venerdì 24 febbraio 2012

Entro il 2012 il pronunciamento della commissione internazionale d’inchiesta sulle apparizioni di Medjugorje istituita dal Papa e presieduta da Ruini

Ancora sei-sette mesi di lavori, poi entro la fine di quest’anno la commissione internazionale d’inchiesta sulle apparizioni di Medjugorje presieduta dal card. Camillo Ruini (nella foto con Benedetto XVI) concluderà i suoi lavori con un pronunciamento che sarà sottoposto alla Congregazione per la Dottrina della Fede e quindi a Benedetto XVI. Questa mattina il cardinale è stato ricevuto in udienza dal Papa per discutere sull’andamento dell’indagine. Quando PapaRatzinger istituì questo gruppo di lavoro, all’inizio del 2010, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede disse che "non è la commissione stessa che prende delle decisioni, delle pronunce definitive, ma essa offre il risultato del suo studio, un suo voto – come si dice in termine tecnico – alla Congregazione che poi adotterà le decisioni del caso". All’inzio delle apparizioni di Medjugorje era stata costituita una commissione diocesana, la quale aveva poi passato la mano alla Conferenza Episcopale della Jugoslavia, che però non era riuscita a pronunciarsi sulla soprannaturalità o meno dei fenomeni, concludendo, nel 1991, con la dichiarazione "non constat de supernaturalitate", cioè "non consta la soprannaturalità": si tratta della classica espressione prudenziale, non essendo stati i vescovi in grado né di approvare né di bocciare, segno che se non vi erano elementi sufficienti per dire "sì", non vi erano nemmeno prove che si trattasse di una truffa come sostenuto invece dal vescovo di Mostar. Il verdetto sospensivo, aperto a ulteriori approfondimenti, non è né "sì" né "no". Nel primo caso, infatti, la dichiarazione affermerebbe che "consta" la soprannaturalità, sancendo così il riconoscimento ufficiale. Nel secondo caso, quello negativi affermerebbe che "consta la non soprannaturalità", cioè è stato accertato che il fenomeno non è soprannaturale. Erano stato i vescovi della Bosnia ed Erzegovina a chiedere alla Congregazione per la Dottrina della Fede di prendere in mano la situazione. Della commissione fanno parte sei cardinali: oltre al già citato Ruini, ci sono il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Angelo Amato, Jozef Tomko, prefetto emerito di Propaganda Fide, Vinko Pulijc, arcivescovo di Sarajevo e Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria, Julian Herranz, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Insieme a loro, teologi ed esperti in mariologia. Com’è noto, decisamente contrario alle apparizioni era stato Pavao Zanic, vescovo di Mostar, nella cui giurisdizione diocesana ricade Medjugorje, in carica al momento delle prime apparizioni, avvenute nel 1981. E contrario è anche il suo successore, Ratko Peric. Di recente alcuni documenti emersi dagli archivi hanno mostrato come i servizi segreti del regime comunista jugoslavo cercò di influenzare negativamente le autorità ecclesiastiche dell’epoca. La commissione guidata da Ruini ha già incontrato tutti i veggenti, convocati in segreto a Roma. Gli incontri sono avvenuti in una sala della Congregazione per la Dottrina della Fede, dov’è custodito anche l’archivio del gruppo di lavoro. I membri della commissione predispongono con largo anticipo gli appuntamenti, in modo da poter essere tutti presenti. Così, a partire dal giugno scorso, sono stati ascoltati e interrogati prima Ivanka, quindi Vicka, e, alla fine del 2011, Mirjana e Marja, separatamente, ma lo stesso giorno. Nei giorni scorsi sono stati sentiti Ivan e Jakov. Il card. Vinko Pulijc, in una recente dichiarazione pubblica, ha annunciato la conclusione dei lavori entro l’anno. Al momento non è possibile prevedere quale sarà il verdetto finale. I veggenti hanno fatto generalmente una buona impressione ai commissari. Ma l’esito considerato più probabile al momento nei sacri palazzi è quello di una ripetizione del giudizio sospensivo del 1991, il "non consta la soprannaturalità", senza una presa di posizione dichiaratamente favorevole o contraria. Le apparizioni, iniziate il 24 giugno 1981, continuano ancora, seppure limitatamente, per alcuni dei veggenti che assicurano di incontrare la Madonna a un’ora determinata del giorno, dovunque si trovino. Maria si definisce "Regina della Pace", ha iniziato ad apparire in una parrocchia, gestita dai frati francescani, e il paese di Medjugorje, che è piuttosto arduo raggiungere ancora oggi, ha attirato milioni di persone, nonostante le pubbliche sconfessioni dei vescovi di Mostar. Nel 1998, l’allora segretario della Congregazione per la dottrina della fede, Tarcisio Bertone, chiarì che i pellegrinaggi erano permessi, "a condizione che non siano considerati come una autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa". Tante persone testimoniano peraltro di aver riscoperto la fede e di essere tornate cambiate da Medjugorje.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Padre Lombardi: c'è il semaforo verde ma non è stato ancora deciso né l'account né i tempi in cui il Papa avrà il suo account su Twitter

E' "prematuro" attribuire al Papa l'account @BenedictusPPXVI: lo ha precisato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "C'è il semaforo verde ma non è stato ancora deciso né l'account né i tempi in cui il Papa avrà il suo account su Twitter", ha precisato il gesuita. "Non c'è ancora nulla di deciso".

TMNews

Vallini al Papa: la sua testimonianza gioiosa e fedele, la sua parola, un bagno salutare nelle acque fresche dello Spirito che rinvigoriscono la vita

Ieri, all’inizio dell’udienza di Benedetto XVI, il cardinale vicario Agostino Vallini ha salutato il Papa a nome dei vescovi ausiliari, dei parroci, dei vicari parrocchiali e dei sacerdoti collaboratori nelle diverse cappellanie ospedaliere, universitarie e del mondo del lavoro, e dei diaconi presenti nell’Aula Paolo VI. "Padre Santo - ha detto - con grande gioia e affetto il presbiterio di Roma la saluta e la ringrazia per questo incontro spirituale all’inizio della Quaresima. Un incontro - ha aggiunto - sempre atteso e desiderato. Sono certo di interpretare i sentimenti di tutti i presenti, dicendole che incontrarla e ascoltarla è per noi una Luce che il Signore accende sul nostro cammino sacerdotale e pastorale. La sua testimonianza gioiosa e fedele e la sua parola, ricca di riflessione teologica e di vita spirituale, è un bagno salutare nelle acque fresche dello Spirito che rinvigoriscono la vita, accrescono l’entusiasmo e incoraggiano a bene operare nelle nostre comunità ecclesiali". Quindi il porporato ha espresso gratitudine al Pontefice "per avere indetto l’Anno della fede, che avrà inizio l’11 ottobre di quest’anno, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e a vent’anni dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Come già l’Anno Paolino e poi l’Anno Sacerdotale sono stati occasioni di grazia che hanno messo in risalto nei cammino della comunità ecclesiale la grande testimonianza dell’Apostolo delle genti e il mistero del sacerdozio ministeriale, riproponendoli a noi per un più generoso impegno di fedeltà a Cristo, così - ne siamo certi - l’Anno della fede ci sarà di aiuto, come Ella ha scritto nella Lettera Apostolica 'Porta fidei', per 'ritrovare il gusto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla Chiesa in modo fedele, e del Pane della vita, offerti a sostegno di quanti sono suoi discepoli (cfr. Gv 6, 51)'. L’Anno della fede è un forte invito a ritornare all’essenziale della vita cristiana, alla persona di Cristo Gesù centro dell’uomo nuovo, facendolo riscoprire come nostro contemporaneo per risvegliare la fede evangelica che in tanti cristiani sembra sopita e per suscitarla nei cercatori di verità. Sono proprio questi gli obiettivi che con il nostro progetto pastorale diocesano in questi anni portiamo avanti, incoraggiati da Vostra Santità". Successivamente il card. Vallini ha ricordato che due anni fa, nel corso dell’Anno Sacerdotale, il consiglio presbiterale diocesano preparò una traccia spirituale, "una guida che ci aiuti ad orientare e vivere santamente il sacerdozio e il ministero a Roma; una specie di regola di vita, intesa più come ideale che come raccolta di precetti". Il testo, intitolato "Scelto da Dio per gli uomini", elaborato con il contributo di tanti confratelli sacerdoti, con l’autorizzazione del Pontefice e il privilegio di una sua dedica, è stato pubblicato e, quale piccolo frutto del comune sentire del clero di Roma, è stato consegnato ufficialmente durante l’udienza. "Confidiamo che anche questo sussidio - ha auspicato il cardinale vicario - possa farci crescere nella gioia della nostra vocazione e nell’unità del sacerdozio". Infine il porporato ha ringraziato il Papa "per aver voluto nominare il nuovo vicegerente e due vescovi ausiliari", perché, ha concluso, "con nuove energie e rinnovato impegno la Chiesa di Roma possa servire, come piace al Signore, la grande comunità ecclesiale della nostra città".

L'Osservatore Romano

Benedetto XVI riceve in udienza il Re di Tonga. Nel colloquio alcuni aspetti della vita sociale ed economica e il contributo della Chiesa

Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza il Re di Tonga, Siaosi Tupou V, che successivamente ha incontrato mons. Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati. Nel corso dei cordiali colloqui, informa una nota della Sala stampa vaticana, “ci si è soffermati su alcuni aspetti della vita sociale ed economica" di questo Paese del Pacifico, "nonché sul positivo contributo della Chiesa Cattolica in vari settori della società e delle attività di promozione umana”. Infine, ha fatto “seguito uno scambio di opinioni sulla situazione internazionale, con particolare riferimento agli Stati insulari del Pacifico”.

Radio Vaticana

COMUNICATO: UDIENZA DEL SANTO PADRE A SUA MAESTÀ SIAOSI (GEORGE) TUPOU V, RE DI TONGA

27 e 28 febbraio ad Hà Nôi il terzo incontro del gruppo di lavoro congiunto Vietnam-Santa Sede, per approfondire e sviluppare le relazioni bilaterali

Nuovo passo nelle relazioni diplomatiche tra Vaticano e Vietnam. "Con riferimento alla decisione adottata al termine del secondo incontro del Gruppo di Lavoro congiunto Vietnam - Santa Sede, svoltosi nella Città del Vaticano dal 23 al 24 giugno 2010 - ha dichiarato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi - avrà luogo ad Ha Noi, nei giorni 27-28 febbraio corrente, il terzo incontro del gruppo di Lavoro. Dopo alcune visite compiute dal rappresentante Pontificio non residente in Viet Nam, la riunione servirà ad approfondire e a sviluppare le relazioni bilaterali".

TMNews

DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA, PADRE FEDERICO LOMBARDI

I dubbi di padre Lombardi sul caso di Emanuela Orlandi in un appunto riservato probabilmente destinato al Papa. Il fratello Pietro: qualcosa si apre

Nel caso di Emanuela Orlandi, la figlia del messo pontificio scomparsa a Roma nel 1983, il Vaticano ha mostrato "alcuni aspetti di comportamento umano e cristiano probabilmente criticabili o imprudenti". Il mea culpa, quasi 29 anni dopo, arriva direttamente dalle sacre mura. Lo ha pronunciato padre Federico Lombardi (nella foto con Benedetto XVI), direttore della Sala Stampa della Santa Sede, in un "appunto riservato" sul libro "Mia sorella Emanuela" scritto dal giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci e da Pietro Orlandi, fratello della scomparsa. La nota, probabilmente destinata al Pontefice, è stata divulgata ieri sera dalla trasmissione tv "Chi l' ha visto?". "Restano dei punti su cui non è facile dare oggi risposta definitiva e documentabile" aggiunge padre Lombardi, che poi elenca 4 circostanze: la mancata messa in guardia della famiglia Orlandi da parte del Vaticano sull'allarme sequestro lanciato dagli 007 francesi poco prima della scomparsa di Emanuela; la non collaborazione con le autorità italiane (tre rogatorie respinte); gli aiuti economici della Santa Sede a Solidarnosc, che potrebbero aver innescato un ricatto sul Vaticano e il conseguente sequestro della ragazza; la presenza "inspiegabile" Oltretevere di spie e informatori. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, è intervenuto il fratello di Emanuela, Pietro: "Dopo quasi 29 anni, nel muro di silenzio alzato sul sequestro di mia sorella si sta aprendo qualche crepa. Finalmente qualcuno nella Santa Sede vuole capire cosa è accaduto. Ma ho anche un'altra sensazione: che dietro le fughe di notizie ci sia un grande ricattatore in azione, in una sorta di guerra di nervi in atto tra le alte gerarchie". Pietro Orlandi si riferisce alle lettere di mons. Carlo Maria Viganò e all'appunto riservato sul caso, datato 9 gennaio 2012, e firmato dal portavoce di Papa Ratzinger. "Padre Lombardi - dice il fratello di Emanuela - segnala aspetti da approfondire, come la non collaborazione con le autorità italiane, resa evidente dal no opposto alle rogatorie e dalle reticenze di un funzionario della sicurezza, e gli aiuti a Solidarnosc, che potrebbero aver scatenato il ricatto a Giovanni Paolo II attraverso il sequestro di mia sorella". L'appunto di padre Lombardi si riferisce anche alla sepoltura del boss Enrico De Pedis a Sant'Apollinare. "E un passaggio sorprendente. Padre Lombardi dice: 'poiché mi pare che il cardinal vicario abbia dichiarato la disponibilità a lasciar aprire la tomba, non capisco perché questo non sia ancora avvenuto'. Ne deduco che in Vaticano sono favorevoli, ma sperano che sia la magistratura a liberarli da questo peso".

Corriere della Sera, TMNews

Il Papa: l’incontro con l’altro e l’aprire il cuore al suo bisogno sono occasione di salvezza e di beatitudine. La carità cuore della vita cristiana

Questa mattina, nella Sala dei Papi del Palazzo Apostolico, il Santo Padre ha ricevuto in udienza una delegazione dei soci del Circolo San Pietro, in occasione della Festa della Cattedra di San Pietro, celebrata quest’anno domenica 19 febbraio. "Abbiamo appena iniziato il cammino quaresimale e, come ho ricordato nel mio recente messaggio, questo tempo liturgico ci invita a riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità", ha esordito nel suo discorso Benedetto XVI, dopo aver salutato in particolare il presidente generale del circolo, il duca Leopoldo Torlonia, e l'assistente ecclesiastico, mons. Francesco Camaldo. La Quaresima appena iniziata, ha ricordato Benedetto XVI, “è un tempo propizio affinché, con l’aiuto della Parola di Dio e dei Sacramenti, ci rinnoviamo nella fede e nell’amore”, a livello sia personale sia comunitario. “E’ un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale”. “Oggi come ieri, la testimonianza della carità tocca in modo particolare il cuore degli uomini; la nuova evangelizzazione, specialmente in una città cosmopolita come Roma, richiede grande apertura di spirito e sapiente disponibilità verso tutti. In tale senso, bene si pone la rete di interventi assistenziali che voi, ogni giorno, realizzate a favore di quanti si trovano nel bisogno”. Il Pontefice ha ricordato la “generosa opera” del Circolo “nelle cucine, nell’asilo notturno, nella casa famiglia, nel centro polifunzionale” e “la testimonianza silenziosa, ma quanto mai eloquente” a sostegno “dei malati e dei loro familiari nell’Hospice Fondazione Roma, senza dimenticare l’impegno missionario in Laos e le adozioni a distanza”. “L’autenticità della nostra fedeltà al Vangelo - ha osservato il Santo Padre - si verifica anche in base all’attenzione e alla sollecitudine concreta che ci sforziamo di manifestare verso il prossimo, specialmente verso i più deboli ed emarginati”. L’attenzione all’altro “comporta desiderare per lui il bene, sotto tutti gli aspetti: fisico, morale e spirituale”. “Anche se la cultura contemporanea sembra aver smarrito il senso del bene e del male - ha affermato Benedetto XVI -, occorre ribadire con forza che il bene esiste e vince. La responsabilità verso il prossimo significa allora volere e fare il bene dell’altro, desiderando che egli si apra alla logica del bene; interessarsi al fratello significa aprire gli occhi sulle sue necessità, superando la durezza di cuore che rende ciechi alle sofferenze altrui”. Così il servizio caritativo diventa “una forma privilegiata di evangelizzazione, alla luce dell’insegnamento di Gesù, il quale riterrà come fatto a se stesso quanto avremo fatto ai nostri fratelli, specialmente a chi tra loro è piccolo e trascurato”. Occorre, perciò, “armonizzare il nostro cuore con il cuore di Cristo, affinché il sostegno amorevole offerto agli altri si traduca in partecipazione e consapevole condivisione delle loro sofferenze e delle loro speranze, rendendo così visibile, da una parte la misericordia infinita di Dio verso ogni uomo, che brilla sul volto di Cristo, e dall’altra la nostra fede in Lui. L’incontro con l’altro e l’aprire il cuore al suo bisogno sono occasione di salvezza e di beatitudine”. "Come ogni anno - ha detto il Papa - siete venuti quest'oggi a consegnarmi l'obolo per la carità del Papa, che avete raccolto nelle parrocchie di Roma. Esso rappresenta un concreto aiuto offerto al Successore di Pietro, perché possa rispondere alle innumerevoli richieste che gli provengono da ogni parte del mondo, specialmente dai Paesi più poveri. Vi ringrazio di cuore per tutta l'attività che svolgete generosamente e con spirito di sacrificio e che nasce dalla vostra fede, dal rapporto con il Signore coltivato ogni giorno". Quindi l’auspicio è stato che “fede, carità e testimonianza continuino ad essere le linee-guida” dell’apostolato di ogni membro dell’organizzazione, impegnato anche ad essere presente “durante le Celebrazioni liturgiche nella Basilica di
San Pietro”, occasione con cui dimostra “la costante dedizione e la devota fedeltà” alla Sede dell’Apostolo Pietro. La benedizione finale del Papa è andata sia agli assistiti, sia ai soci affinché il Signore li aiuti “a realizzare la propria vocazione cristiana” in famiglia, nel lavoro e all’interno del Circolo.


TMNews, SIR, Radio Vaticana

UDIENZA AI SOCI DEL CIRCOLO SAN PIETRO - il testo integrale del discorso del Papa