’omaggio al corpo di Santa Rosa, caldeggiato dal vescovo Chiarinelli. Fino a questo momento non si sa se il Papa potrà recarsi al Santuario e se lo farà al termine della recita dell’Angelus o di ritorno dal Santuario della Madonna della Quercia, dove è previsto anche la sosta per una colazione che probabilmente Papa Ratzinger farà assieme al clero. Un altro punto importante riguarda il luogo della Celebrazione Eucaristica prevista per le ore 10.00. Inizialmente era stata scelta come sede piazzale Martiri d’Ungheria con l’ampio parcheggio del Sacrario, ma ragioni organizzative e di opportunità hanno indotto l’organizzazione a “trasferire” la cerimonia a Valle Faul. “La zona del Sacrario – è stato detto – con la necessità di allestire tutto per tempo avrebbe creato problemi per la sistemazione della fiera”. Ma ulteriori difficoltà sarebbero derivate dai marciapiedi interni al parcheggio. Quindi tutto si svolgerà a Valle Faul. Sulla grande “spianata” verrà sistemato il palco dove troverà posto l’altare per la concelebrazione, sormontato da una copertura stilizzata. Tutta la zona attuale del parcheggio sarà destinata alla gente e dovrà essere sistemata in tempi brevi, anche se non definitivamente, dal Comune. Entro questo mese verranno, intanto, rese note le modalità per ottenere i biglietti gratuiti per l’accesso all’area. Benedetto XVI entrerà in città da porta Faul dopo essere arrivato in elicottero. Massiccia la presenza di televisioni, giornalisti e operatori. Rai Uno trasmetterà in diretta la Messa e l’Angelus, mentre, attraverso il Centro Televisivo Vaticano, Sat 2000, Telelazio, Reteblù e altre emittenti del circuito, trasmetteranno in diretta tutti i momenti della giornata.

Viterbo Oggi

Le vacanze del Papa. Benedetto XVI a luglio per la terza volta in Valle d'Aosta. Tappa a Romano Canavese, paese natale del card. Bertone

Tornerà in Valle d’Aosta Benedetto XVI. La Sala Stampa della Santa Sede ha infatti confermato ufficialmente venerdì che Papa Ratzinger trascorrerà il consueto periodo di riposto estivo "nella residenza di Les Combes a Introd, dal 13 al 29 luglio prossimi". Domenica 19 luglio, alle ore 12, "il Santo Padre – si legge nella nota diffusa dalla Prefettura della Casa pontificia – guiderà la preghiera mariana dell’Angelus in Piazza Ruggia, davanti alla chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore, in Romano Canavese, in diocesi di Ivrea", paese natale del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. La domenica successiva, 26 luglio, invece, "la recita dell’Angelus alle ore 12 avverrà dalla residenza di Les Combes. Nel mese di luglio – prosegue la stessa nota – vengono quindi sospese le Udienze generali dei mercoledì 15, 22 e 29. Al rientro dalla Valle d’Aosta, il Santo Padre si trasferisce nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo. Nel periodo estivo sono sospese tutte le Udienze private e speciali. Le Udienze generali riprenderanno regolarmente da mercoledì 5 agosto. Nelle domeniche e nelle solennità del periodo estivo la recita dell’Angelus avrà luogo nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo". Per Benedetto XVI quello del prossimo luglio sarà il terzo soggiorno in Valle d’Aosta, dopo quelli del 2005 e del 2006, mentre nel 2007 è stato a Lorenzago di Cadore e, lo scorso anno, a Bressanone, ospite dello stesso Seminario diocesano in cui già s’era recato diverse volte in passato, prima di diventare Papa. "Siamo molto lieti che il Santo Padre Benedetto XVI ritorni per la terza volta in Valle d’Aosta. – ha detto il vescovo di Aosta mons. Giuseppe Anfossi –. Consideriamo il suo soggiorno una grande grazia e ci premureremo di creare tutte le condizioni migliori per assicurare al Santo Padre un sereno periodo di riposo. La comunità – ha aggiunto il presule – ricorda fin d’ora nella preghiera Benedetto XVI e lo ricorderà in modo particolare nella festa dei Santi Pietro e Paolo del prossimo 29 giugno". Papa Ratzinger risiederà nel piccolo chalet che già conosce, immerso in un parco naturale con una vista che spazia dal Monte Bianco al Monte Rosa, e con alle spalle il parco del Gran Paradiso. Un luogo assolutamente riservato, a cinquecento metri dalla frazioncina di Les Combes, da dove se lo vorrà il Pontefice potrà compiere passeggiate senza dover transitare per luoghi abitati. Lo chalet, che sorge a pochi passi dalla colonia dei salesiani di Torino, è lo stesso che aveva ospitato gli ultimi due – dei dieci totali – soggiorni trascorsi in Valle da Giovanni Paolo II: è una tipica abitazione in legno con il tetto di ardesia, su due piani collegati con una scala e un piccolo ascensore. La camera del Papa è al primo piano, con un balconcino affacciato direttamente sul Bianco, mentre al pianterreno, dal 2005, nel soggiorno è stato messo anche un pianoforte perché Benedetto XVI possa coltivare il suo passatempo preferito. Ad accoglierlo sarà ancora il sindaco Osvaldo Naudin, ospite di tutti e tredici le cosiddette «vacanze papali» che, come sempre, si svolgeranno in modo strettissimamente «privato». Unici momenti pubblici previsti saranno, come comunicato dalla Prefettura della Casa pontificia, i due Angelus che cadranno nelle domeniche che Benedetto XVI trascorrerà in Valle d’Aosta, con la "digressione" in Piemonte del 19 in omaggio al suo primo collaboratore. Il 26 invece saranno i fedeli della valle – negli anni scorsi sono stati fino a settemila – a salire fino al campo sportivo confinante con lo chalet, per salutare il Papa all’antivigilia della sua partenza.

Salvatore Mazza, Avvenire

Anno Sacerdotale. Benedetto XVI concede più poteri alla Congregazione per il Clero per i casi di indisciplina dei sacerdoti

Alla vigilia dell'Anno Sacerdotale, Papa Benedetto XVI ha dato alla Congregazione per il Clero nuovi poteri che renderanno più semplice ridurre allo stato laicale quei sacerdoti che hanno una relazione con una donna, si sposano civilmente, hanno figli o abbandonano il loro ministero per più di cinque anni. Ne dà notizia l'agenzia dei vescovi Usa Catholic News Service, che riferisce di una lettera dello scorso 18 aprile del prefetto della Congregazione, il card. Claudio Hummes, ai vescovi di tutto il mondo. I nuovi poteri della Congregazione non riguarderanno i casi di abusi sessuali da parte dei sacerdoti, che continueranno a essere gestititi con una procedura speciale da parte della Congregazione per la dottrina della fede. Il card. Hummes, intervistato dal Catholic News Service, ha spiegato i nuovi poteri della sua Congregazione con l'esigenza di affrontare le ''molte situazioni in cui il diritto canonico non sembrava adeguato per affrontare i nuovi problemi''. La Chiesa Cattolica non dispone di statistiche sui preti che hanno abbandonato il ministero senza richiedere una dispensa formale al proprio vescovo dall'obbligo del celibato. Le nuove procedure permetteranno di 'laicizzare' d'ufficio il sacerdote in casi come questo. ''Il bene della Chiesa e il bene del prete che ha lasciato - spiega Hummes - è che (il prete) riceva la dispensa così da trovarsi in una situazione corretta, specialmente se hai dei bambini''.
''Non una semplificazione delle procedure'' nè tantomeno una ''procedura che si applica automaticamente'': i nuovi poteri concessi da Papa Benedetto XVI alla Congregazione per il Clero, non ''rivoluzionano'' la disciplina ecclesiastica del clero. A chiarirlo, in un'intervista alla Radio Vaticana, è stato il segretario della Congregazione, mons. Mauro Piacenza. I nuovi poteri, chiarisce l'arcivescovo, sono stati concessi dal Pontefice alla Congregazione responsabile dei circa 400mila preti cattolici del mondo lo scorso 30 gennaio.In predecenza, facoltà simili erano state date anche ad altri dicasteri vaticani, come la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Le nuove norme servono per affrontare le ''situazioni anche di grave indisciplina da parte del clero, nelle quali i tentativi di superamento posti in atto non risultano efficaci e la situazione rischia di protrarsi eccessivamente, con grave scandalo dei fedeli e danno al bene comune''. La Congregazione per il Clero, quindi, ha adesso il potere di ''trattare i casi di dimissione dallo stato clericale 'in poenam', con relativa dispensa da tutti gli obblighi decorrenti dall'ordinazione, di chierici che abbiano attentato al matrimonio anche solo civilmente e che ammoniti non si ravvedano e continuino nella condotta di vita irregolare e scandalosa; e di chierici colpevoli di gravi peccati esterni contro il sesto Comandamento'', ovvero quello che, secondo la Chiesa, regola l'intera sfera della sessualità umana e delle sue distorsioni, compresa l'omosessualità. ''Inoltre - spiega ancora mons. Piacenza - la speciale facoltà di intervenire per infliggere una giusta pena o penitenza per una violazione esterna della legge divina o canonica; in casi veramente eccezionali ed urgenti, e di mancata volontà di ravvedimento da parte del reo, si potranno anche infliggere pene perpetue, non esclusa la dimissione dallo stato clericale, qualora le particolari circostanze lo richiedessero. Infine c'è la facoltà speciale di dichiarare la perdita dello stato clericale, dei chierici che abbiano abbandonato il ministero per un periodo superiore ai 5 anni consecutivi, e che persistano in tale assenza volontaria ed illecita dal ministero''. ''Naturalmente - precisa in conclusione l'arcivescovo - ogni eventuale caso dovrà essere istruito per mezzo di un legittimo procedimento amministrativo, salvo il diritto di difesa che deve essere sempre garantito''.

Asca