martedì 1 maggio 2012

L'austerity del Vaticano: lo spettro dei licenziamenti per far quadrare i bilanci e fronteggiare una situazione che potrebbe rivelarsi critica

"In Vaticano sono state fatte troppe assunzioni con sistemi discutibili e criteri poco chiari. Ma, quel che è peggio, tra chiamate dirette e finti concorsi, il nepotismo l'ha fatta da padrone. Ora è tempo di tagli...". Primo maggio in tono minore anche Oltretevere, dove la Festa del lavoro tra i dipendenti pontifici si celebra all'insegna delle analoghe preoccupazioni che gravano sui lavoratori di tutto il mondo. Quest'anno, però, a rendere ancora più amara la ricorrenza del primo maggio all'ombra del Cupolone è lo spettro dei licenziamenti a cui le autorità pontificie potrebbero ricorrere per far quadrare i bilanci e fronteggiare in un futuro più o meno prossimo una situazione amministrativa che potrebbe rivelarsi a dir poco critica. Ad essere preoccupati sul futuro del loro posto di lavoro, i circa 3000 dipendenti che attualmente sono impiegati nelle varie amministrazioni pontificie (Governatorato, Fabbrica di San Pietro, Musei, Curia, L'Osservatore Romano, Radio Vaticana). Negli ultimi anni, lamenta un cardinale titolare di uno dei più importanti dicasteri della Santa Sede, "sono state fatte troppe assunzioni. Basti pensare che una quindicina di anni fa intorno al Governatorato gravavano meno di mille dipendenti. Ora sono oltre il doppio. Molti sono imbucati in uffici a scaldare sedie; è il perverso frutto di mali come carrierismo e nepotismo che hanno creato danni gravissimi all'immagine della Santa Sede e alle casse pontificie. Occorre perciò porre fine a questo andazzo e pensare a tagliare i rami secchi che si sono sviluppati in buona parte delle Congregazioni pontificie. Se si continua a far finta di niente, lo spettro della bancarotta non tarderà a bussare anche al Portone di Bronzo". L'anonimo cardinale non è solo a parlare in questi termini sullo stato di salute del movimento lavorativo vaticano. Nel Collegio cardinalizio, presieduto dal card. Angelo Sodano, storico segretario di Stato di Giovanni Paolo II, c'è più di un porporato intenzionato a sollevare in alto loco la necessità di affrontare il problema del sovraffollamento dei dipendenti. Qualche sentore in questo senso si è avuto il 16 febbraio scorso alla riunione cardinalizia dedicata al bilancio preventivo del 2012, quando mons. Lucio Angel Vallejo Balda, segretario della Prefettura degli Affari economici, ha parlato della "necessità di adottare ulteriori riflessioni ed approfondimenti" sulle previsioni di spesa della Santa Sede sull'anno in corso. Invito accolto nei loro interventi dagli altri cardinali presenti all'incontro, i quali hanno espresso "preoccupazione per una situazione di crisi generale" che non risparmia nemmeno il sistema economico vaticano nel suo complesso.

La Repubblica.it