giovedì 18 giugno 2009

Riunione del Consiglio del Sinodo dei vescovi. Verso l’Esortazione sulla Parola di Dio. Presentati al Papa tre temi per la prossima assemblea

“Vivacità, efficacia e grande attualità ecclesiale e sociale”: è quanto è stato messo in luce sulla Parola di Dio in occasione della terza riunione del XII Consiglio ordinario della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi, tenutasi il 3 e 4 giugno scorsi. Nella due giorni di lavori, informa questo giovedì un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, si sono raggiunti “risultati significativi per la redazione di un testo” che prossimamente potrà essere consegnato al Papa in visita della pubblicazione dell'Esortazione Apostolica post-sinodale sul tema: La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Si tratta di un lavoro volto a favorire “la venerazione e l’assimilazione della Parola di Dio, l’ascolto e la lettura orante della Bibbia e la sua applicazione nella vita personale, familiare, ecclesiale e sociale”. Nell’incontro i quindici componenti del XII Consiglio ordinario del Sinodo dei Vescovi hanno indicato tre temi da presentare al Papa per la prossima Assemblea sinodale. Sarà poi Benedetto XVI - afferma il comunicato conclusivo dei lavori - ad annunciare “a tempo debito la sua decisione finale per l'argomento da assegnare alla XIII Assemblea generale ordinaria”. Nel comunicato si legge che “dalle proposte pervenute dai sinodi delle chiese orientali sui iuris, dalle conferenze episcopali, dai dicasteri della Curia romana e dall'Unione dei superiori generali è scaturita una sintesi ragionata delle attese concrete delle Chiese particolari circa le urgenze spirituali e pastorali del momento presente”. Su tale argomento, conclude la nota, saranno elaborati i Lineamenta, dei quali il Consiglio esaminerà un primo schema nella quarta riunione, in programma nei giorni 24 e 25 del prossimo settembre.

Zenit

Il Papa a San Giovanni Rotondo. Padre Belpiede: un'esortazione a non fermarsi alla contemplazione di Padre Pio ma a essere testimoni di Cristo

“Un’esortazione a crescere nell’educazione della fede, e cioè a non fermarsi alla contemplazione di questo grande Santo ma ad imparare il linguaggio di questo nostro tempo per essere testimoni di Cristo, come Padre Pio è stato per tutta la sua vita”. Padre Antonio Belpiede, portavoce della Provincia Monastica di Foggia dei Frati Cappuccini, definisce così al SIR la visita che il Papa compirà a San Giovanni Rotondo domenica , “confermando una costante attenzione dei Papi al Santo”. Padre Belpiede precisa poi che il Papa celebrerà la solenne liturgia sul sagrato della Chiesa di San Pio per “rispondere alle esigenze delle migliaia di persone che hanno chiesto di partecipare”. Molti i fedeli che domenica raggiungeranno la città del Gargano: diversi autobus partiranno da Pietrelcina, paese natale del santo, da dove ieri sono partiti a piedi in pellegrinaggio per raggiungere San Giovanni Rotondo una trentina di fedeli, ai quali se ne aggiungeranno altri durante il percorso.

SIR

Il Magistero di Joseph Ratzinger, il miglior contraltare agli slogan mediatici di Carlo Maria Martini

di Scenron

Questa volta dalla pagine del quotidiano La Repubblica, incalzato dalle domande del suo grande ammiratore (non credente) Eugenio Scalfari, Carlo Maria Martini ha pontificato di nuovo, elencando le questioni che (secondo lui) devo essere la priorità nel dibattito della Chiesa e su cui non è stato detto e fatto abbastanza. Se il prelato passasse lo stesso tempo che impiega a rilasciare interviste e scrivere libri con il solo scopo di creare scalpore e confusione tra i fedeli, per leggere il Magistero della Chiesa e di Papa Benedetto XVI, certe affermazioni non se le lascerebbe fuggire. Sugli argomenti, tutti mediaticamente rilevanti, che il presule ha sollevato, Papa Joseph Ratzinger è intervenuto più volte nei quattro anni di Pontificato. Vi riportiamo alcuni stralci tratti dal Magistero di Benedetto XVI, la miglior risposta ai continui e ormai conosciuti slogan del cardinale.
L’atteggiamento della Chiesa verso i divorziati
"La Chiesa, sull’esempio del suo Divino Maestro, ha sempre di fronte le persone concrete, soprattutto quelle più deboli e innocenti, che sono vittime delle ingiustizie e dei peccati, ed anche quegli altri uomini e donne, che avendo compiuto tali atti si sono macchiati di colpe e ne portano le ferite interiori, cercando la pace e la possibilità di una ripresa.
A queste persone la Chiesa ha il dovere primario di accostarsi con amore e delicatezza, con premura e attenzione materna, per annunciare la vicinanza misericordiosa di Dio in Gesù Cristo. E’ lui infatti, come insegnano i Padri, il vero Buon Samaritano, che si è fatto nostro prossimo, che versa l’olio e il vino sulle nostre piaghe e che ci conduce nella locanda, la Chiesa, in cui ci fa curare, affidandoci ai suoi ministri e pagando di persona in anticipo per la nostra guarigione. Sì, il vangelo dell’amore e della vita è anche sempre vangelo della misericordia, che si rivolge all’uomo concreto e peccatore che noi siamo, per risollevarlo da qualsiasi caduta, per ristabilirlo da qualsiasi ferita" (
Ai partecipanti al Congresso Internazionale promosso dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su matrimonio e famiglia, della Pontificia Università Lateranense (5 aprile 2008)).

La nomina o l’elezione dei vescovi
"Pietro sarà il fondamento roccioso su cui poggerà l'edificio della Chiesa; egli avrà le chiavi del Regno dei cieli per aprire o chiudere a chi gli sembrerà giusto; infine, egli potrà legare o sciogliere nel senso che potrà stabilire o proibire ciò che riterrà necessario per la vita della Chiesa, che è e resta di Cristo. E’ sempre Chiesa di Cristo e non di Pietro. E' così descritto con immagini di plastica evidenza quello che la riflessione successiva qualificherà con il termine di "primato di giurisdizione". [...] Pietro, per tutti i tempi, dev’essere il custode della comunione con Cristo; deve guidare alla comunione con Cristo; deve preoccuparsi che la rete non si rompa e possa così perdurare la comunione universale. Solo insieme possiamo essere con Cristo, che è il Signore di tutti. Responsabilità di Pietro è di garantire così la comunione con Cristo con la carità di Cristo, guidando alla realizzazione di questa carità nella vita di ogni giorno. Preghiamo che il Primato di Pietro, affidato a povere persone umane, possa sempre essere esercitato in questo senso originario voluto dal Signore e possa così essere sempre più riconosciuto nel suo vero significato dai fratelli ancora non in piena comunione con noi" (7 giugno 2006, Pietro, la roccia su cui Cristo ha fondato la Chiesa).
Il celibato dei sacerdoti
"Il fatto che Cristo stesso, sacerdote in eterno, abbia vissuto la sua missione fino al sacrificio della croce nello stato di verginità costituisce il punto di riferimento sicuro per cogliere il senso della tradizione della Chiesa latina a questo proposito. Pertanto, non è sufficiente comprendere il celibato sacerdotale in termini meramente funzionali. In realtà, esso rappresenta una speciale conformazione allo stile di vita di Cristo stesso. Tale scelta è innanzitutto sponsale; è immedesimazione con il cuore di Cristo Sposo che dà la vita per la sua Sposa. In unità con la grande tradizione ecclesiale, con il Concilio Vaticano II e con i Sommi Pontefici miei predecessori, ribadisco la bellezza e l'importanza di una vita sacerdotale vissuta nel celibato come segno espressivo della dedizione totale ed esclusiva a Cristo, alla Chiesa e al Regno di Dio, e ne confermo quindi l'obbligatorietà per la tradizione latina. Il celibato sacerdotale vissuto con maturità, letizia e dedizione è una grandissima benedizione per la Chiesa e per la stessa società". (Sacramentum Caritatis: Esortazione Apostolica Postsinodale sull’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa, n.24).
Il ruolo del laicato cattolico
"Occorre [...] rinnovare lo sforzo per una formazione più attenta e puntuale alla visione di Chiesa della quale ho parlato, e questo da parte tanto dei sacerdoti quanto dei religiosi e dei laici. Capire sempre meglio che cosa è questa Chiesa, questo Popolo di Dio nel Corpo di Cristo. E' necessario, al tempo stesso, migliorare l'impostazione pastorale, così che, nel rispetto delle vocazioni e dei ruoli dei consacrati e dei laici, si promuova gradualmente la corresponsabilità dell'insieme di tutti i membri del Popolo di Dio. Ciò esige un cambiamento di mentalità riguardante particolarmente i laici, passando dal considerarli «collaboratori» del clero a riconoscerli realmente «corresponsabili» dell'essere e dell'agire della Chiesa, favorendo il consolidarsi di un laicato maturo ed impegnato. Questa coscienza comune di tutti i battezzati di essere Chiesa non diminuisce la responsabilità dei parroci" (Apertura del Convegno pastorale della Diocesi di Roma (Basilica di San Giovanni in Laterano, 26 maggio 2009)).
I rapporti tra la gerarchia ecclesiastica e la politica
"Sui rapporti tra religione e politica Gesù Cristo ha portato una novità sostanziale, che ha aperto il cammino verso un mondo più umano e più libero, attraverso la distinzione e l'autonomia reciproca tra lo Stato e la Chiesa, tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio (cfr Mt 22, 21). La stessa libertà religiosa, che avvertiamo come un valore universale, particolarmente necessario nel mondo di oggi, ha qui la sua radice storica. La Chiesa, dunque, non è e non intende essere un agente politico. Nello stesso tempo ha un interesse profondo per il bene della comunità politica, la cui anima è la giustizia, e le offre a un duplice livello il suo contributo specifico. La fede cristiana, infatti, purifica la ragione e l'aiuta ad essere meglio se stessa: con la sua dottrina sociale pertanto, argomentata a partire da ciò che è conforme alla natura di ogni essere umano, la Chiesa contribuisce a far sì che ciò che è giusto possa essere efficacemente riconosciuto e poi anche realizzato" (Discorso ai partecipanti al IV Convegno Ecclesiale Nazionale (19 ottobre 2006)).

Il Papa a San Giovanni Rotondo. Procede a pieno ritmo la macchina organizzativa della visita. Le indicazioni per i pellegrini

Domenica, giorno della visita di Benedetto XVI a San Giovanni Rotondo (foto), l'amministrazione comunale garantirà il trasporto gratuito su tutte le linee urbane. Lo ha deciso il sindaco Gennaro Giuliani, in collaborazione con la ditta che gestisce il trasporto urbano, per venire incontro alle esigenze dei fedeli che verranno a San Giovanni Rotondo nel giorno della visita papale. Tra l'altro, domenica 21 giugno una ordinanza sindacale limita la circolazione di auto private. Intanto, prosegue l'attività nei cantieri aperti per l'arrivo del Papa. "E' tutto pronto per la visita di Papa Benedetto XVI”, lo afferma il sindaco di San Giovanni Rotondo, Gennaro Giuliani. A quattro giorni dal grande evento la macchina organizzativa del Comune viaggia a pieno ritmo, come evidenzia l'assessore ai Lavori Pubblici, Pio Di Giorgio: “I cantieri aperti per l'arrivo del Papa sono in fase conclusiva, rispettando tempi e modalità di realizzazione secondo i programmi amministrativi. Preciso che tutti i cantieri aperti in città saranno chiuso sabato mattina”. Domani alle ore 9 è prevista l'inaugurazione del nuovo rondò di via Foggia, predisposto dall'architetto Modesto De Angelis con l'intento di snellire la viabilità e arredare la città, lanciando anche un messaggio di pace. Sul rondò - realizzato in pietra locale e muretti a secco, tipici della campagna garganica - trova posto un ulivo secolare, simbolo dell'accoglienza e della pace, com'è nella vocazione di San Giovanni Rotondo, “Città dell'Accoglienza e della Riconciliazione”. Ma sono tanti i numeri che descrivono lo sforzo organizzativo realizzato dall'amministrazione comunale. Domenica sono previsti oltre 30 mila fedeli, molti dei quali lungo il percorso che la Papamobile effettuerà per raggiungere la Chiesa di San Pio dallo stadio comunale “A. Massa”: 4 chilometri e mezzo di strada delimitata da 4500 transenne. Saranno distribuite anche 300 cartine, in formato 50x70 cm, con le indicazioni del percorso papale e tutte le informazioni utili. 550 tra vigili urbani e volontari della protezione civile affiancheranno i rappresentanti delle forze dell'ordine per garantire la massima tranquillità e controllo durante tutto il percorso papale. Inoltre, l'amministrazione comunale ha predisposto numerosi punti per la distribuzione di acqua, 30 mila le bottiglie offerte dalla San Pellegrino SpA, mentre verranno posizionati 60 bagni chimici. Saranno distribuite 6000 bandierine in plastica, 1000 bandiere e 30 mila cappellini con i colori dello Stato della Città del Vaticano. Mentre saranno 2 i maxischermo, posizionati su viale dei Quaranta, che permetteranno di seguire la Messa celebrata da Benedetto XVI e le fasi della visita papale. Il Santo Padre, infine, riceverà in dono una medaglia commemorativa raffigurante i simboli della città di San Giovanni Rotondo. A consegnarla sarà Matteo Pio Colella, il ragazzo che con la sua guarigione fu l’artefice della santificazione di Padre Pio.

Sangiovannirotondonet.it

Udienza di Benedetto XVI al presidente di Malta. Il ruolo della Chiesa nella società, il Medio Oriente e l'Africa i temi del colloquio

Papa Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Vaticano il neopresidente della repubblica di Malta George Abela (foto), accompagnato dalla consorte e dal seguito. ''Malta è amica della Santa Sede'', ha detto Benedetto XVI accogliendo Abela nella sua biblioteca privata. Il presidente maltese ha portato in dono a Papa Ratzinger una statua d'argento raffigurante San Paolo, mentre il pontefice ha ricambiato con le medaglie del pontificato. Nei ''cordiali colloqui'' tra il Papa e Abela, ''oltre a riaffermare i saldi vincoli di amicizia tra la Santa Sede e la Repubblica di Malta, sono state affrontate alcune tematiche riguardanti la società maltese - si legge in un comunicato della sala stampa della Santa Sede - nella quale la Chiesa Cattolica continua a svolgere un ruolo rilevante. Ci si è soffermati inoltre sulla situazione internazionale, con particolare riferimento al Medio Oriente e all'Africa, e sul contributo positivo che Malta può offrire alla soluzione dei relativi problemi''. In Vaticano, Abela ha incontrato anche il Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, e mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Anno Sacerdotale. Il Papa: i presbiteri immenso dono di Dio per la Chiesa e per tutta l'umanità. Il Curato d'Ars significativo punto di riferimento

“’Il Sacerdozio è l'amore del cuore di Gesù’, soleva dire il Santo Curato d’Ars. Questa toccante espressione ci permette (..) di evocare con tenerezza e riconoscenza l’immenso dono che i sacerdoti costituiscono non solo per la Chiesa, ma anche per la stessa umanità”: è uno dei pensieri iniziali della lettera con la quale Benedetto XVI introduce la Chiesa all’Anno Sacerdotale, che si aprirà domani, Giornata dedicata alla preghiera per la santificazione del clero. “Penso a tutti quei presbiteri che offrono ai fedeli cristiani e al mondo intero l’umile e quotidiana proposta delle parole e dei gesti di Cristo, cercando di aderire a Lui con i pensieri, la volontà, i sentimenti e lo stile di tutta la propria esistenza”, prosegue il Papa, sottolineando le “innumerevoli situazioni di sofferenza in cui molti sacerdoti sono coinvolti, sia perché partecipi dell’esperienza umana del dolore nella molteplicità del suo manifestarsi, sia perché incompresi dagli stessi destinatari del loro ministero: come non ricordare i tanti sacerdoti offesi nella loro dignità, impediti nella loro missione, a volte anche perseguitati fino alla suprema testimonianza del sangue?”. Dopo aver ricordato la figura di Giovanni Maria Vianney, “il Santo Patrono di tutti i parroci del mondo” di cui ricorre quest’anno il 150° della morte, Benedetto XVI afferma: “Ci sono, purtroppo, anche situazioni, mai abbastanza deplorate, in cui è la Chiesa stessa a soffrire per l’infedeltà di alcuni suoi ministri. È il mondo a trarne allora motivo di scandalo e di rifiuto. Ciò che massimamente può giovare in tali casi alla Chiesa non è tanto la puntigliosa rilevazione delle debolezze dei suoi ministri, quanto una rinnovata e lieta coscienza della grandezza del dono di Dio, concretizzato in splendide figure di generosi Pastori, di Religiosi ardenti di amore per Dio e per le anime, di Direttori spirituali illuminati e pazienti”. Benedetto XVI afferma così che “a questo proposito, gli insegnamenti e gli esempi di San Giovanni Maria Vianney possono offrire a tutti un significativo punto di riferimento: il Curato d’Ars era umilissimo, ma consapevole, in quanto prete, d’essere un dono immenso per la sua gente”. Nella parte centrale della Lettera, Benedetto XVI richiama la figura del “Santo Curato d’Ars”, ricordando che “era giunto ad Ars, un piccolo villaggio di 230 abitanti, preavvertito dal Vescovo che avrebbe trovato una situazione religiosamente precaria: ‘Non c'è molto amor di Dio in quella parrocchia; voi ce ne metterete’”. Era, di conseguenza, pienamente consapevole che doveva andarvi ad incarnare la presenza di Cristo, testimoniandone la tenerezza salvifica”. Il Papa sottolinea la consapevolezza pastorale di Vianney, affermando: “Alla conversione della sua parrocchia il Santo Curato si dedicò con tutte le sue energie, ponendo in cima ad ogni suo pensiero la formazione cristiana del popolo a lui affidato”, notando che “per prima cosa dobbiamo imparare (è) la sua totale identificazione col proprio ministero”. Dopo aver affermato che “non si tratta certo di dimenticare che l’efficacia sostanziale del ministero resta indipendente dalla santità del ministro”, Benedetto XVI prosegue ricordando che “non si può neppure trascurare la straordinaria fruttuosità generata dall’incontro tra la santità oggettiva del ministero e quella soggettiva del ministro” di cui il Curato d’Ars dette evidente prova. Oltre che antesignano nella valorizzazione dei fedeli laici, il Santo Curato d’Ars – nelle parole di Benedetto XVI – si rivela grande promotore della spiritualità sacramentaria, in maniera speciale quella eucaristica e della confessione. Scrive il Papa a questo riguardo: “I sacerdoti non dovrebbero mai rassegnarsi a vedere deserti i loro confessionali né limitarsi a constatare la disaffezione dei fedeli nei riguardi di questo sacramento. Al tempo del Santo Curato, in Francia, la confessione non era né più facile, né più frequente che ai nostri giorni, dato che la tormenta rivoluzionaria aveva soffocato a lungo la pratica religiosa. Ma – aggiunge Benedetto XVI - egli cercò in ogni modo, con la predicazione e con il consiglio persuasivo, di far riscoprire ai suoi parrocchiani il significato e la bellezza della Penitenza sacramentale, mostrandola come un’esigenza intima della Presenza eucaristica”. Dato l’aumento di fedeli che si recavano ad Ars per confessarsi, il Papa annota che quel piccolo paese era diventato “il grande ospedale delle anime”. Richiama poi l’ascesi alla quale il Vianney si sottopose “per evitare che opponesse resistenze alla sua anima sacerdotale” ricordando la sua famosa frase: “Dò ai peccatori una penitenza piccola e il resto lo faccio io al loro posto”. Nella parte conclusiva della Lettera, Benedetto XVI prende in considerazione il modo del Curato d’Ars di rapportarsi con i “consigli evangelici” di castità, povertà e obbedienza, notando che “era ricco per dare agli altri ed era molto povero per se stesso”; che – quanto alla castità – “era quella conveniente a chi deve toccare abitualmente l’Eucarestia” e quanto all’obbedienza si ispirava al pensiero: “Fare solo ciò che può essere offerto al buon Dio”. Il Papa esorta quindi i presbiteri a considerare una “fraternità sacerdotale effettiva ed affettiva” così come testimoniata dal Vianney e ne ricorda anche la venerazione per la Madonna, “lui che nel 1836 aveva consacrato la sua parrocchia a Maria concepita senza peccato, e doveva accogliere con tanta fede e gioia la definizione dogmatica del 1854”. In conclusione, Benedetto XVI esprime un auspicio: “Possa il suo esempio suscitare nei sacerdoti quella testimonianza di unità con il Vescovo, tra loro e con i laici che è, oggi come sempre, tanto necessaria”.

Anno Sacerdotale. Adorazione, celebrazioni, meditazioni: l'avvio dell'evento nelle diocesi italiane

Nelle diocesi italiane – così come in tutta la Chiesa Cattolica – tra oggi e domani prenderà il via l’Anno Sacerdotale indetto da Benedetto XVI. Le Chiese locali hanno scelto di vivere questo evento, che coincide con la festa del Sacro Cuore particolarmente cara ai presbìteri, in modi e forme diverse. Ecco alcuni primi appuntamenti locali.
Cagliari. La diocesi comincerà l’Anno Sacerdotale con una solenne concelebrazione in cattedrale questa mattina alle 11.30. La Messa sarà preceduta da una meditazione di mons. Carlo Ghidelli, arcivescovo di Lanciano-Ortona, nello stesso luogo. "Ci attende un anno di grazia – scrive l’arcivescovo Giuseppe Mani al clero diocesano che si riunirà nell’occasione per il consueto ritiro mensile – l’Anno Sacerdotale per ricordare i 150 anni dalla morte del santo Curato d’Ars sarà anche l’anno giubilare del nostro seminario". La struttura, oggi completamente rinnovata e guidata da mons. Gianni Sanna, venne infatti inaugurata il 4 novembre 1959. Era all’epoca arcivescovo mons. Paolo Botto. Inizialmente ospitava solamente i ragazzi delle scuole medie e del ginnasio. Poi Botto volle che ospitasse anche i ragazzi del liceo. "La sera di giovedì – raccomanda mons. Mani nella lettera ai preti – sarebbe bello che si cominciasse l’Anno Sacerdotale nelle parrocchie con l’Adorazione per le vocazioni che si può prolungare anche tutta la notte per poi celebrare il giorno dopo la festa del Sacro Cuore di Gesù". 18 giugno: invito dell'Arcivescovo Continua>>
Bergamo. "Un anno di particolare preghiera, di riflessione, di crescita, consapevoli del valore di questo ministero indispensabile per il popolo di Dio". Mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, ha ricordato così, nell’omelia della Messa per le ordinazioni dei preti novelli, l’importanza dell’apertura dell’Anno Sacerdotale. Per il 19 giugno il vescovo invita le parrocchie a vivere una speciale adorazione eucaristica pregando per coloro che chiama "uomini del cielo". Per l’occasione è stato predisposto un sussidio che guida il momento di adorazione attraverso tre brani del Vangelo di Giovanni. Beschi inaugurerà l’Anno unendosi alla comunità dei preti del Sacro Cuore, nella Chiesa di Sant’Alessandro in Colonna a Bergamo, dove alle 15 è prevista l’adorazione del Santissimo seguita dalla Messa. "Voi diventate i testimoni del cielo di Dio che è la pienezza di Cristo nella storia degli uomini. In questo senso siete uomini del cielo", ha rimarcato rivolgendosi ai nuovi sacerdoti. "Ma voi diventate anche evangelizzatori del cielo. Andate, e non solo ogni istante della vita sia testimonianza dell’amore di Dio nella persona di Gesù Cristo, ma ogni creatura possa ricevere da voi il lieto annunzio della pienezza umana nella persona di Cristo Gesù". Apertura Anno Sacerdotale
Parma. Il vescovo di Parma, Enrico Solmi, ha invitato gli oltre 150 sacerdoti della diocesi ad aprire l’Anno Sacerdotale con una mattinata di spiritualità in programma domani presso la Casa Madre delle Missionarie Saveriane di Maria. Guiderà la riflessione mons. Vittorio Peri, presidente nazionale dell’Unione Apostolica del Clero, su "Spiritualità diocesana e Anno Sacerdotale". Il tema riprende e sviluppa il lavoro della tre giorni sacerdotale diocesana svoltasi recentemente a Villa Santa Maria di Fornovo. Aiutati dalle relazioni di don Erio Castellucci, preside della Facoltà teologica dell’Emilia Romagna, don Pino Pulcinelli, docente di Teologia biblica alla Gregoriana e alla Lateranense, e dello stesso vescovo Solmi, i sacerdoti hanno percorso una tappa del percorso che porterà al piano pastorale triennale 2009-2012 su "La Chiesa, comunità che educa, educata dalla Parola". Il vescovo sta raccogliendo le riflessioni effettuate nelle zone pastorali e nelle tre assemblee diocesane, per arrivare alla lettera di apertura dell’anno pastorale il 26 settembre. L’incontro inizierà alle 9.30 e si concluderà alle 12.30 con il pranzo, offerto ai sacerdoti dal vescovo, "nello stile di un vero e proprio cenacolo". Domani e sabato nel chiostro del monastero benedettino di San Giovanni a Parma si potrà visitare la mostra d’arte contemporanea "Il Sacro Cuore di Gesù" proveniente da Cividale del Friuli, in cui oltre trenta artisti interpretano il tema con il linguaggio d’oggi. Anno Sacerdotale: iniziative in diocesi Leggi tutto...
Irpinia. Tre diocesi della Campania hanno scelto di vivere insieme l’apertura dell’Anno Sacerdotale. Si incontrerà infatti presso l’Abbazia del Goleto tutto il clero di Avellino, Ariano-Lacedonia e Sant’Angelo­Conza-Nusco-Bisaccia alla presenza dei tre vescovi, Francesco Marino, Giovanni D’Alise e Francesco Alfano. È già da alcuni anni che le tre diocesi realizzano momenti di riflessione e spiritualità comunitaria allo scopo di rafforzare la fraternità presbiterale celebrando insieme una giornata per condividere le esperienze e le attività svolte nel corso dell’anno. Al centro dell’incontro di quest’Anno, secondo le indicazioni del Santo Padre, la preghiera affinché il clero si rafforzi nella fedeltà a Cristo, seguendo l’esempio di san Giovanni Maria Vianney. Le tre diocesi irpine si apprestano a rinnovare con solennità questa esperienza comune, raccogliendo il frutto dei precedenti incontri. Il 29 giugno saranno celebrate nuove ordinazioni sacerdotali e il 12 luglio una ordinazione diaconale. A guidare la meditazione nella giornata di domani sarà mons. Lino D’Onofrio, vicario generale della diocesi di Nola che svilupperà il tema "L’orizzonte della santità nella nostra vita di presbìteri". È prevista l’adorazione eucaristica guidata da mons. Francesco Marino, vescovo di Avellino. Programma
Cremona. L’Anno Sacerdotale "non riguarda soltanto i sacerdoti, ma interessa tutta la Chiesa. Con questa motivazione il vescovo di Cremona Dante Lafranconi ha rivolto alla sua diocesi un messaggio di sensibilizzazione all’iniziativa cui il Papa ha chiamato la Chiesa universale. A essere coinvolto in questo Anno che si apre non è soltanto il clero, come ricorda Lafranconi nella sua lettera che la scorsa domenica è stata letta nelle chiese della diocesi: "È interesse di tutti che i sacerdoti vivano all’altezza della loro vocazione – ha aggiunto Lafranconi –. È interesse di tutti che i sacerdoti vivano all’altezza della loro vocazione". Una vocazione alla santità, "condizione prima perché il ministero sacerdotale sia efficace", come lo stesso Lafranconi aveva ricordato il 26 maggio quando, in coincidenza con l’annuale pellegrinaggio del clero al santuario di Caravaggio, aveva anticipato i temi centrali dell’Anno Sacerdotale e le iniziative in programma per le celebrazioni. "La convinzione teorica – si legge ancora nel messaggio del vescovo – deve animare la vita pratica in tutte le sue scelte": dunque la pastorale ordinaria dev’essere sorretta dalla ricchezza spirituale. Questa spiritualità però non deve tradursi in chiusura intimistica, ma va colmata da un respiro ecclesiale alimentato dalla preghiera comune: "Pertanto nella festa del Sacro Cuore – aggiunge Lafranconi – ogni parrocchia promuova un momento forte di preghiera come segno comune dell’inizio dell’Anno Sacerdotale". Il vescovo continua rivolgendosi ai "laici e ai membri degli Istituti di vita consacrata, soprattutto i malati", invitandoli "a offrire la loro preghiera e le loro sofferenze per la santità dei sacerdoti". Perché – conclude mons. Lafranconi – "l’urgenza prima non è quella di avere più sacerdoti, ma di avere sacerdoti santi, pienamente innamorati del Signore e totalmente votati alla sua causa". http://www.diocesidicremona.it/main/base1.php?id=download
L’Aquila e Avezzano. L'Aquila apre il suo Anno Sacerdotale grazie alla fraternità della vicina diocesi di Avezzano, anch’essa – seppure in maniera minore – ferita dal terremoto. Così l’Anno Sacerdotale ad Avezzano vedrà una singolare apertura: clero marsicano e clero aquilano insieme. Si metteranno in comunione per celebrare la dignità del presbìtero, rendere grazie al Signore per il dono della vocazione e ripartire in quella "tensione dei sacerdoti verso la perfezione spirituale dalla quale soprattutto dipende l’efficacia del loro ministero", come sottolineava il Papa durante l’udienza del 16 marzo alla plenaria della Congregazione per il Clero. Su invito di Pietro Santoro, vescovo dei Marsi, l’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Molinari e i suoi sacerdoti converranno domani nell’Auditorium della Chiesa dello Spirito Santo ad Avezzano. L’appuntamento è alle 10 per la recita dell’ora media. Dopo la preghiera sarà lo stesso Molinari a dettare la riflessione sul sacerdozio e a presiedere la solenne Concelebrazione Eucaristica. Le meditazioni di Molinari si ispireranno al Santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney, in occasione del 150° anniversario della morte. Mons. Molinari esprime gioia e gratitudine al vescovo Santoro e alla diocesi dei Marsi per l’ospitalità e per l’invito a pregare con e per i sacerdoti, sebbene non si nasconda le difficoltà oggettive che la diocesi aquilana nella sua riorganizzazione post sisma sta riscontrando. Molti sacerdoti non potranno essere presenti all’iniziativa avezzanese. Subito dopo il terremoto numerosi preti, avendo perso la casa, sono rimasti senza un punto d’appoggio, altri sono nei campi tra gli sfollati. Diventano complicati quindi gli spostamenti in città e in diocesi come gli incontri fra vescovo e sacerdoti. Domani si cercherà comunque di ricreare un clima di festa: un’àgape fraterna concluderà infatti la giornata di Avezzano che, come ha affermato il vescovo Santoro, "vuole essere non solo un segno di ulteriore condivisione con la croce della Chiesa aquilana, ma anche un rileggere insieme le attese di un territorio che guarda ai sacerdoti come indispensabili seminatori di speranza". Proprio in questi giorni, a L’Aquila si riunisce il consiglio presbiterale per analizzare le proposte e per programmare le iniziative dell’Anno. In calendario per il prossimo 28 agosto è la giornata sacerdotale che si celebrerà a livello regionale all’Aquila in occasione dei festeggiamenti per la Perdonanza celestiniana. Circolare Giornata Sacerdotale di Giugno
Genova. "Un momento significativo", un'occasione di "ringraziamento al Signore, Pastore grande delle anime", di "invocazione per la nostra santificazione nel sacerdozio", di “fraternità” e “di preghiera per le nostre comunità e per il dono di numerose vocazioni": sono le parole dell'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, per invitare i sacerdoti genovesi alla celebrazione diocesana per l'inizio dell'Anno Sacerdotale indetto da Papa Benedetto XVI. Per l'occasione l'arcivescovo ha inviato ai sacerdoti una lettera nella quale ha anche annunciato che in quella data comunicherà personalmente "alcune indicazioni per il cammino pastorale del prossimo anno". “Spero – ha aggiunto - che tutti coloro che potranno vogliano partecipare a questo semplice ma intenso momento di grazia” perché “tutti abbiamo bisogno di incontrarci nel segno della benevolenza reciproca per coltivare la fraternità sacerdotale e per rinnovare la gioia della nostra vocazione e missione”. La celebrazione avrà luogo nella Cattedrale di San Lorenzo lunedì 29 giugno alle ore 11.
Reggio Calabria. “Evitare il pericolo di ridurre il presbiterato a semplice management”. E’ quanto chiede mons. Vittorio Mondello, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova in una lettera ai fedeli della diocesi in vista dell’Anno Sacerdotale, voluto da papa Benedetto XVI e che si apre domani. Tale “pericolo” – spiega il presule - può essere “evitato se si comprende e si spiega adeguatamente ai fedeli il radicamento sacramentale della missione del prete. Purtroppo anche oggi molti fratelli – si legge nella missiva - considerano i preti come persone appartenenti ad un gruppo di imprenditori che essendo occupatissimi non hanno tempo per ascoltare, confessare, visitare le famiglie, etc.” “Per molti preti, poi – aggiunge mons. Mondello - la priorità viene data alle molte opere da fare, alle cose da organizzare, alle realtà appariscenti…Trattando della mobilità del presbitero, spesso i fedeli laici sono spinti ad opporsi alle disposizioni del Vescovo proprio perché guidati dalla loro idea del prete manager”. Il presule calabrese ha convocato i sacerdoti della sua diocesi domani pomeriggio presso il Monastero della Visitazione di Ortì per “iniziare insieme un cammino di autentico rinnovamento”. Anno Sacerdotale-1.pdf
Bologna. Oggi alle 19 nella Basilica del Sacro Cuore il card. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, presiederà i Primi Vespri della solennità in occasione dell’apertura dell’Anno Sacerdotale. La diocesi ha già dato alcune indicazioni per vivere questo periodo. In particolare si richiede che in ogni celebrazione eucaristica, feriale e festiva, sia sempre presente nella preghiera dei fedeli una intenzione vocazionale. L’Anno Sacerdotale sarà inoltre occasione per rilanciare l’adorazione eucaristica (mensile) e la Rete di preghiera notturna per le vocazioni sacerdotali. La "Tre giorni del clero", a settembre, avrà per tema "Vita e ministero dei presbiteri oggi". Al termine del vespro la Fondazione Marilena Ferrari-Fmr donerà all’arcidiocesi l’"opera d’arte totale" in forma di libro "Deus caritas est", trascrizione manuale della prima enciclica di Benedetto XVI. L’opera, recante la firma autografa del Papa, nasce con l’obiettivo di "rivestire di bellezza le parole del Santo Padre". L’esemplare destinato all’arcidiocesi sarà esposto al pubblico nella Galleria d’Arte Moderna "Raccolta Lercaro"da sabato 20 giugno fino al 12 luglio; poi verrà collocata definitivamente nella Cattedrale di San Pietro. Apertura anno sacerdolate. Dono opera Fmr (16 giugno 2009)
Imola. Nella diocesi l’Anno sacerdotale si apre all’insegna della speranza: l’ordinazione sacerdotale di un nuovo prete. Sabato 27 giugno alle 20.30 nella cattedrale di San Cassiano il vescovo diocesano Tommaso Ghirelli ordinerà Walter Giberti, 33 anni, della parrocchia della Costa di Borgo Rivola. L’Anno proseguirà col pellegrinaggio diocesano ad Ars e ad altri luoghi dello spirito, aperto a sacerdoti, religiosi e laici, organizzato dal seminario dal 23 al 28 agosto. Dal 7 al 9 settembre si svolgerà in seminario la tre giorni del clero su "Il sacerdozio di Cristo partecipato ai ministri della Chiesa". La sera del 10 settembre sarà festeggiato il 20° di ordinazione episcopale del vescovo emerito Giuseppe Fabiani, mentre il 18 dicembre sarà celebrata l’Eucaristia in Cattedrale, in suffragio del vescovo Luigi Dardani a dieci anni dalla morte. Proseguirà la raccolta di testimonianze su quattro sacerdoti diocesani, uccisi dopo il 25 aprile 1946: don Giovanni Ferruzzi, don Luigi Pelliconi, don Tiso Galletti e don Giuseppe Galassi. Si darà poi impulso alla causa di beatificazione del canonico don Angelo Bughetti, fondatore dell’Istituto Santa Caterina. Con un pellegrinaggio a Roma il 19 giugno 2010 si concluderà l’Anno sacerdotale "con l’auspicio che in quell’occasione la diocesi – dice il vescovo – possa consegnare al Santo Padre i risultati di una ricerca sul ministero episcopale a Imola del servo di Dio Pio VII".
Macerata-Tolentino­-Recanati-Cingoli-Treia. La diocesi marchigiana aprirà l’Anno sacerdotale domenica 28 giugno alle 18 nella Cattedrale di Macerata, chiudendo allo stesso tempo l’Anno Paolino. Una simultaneità con la quale il vescovo Claudio Giuliodori intende idealmente consegnare alla nuova iniziativa voluta da Benedetto XVI tutte le ricchezze spirituali e culturali maturate durante gli ultimi mesi dedicati ad attualizzare la figura di San Paolo.
Nola. A una lettera consegnata lunedì ai sacerdoti, ai religiosi ordinati e ai diaconi ha affidato il suo messaggio per l’Anno Sacerdotale il vescovo Beniamono Depalma. L’occasione non è stata scelta a caso: il 22 giugno infatti la diocesi campana fa memoria di San Paolino da Nola: "La nostra Chiesa di Nola – scrive Depalma – vuole guardare, ancora una volta, alla santa figura di Paolino, di cui nel 2009 ricordiamo un anno centenario, essendone trascorsi 1600 dalla sua ordinazione episcopale, avvenuta nel 409. Questo santo Vescovo, quasi facendosi nostro 'padre nella fede', ci addita un’ulteriore possibile modalità di esistenza cristiana riuscita". Il vescovo allarga poi lo sguardo sull’attualità: "Se la crisi attuale – aggiunge – non va letta soltanto sul piano economico, ma anche e più sostanzialmente sul piano etico e relazionale, sono le relazioni che vanno ri-cucite a fondo. Relazioni profonde di noi presbìteri col Padre divino, di noi presbìteri con tutti i membri dell’ordine sacro, di noi preti, soprattutto se parroci, con tutti gli altri fratelli e sorelle di fede. Riconosciamolo, le relazioni profonde si sono talvolta sfilacciate o deteriorate. Eppure è proprio grazie a queste relazioni che noi possiamo costantemente sentirci come un 'tu' di fronte ad un altro 'tu'". È sulla formazione permanente del clero che il vescovo vuole insistere lungo questo Anno: essa consiste in "un percorso sistematico di approfondimento biblico, teologico e antropologico" ma comporta anche "la ripresa individuale e comunitaria delle ragioni e del fascino della nostra vocazione al ministero ordinato".

Avvenire, SIR

Anno Sacerdotale. 'Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote': il dossier dell'agenzia 'Fides'

- Introduzione

- Benedetto XVI ai sacerdoti

- Una lettera del Card. Hummes per l’Anno Sacerdotale

- San Giovanni Maria Vianney: scheda biografica

- Le Indulgenze concesse in occasione dell’Anno Sacerdotale

- I sacerdoti nel mondo: quadro statistico

- Intervista a Monsignor Massimo Camisasca
Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale
dei Missionari di San Carlo Borromeo

- Intervista a Sua Eccellenza Monsignor Mauro Piacenza
Segretario della Congregazione per il Clero

Il testo completo del dossier è presente sul nostro sito

Sarà scoperta sabato a Capri la lapide che ricorda la bimba che scambiò il card. Ratzinger per il Papa

Nella mattina di domenica 12 settembre 1992 il card. Joseph Ratzinger celebrò la Messa nella Chiesa Parrocchiale di Santa Sofia in Anacapri. La sera prima aveva ricevuto il Premio Capri San Michele per il suo libro "Svolta per l'Europa?" edito dalla San Paolo. Mentre passeggiava per i vicoli vicini a piazza Boffe, una bimba di cinque anni, vedendolo con lo zucchetto e la fascia rosso porpora, chiese: "Chi è quello?". "È il Papa!" rispose il cugino, di due anni più grande. "Il cardinale si mise a ridere" ricorda ancora un testimone. E una lapide che ricorda l'episodio sarà scoperta sabato 20 giugno, alla presenza di mons. Josef Clemens, vescovo titolare di Segerme, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, che accompagnava il card. Ratzinger nel 1992; nello stesso giorno sarà inaugurata una mostra fotografica sull'allora porporato nell'isola di Capri nel giugno del 1997 e nell'ottobre del 2004.

L'Osservatore Romano