domenica 7 giugno 2009

Anno Sacerdotale. Benedetto XVI concede più poteri alla Congregazione per il Clero per i casi di indisciplina dei sacerdoti

Alla vigilia dell'Anno Sacerdotale, Papa Benedetto XVI ha dato alla Congregazione per il Clero nuovi poteri che renderanno più semplice ridurre allo stato laicale quei sacerdoti che hanno una relazione con una donna, si sposano civilmente, hanno figli o abbandonano il loro ministero per più di cinque anni. Ne dà notizia l'agenzia dei vescovi Usa Catholic News Service, che riferisce di una lettera dello scorso 18 aprile del prefetto della Congregazione, il card. Claudio Hummes, ai vescovi di tutto il mondo. I nuovi poteri della Congregazione non riguarderanno i casi di abusi sessuali da parte dei sacerdoti, che continueranno a essere gestititi con una procedura speciale da parte della Congregazione per la dottrina della fede. Il card. Hummes, intervistato dal Catholic News Service, ha spiegato i nuovi poteri della sua Congregazione con l'esigenza di affrontare le ''molte situazioni in cui il diritto canonico non sembrava adeguato per affrontare i nuovi problemi''. La Chiesa Cattolica non dispone di statistiche sui preti che hanno abbandonato il ministero senza richiedere una dispensa formale al proprio vescovo dall'obbligo del celibato. Le nuove procedure permetteranno di 'laicizzare' d'ufficio il sacerdote in casi come questo. ''Il bene della Chiesa e il bene del prete che ha lasciato - spiega Hummes - è che (il prete) riceva la dispensa così da trovarsi in una situazione corretta, specialmente se hai dei bambini''.
''Non una semplificazione delle procedure'' nè tantomeno una ''procedura che si applica automaticamente'': i nuovi poteri concessi da Papa Benedetto XVI alla Congregazione per il Clero, non ''rivoluzionano'' la disciplina ecclesiastica del clero. A chiarirlo, in un'intervista alla Radio Vaticana, è stato il segretario della Congregazione, mons. Mauro Piacenza. I nuovi poteri, chiarisce l'arcivescovo, sono stati concessi dal Pontefice alla Congregazione responsabile dei circa 400mila preti cattolici del mondo lo scorso 30 gennaio.In predecenza, facoltà simili erano state date anche ad altri dicasteri vaticani, come la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Le nuove norme servono per affrontare le ''situazioni anche di grave indisciplina da parte del clero, nelle quali i tentativi di superamento posti in atto non risultano efficaci e la situazione rischia di protrarsi eccessivamente, con grave scandalo dei fedeli e danno al bene comune''. La Congregazione per il Clero, quindi, ha adesso il potere di ''trattare i casi di dimissione dallo stato clericale 'in poenam', con relativa dispensa da tutti gli obblighi decorrenti dall'ordinazione, di chierici che abbiano attentato al matrimonio anche solo civilmente e che ammoniti non si ravvedano e continuino nella condotta di vita irregolare e scandalosa; e di chierici colpevoli di gravi peccati esterni contro il sesto Comandamento'', ovvero quello che, secondo la Chiesa, regola l'intera sfera della sessualità umana e delle sue distorsioni, compresa l'omosessualità. ''Inoltre - spiega ancora mons. Piacenza - la speciale facoltà di intervenire per infliggere una giusta pena o penitenza per una violazione esterna della legge divina o canonica; in casi veramente eccezionali ed urgenti, e di mancata volontà di ravvedimento da parte del reo, si potranno anche infliggere pene perpetue, non esclusa la dimissione dallo stato clericale, qualora le particolari circostanze lo richiedessero. Infine c'è la facoltà speciale di dichiarare la perdita dello stato clericale, dei chierici che abbiano abbandonato il ministero per un periodo superiore ai 5 anni consecutivi, e che persistano in tale assenza volontaria ed illecita dal ministero''. ''Naturalmente - precisa in conclusione l'arcivescovo - ogni eventuale caso dovrà essere istruito per mezzo di un legittimo procedimento amministrativo, salvo il diritto di difesa che deve essere sempre garantito''.

Asca