martedì 1 maggio 2012

Presidente Comunione e Liberazione: grande umiliazione, se siamo continuamente identificati con il potere e i soldi abbiamo dato qualche pretesto

"L'incontro con don Giussani ha significato per noi la possibilità di scoprire il cristianesimo come una realtà tanto attraente quanto desiderabile. Per questo è una grande umiliazione constatare che a volte per noi non è bastato il fascino dell'inizio per renderci liberi dalla tentazione di una riuscita puramente umana". Così don Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e liberazione, in una lettera a La Repubblica. "Se il movimento di Comunione e liberazione è continuamente identificato con l'attrattiva del potere, dei soldi, di stili di vita che nulla hanno a che vedere con quello che abbiamo incontrato, qualche pretesto dobbiamo averlo dato", ha scritto Carron. "Spetterà ai giudici determinare se alcuni errori commessi da taluni costituiscano anche reati. D'altra parte ciascuno potrà giudicare se, tra tanti sbagli, siamo riusciti a dare un qualche contributo al bene comune", ha aggiunto.

Lettera43

Lettera di don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, al giornale La Repubblica

Il 16 maggio l'arcidiocesi de L'Aquila a Roma per ricambiare la visita del Papa nell'Abruzzo terremotato e nel 50° di sacerdozio di mons. Molinari

In preparazione della ricorrenza del 50° anniversario di ordinazione sacerdotale che mons. Giuseppe Molinari, arcivescovo metropolita de L’Aquila, compirà il prossimo venerdì 29 giugno, la comunità diocesana aquilana guidata dal suo pastore, si recherà, mercoledì 16 maggio, in pellegrinaggio a Roma per partecipare all’Udienza generale del Santo Padre in Piazza San Pietro. "L’incontro con il Papa Benedetto XVI - spiega l'arcidiocesi de L'Aquila attraverso una nota - vuole essere l’occasione per contraccambiare, ad appena poco più di 3 anni da quel giorno, la sua premurosa e paterna visita a L’Aquila nel tristissimo scenario delle prime settimane del post terremoto, e chiedere ancora la sua speciale preghiera per la popolazione aquilana e per il suo territorio. Il trovarsi il 16 maggio, nel cuore della Chiesa, vuole anche essere l’occasione per testimoniare insieme la comunione e l’affetto filiale che lega la comunità aquilana al suo arcivescovo, figlio anch’egli di questa terra che lo ha visto percorrere, sempre accanto alla sua gente, tutti i suoi 50 anni di sacerdozio ad eccezione del breve tempo dei primi sei anni del suo ministero episcopale esercitato nella vicina e cara diocesi di Rieti. Perciò la preghiera nel pomeriggio, per lui e con lui, nella Basilica Patriarcale di San Pietro intorno all’altare della Cattedra, attraverso l'Eucaristia presieduta da monsignor Molinari e concelebrata dal clero diocesano, sarà l’espressione, nel luogo simbolo della fede cattolica, del comune ringraziamento al Signore per il dono di questi fecondissimi cinquant’anni".

Il Capoluogo.it

L'austerity del Vaticano: lo spettro dei licenziamenti per far quadrare i bilanci e fronteggiare una situazione che potrebbe rivelarsi critica

"In Vaticano sono state fatte troppe assunzioni con sistemi discutibili e criteri poco chiari. Ma, quel che è peggio, tra chiamate dirette e finti concorsi, il nepotismo l'ha fatta da padrone. Ora è tempo di tagli...". Primo maggio in tono minore anche Oltretevere, dove la Festa del lavoro tra i dipendenti pontifici si celebra all'insegna delle analoghe preoccupazioni che gravano sui lavoratori di tutto il mondo. Quest'anno, però, a rendere ancora più amara la ricorrenza del primo maggio all'ombra del Cupolone è lo spettro dei licenziamenti a cui le autorità pontificie potrebbero ricorrere per far quadrare i bilanci e fronteggiare in un futuro più o meno prossimo una situazione amministrativa che potrebbe rivelarsi a dir poco critica. Ad essere preoccupati sul futuro del loro posto di lavoro, i circa 3000 dipendenti che attualmente sono impiegati nelle varie amministrazioni pontificie (Governatorato, Fabbrica di San Pietro, Musei, Curia, L'Osservatore Romano, Radio Vaticana). Negli ultimi anni, lamenta un cardinale titolare di uno dei più importanti dicasteri della Santa Sede, "sono state fatte troppe assunzioni. Basti pensare che una quindicina di anni fa intorno al Governatorato gravavano meno di mille dipendenti. Ora sono oltre il doppio. Molti sono imbucati in uffici a scaldare sedie; è il perverso frutto di mali come carrierismo e nepotismo che hanno creato danni gravissimi all'immagine della Santa Sede e alle casse pontificie. Occorre perciò porre fine a questo andazzo e pensare a tagliare i rami secchi che si sono sviluppati in buona parte delle Congregazioni pontificie. Se si continua a far finta di niente, lo spettro della bancarotta non tarderà a bussare anche al Portone di Bronzo". L'anonimo cardinale non è solo a parlare in questi termini sullo stato di salute del movimento lavorativo vaticano. Nel Collegio cardinalizio, presieduto dal card. Angelo Sodano, storico segretario di Stato di Giovanni Paolo II, c'è più di un porporato intenzionato a sollevare in alto loco la necessità di affrontare il problema del sovraffollamento dei dipendenti. Qualche sentore in questo senso si è avuto il 16 febbraio scorso alla riunione cardinalizia dedicata al bilancio preventivo del 2012, quando mons. Lucio Angel Vallejo Balda, segretario della Prefettura degli Affari economici, ha parlato della "necessità di adottare ulteriori riflessioni ed approfondimenti" sulle previsioni di spesa della Santa Sede sull'anno in corso. Invito accolto nei loro interventi dagli altri cardinali presenti all'incontro, i quali hanno espresso "preoccupazione per una situazione di crisi generale" che non risparmia nemmeno il sistema economico vaticano nel suo complesso.

La Repubblica.it

San Giuseppe Lavoratore. Il Papa: Chiesa sostiene, conforta, incoraggia ogni sforzo diretto a garantire a tutti un lavoro sicuro, dignitoso e stabile

Oggi, primo maggio, la Chiesa celebra la Festa di San Giuseppe Lavoratore. La ricorrenza, istituita da Pio XII nel 1955 per dare un senso cristiano alla Giornata internazionale del lavoro, cade in un momento di grave crisi che vede, secondo gli ultimi dati, oltre 200 milioni di disoccupati nel mondo. Benedetto XVI, nei suoi sette anni di Pontificato, ha dedicato molti suoi interventi alla questione del lavoro. Per il Papa, nelle politiche economiche “la priorità va data ai lavoratori e alle famiglie”: infatti “il primo capitale da salvaguardare e valorizzare” è proprio l’uomo. Quindi, afferma, obiettivo prioritario dei governi sia garantire l’accesso al lavoro e il suo mantenimento per tutti. Il suo pensiero si rivolge ai disoccupati e ai precari: "Cari lavoratori e lavoratrici... la Chiesa sostiene, conforta, incoraggia ogni sforzo diretto a garantire a tutti un lavoro sicuro, dignitoso e stabile. Il Papa vi è vicino, è accanto alle vostre famiglie, ai vostri bambini, ai vostri giovani, ai vostri anziani e vi porta tutti nel cuore davanti a Dio" (Al pellegrinaggio della diocesi di Terni-Narni-Amelia, 26 marzo 2011).
Benedetto XVI denuncia le speculazioni e parla di un “cattivo utilizzo” della finanza che “ha danneggiato l’economia reale”; sottolinea che negli ultimi anni è cresciuta “una classe cosmopolita di manager, che spesso rispondono solo alle indicazioni degli azionisti”. Tra le cause della crisi c’è l'attaccamento al denaro: “L'avarizia umana è idolatria. Noi dobbiamo denunciare questa idolatria che sta contro il vero Dio e la falsificazione dell'immagine di Dio con un altro Dio, 'mammona'. Dobbiamo farlo con coraggio ma anche con concretezza" (Incontro con i parroci e il clero della diocesi di Roma, 26 febbraio 2009).
E il Papa parla contro lo sfruttamento dei lavoratori, in particolare degli immigrati, usati spesso come “merce”, chiede che il lavoro, soprattutto per le donne, sia armonizzato con la famiglia, e che sia rispettato il riposo domenicale, perché l’uomo non deve essere schiavo del lavoro. La crisi attuale, tuttavia, può diventare un’opportunità per rivedere i modelli di sviluppo e gli stili di vita: “Forse mai come oggi la società civile comprende che soltanto con stili di vita ispirati alla sobrietà, alla solidarietà ed alla responsabilità, è possibile costruire una società più giusta e un futuro migliore per tutti” (Agli amministratori della Regione Lazio, del Comune e della Provincia di Roma, 12 gennaio 2009).
Il lavoro per i cristiani diventa anche preghiera quotidiana, come faceva Gesù: il Figlio di Dio – ricorda il Papa - si è dedicato “per molti anni ad attività manuali, tanto da essere conosciuto come il figlio del carpentiere”. E Benedetto XVI affida tutti i lavoratori al loro patrono, San Giuseppe, e indica il suo stile: “Dall'esempio di San Giuseppe viene a tutti noi un forte invito a svolgere con fedeltà, semplicità e modestia il compito che la Provvidenza ci ha assegnato”. (Angelus, 19 marzo 2006).

Radio Vaticana

L'intenzione di preghiera del Papa per il mese di maggio: siano promosse nella società iniziative che difendano e rafforzino il ruolo della famiglia

Sono due le intenzioni di preghiera, una generale e una missionaria, che il Pontefice propone ogni mese. Quelle affidate all’Apostolato della Preghiera per il mese di maggio 2012, che sta per iniziare, sono le seguenti. “Perché siano promosse nella società iniziative che difendano e rafforzino il ruolo della famiglia”, recita l'intenzione generale. Quella missionaria per maggio, il mese mariano per eccellenza, invece afferma: “Perché Maria, Regina del mondo e Stella dell’evangelizzazione, accompagni tutti i missionari nell'annuncio del suo Figlio Gesù.”

Zenit