martedì 20 novembre 2012

'L'infanzia di Gesù'. I cardinali 'prediletti' dal Papa: Gianfranco Ravasi e Christoph Schönborn sono gli unici due porporati citati da Benedetto XVI nella bibliografia del libro

I cardinali prediletti dal Papa: Gianfranco Ravasi e Christoph Schönborn. Sono gli unici due porporati citati da Benedetto XVI nella bibliografia del suo nuovo volume "L’infanzia di Gesù", coedito in Italia da Rizzoli e dalla Libreria Editrice Vaticana, che completa la trilogia del Papa su Gesù e che sarà nelle librerie italiane da domani. Del cardinale ambrosiano, ordinato vescovo proprio da Joseph Ratzinger nella Basilica di San Pietro nel 2007 e da lui creato cardinale nel 2010, Benedetto XVI cita il volume "I Vangeli di Natale. Una visita guidata attraverso i racconti dell’infanzia di Gesù secondo Matteo e Luca", edito da San Paolo nel 1992. Del porporato austriaco, creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 1998, il Papa cita il testo "Natale. Il mito diventa realtà. Meditazioni sull’incarnazione" edito dallo Studio Domenicano nel 2007. Due cardinali sicuramente prediletti da Benedetto XVI per il filone culturale che lega gli studi dei due eminentissimi porporati a quelli del Papa teologo. È stato proprio Ravasi, stamane, a presentare l’ultimo volume della trilogia del Papa su Gesù. "Da quando ero giovane studente a Roma - ha ricordato il porporato - e leggevo il volume 'Introduzione al cristianesimo' dell’allora teologo Joseph Ratzinger a oggi che ho tra le mani questo testo sui Vangeli dell’infanzia ho sempre notato che il Papa non ha quella autoreferenzialità esoterica. Benedetto XVI, infatti, si fa comprendere con chiarezza da tutti". E Ravasi cita il filosofo il filosofo e logico austriaco Ludwig Wittgenstein: "Quanto può dirsi, si può dir chiaro; e su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere".

Francesco Grana, Orticalab

'L'infanzia di Gesù'. Joseph Ratzinger nel 2002: ciò che mi sta particolarmente a cuore sarebbe di scrivere ancora un libro su Gesù Cristo. Se mi fosse fatto questo dono, sarebbe il compimento del mio desiderio più grande

Nell’introdurre questa mattina la presentazione del libro del Papa "L'infanzia di Gesù", il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha citato una intervista della Radio Vaticana di 10 anni fa, nella quale l’allora card. Joseph Ratzinger confidava il desiderio di scrivere un libro sulla figura di Gesù: “Ciò che mi sta particolarmente a cuore sarebbe di scrivere ancora un libro su Gesù Cristo. Se mi fosse fatto questo dono, sarebbe il compimento del mio desiderio più grande. E a questo desiderio si unisce anche quello di avere abbastanza tempo e libertà per riuscire a portarlo a compimento”. Tempo gli è stato concesso, al card. Ratzinger. Anzi, gli è stato concesso molto più che questo. E quella che sarebbe stata la riflessione di un eminente teologo, è oggi diffusa in milioni di copie nel mondo con la firma del capo della Chiesa universale. Un desiderio pienamente realizzato dunque, ma, e questo Benedetto XVI lo ha precisato fin dal primo volume nel 2007, ad aver intrapreso un viaggio nella più grande storia mai raccontata è stato sempre e solo Joseph Ratzinger. “È unicamente espressione della mia ricerca personale del volto del Signore. Perciò, disse, ognuno è libero di contraddirmi. Chiedo alle lettrici ed ai lettori solo quel tanto di beneficio di simpatia, senza la quale non può esistere la comprensione”. E allora, chi è Gesù per Joseph Ratzinger-Benedetto XVI? Ecco una sua risposta dopo la pubblicazione del primo libro: "Il Cristo viene ridotto a Gesù, a un uomo esemplare, sul quale poi le opinioni sono molto diverse, e la questione di Dio viene ampiamente messa da parte. Rimangono soltanto esempi umani, a Dio non ci si arriva nemmeno … e così oggi la domanda è diventata: ‘Ma c’è forse qualcosa di più? Forse questo Gesù è qualcosa di più degli esempi che ci sono stati mostrati? E in lui, riusciamo veramente a raggiungere Dio?’. Solo se risponderemo a queste domande, potremo far fronte alla sfida che ci pone il presente”. Viaggio dell’anima. È un’espressione usata e talvolta abusata. Per l’autore di “Gesù di Nazaret”, è una verità inoppugnabile. Basta addentrarsi nelle pagine, sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda della sua fede esperta e scoprire di Gesù aspetti forse mai considerati: “Lui è il non violento, il portatore di pace, il povero, e così via. Se leggiamo la biografia di Cristo a partire dal Discorso della Montagna, vediamo che in realtà quello che conta non sono tanto i particolari...perché il principio contenuto è proprio questo: avvicinarsi a Cristo ed esprimere nella propria vita la comunione con Lui e da questa lasciarsi guidare e determinare nella propria vita”.

Radio Vaticana

'L'infanzia di Gesù'. Vian: nei Re Magi Benedetto XVI vede l'attesa interiore dello spirito umano, il movimento delle religioni e della ragione umana incontro a Cristo. Risponde allo scetticismo esegetico degli anni sessanta

Si intitola "La protesta dei magi" l'editoriale di prima pagina che il direttore de L'Osservatore Romano dedica al libro del Papa "L'infanzia di Gesù", inquadrando la distriba esegetica degli anni Sessanta alla quale Joseph Ratzinger implicitamente si riferisce. "All'inizio degli anni Sessanta del Novecento - scrive Vian - in alcuni ambienti esegetici anche cattolici cominciò a rafforzarsi un'ondata di scetticismo, se non addirittura di sufficienza, nei confronti dei racconti evangelici canonici dell'infanzia (i primi due capitoli di Matteo e di Luca). A farne le spese era in particolare l'episodio dei Magi, dei quali si arrivava a proclamare senza esitazioni che non fossero mai esistiti. Per reazione si diffuse una storiella, riferita con arguzia da Raymond E. Brown nel suo vastissimo studio 'The Birth of the Messiah'. Negli Stati Uniti uno di questi 'denigratori dei Magi' aveva ricevuto una cartolina natalizia dipinta a mano che raffigurava appunto questi personaggi evangelici i quali, arrabbiatissimi, bussavano alla porta dello studioso che li aveva sommariamente liquidati chiamandolo per nome e chiedendo di essere da lui ricevuti". In questo senso alla domanda che Pilato rivolge a Gesù, "Di dove sei tu?", "ruota tutta l'opera del Papa". E questa stessa domanda "spinge il cammino dei Magi, nei quali il Pontefice vede 'l'attesa interiore dello spirito umano, il movimento delle religioni e della ragione umana incontro a Cristo'. Il bussare dei magi alla porta dell'esegeta incredulo richiama allora quello descritto: 'Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me'".
 
TMNews
 

'L'infanzia di Gesù'. La presentazione: da Benedetto XVI un grande coraggio e una grande passione. Il racconto non è finito là, in quel contesto storico. Perché c’è un bambino non vuol dire che si tratta di retorica sentimentale

Il libro del Papa "L’infanzia di Gesù" è stato presentato questa mattina nella Sala Pio X, in Vaticano. Alla conferenza stampa, presieduta da padre Federico Lombardi, sono intervenuti il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio della Cultura e la teologa brasiliana, Maria Clara Bingemer. Con loro anche don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana e Paolo Mieli, presidente di RCS libri. Benedetto XVI ha "mantenuto la promessa" e ha regalato a tutto il popolo di Dio un dono prezioso di fede e cultura. Nella conferenza stampa, tutti i relatori hanno messo l’accento sullo straordinario sforzo che Joseph Ratzinger ha compiuto per completare la trilogia sulla vita di Gesù di Nazaret. Un’opera iniziata otto anni fa e che il Papa ha portato avanti con intensità, nella consapevolezza che fosse un’urgenza per tutti i fedeli. La riflessione di padre Lombardi: “Solo un grande coraggio e una grande passione potevano permettere di arrivare in porto in anni in cui gli impegni del governo della Chiesa universale sono così grandi. Per molti di noi, che il Papa vi sia riuscito ha dell’incredibile e suscita grande ammirazione e grandissima gratitudine. Il piccolo libro, oggi, è nelle nostre mani: forse è piccolo fisicamente, ma non così piccolo come significato”.
Il card. Gianfranco Ravasi ha così “riletto” il libro di Benedetto XVI secondo delle chiavi di lettura come il binomio storia-fede e autore-lettore. Il porporato ha innanzitutto evidenziato che i Vangeli dell’infanzia di Gesù non sono solo un testo informativo, ma performativo. E’ un libro, quello del Papa, che ci coinvolge perché si confronta con una storia sempre attuale: “Io penso al grido delle madri nella strage degli innocenti, che è un grido perenne, perpetuo. E' un grido universale, che risuona ancora ai nostri giorni. Muoiono i bambini a Gaza e il grido delle madri è il continuo grido...Vedete, il racconto non è finito là, in quel contesto storico”. Questo libro, ha poi aggiunto, pur concentrandosi sull’infanzia di Gesù non si può ridurre ad una semplice strenna natalizia: “Perché c’è un bambino non vuol dire che si tratta di retorica sentimentale; incartare questo libro e queste pagine nella carta per i regali natalizi, con le stelline... No, è un libro: le pagine dei Vangeli dell’infanzia sono per adulti, adulti nella fede”. Del resto, ha concluso Ravasi, il libro sull’infanzia di Gesù ha il pregio di poter essere letto da tutti. Un libro chiaro e scritto con grande umiltà: “Ecco, questo libro non ha quell’autoreferenzialità oracolare esoterica che hanno certe pagine teologiche o filosofiche illeggibili. Benedetto XVI ha messo in pratica quello che un filosofo importante del linguaggio del secolo scorso ha dichiarato, ma non ha mai messo in pratica: tutto quello che si può dire, si può dire chiaramente”.
Sulla dimensione del dono che questo libro rappresenta per tutti i fedeli, e invero anche per i non credenti, si è soffermata la teologa Maria Clara Bingemer: “Il Papa ci invita dunque, attraverso il suo libro, ad aprire uno spazio. Preparandoci a celebrare la grande festa del Natale, questo libro può aiutarci in modo molto profondo ad aprire in noi uno spazio affinché il Salvatore possa nascere e manifestarsi, in un mondo come il nostro che ha tanto bisogno del suo Vangelo”. E’ stata dunque la volta del direttore della LEV, don Giuseppe Costa, che ha ricordato il grande impegno editoriale che tutta l’opera di Ratzinger su Gesù ha rappresentato. Quindi, ha offerto un suo pensiero sul significato più profondo di questo volume: “In questo libro troviamo con il mattino di Gesù e di Maria, anche quello della nostra fede”. Dal canto suo, Paolo Mieli ha affermato che questo volume non è solo l’opera di un Papa ma anche di un uomo, come Joseph Ratzinger, che è tra le figure più importanti della cultura europea. Quindi, il presidente della Rizzoli ha indicato in Maria la figura fondamentale del libro assieme al Suo bambino: “E’ singolare, perché al centro c'è la figura di un bambino e di una donna. E’ un libro sulla donna: tutta la parte di Maria che riceve l’Annunciazione, la libertà di Maria, quello è un punto importantissimo: di accettare, di partecipare, di farsi protagonista della nascita di Gesù”. Padre Lombardi ha, quindi, concluso la conferenza stampa citando il cardinale Carlo Maria Martini riguardo al primo libro su Gesù di Joseph Ratzinger. Un libro, aveva scritto l’arcivescovo di Milano, che gli aveva dato gioia nella lettura. Di qui, l’augurio di padre Lombardi: “Auguriamo grande gioia nel leggere questi volumi e in particolare questo, che ci prepara al Natale”.
 
Radio Vaticana
 

'L'infanzia di Gesù'. Domani nelle librerie di 50 Paesi del mondo in 9 lingue. Prima edizione, di oltre un milione di copie, presto seguita dalle traduzioni in altre 20 lingue in altri 72 Paesi

“L’infanzia di Gesù”, terzo libro della trilogia iniziata nel 2006 da Joseph Ratzinger - Papa Benedetto XVI con il “Gesù di Nazaret”, e proseguita poi nel 2010 con “Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione”, sarà da domani nelle librerie di 50 Paesi del mondo tradotto in 9 lingue. La prima edizione, di oltre un milione di copie, sarà presto seguita dalle traduzioni in altre 20 lingue che diffonderanno il volume in altri 72 Paesi. “Un vero evento editoriale”, lo ha definito questa mattina a Roma il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, che ha presentato il volume edito dalla Libreria Editrice vaticana insieme alla Rizzoli, alla presenza di un centinaio di ambasciatori, numerosi editori, uomini di cultura, ecclesiastici e giornalisti, presso la Sala Pio X. “Dopo aver scritto i primi due volumi - ha ricordato padre Lombardi - il Papa aveva promesso un ‘piccolo fascicolo’ sull’infanzia di Gesù. E invece ne è venuto un libro molto importante che ci rimanda alle domande: ‘Cosa intendevano dirci gli evangelisti Matteo e Luca sull’infanzia di Gesù’ e, la seconda, ‘È vero ciò che è stato detto? Riguarda anche me?’”.

SIR

'L'infanzia di Gesù' di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI (2). La nascita a Betlemme in un preciso contesto storico-universale, la venerazione dei Re Magi, la fuga in Egitto e il ritrovamento nel Tempio coi dottori

Al centro del terzo capitolo l’evento di Betlemme: la nascita di Gesù in un preciso contesto storico-universale, che Benedetto XVI mette in luce sottolineando il clima dell’età di Augusto Imperatore romano: “Solo in questo momento, in cui esiste una comunione di diritti e di beni su larga scala, ed una lingua universale permette ad una comunità culturale l’intesa nel pensiero e nell’agire, un messaggio universale di salvezza, un universale portatore di salvezza può entrare nel mondo: è, di fatti, la pienezza dei tempi”. Gesù, precisa il Papa, non è nato nell’imprecisato “una volta” del mito: “Egli appartiene ad un tempo esattamente databile e ad un ambiente geografico esattamente indicato: l’universale e il concreto si toccano a vicenda. In lui, il logos, la ragione creatrice di tutte le cose, è entrato nel mondo, il logos eterno si è fatto uomo. E di questo fa parte il contesto di luogo e tempo”. Nella prospettiva di una lettura del Vangelo, secondo l’esegesi canonica, Benedetto XVI spiega poi, il significato di tanti particolari della narrazione della nascita, che da semplici fatti esteriori diventano parte della grande realtà in cui si attua in modo misterioso la redenzione degli uomini. In particolare, nel passo dedicato alla presentazione di Gesù al Tempio, si sottolinea come questa redenzione “non sia bagno di autocompiacimento ma una liberazione dall’essere compressi nel proprio io", che ha come costo la sofferenza della Croce. “Alla teologia della Gloria”, scrive il Papa “è inscindibilmente legata la teologia della Croce”. Quanto alla nascita di Gesù nella grotta, "nel Vangelo non si parla di animali", scrive Papa Ratzinger. "Ma la meditazione guidata dalla fede, leggendo l'Antico e il Nuovo Testamento collegati tra loro, ha ben presto colmato questa lacuna, rinviando ad Isaia 1,3: 'Il bue conosce il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende".Probabilmente, racconta il Papa, anche altri due libri della Bibbia di Abacuc e dell'Esodo hanno avuto un'influenza. "L'iconografia cristiana già ben presto ha colto questo motivo. Nessuna raffigurazione del presepe rinuncerà al bue e all'asino". Quanto al "canto degli angeli" raccontato dal Vangelo, "si può ben comprendere che il semplice popolo dei credenti abbia poi sentito cantare anche i pastori, e, fino a oggi, nella Notte Santa, si unisca alle loro melodie, esprimendo col canto la grande gioia che da allora sino alla fine dei tempi a tutti è donata". Il Papa non risparmia qualche rilievo critico alla traduzione della Bibbia della Conferenza Episcopale italiana e tedesca: soffermandosi sul versetto che racconta del canto degli angeli alla nascita di Gesù, 'Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace agli uomini...', commenta: "Ciò che fino a poco tempo fa veniva reso con 'uomini di buona volontà' è espresso ora nella traduzione tedesca con 'uomini della sua grazia'. Nella traduzione della Cei si parla di 'uomini che egli ama'". "La traduzione precedente, che parlava degli uomini 'di buona volontà', poteva essere fraintesa in questo senso. La nuova traduzione può essere male intepretata nel senso opposto, come se tutto dipendesse unicamente dalla predestinazione di Dio. L'intera testimonianza della Sacra Scrittura non lascia alcun dubbio sul fatto che nessuna delle due posizioni estreme è giusta", scrive il Papa, perché "grazia e libertà si compenetrano a vicenda, e non possiamo esprimere il loro operare l'una nell'altra mediante formule chiare". In questo senso il Papa preferisce la traduzione letterale del testo originale greco che suona così: "La pace agli uomini del suo compiacimento". Ai Magi sapienti e alla fuga in Egitto, infine, è dedicato il quarto capitolo, dove con una ricca gamma di informazioni storico-linguistiche scientifiche, il Papa delinea i Magi e conclude che essi rappresentano non solo le persone che hanno trovato la via fino a Cristo, ma “l’attesa interiore dello Spirito umano, il movimento delle religioni e della ragione umana incontro a Cristo”. Una processione che, scrive Benedetto XVI, percorre l’intera storia. E anche nelle riflessioni su altri spunti del racconto, la natura della stella, la sosta dei magi a Gerusalemme fino alla fuga in Egitto e alla strage degli innocenti, Benedetto XVI oltre i semplici fatti, allarga l’orizzonte del lettore al grande progetto d’amore di Dio: la salvezza eterna offerta alla libertà dell’uomo. Scrive infatti il Papa: “Con la fuga in Egitto e con il suo ritorno nella terra promessa, Gesù dona l’esodo definitivo: egli è veramente il Figlio; egli non se ne andrà via per allontanarsi dal Padre: egli ritorna a casa e conduce verso casa. Sempre egli è in cammino verso Dio e con ciò conduce dall’alienazione alla Patria, a ciò che è essenziale e proprio”. La stella che guidò i Re Magi verso la grotta di Betlemme va probabilmente identificata con la congiunzione dei pianeti Giove, Saturno e Marte che si è verificata, secondo i calcoli moderni, tra il 7 e il 6 a. C., insieme forse all'esplosione di una supernova. Tuttavia, anche se Papa Ratzinger rifiuta la tesi di chi vuole vedere nella stella cometa solo ''un racconto teologico, che non si dovrebbe mescolare con l'astronomia'', il Pontefice sottolinea che essa è stata solamente un primo passo nel cammino dei Magi verso Gesù: ''La congiunzione astrale poteva essere un impulso, un primo segnale per la partenza esteriore ed interiore, ma non avrebbe potuto parlare a questi uomini, se non fossero stati toccati anche in un altro modo: toccati interiormente dalla speranza di quella stella che doveva spuntare da Giacobbe''. Insomma, riassume Benedetto XVI, ''non è la stella a determinare il destino del Bambino, ma il bambino guida la stella''. In questo senso il breve epilogo con il racconto, secondo il Vangelo di Luca, di Gesù dodicenne che discute con i dottori al Tempio e poi si confronta con i genitori, in cui si manifesta il mistero della sua natura di vero Dio e insieme vero Uomo, è in certo modo il coronamento dell’opera e “apre la porta verso il tutto della sua figura, che poi”, scrive il Papa, “ci viene raccontato dai Vangeli”. Gesù "è presso il Padre, vede le cose e gli uomini nella sua luce. Tuttavia è anche vero che la sua sapienza cresce". "In quanto uomo, Egli non vive in un'astratta onniscenza, ma è radicato in una storia concreta, in un luogo e in un tempo, nelle varie fasi della vita umana, e da ciò riceve la forma concreta del suo sapere. Così appare qui, in modo molto chiaro, che Egli ha pensato ed imparato in maniera umana".

Radio Vaticana, TMNews, Asca

'L'infanzia di Gesù' di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI (1). La riflessione sull'origine del Salvatore dalla domanda di Pilato 'Di dove sei tu?', l'Annunciazione, la figura della Vergine Maria e del suo sposo San Giuseppe

Interpretare, in dialogo con esegeti del passato e del presente, ciò che Matteo e Luca raccontano all’inizio dei loro Vangeli sull’infanzia di Gesù, alla luce di due interrogativi: “Che cosa intendevano dire?”. E poi: “E’ vero? E in che modo mi riguarda?”. Sono le domande che Benedetto XVI premette al suo nuovo libro intitolato "L’infanzia di Gesù", spiegando le linee-guida con la speranza che, scrive, molte persone ne traggano aiuto nel loro cammino verso Gesù. Stamattina la presentazione del volume in Vaticano, e al termine, l'udienza di Benedetto XVI concessa agli editori del volume, la Rizzoli e la Libreria Editrice Vaticana.
E’ la sala d’ingresso all’intera trilogia su Gesù, il libro sulla sua infanzia, secondo l’autore, che inizia con una riflessione sull’origine del Salvatore dalla domanda inaspettata che Pilato fa a Gesù: ”Di dove sei tu?”, domanda circa l’essere e la missione, scrive il Papa. Messe in luce le differenza tra le genealogie nelle versioni di Matteo e di Luca, Benedetto XVI ne rivela il medesimo senso teologico-simbolico: “Il suo essere intrecciato nelle vie storiche della promessa, e il nuovo inizio che, paradossalmente, insieme con la continuità dell’agire storico di Dio, caratterizza l’origine di Gesù”. Gesù dunque è creazione dello Spirito Santo, anche se la genealogia rimane importante. Così scrive il Papa: “Giuseppe è giuridicamente il padre di Gesù. Mediante lui egli appartiene, secondo la legge, legalmente alla tribù di Davide. E tuttavia, viene da altrove, ‘dall’alto’, da Dio stesso. Il mistero del ‘di dove’, della duplice origine ci viene incontro in modo molto concreto: la sua origine è determinabile e tuttavia è un mistero. Solo Dio è nel senso proprio il padre suo. La genealogia degli uomini ha la sua importanza riguardo alla storia del mondo, e ciò nonostante, alla fine, è Maria - l’umile Vergine di Nazareth – colei in cui avviene un nuovo inizio, ricomincia in modo nuovo l’essere persona umana”. Nella genealogia di Gesù illustrata dal Vangelo compaiono quattro donne, Tamar, Rahab, Rut e la moglie di Uria, tutte peccatrici ("la loro menzione implicherebbe l'indicazione che Gesù avrebbe preso su di sé i peccati e, con questi, il peccato del mondo"). "Ma - aggiunge Joseph Ratzinger - questo non può essere stato l'aspetto determinante nella scelta, soprattutto non è applicabile a tutte e quattro. Più importante è il fatto che tutte queste donne non erano ebree. Per loro tramite entra quindi nella genealogia di Gesù il mondo delle genti - si rende visibile la sua missione verso ebrei e pagani".
Tema del secondo e più ampio capitolo è l’annuncio a Zaccaria della nascita di Giovanni Battista e l’Annunciazione a Maria, messe a confronto dal Papa e presentate come adempimento di antiche profezie, fino a quel momento storico in attesa del loro vero protagonista. Joseph Ratzinger si sofferma sui vari aspetti delle reazioni di Giuseppe e soprattutto di Maria al messaggio inaspettato: turbamento, pensosità, coraggio, grande interiorità tratteggiano la figura delle Vergine nella parole del Papa. Rileggendo il dialogo tra Maria e l’Angelo, secondo il Vangelo di Luca, Benedetto XVI spiega che attraverso una donna “Dio cerca un nuovo ingresso nel mondo”, dopo il fallimento dei progenitori. “Bussa alla porta di Maria. Ha bisogno della libertà umana” scrive il Papa, citando Bernardo di Chiaravalle: “Non può redimere l’uomo, creato libero, senza un libero ‘sì’ alla sua volontà. Creando la libertà Dio, in un certo modo, si è reso dipendente dall’uomo: il suo potere è legato al ‘sì’ non forzato di una persona umana”. Maria diventa Madre attraverso il suo “sì”. E’ questo il momento decisivo: “Attraverso la sua obbedienza – prosegue – la Parola è entrata in lei e in lei è diventata feconda”. L'evangelista Luca "a volte accenna al fatto che Maria stessa, la Madre di Gesù, era una delle sue fonti, e lo fa in modo particolare quando in 2,51 dice che 'sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore'. Solo lei poteva riferire l'evento dell'Annunciazione, che non aveva avuto testimoni umani". "Naturalmente - prosegue Papa Ratzinger - l'esegesi 'critica' moderna lascerà intendere di ritenere piuttosto ingenui collegamenti del genere. Ma perché non dovrebbe esserci stata una tale tradizione, conservata e al contempo teologicamente modellata, nel circolo più stretto? Perché Luca dovrebbe aver inventato l'affermazione circa il custodire delle parole e degli eventi nel cuore di Maria, se per questo non c'era alcun riferimento concreto? Perché avrebbe douto parlare del suo 'meditare' sulle parole, se al riguardo non si sapeva nulla?"."Io - prosegue il Papa - aggiungerei che così anche l'apparire tardivo soprattutto delle tradizioni mariane trova la sua spiegazione nella discrezione della Madre e dei circoli intorno a lei: gli avvenimenti sacri al 'mattino' della sua vita non potevano diventare tradizione publica finché lei stessa era ancora viva". Nel libro il Papa non manca di tratteggiare anche la complessità della figura di Giuseppe. In riferimento all'angelo che gli appare in sogno prima della nascita di Gesù, il Papa scrive: "Solo ad una persona intimamente attenta al divino, dotata di una peculiare sensibilità per Dio e per le sue vie, il messaggio di DIo può venire incontro in questa maniera".

Radio Vaticana, TMNews, Asca

Ecco alcuni brani del nuovo libro del Papa