venerdì 30 luglio 2010

Benedetto torna professore e raduna il 28 e 29 agosto suoi allievi a Castel Gandolfo. Chi sono e che tipo di incontro è il 'Ratzinger Schulerkreis'

Un'estate di riposo e di lavoro, come sempre è l'estate dei Papi. Con la differenza che, quest'anno, sarà vissuta interamente a Castel Gandolfo, e non nelle località di montagna così amate dal suo predecessore Giovanni Paolo II. Per Benedetto XVI le "ferie" estive sono sinonimo di passeggiate, di distensione dalle più stringenti occupazioni quotidiane, ma anche un momento per intensificare la lettura e lo studio, il lavoro di scrittura a cui il papa teologo tiene molto. Finita la seconda parte del libro su Gesù di Nazaret, dedicata alla Passione e alla Risurrezione, Papa Ratzinger ha cominciato a lavorare a una terza parte dell'opera, dedicata ai Vangeli dell'infanzia. In più sta curando alcuni materiali per la sua opera omnia, in corso di pubblicazione. Al termine del periodo estivo, più precisamente nei giorni 28 e 29 agosto, il Pontefice ritroverà i suoi allievi del Ratzinger Schulerkreis, il circolo di teologi o semplicemente di ex studenti che si riunisce ormai da decenni, seppur in forma diversa nel tempo, con il loro maestro ed ex professore di teologia nelle università di Tubingen e Regensubrg, oggi salito alla cattedra di Pietro. Un'abitudine, quella dell'incontro con i suoi ex studenti, che il Oapa non ha voluto mancare nemmeno ora, nel suo ruolo di pastore supremo della Chiesa Cattolica, a testimonianza di quanto i rapporti interpersonali e di discepolato intellettuale continuino a essere importanti per l'uomo Joseph Ratzinger. Gli incontri del Ratzinger Schulerkreis, iniziarono ai tempi dellla docenza universitaria del futuro Pontefice in Germania. Erano incontri quindicinali che il professor Ratzinger teneva con tutti i suoi tesisti: momenti in cui si mettevano in comune i dibattiti e il frutto degli studi personali degli studenti, ci si confrontava sotto la supervisione esperta e attenta del docente, che guidava la discussione senza però condizionarne gli esiti, riferisce Gianni Valente, che al "Ratzinger professore" ha dedicato un libro (Edizioni San Paolo, 2008). Dopo la nomina di Joseph Ratzinger ad arcivescovo di Monaco e Frisinga nel 1977 e soprattutto dopo l'arrivo a Roma alla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1981, gli incontri sono diventati annuali e la formula è ovviamente cambiata. Gli ex allievi concordano da un anno all'altro con l'antico maestro sia il tema del dibattito sia il nome di chi dovrà tenere le relazioni. Joseph Ratzinger, da quando è Papa, partecipa solitamente a una sola (o a una mezza) giornata delle due o tre previste: fa colazione o pranza con i suoi allievi, celebra Messa, ascolta i dibattiti e tiene un intervento, di solito conclusivo. Gli incontri sono strettamente privati e a porte chiuse. Anno dopo anno vengono pubblicati gli atti del seminario. Ma chi sono gli allievi di Papa Ratzinger? Non sono solamente vescovi o ecclesiastici di rango, come si potrebbe erroneamente pensare. Chiaramente nella sua carriera di docente Joseph Ratzinger ha tenuto lezione a moltissimi allievi dai destini più disparati. Molti, la maggior parte, sono semplici sacerdoti o parroci, altri, invece, sono diventati teologi come il maestro. Il gruppo che si ritrova a Castel Gandolfo è composto da poche decine di ex allievi, tra i quali il più noto è il cardinale di Vienna Christoph Schonborn, che però ha seguito con Joseph Ratzinger soltanto due semestri di corso. Più importante, per lo Schulerkreis, il contributo del 72enne padre salvatoriano tedesco Stephan Horn, ultimo assistente del professor Ratzinger a Ratisbona e leader del gruppo degli ex allievi, così come lo studioso di giudaismo Peter Kuhn, assistente ai tempi dell'insegnamento a Tubinga, oppure il sacerdote irlandese e studioso di teologia morale Vincent Twomey, allievo dei tempi di Ratisbona. Tra i fedelissimi del Ratzinger Schulerkreis vi sono anche il gesuita americano Joseph Fessio, fondatore della casa editrice cattolica Ignatius Press e il teologo africano Barthélémy Adoukonou, da pochi mesi nominato da Benedetto XVI segretario del Pontificio Consiglio per la Cultura. Dalle testimonianze raccolte da questi ex allievi emergono alcune caratteristiche specifiche dell'insegnare di Papa Ratzinger: innanzitutto la gioia di stare insieme ai suoi alunni e poi il clima di libertà di pensiero che caratterizzava il dibattito teologico e culturale del gruppo. "Il circolo di Joseph Ratzinger era una palestra di opinioni e confronti, in cui il maestro non si imponeva e non rinchiudeva tutte le idee in un unico sistema definito, ma garantiva la relazione con gli studenti, l'obiezione e la critica", spiega Gianni Valente. "Il ruolo del professor Ratzinger era di carattere maieutico: si dedicava a chiarire le questioni, a suggerire degli spunti e delle piste di ricerca, secondo il magistero dei grandi classici della teologia, primo tra tutti Sant' Agostino". L'insegnamento di Ratzinger, prosegue ancora Valente, "affrontava le questioni nodali della cultura moderna in dialogo con la Sacra Scrittura e la tradizione della Chiesa e si distingueva per la ricchezza delle tesi e l'ampiezza dei dibattiti proposti". Nel suo libro, Valente ricorda un commento dell'allora prefetto del seminario di Frisinga, Alfred Laepple, che riferiva le confidenze e l'obiettivo ultimo del Ratzinger docente: "Mentre fai lezione, il massimo è quando gli studenti lasciano da parte la penna e ti stanno a sentire. Finchè continuano a prendere appunti su quello che dici vuol dire che stai facendo bene, ma non li hai sorpresi. Quando lasciano la penna e ti guardano mentre parli, allora vuol dire che forse hai toccato il loro cuore". Entusiastico il ricordo dell'ex allievo Adoukonou, originario del Benin, che in un'intervista a L'Osservatore Romano fa del docente Ratzinger questo ritratto: "Andando a Ratisbona, ho scoperto un teologo brillante, che non leggeva la lezione che aveva preparato dalla cattedra, ma che dava l'impressione di leggerla nel Cielo. Aveva una visione panoramica, storica e sintetica, profonda come si addice a un tedesco e chiara come è proprio di un latino. Il cristocentrismo del suo pensiero m'incantava: lo si ritrovava in tutti gli argomenti che affrontava, con la sua rara capacità di articolazione. Sviluppava il suo pensiero sulla comunione, facile da cogliere, e sintetizzava la molteplicità degli elementi che molti docenti, fra i quali forse anch'io, non sanno sempre ricondurre all'unità, e in tal modo affaticano gli studenti". Negli anni gli incontri di Castel Gandolfo con gli ex allievi hanno affrontato il concetto di Dio nell'islam (2005), creazione ed evoluzione (2006 e 2007), il Gesù storico e il Gesù dei vangeli (2008), la missione della Chiesa (2009). Tutti temi a cui Joseph Ratzinger riserva grande attenzione nel suo pontificato. E di capitale importanza, nella mente del Papa, anche il tema scelto per i dibattiti di quest'anno: l'ermeneutica del Concilio Vaticano II. Ospite e relatore all'incontro 2010 il vescovo svizzero Kurt Koch, nuovo "ministro dell'ecumenismo" vaticano. La questione della corretta interoretazione del Concilio è stata affrontata da Benedetto XVI nel discorso per gli auguri di Natale alla Curia romana nel 2005: un appuntamento che spesso il Pontefice utilizza per indicare le proprie linee programmatiche di governo ecclesiale. Papa Ratzinger, che al Vaticano II è stato perito del cardinale di Colonia Frings, ha dedicato alla rilettura del Vaticano II molte delle sue energie intellettuali e si è battuto contro quelli che riteneva i suoi tradimenti. "Perché la ricezione del Concilio, in grandi parti della Chiesa, finora si è svolta in modo così difficile?", si chiedeva il Pontefice nel discorso alla Curia del 2005. "I problemi - proseguiva il Papa - sono nati dal fatto che due ermeneutiche contrarie si sono trovate a confronto e hanno litigato tra loro. L'una ha causato confusione, l'altra, silenziosamente ma sempre più visibilmente, ha portato e porta frutti. La prima interpretazione l'ha chiamata 'ermeneutica della discontinuità e della rottura'. La seconda 'ermeneutica della riforma'". Il Papa chiaramente si colloca dalla parte del rinnovamento nella tradizione, contro l'impostazione di coloro che ritengono che il Vaticano II abbia sovvertito (finalmente) secoli di dottrina superata e non più al passo con i tempi. "Tutto il leit motiv del pontificato - commenta il vaticanista de Il Foglio, Paolo Rodari - potrebbe essere riassunto da uno slogan: rinnovamento senza tradimento, che non è altro che l'interpretazione che Ratzinger dà del Vaticano II. Il Pontefice chiede alla Chiesa, anche oggi, in pieno scandalo pedofilia, di rinnovarsi e rigenerarsi, di guardare avanti ma senza dimenticare la tradizione. Né una resa al mondo nè uno sterile ritorno al passato. Il Papa sta saldamente nel mezzo". "Non sono io che ho tradito il Concilio, sono loro", diceva l'allora card. Ratzinger nel libro-intervista con Vittorio Messori "Rapporto sulla fede" (San Paolo, 1984), riferendosi ai teologi del campo "progressista", come l'ex collega Hans Kung. A distanza di molti anni, queste convinzioni e l'ermeneutica del Vaticano II guidano Papa Ratzinger nel suo approccio di governo della Chiesa, anche in rapporto ai seguaci tradizionalisti di mons. Marcel Lefebvre, che vogliono, per rientrare nella gerarchia cattolica, la condanna degli "errori" del Concilio. Una condanna che Papa Ratzinger, però, non emetterà mai. Saldamente al centro della barca di Pietro. Per cercare di navigare al meglio.

Massimo Donaddio, Il Sole 24 ore

Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Pellegrinaggio e Incontro dei giovani a Santiago di Compostela dal 5 all'8 agosto, anticamera di Madrid 2011

Il presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, mons. Stanislaw Rylko, presiederà una veglia di preghiera e la Messa di chiusura del Pellegrinaggio e Incontro dei Giovani (PEJ) 2010, che riunirà 12.000 giovani a Santiago de Compostela (foto) dal 5 all'8 agosto. Mons- Rylko parteciperà anche il 7 pomeriggio alla tavola rotonda “Da Santiago 89 a Madrid 2011. Le GMG e la Pastorale con i giovani”, ha reso noto l'Arcivescovado di Santiago de Compostela questo mercoledì durante una conferenza stampa. La maggior parte dei gruppi di giovani pellegrini, provenienti soprattutto da varie zone della Spagna, arriverà a Santiago il pomeriggio di giovedì 5, iniziando l'incontro con l'accoglienza nella piazza della Cattedrale. La PEJ ha come motto “Come l'Apostolo San Giacomo, amici del Signore” e include 30 catechesi, 17 rappresentazioni teatrali, 15 laboratori, 14 preghiere e celebrazioni eucaristiche, 9 conferenze, 7 esposizioni e 6 concerti. Tre cardinali e 26 vescovi di Spagna e Portogallo offriranno le catechesi in varie chiese e conventi di Santiago, giovedì e venerdì alle 10.30. Le attività spirituali, formative, culturali e ludiche affronteranno temi di spiritualità e pastorale, storia, arte e tradizione, Dottrina Sociale della Chiesa, mezzi di comunicazione, gioventù... La sera, la Cattedrale resterà aperta fino a mezzanotte perché tutti i partecipanti alla PEJ 2010 possano pregare e ottenere le grazie giubilari proprie dell'Anno Santo Compostelano. Le chiese delle Clarisse, Benedettine, Carmelitane, Mercedarie, Domenicane e Orfane accoglieranno nella notte tra il giovedì e il venerdì turni di adorazione eucaristica. L'iniziativa, organizzata dall'Arcivescovado compostelano, si presenta come un'“anticamera della Giornata Mondiale della Gioventù che si celebrerà a Madrid nell'estate 2011”. La veglia di preghiera sarà presieduta dalla Croce dei giovani e dall'icona della Madonna che stanno percorrendo le diocesi spagnole per preparare la Giornata Mondiale della Gioventù. Gli atti centrali della PEJ si svolgeranno nella piazza dell'Obradoiro, la veglia di preghiera sabato alle 22.00 e la Messa di chiusura domenica alle 10.00 nello Stadio di San Lazzaro. Le iscrizioni al Pellegrinaggio e Incontro dei Giovani possono ancora essere effettuate attraverso la web www.pej2010.org.

Zenit

Il Papa nel Regno Unito. Il diacono americano miracolato per intercessione dal card. Newman proclamerà il Vangelo della Messa di beatificazione

Sarà il diacono Jack Sullivan, l’uomo la cui guarigione prodigiosa è stata riconosciuta come un miracolo dovuto all’intercessione del card. John Henry Newman, a proclamare il Vangelo nella Messa durante la quale, domenica 19 settembre a Birmingham, il Papa proclamerà beato il grande teologo inglese. Ad annunciarlo è stato l’arcivescovo della città inglese, Bernard Longley, in una conferenza stampa in cui ha fatto il punto sui preparativi dell’evento. Sullivan, 71 anni, è un americano dell’arcidiocesi di Boston. Affetto da una grave malattia del midollo si scoprì improvvisamente risanato il 15 agosto 2001, dopo essersi affidato spiritualmente a Newman, la cui figura aveva scoperto quasi per caso attraverso un programma tv trasmesso da un’emittente cattolica. Il caso della sua guarigione è stato studiato a fondo dalla commissione medica della Congregazione delle Cause dei Santi ed è alla base del decreto sul miracolo approvato da Benedetto XVI il 3 luglio 2009. La beatificazione di John Henry Newman sarà il momento culminante del viaggio apostolico del Papa nel Regno Unito. Tra l’altro sarà la prima volta che Benedetto XVI presiederà personalmente un rito di beatificazione: la nuova prassi voluta da Papa Ratzinger prevede infatti che questo rito avvenga nella Chiesa locale che ha istruito la causa e solitamente viene presieduta dal prefetto della Congregazione delle cause dei Santi o da un altro cardinale delegato. Il fatto che stavolta, invece, sia il Papa a presiedere la cerimonia è un segno della particolare vicinanza di Benedetto XVI a questa grande figura del secolo XIX. La beatificazione si terrà al Cofton Park di Birmingham, dove sono attese 70 mila persone. Dopo la Messa il Papa visiterà privatamente l’Oratory House di Edgbaston, dove Newman trascorse gran parte della sua vita dopo l’adesione al cattolicesimo e dove morì l’11 agosto 1890. Successivamente, nella cappella del St. Mary’s College, dove nel 1852 Newman pronunciò uno dei suoi discorsi più celebri, Benedetto XVI incontrerà i vescovi cattolici d’Inghilterra, Scozia e Galles.

Giorgio Bernardelli, Avvenire

L'intenzione di preghiera del Papa per agosto: disoccupati, senzatetto e migranti trovino comprensione e accoglienza e siano aiutati concretamente

Papa Benedetto XVI chiede ai cristiani di pregare nel mese di agosto per le persone che non hanno un lavoro e una casa e per quanti sono discriminati, affamati ed emigrati. E' la proposta contenuta nelle intenzioni di preghiera per il prossimo mese affidate all'Apostolato della Preghiera, iniziativa seguita da circa 50 milioni di persone nei cinque continenti. Il Papa, all'inizio dell'anno, presenta due intenzioni di preghiera per ognuno dei successivi dodici mesi, una generale e l'altra missionaria. L'intenzione generale per il mese di agosto è: ''Perchè i disoccupati, i senzatetto e quanti vivono in gravi situazioni di necessità trovino comprensione ed accoglienza e siano aiutati in modo concreto a superare le loro difficoltà''. L'intenzione missionaria recita invece: ''Perchè la Chiesa sia la 'casa' di tutti, pronta ad aprire le sue porte a quanti sono costretti dalle discriminazioni razziali o religiose, dalla fame e dalle guerre ad emigrare in altri Paesi''.

Asca

Il Papa: la Chiesa benché soffra tanto è gioiosa e giovane. Il servizio petrino un peso che nessuno può portare da sé, il Signore mi porta e ci porta

La Chiesa, benché soffra tanto, è una Chiesa gioiosa ed è una Chiesa giovane: è quanto ha detto ieri pomeriggio il Papa al termine del film “Cinque anni di Papa Benedetto XVI”, proiettato nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e prodotto dalla Bayerischer Rundfunk. Autore e regista dell’opera è Michael Mandlik, il produttore esecutivo il prof. Gerhard Fuchs. Il Papa ha avuto parole di ringraziamento per quanti hanno collaborato alla realizzazione di “questo viaggio spirituale straordinario” che ha permesso di rivivere momenti significativi di questi cinque anni del suo servizio petrino e della vita della Chiesa stessa: “È stato per me personalmente molto commovente vedere alcuni momenti, soprattutto quello nel quale il Signore impose sulle mie spalle il servizio petrino. Un peso che nessuno potrebbe portare da sé con le sue sole forze, ma lo può portare soltanto perché il Signore ci porta e mi porta”. Quindi, ha così commentato la sintesi operata nel film dei tanti eventi vissuti nel suo pontificato: “Abbiamo visto in questo filmato, mi sembra, la ricchezza della vita della Chiesa, la molteplicità delle culture, dei carismi, dei doni diversi che vivono nella Chiesa e come in questa molteplicità e grande diversità vive sempre la stessa, unica, Chiesa. E il primato petrino ha questo mandato di rendere visibile e concreta l'unità, nella molteplicità storica, concreta, nell'unità di presente, passato, futuro e dell'eterno”. Il Papa, infine, esprimendo il suo apprezzamento per l’opera filmica, ha fatto una riflessione sulla situazione attuale della Chiesa: “Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia. Perciò ho trovato molto interessante, un'idea bella, quella di inserire tutto nella cornice della nona sinfonia di Beethoven, dell'"Inno alla gioia", che esprime come dietro tutta la storia ci sia la gioia della nostra redenzione. Ho trovato anche bello che il film finisca con la visita presso la Madre di Dio, che ci insegna l'umiltà, l'obbedienza e la gioia che Dio è con noi”.

Radio Vaticana

giovedì 29 luglio 2010

Il Papa nel Regno Unito. La Chiesa inglese: un contributo economico dai fedeli che parteciperanno alla Veglia e alla beatificazione del card. Newman

Per assistere a due degli eventi previsti durante il viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito, in programma dal 16 al 19 settembre, i fedeli per la prima volta dovranno pagare un 'biglietto': l'importo che i pellegrini sono chiamati a versare, 25 sterline in un caso e 10 nell'altro, servirà ad alleviare i costi di un viaggio che si preannuncia molto dispendioso. Già da settimane gli organizzatori locali del viaggio avevano sollecitato i fedeli a prenotarsi prima possibile per i due eventi 'a pagamento': la veglia di preghiera a Hyde Park a Londra, sabato 18 settembre e la cerimonia di beatificazione del card. John Henry Newman, che avra luogo nel Cofton Park a Birmingham, domenica 19. "Per la prima - riporta oggi la stampa britannica - saranno messi a disposizione 130mila biglietti, mentre per la Messa di beatificazione ce ne saranno 70mila. Il biglietto costerà 25 sterline, pari a 30 euro, per Birmingham e 10 sterline, pari a 12 euro, per Londra". Il Catholic Herald online ha dichiarato che "anche i mille preti che concelebreranno a Birmingham dovranno pagare, mentre saranno esentati i duemila 'vip' che assisteranno all'evento. Nessuna tariffa d'ingresso è stata imposta invece ai fedeli scozzesi che assisteranno alla Messa di Benedetto XVI al Bellahouston Park, presso Glasgow, in programma il 16 settembre". Sul sito creato per il viaggio papale, si avvisano i fedeli che "non è previsto viaggiare in maniera indipendente per recarsi agli eventi. Ci si dovrà accordare con i parroci della propria zona o con i coordinatori diocesani nominati per l'occasione, unendosi ai gruppi che poi usufruiranno del trasporto in pullman". Il costo del biglietto darà diritto ad un 'kit del pellegrino', includendo anche le spese di trasporto. "L'idea è che le persone che arriveranno - ha affermato un portavoce britannico della Chiesa, citato dal Catholic Herald - non sono turisti, ma pellegrini, quindi avranno un 'pass' del pellegrino, che includerà un cd sul viaggio, tutto il materiale sanitario e di sicurezza, una travelcard, il libro di preghiera 'Magnificat' e un pacchetto commemorativo. E l'idea è anche che essi contribuiscano al costo del viaggio". Il Vaticano, spiegando che la competenza dell'organizzazione è lasciata alla Chiesa locale, ha sottolineato che "il biglietto è in realtà un contributo alle spese generali, e coloro che non possono permetterselo potranno non pagare". "Ritengo corretto, comunque - ha dichiarato il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi - per far fronte ai costi, chiedere un contributo ai fedeli, ai quali peraltro viene consegnato un kit".

L'Unico

Benedetto XVI assiste alla proiezione di un film sui cinque anni del suo Pontificato realizzato dalla Bayerischer Rundfunk

“Cinque anni. Papa Benedetto XVI. Impressioni a Roma e nei viaggi” è il titolo del film che questo pomeriggio è stato presentato al Pontefice nella Sala degli Svizzeri della residenza di Castel Gandolfo. Secondo quanto informa la Sala stampa vaticana e si legge su L'Osservatore Romano, insieme a un ristretto gruppo di invitati il Papa assisterà alla proiezione di una selezione di scene, curata dalla Bayerischer Rundfunk, dei momenti incisivi del pontificato, dall'elezione a oggi. Autore e regista è Michael Mandlik, produttore esecutivo è il prof. Gerhard Fuchs.

Zenit

Mons. Rault: la creazione del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione un appello ai cristiani ad una testimonianza più vera del Vangelo

Un appello per i cristiani a vivere più seriamente il messaggio del Vangelo: così deve essere visto, per mons. Claude Rault, vescovo della diocesi algerina di Laghouat-Ghardaïa, il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione la cui istituzione è stata annunciata dal Papa nella solennità dei Santi Pietro e Paolo. Il nuovo Pontificio Consiglio, come ha detto Benedetto XVI, avrà il compito di promuovere una evangelizzazione rinnovata nei Paesi in cui è già giunto il primo annuncio di fede e in cui sono presenti Chiese di antica fondazione ma che vivono una secolarizzazione progressiva della società e una sorta di “eclissi del senso di Dio” che costituisce una sfida a cercare mezzi adeguati per proporre nuovamente la verità eterna del Vangelo di Cristo. “Siamo chiamati a far risplendere il Vangelo attraverso una vita coerente con il messaggio di Gesù, e ciò a tutti i livelli – scrive il presule nelle pagine del mensile della sua diocesi considerando l’impegno che i cristiani devono assumersi, stimolati dal nuovo organismo della Chiesa Cattolica –. Sappiamo di certe tentazioni all’interno della Chiesa che spingono verso una visibilità esteriore ed una migliore performance statistica che non possono non ripiegarsi che su essa stessa. Ma è il nostro amore per questo mondo alla ricerca di un senso, e che non è vuoto di valori, che ci spinge verso Lui”. Mons. Rault sottolinea poi che se l’espressione “nuova evangelizzazione” nelle nostre società, siano esse musulmane o post-cristiane, è troppo spesso assimilata ad una sorta di proselitismo forzato ed indiscreto, in realtà occorre legarla alla testimonianza. “Il nostro mondo ha più bisogno di testimoni piuttosto che predicatori” osserva il vescovo di Laghouat-Ghardaïa che esorta ad assimilare ogni giorno il messaggio di Cristo e a testimoniare la fede e l’amore di Dio per ogni essere umano. “Sono imperativi che ci giungono da Gesù stesso – spiega il presule – non possiamo rinunciarvi senza tradirlo”.

Radio Vaticana

Lettera del card. Dias a vescovi e sacerdoti cinesi: il Papa vi invita a proseguire sul cammino di santità, unità e comunione nonostante le difficoltà

Nonostante difficoltà e sofferenze, bisogna proseguire con coraggio sul cammino dell’unità in seno alla Chiesa: è quanto si legge in una lettera del card. Ivan Dias ai vescovi e sacerdoti della Cina continentale, a conclusione dell’Anno Sacerdotale. Il prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli rassicura i presuli cinesi che il Papa li incoraggia a proseguire gli sforzi per l’unità dei Pastori tra di loro e con i fedeli loro affidati. Il documento è stato pubblicato oggi in cinese e italiano sul sito Internet dell’agenzia Fides. Nel documento viene sottolineato che “l’esemplare fedeltà e l’ammirevole coraggio, dimostrati dai cattolici in Cina verso la Sede di Pietro sono un dono prezioso del Signore”. Il prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli si sofferma sul tema della comunione. “Sappiamo bene – scrive il porporato – quanto alcuni di voi hanno dovuto soffrire nel recente passato a causa della loro fedeltà alla Santa Sede”. E si dice certo, “come afferma Benedetto XVI” che “la comunione con Pietro e i suoi Successori è garanzia di libertà per i Pastori della Chiesa e per le stesse comunità loro affidate”. Al tempo stesso, si legge nella lettera, “l’altra dimensione dell’unità dei cristiani è l’unione tra i membri della comunità ecclesiale”. E’ questa, prosegue, “l’importante sfida che state già affrontando, cercando di rafforzare l’unità in seno alla Chiesa medesima”. Rivolgendosi ai vescovi e sacerdoti cinesi, il card. Dias confida che avrebbe tanto desiderato dire “queste cose personalmente” e ascoltare le loro gioie, i dolori “nonché le speranze che nutrite e le sfide che affrontate ogni giorno”. Le “vostre testimonianze e i vostri messaggi”, soggiunge, “ci danno molta consolazione e ci spingono ad innalzare fervide preghiere affinché il Signore vi renda sempre più forti nella fede e vi sostenga nei vostri sforzi” per annunciare il Vangelo in Cina. E loda il Signore “per gli sforzi già compiuti o in atto a riguardo dell’unità in seno alla Chiesa”, auspicando che “l’unità dei Pastori tra di loro e tra i loro greggi sia sempre più salda in Cristo e nella Chiesa”. In tale occasione, scrive il card. Dias, vi assicuro che il Papa vi benedice e “vi invita a proseguire intrepidi sul cammino della santità, dell’unità e della comunione, come hanno fatto le generazioni che vi hanno preceduto”. Ricordando poi la figura di San Giovanni Maria Vianney, il card. Dias ribadisce che il sacerdote deve essere “un uomo di Dio e uomo per gli altri”. Deve pertanto “distinguersi come uomo di preghiera e di vita austera”. Un ecclesiastico, avverte, dovrà dunque “resistere a ogni desiderio di arricchirsi di beni materiali o di cercare favori per la propria famiglia o etnia”. Ancora, non nutrirà “una malsana ambizione di fare carriera nella società o nella politica”. Tutto questo, infatti, “è estraneo alla sua vocazione sacerdotale e lo distrae gravemente dalla sua missione”. Nell’annuncio del Vangelo, conclude il card. Dias, i vescovi e i sacerdoti potranno trovare aiuto nel “luminoso esempio” di padre Matteo Ricci, indimenticabile missionario in Cina.

Radio Vaticana

La Anglican Catholic Church of Canada vota l'unione con la Chiesa Cattolica nelle modalità previste dalla Costituzione 'Anglicanorum coetibus'

La "Anglican Catholic Church of Canada" ha votato l'unione con la Chiesa Cattolica, nelle modalità previste dalla Costituzione Apostolica "Anglicanorum coetibus" emanata da Benedetto XVI. La decisione, largamente condivisa dai leader del gruppo anglicano, è stata presa nel corso dell'ottavo Sinodo provinciale e tredicesimo Sinodo diocesano che si sono tenuti simultaneamente presso il "Rosemary Heights Retreat Center" di Surrey, in British Columbia, ai quali era presente anche l'arcivescovo John Hepworth, primate della Traditional Anglican Communion. Il consenso alla creazione del proposto Ordinariato anglo-cattolico canadese è stato unanime fra i membri della House of Clergy e ha ottenuto 25 voti favorevoli su 30 fra i delegati laici, con tre contrari e due astenuti. Il Sinodo ha poi approvato una risoluzione che autorizza il vescovo Peter Wilkinson, con l'appoggio e il consenso del Consiglio Provinciale, a mettere in atto i necessari provvedimenti canonici e norme per stabilire l'Ordinariato. La House of Clergy ha quindi eletto i membri dell'Interim Governing Council che ha indicato lo stesso vescovo Wilkinson come primo vescovo ordinario del proposto Ordinariato.

L'Osservatore Romano

mercoledì 28 luglio 2010

Il Papa a Carpineto Romano. Il 5 settembre l'omaggio a Leone XIII nel bicentenario della nascita. La figura del Pontefice della 'Rerum novarum'

Benedetto XVI sarà a Carpineto Romano il 5 settembre prossimo, per celebrare il bicentenario della nascita di Leone XIII (foto), il Papa della "Rerum novarum". L'arrivo nella diocesi di Anagni-Alatri è previsto intorno alle 8.45. Ad accogliere il Pontefice ci saranno il vescovo Lorenzo Loppa, il sindaco e altre autorità. Nel largo dei Monti Lepini, il cuore della cittadina laziale, Benedetto XVI celebrerà la Messa. Al termine saluterà una trentina di persone in rappresentanza della comunità civile e religiosa. Ripartirà poco prima di mezzogiorno alla volta dell'eliporto delle Ville Pontificie a Castel Gandolfo. Con questa visita, Papa Ratzinger prosegue nel solco tracciato da Paolo VI e Giovanni Paolo II. Il primo visitò Carpineto l'11 settembre 1966, al termine delle celebrazioni per il settantacinquesimo anniversario della "Rerum novarum". Fece una sosta nel palazzo dei conti Pecci, dove sono custoditi molti ricordi del Pontefice e del fratello, il gesuita cardinale Giuseppe, famoso filosofo che fu docente all'università La Sapienza. Nella collegiata del Sacro Cuore, Papa Montini ricordò la figura e l'opera del suo predecessore. "Due cose - disse - hanno caratterizzato i venticinque anni di pontificato di Leone XIII: la prima è la vigorosa affermazione della pietà personale, completamento del culto liturgico. L'altra è l'enunciazione della dottrina sociale cristiana da lui fatta nella memorabile Enciclica "Rerum Novarum". Il culto del Sacro Cuore, la recita del santo rosario, la devozione a San Giuseppe sono direttamente legati all'opera e all'insegnamento di Leone XIII, che ne fu convinto ed esemplare propugnatore". Paolo VI sottolineò poi come Leone XIII avesse lasciato la sua traccia indelebile nel campo sociale, in un contesto storico nel quale la Chiesa era stata "destituita dei suoi appoggi temporali, diminuita nel suo prestigio internazionale e pubblico. "Isolato dal mondo - disse ancora - in un clima di rottura e di distacco, di polemiche accese, di anticlericalismo e di profanità voluta e propagandata, a lui non restava che la voce, la parola". Nacquero così "le grandi Encicliche sui perenni valori della libertà, della democrazia e soprattutto quella sul problema sociale. La difesa degli umili e dei poveri non aveva mai trovato prima d'allora una voce così autorevole". Il 1° settembre 1991 anche Papa Wojtyla visitò Carpineto Romano e celebrò la Messa in largo dei Monti Lepini. "In un periodo storico caratterizzato da profonde trasformazioni culturali e da acute tensioni sociali - disse Giovanni Paolo II - provocate dal nuovo rapporto venutosi a creare tra capitale e lavoro, Leone XIII volle dare in un campo così importante una chiara formulazione al pensiero della Chiesa. Lo fece con coraggio, quasi sfidando non solo il mondo laico, ma la stessa coscienza del mondo cattolico. E con il suo intervento profetico favorì il consolidarsi della dottrina sociale cristiana". Giovanni Paolo II sottolineò poi la validità dell'affermazione di Leone XIII che "la piena soluzione della questione sociale passa attraverso Cristo e l'accoglienza della sua parola di verità". Il pontificato di Leone XIII è indubbiamente legato all'Enciclica del 15 maggio 1891, pietra miliare della dottrina sociale della Chiesa. La pubblicazione ebbe grande accoglienza e scatenò adesioni convinte e forte avversioni, ma gettò le basi per rilanciare l'attività dei cattolici in campo sociale, in particolare in ambito industriale e operaio. Sul piano culturale, Papa Pecci infuse alla Chiesa un atteggiamento di apertura nei confronti della cultura stessa e dei progressi della scienza. Basti ricordare che nel 1898, due anni dopo l'invenzione della cinepresa, si lasciò riprendere in atteggiamento sorridente. Il Pontefice ebbe anche il merito di aprire l'Archivio Segreto Vaticano e di invitare gli studiosi, con l'Enciclica "Providentissimus" del 1893, a tener conto delle scoperte scientifiche nell'esegesi della Sacra Scrittura. Fu particolarmente attento e sensibile all'unità della Chiesa, promuovendo contatti con gli anglicani. Concesse anche la porpora cardinalizia al teologo inglese John Henry Newman. Con l'Enciclica "Orientalium dignitas" del 1894 riconfermò la rinuncia a latinizzare i cattolici di rito orientale dell'Europa centrale, gli uniati, e al tempo stesso riconobbe la dignità dei loro riti e delle loro tradizioni liturgiche. Sul piano religioso diffuse il culto per il Sacro Cuore, al quale consacrò l'umanità nell'Anno giubilare 1900, e a Cristo Re. Promosse la diffusione del rosario e della devozione mariana e con l'Enciclica "Aeterni Patris" del 1879, scelse il tomismo quasi quale filosofia ufficiale della Chiesa, invitando a porlo come base per la formazione nei seminari, nelle scuole e nelle università cattoliche.

L'Osservatore Romano

Mons. Semeraro: il Papa a Castel Gandolfo disteso e contento, l’incontro con i fedeli lo rallegra e lo conforta perché sente le voci e vede i volti

In questi giorni di riposo che sta trascorrendo nella residenza estiva di Castel Gandolfo, Benedetto XVI appare molto rilassato e contento, soprattutto per l'affetto mostrato dai fedeli. Ad affermarlo è stato il vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro, in una intervista alla Radio Vaticana. “Ho visto il Papa disteso, contento – ha detto mons. Semeraro –, anche perché il momento dell’incontro con i fedeli a Castel Gandolfo è sicuramente uno di quelli che lo rallegra e lo conforta perché sente le voci, vede i volti e i saluti che i fedeli e i pellegrini gli rivolgono”. Specialmente in occasione degli Angelus domenicali del Papa a Castel Gandolfo a soprendere è la grande folla di gente che accorre: “Tanto è vero che appena domenica scorsa il Santo Padre ha voluto affacciarsi dall’altra parte, sulla piazza, perché i pellegrini erano davvero tanti e il cortile interno era affollato”. “Ci sono fedeli che vengono da tutto il mondo che si fanno sentire con i loro canti, con i loro saluti e auguri al Papa e, davvero, la domenica, in questi giorni di festa, la cittadina di Castel Gandolfo è tutta ravvivata”, ha sottolineato il presule. “Ovviamente – ha aggiunto –, anche nella nostra parrocchia pontificia, dobbiamo aggiungere delle celebrazioni di Sante Messe in più per permettere a questi fedeli di partecipare serenamente all'Eucaristia domenicale”.

Zenit

Le parabole della perla preziosa e del tesoro nascosto. Il Papa: Dio non toglie nulla ma dà il 'centuplo' perché è Amore infinito che sazia il cuore

La “perla preziosa” e il “tesoro nascosto nel campo” sono due celebri immagini delle parabole di Gesù. Il Vangelo della liturgia di oggi le ripropone alla meditazione dei fedeli e lo stesso Benedetto XVI, durante il suo Pontificato, le ha utilizzate in diversi discorsi per mettere in luce l’importanza del lasciare tutto per Cristo. Capire dove sta il vantaggio economico di una certa operazione è una valutazione che l’uomo di ogni epoca ha sempre eseguito con grande disinvoltura. Nella sua perfetta conoscenza della natura umana, Gesù non esita a paragonare il divino al denaro per colpire l’immaginazione di chi lo ascolta e così spiegare in cosa consista, diremmo oggi, il “business” del Vangelo, quale sia la ricchezza del Regno che Lui è venuto ad annunciare sulla terra. “Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo…” o è simile a “una perla preziosa”: in entrambi i casi, i due che si imbattono in queste ricchezze vendono tutto ciò che hanno per assicurarsele. Scene chiare, dirette, di comprensione immediata: la ricchezza dell’amore di Dio è così esorbitante da essere, per ogni uomo, un irrinunciabile “affare”. E certamente come quel mercante della parabola, ha spiegato il Papa, si comportò duemila anni fa San Paolo, che ebbe della ricchezza del Vangelo una rivelazione folgorante: “Egli aveva compreso che quanto fino ad allora gli era parso un guadagno in realtà di fronte a Dio era una perdita e aveva deciso perciò di scommettere tutta la sua esistenza su Gesù Cristo. Il tesoro nascosto nel campo e la perla preziosa nel cui acquisto investire tutto il resto non erano più le opere della Legge, ma Gesù Cristo, il suo Signore” (Udienza generale del 19 novembre 2008).
I Santi e le Sante sono stati i mercanti che lungo la storia della Chiesa sono andati di fretta a cedere i loro averi, ovvero le proprie aspirazioni e ambizioni, per darsi tutti e tutte a Cristo. E chi oggi si consacra nel sacerdozio o nella vita religiosa contribuisce a rendere carne viva quelle antiche parabole con la misura, ha notato una volta Benedetto XVI, che chiede “tutto il cuore”, “tutta l’anima” e “tutte le forze”: “Cercate in ogni modo di manifestare la vostra appartenenza a Cristo, il tesoro nascosto per il quale avete lasciato tutto. Fate vostro il ben noto motto programmatico di San Benedetto: 'Niente sia anteposto all'amore di Cristo'” [Ai religiosi della diocesi di Roma (10 dicembre 2005)].
Un invito, quello del Papa, che vale altrettanto per la vita di coppia e di famiglia. Anche un matrimonio cristiano è come un campo che custodisce una ricchezza nascosta, che alimenta il rapporto tra i coniugi, aiutandoli a superare, se in confidano in Dio, errori, stanchezza, difficoltà: “Questo può farlo solo Dio...per accostare le coppie, ascoltarle, aiutarle a riscoprire il tesoro nascosto del matrimonio, il fuoco rimasto sepolto sotto la cenere. E’ Lui che ravviva e torna a far ardere la fiamma; non certo allo stesso modo dell’innamoramento, bensì in maniera diversa, più intensa e profonda: sempre però la stessa fiamma” [Ai partecipanti al Meeting Internazionale del Movimento "Retrouvaille" (26 settembre 2008)].
Nei racconti di Gesù c’è una persona che non ha lo stesso “fiuto” per gli affari mostrato dall’uomo del campo o dal mercante della perla. E’ il giovane ricco del Vangelo, che preferisce tenersi i propri beni sonanti a quelli dello spirito promessigli dal Maestro. Ai giovani di Sulmona, qualche settimana fa, Benedetto XVI ha detto invece: “Per voi Gesù Cristo vale molto, anche se è impegnativo seguirlo, vale più di qualunque altra cosa. Avete creduto che Dio è la perla preziosa che dà valore a tutto il resto: alla famiglia, allo studio, al lavoro, all’amore umano… alla vita stessa. Avete capito che Dio non vi toglie nulla, ma vi dà il 'centuplo' e rende eterna la vostra vita, perché Dio è Amore infinito: l’unico che sazia il nostro cuore" [Incontro con i giovani nella Cattedrale di Sulmona (4 luglio 2010)].
Questa pagina del Vangelo, oltre alla sua carica ideale, si presta anche a una riflessione sul valore della ricchezza in sé. Fa porre una domanda: quale deve essere il nostro rapporto con i beni materiali? Questo è il pensiero del Papa: “La ricchezza, pur essendo in se un bene, non va considerata un bene assoluto. Soprattutto non assicura la salvezza, anzi potrebbe persino comprometterla seriamente. E’ saggezza e virtù non attaccare il cuore ai beni di questo mondo, perché tutto passa, tutto può finire bruscamente. Il tesoro vero che dobbiamo ricercare senza sosta per noi cristiani sta nelle ‘cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra del Padre’” (Angelus, 5 agosto 2007).

Radio Vaticana

Il Papa nel Regno Unito. Il legame tra Joseph Ratzinger e John Newman. La lotta al relativismo di Benedetto è la stessa del cardinale cento anni fa

Tutto è pronto a Cofton Park, periferia di Birmingham, per la beatificazione del card. John Henry Newman (foto). Domenica 19 settembre il Papa, rompendo la regola da lui istituita che vuole che le beatificazioni siano celebrate da un rappresentante vaticano nella diocesi interessata, sarà sul luogo dove il cardinale anglicano, poi convertitosi al cattolicesimo, fondò l’Oratorio e concluse la sua vita. Papa Ratzinger tiene molto a esserci. In fondo il motivo del viaggio in Inghilterra e Scozia risiede qui. E poi, come dice Don Ian Ker, professore di teologia all’Università di Oxford e autore di “John Henry Newman: a biography”, “sono stati molti i Papi che hanno desiderato canonizzare Newman perché lo considerano una persona che ha dato il benvenuto alla modernizzazione ma rimanendo fedele all’autorità della Chiesa”. Benedetto XVI ha dato un’importante accelerazione al processo di beatificazione. Certo, il miracolo attribuito a Newman grazie al quale Jack Sullivan ha superato una grave malattia alla spina dorsale ha accorciato i tempi. Ma è indubbio che la causa debba molto al Papa, alla sua spinta affinché la Fabbrica dei Santi giungesse al più presto a una conclusione.
Perché questo legame tra Joseph Ratzinger e Newman? Cosa spinse, già nel 1990, il card. Ratzinger a definire Newman “grande dottore della Chiesa”? Di risposte se ne possono dare tante. Una la dà Roderick Strange, rettore del Pontificio collegio Beda di Roma, istituto per la formazione delle vocazioni adulte di area inglese, da anni studioso di Newman. Nel suo ultimo lavoro uscito da poco in Italia, “John Henry Newman. Una biografia spirituale” (Lindau), Strange parla di un momento preciso nel quale si è reso evidente il debito di Papa Ratzinger verso Newman. E’ il 18 aprile del 2005. Joseph Ratzinger, il giorno prima del conclave che poi l’avrebbe eletto, predica davanti al collegio dei cardinali. Qui cattura l’attenzione di tutti utilizzando l’immagine della Chiesa come una barca scossa dalle onde create da correnti ideologiche, “dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo a un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via”. Dice Strange: “All’epoca fu considerato estremamente pessimista, in particolare nella conclusione: ‘Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie’. L’espressione ‘dittatura del relativismo’ può sembrare severa, eppure si collega al ‘mondo semplicemente non religioso’ di Newman. E non necessariamente il legame è una coincidenza”. Il relativismo è per Benedetto XVI una minaccia. Perché quando la verità viene abbandonata si abbandona anche la libertà. E si scivola verso il totalitarismo. Joseph Ratzinger ne parla il 18 aprile del 2005. Ma già anni prima aveva esposto il tema. Quando? Ancora nel 1990, durante la conferenza per il centenario della morte di Newman. Dice Strange: “In quell’occasione Ratzinger fece riferimento al legame tra verità e coscienza personale. Parlò di quando, da giovane seminarista poco tempo dopo la fine della Seconda guerra mondiale, fu introdotto al pensiero di Newman e proseguì sottolineando quanto fosse stato importante per lui il suo insegnamento sulla coscienza. Newman insegnava che la coscienza doveva essere nutrita come ‘un modo di obbedienza alla verità oggettiva’. E l’intera vita di Newman testimonia tale convinzione. Le prime esperienze di vita del futuro Pontefice erano state tuttavia molto diverse. ‘Avevamo sperimentato – disse Ratzinger – la pretesa di un partito totalitario che si riteneva il compimento della storia e che negava la coscienza dell’individuo. Uno dei suoi leader (Hermann Goering) aveva detto: ‘Non ho coscienza. La mia coscienza è Adolf Hitler’. Ecco lo slittamento nel totalitarismo. Quando la verità viene trascurata, quando non vi è uno standard oggettivo a cui fare appello, non creiamo spazio per facile tolleranza. La libertà viene lasciata senza difesa, alla mercé di chi è al potere. Il giovane Ratzinger provò quanto Newman aveva predetto: le conseguenze di quando la religione rivelata non viene riconosciuta come vera, oggettiva, ma viene considerata qualcosa di privato da cui la gente possa scegliere per sé qualsiasi cosa voglia”. Newman venne creato cardinale nel 1879 da Leone XIII. Anch’egli stimava Newman, “il mio cardinale” lo chiamava. L’Osservatore Romano il 14 maggio, la vigilia del concistoro, pubblicò in prima pagina il discorso pronunciato da Newman dopo la consegna del Biglietto di nomina. Newman andò al cuore del problema che sentiva essere capitale. Disse: “Il liberalismo religioso è la dottrina secondo la quale non esiste nessuna verità positiva in campo religioso, ma che qualsiasi credo è buono come qualunque altro; e questa è la dottrina che, di giorno in giorno, acquista consistenza e vigore. Questa posizione è incompatibile con ogni riconoscimento di una religione come vera”. Scrive Inos Biffi su L’Osservatore Romano del 20 maggio 2009: “E’ difficile non riconoscere la rovinosa attualità di questo liberalismo religioso, che preoccupava Newman nel 1879”. E preoccupa oggi Papa Ratzinger.

Paolo Rodari, Il Foglio

Giornata Mondiale della Gioventù 2011. La pastorale giovanile della CEI indice un concorso artistico-letterario e cerca volontari per 'Casa Italia'

Un concorso artistico-letterario riservato ai giovani partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà a Madrid dal 16 al 21 agosto 2011. E’ l’iniziativa del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI, in collaborazione con l’Ucai, Unione cattolica artisti italiani. Il tema scelto è quello della GMG, “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”. Quattro le sezioni previste: pittura, grafica, fotografia e poesia. Il concorso, si legge nel regolamento, è aperto a tutti i giovani italiani e stranieri residenti in Italia e ai cittadini italiani che dimorano all’estero, in età compresa tra i 16 anni e i 31 anni e si svolgerà in due fasi, regionale e nazionale. I vincitori della fase regionale, uno per ogni sezione, accederanno a quella nazionale dalla quale usciranno le opere premiate che insieme a quelle selezionate, saranno esposte a Madrid durante la Giornata Mondiale della Gioventù e successivamente nelle diocesi italiane che ne faranno richiesta. I vincitori riceveranno una targa e a tutti gli artisti partecipanti alla fase nazionale sarà offerta la partecipazione gratuita alla GMG, viaggio escluso. Il regolamento potrà essere consultato a giorni sul sito www.gmg2011.it.
16 volontari italiani cercasi per “Casa Italia” a Madrid, durante i giorni della Giornata Mondiale della Gioventù. La richiesta arriva direttamente dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile che ha così aperto la ricerca dei candidati. Per partecipare alle selezioni bisogna essere maggiorenni e rivolgersi al proprio incaricato diocesano per la Pastorale Giovanile che comunicherà la procedura per presentare la candidatura. Sarà cura del Snpg comunicare l’avvenuta selezione agli incaricati diocesani. L’impegno dei 16 giovani sarà quello di aiutare ed accogliere i partecipanti italiani alla GMG di Madrid che avranno in “Casa Italia”, allestita nella capitale spagnola dal SNPG, un punto di raccordo e di coordinamento. Si stima che saranno oltre 100 mila gli italiani che si recheranno a Madrid per la GMG.

SIR

martedì 27 luglio 2010

Il Papa nel Regno Unito. Lord Patten: quando spiegheremo l'importanza di questo evento potremmo stupire quelli che inizialmente sono stati critici

Il costo della viaggio apostolico del Papa nel Regno Unito, in programma dal 16 al 19 settembre prossimo, sarà di circa 10-12 milioni di sterline. Lo afferma ai microfoni della Radio Vaticana l'incaricato del primo ministro britannico per il viaggio, Lord Christopher Patten, il quale sottolinea in proposito che l'anno scorso il Governo britannico ha ospitato un vertice del G20, durato un solo giorno e costato tra 19 e 20 milioni. "Penso - spiega - che questo dovrebbe far riflettere sul fatto che tutto deve essere mantenuto nel quadro del proprio contesto". "Si tratta - ricorda l'organizzatore - della prima visita di Stato di un Papa nel Regno Unito, giacchè il viaggio di Giovanni Paolo II del 1982 aveva avuto una dimensione esclusivamente pastorale. Il 16 settembre, a caratterizzare la rilevanza di questa visita, Benedetto XVI sarà invece ricevuto dalla Regina Elisabetta nel Palazzo di Holyrood House ad Edimburgo". "La gente - rileva - forse ha sottovalutato la complessità insita nel far combaciare gli aspetti tipici di una visita di Stato e quelli relativi ad una visita pastorale. Il presidente Obama stesso non si può permettere di uscire ed incontrare così, semplicemente, centomila persone in un incontro all'aperto. Forse sono state un po' sottovalutate le difficolta' nel mettere insieme tutto questo. Ma ora siamo a buon punto; mi sembra che il programma di massima sia veramente interessante''. ''Esso - aggiunge - farà in modo - almeno lo spero - che non solo la comunità cattolica, la comunità dei credenti, sia in grado di rapportarsi molto da vicino con il Papa nel corso di avvenimenti di tipo pastorale, e la visita sarà anche l'occasione di dimostrare che il Governo di un Paese a larga maggioranza non cattolica ha un'agenda incredibilmente vasta di possibilità di collaborazione con la Chiesa Cattolica: l'equità globale, cambiamenti climatici, la sostenibilità con l'ambiente. Nel momento in cui andremo a spiegare l'importanza di questo evento, potremmo stupire quelli che inizialmente sono stati critici nei riguardi di questa visita". Per Lord Patton, tuttavia, "se la gente vuole protestare pacificamente, essa ha ogni diritto di farlo". "Penso - conclude - che rappresentino una piccola minoranza della comunità. Quello che invece ci preoccupa molto è garantire non soltanto la sicurezza del Santo Padre, ma anche che gli avvenimenti pastorali non siano guastati, perchè penso che questo arrecherebbe una grave offesa".

Agi, Asca

Messaggio del Papa per la Giornata dei nonni in Spagna: preservate nella fede, dando senso con la luce di Cristo Signore, tutti i momenti della vita

Benedetto XVI ha inviato un messaggio incentrato sulla figura dei nonni in occasione, ieri, della memoria liturgica dei Santi Gioacchino e Anna, genitori di Maria madre di Gesù. Il messaggio del Santo Padre è stato letto nell'ambito della Giornata dei nonni, organizzata per il 12° consecutivo in Spagna dall’Associazione Età d’Oro – Messaggeri della Pace. Il testo è stato letto dopo la Santa Messa presieduta a Jaén da mons. Ramón del Hoyo López, vescovo della città spagnola. Nel messaggio, indirizzato al presidente dell’Associazione padre Ángel García, il Papa “apprezzando la ricchezza religiosa, spirituale, umana e sociale dei nonni li esorta a preservare nella fede, dando senso con la luce di Cristo Signore, tutti i momenti della vita”. Nel messaggio, Benedetto XVI chiede poi al Signore di assistere i nonni “con la sua provvidenza e misericordia” e implora “la protezione dei Santi nonni Gioacchino e Anna e della loro Figlia, la gloriosa Vergine Maria, madre di Gesù Cristo Nostro Signore”. L’Associazione Messaggeri della Pace, fondata nel 1962 da padre Ángel García Rodríguez, ha come obiettivo prioritario il sostegno dei nuclei più disagiati della società. L’Associazione promuove programmi sociali, di cooperazione allo sviluppo o di aiuto umanitario, in 40 Paesi del mondo.

Radio Vaticana

Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Aperte le iscrizioni per i giovani italiani. Oltre 10 mila i disabili partecipanti all'evento di Madrid

Si sono aperte ieri le iscrizioni per i giovani italiani alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, dal 16 al 21 agosto 2011. A comunicarlo è il sito ufficiale italiano della GMG, www.gmg2011.it, che ha messo on line la scheda di iscrizione. Per il momento le iscrizioni sono riservate ai gruppi, movimenti e associazioni, mentre quelle per i singoli verranno aperte più avanti. “I singoli e i gruppi parrocchiali o associativi – si legge nel sito - sono invitati, sia per motivi di comunione che per motivi organizzativi, a fare riferimento agli incaricati diocesani per la pastorale giovanile, i cui recapiti sono disponibili sul sito del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, www.chiesacattolica.it/giovani, nella sezione Referenti Regionali e Diocesani, e a non iscriversi direttamente presso il Comitato spagnolo”.
Saranno oltre 10 mila i giovani diversamente abili che parteciperanno alla GMG di Madrid. Per loro il Comitato organizzatore ha siglato nei giorni scorsi un accordo con la Fondazione Alares che dovrà formare i volontari che li assisteranno. Javier Benavente, presidente della Fondazione, ha sottolineato che questo accordo “rappresenta uno dei compiti di più alta responsabilità mai ricevuti dalla Fondazione e dunque si tratta di una sfida di grande spessore”. Tra le competenze abituali di Alares – ricorda l'agenzia SIR - vi è l’inserimento e l’integrazione delle persone disabili nel campo del lavoro. L’accordo con il Comitato organizzatore prevede una formazione a vari livelli: generale per tutti i volontari, e più specifica per quei volontari che si occuperanno direttamente dei disabili e per i loro coordinatori. Durante la GMG, la Fondazione Alares metterà anche a disposizione, 24 ore su 24, un numero di telefono per trovare soluzioni ad eventuali problemi o richieste nel campo dell’assistenza. Da parte sua, il Comitato spagnolo della GMG sta mettendo in campo ogni sforzo per garantire ai giovani disabili le condizioni migliori di trasporto, alloggio e spazi riservati nei grandi eventi in programma.

SIR, Radio Vaticana

Il Papa a Santiago de Compostela e Barcellona. La tappa per la consacrazione della Sagrada Familia. Benedetto XVI visiterà la scuola per bambini down

Durante il viaggio apostolico in Spagna, Benedetto XVI proclamerà Basilica la Sagrada Familia (foto) di Barcellona, il 7 novembre prossimo, giorno che dedicherà al tempio espiatorio ideato da Antonio Gaudí. Lo ha annunciato l'arcivescovo di Barcellona, il card. Lluís Martínez Sistach, venerdì scorso nel corso di una conferenza stampa svoltasi davanti a un centinaio di giornalisti nella sala Gaudí del museo diocesano di Barcellona. Con un ampio sorriso, il porporato ha spiegato molti dettagli della permanenza del Papa a Barcellona, dove oltre a consacrare il tempio della Sagrada Familia visiterà la scuola per handicappati della fondazione diocesana del Bambino Gesù. Il viaggio apostolico in Spagna inizierà sabato 6 novembre con l'arrivo a Santiago de Compostela a mezzogiorno, in base al programma già approvato dalla commissione vaticana che prepara i viaggi del Pontefice. Alle 21.00 di sabato è previsto il suo arrivo all'aeroporto del Prat di Barcellona, dove sarà ricevuto da una delegazione della quale faranno probabilmente parte i Principi delle Asturie. Benedetto XVI si trasferirà poi all'Arcivescovado di Barcellona, dove ha previsto di arrivare alle 21.45 e dove trascorrerà la notte, insieme alle persone che lo accompagneranno. Il mattino seguente, domenica 7, il Vescovo di Roma si trasferirà in papamobile dall'Arcivescovado al tempio della Sagrada Familia, in un itinerario ancora da definire. Arrivando nel tempio di Gaudí, il veicolo farà alcuni giri lì intorno perché le tante persone che si pensa si riuniranno sul posto, per l'Arcivescovo potrebbero essere anche 500.000, possano vederlo da vicino e salutarlo. Benedetto XVI entrerà nel tempio dalla porta di calle Mallorca, indosserà i paramenti nella sagrestia e realizzerà il rito di apertura delle porte del portico della Gloria. Inizierà poi l'Eucaristia con una processione del Papa, di cardinali e vescovi fino al presbiterio. Durante la Messa, si celebrerà il rito di dedicazione dell'altare e si reciteranno le litanie dei Santi e la preghiera di dedicazione o consacrazione della chiesa a Dio. Avrà poi luogo l'unzione dell'altare e delle pareti del tempio con l'olio santo, seguita dall'incensare l'altare e tutta la chiesa, che verranno poi illuminati. Al termine della Messa, verso mezzogiorno, il Papa uscirà dal Portico del Nacimiento del tempio per salutare e recitare l'Angelus. Dopo la preghiera mariana e la sua allocuzione con i saluti ai pellegrini, tornerà nella chiesa e si dirigerà in processione alla fine del tempio, dove ci sarà un'iscrizione commemorativa della dedicazione. Benedetto XVI tornerà all'Arcivescovado in papamobile e verrà salutato dalla gente per le vie di Barcellona. Nella sede episcopale, pranzerà con i vescovi e con il suo seguito. Alle 17.15, il Papa ha voluto aggiungere una visita all'istituzione del Bambino Gesù, dedicata a persone affette dalla sindrome di Down e con altri handicap e alle loro famiglie, fondazione diocesana affidata alle Francescane del Sacro Cuore. Nella sua sede del quartiere del Guinardó, pregherà e converserà con gli allievi, che gli stanno preparando un omaggio, e con le loro famiglie, benedicendo anche la prima pietra della nuova residenza. Il nuovo terminal dell'aeroporto del Prat accoglierà alle 18.30 il congedo ufficiale del Papa, in cui è prevista la presenza dei sovrani di Spagna. La partenza per Roma è programmata per le 19.15. Secondo il card. Martínez Sistach, Benedetto XVI “ha scoperto nella Sagrada Familia la concezione teologica di chiesa: celebrare l'Eucaristia e il culto”. In questo senso, il porporato ha spiegato che all'interno del tempio non ci sono raffigurazioni (sono all'esterno) né cappelle laterali, ma solo il presbiterio, l'altare, la sede e l'ambone, e tre immagini: la croce, la Vergine Maria e San Giuseppe. Il cardinale ha esortato tutti ad accogliere il Papa e ad assistere all'atto di consacrazione della Sagrada Familia. Per favorire ciò, sono state sospese tutte le Messe nelle parrocchie e nei centri di culto di Barcellona la mattina di domenica 7 novembre, tranne in carceri, ospedali e monasteri di clausura.

Zenit

Benedetto XVI riduce allo stato laicale un sacerdote americano accusato lo scorso anno di aver abusato sessualmente di un adolescente negli anni '70

Papa Benedetto XVI ha ridotto allo stato laicale un sacerdote americano accusato di aver abusato sessualmente di un adolescente oltre 30 anni fa. Lo ha riferito la diocesi dell'Ohio, cui apparteneva il religioso. "Il Vaticano ha informato la diocesi di Youngstown che il Papa Benedetto XVI ha accettato la richiesta di Thomas Crum e lo ha sciolto dalla funzione sacerdotale", afferma la diocesi in un comunicato. Crum non esercitava più le sue funzioni di sacerdote dal 2009, dopo che un ex allievo del collegio dove lavorava negli anni '70 l'aveva accusato di abusi. Secondo il quotidiano delll'Ohio Tribune Chronicle, Crum ha ammesso di aver abusato del ragazzo, ma non vi sono stati procedimenti giudiziari a suo carico causa prescrizione. Il sacerdote è stato in servizio nella diocesi dal 1975 al 2009 ed è stato 'spretato' un paio di settimane fa. Il vicario generale di Youngstown, padre Robert Siffrin, ha riferito che le accuse di pedofilia sono emerse nel maggio del 2009. La diocesi lo ha prima sospeso dall'attività pastorale e gli ha poi suggerito di prendere in considerazione le dimissioni dallo stato clericale. Con il suo assenso, Youngstown ha allora inviato la richiesta al Vaticano che l'ha accettata.

Ansa, Apcom

Le immagini di momenti quotidiani delle vacanze del Papa a Castel Gandolfo. Padre Lombardi: ritemprato e sorridente, lavora al terzo volume su Gesù

Un videoclip realizzato dal Centro Televisivo Vaticano mostra alcuni momenti delle vacanze di Benedetto XVI nella residenza pontificia di Castel Gandolfo. Le immagini ritraggono il Papa mentre rivede alcuni appunti nel suo studio, contempla il paesaggio da una finestra del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, o recita il Rosario passeggiando insieme al suo segretario, mons. Georg Gaenswein, con indosso un berretto per ripararsi dal sole. Da alcuni giorni, il Papa ha cominciato a preparare il terzo volume della sua grande opera su Gesù. Dopo aver consegnato nei mesi scorsi il manoscritto del secondo volume, dedicato alla Passione e alla Risurrezione, di cui si stanno ora preparando le traduzioni ed edizioni nelle diverse lingue e di cui si prevede l'uscita in libreria nella prossima primavera, Benedetto XVI ha posto mano ora alla terza ed ultima parte, dedicata ai "Vangeli dell'infanzia". "Come i fedeli hanno potuto costatare essi stessi vedendo il Papa in occasione dell'Angelus di domenica scorsa - afferma nell'editoriale per il settimanale "Octava Dies" padre Federico Lombardi, portavoce vaticano - Benedetto XVI dopo pochi giorni a Castelgandolfo appare già ritemprato e sorridente, e ha immediatamente cominciato a dedicarsi all'attività di lettura e studio che, anche se impegnativa, non lo affatica". Quanto al volume su Gesù, "è chiaro - afferma il gesuita - quanto gli stia a cuore portare a termine questo grande disegno avviato anni fa. Nella Prefazione al primo volume il Papa ricordava di aver cominciato a lavorarci 'durante le vacanze estive del 2003', di aver dato forma definitiva ai capitoli dall'1 al 4 nell'agosto del 2004, e continuava: 'Dopo la mia elezione alla sede episcopale di Roma ho usato tutti i momenti liberi per portare avanti il libro'". "In occasione del Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio - prosegue Lombardi - molti interventi avevano messo in luce l'importanza cruciale di quest'opera del Papa come modello di lettura teologica e spirituale dei Vangeli, come guida per i credenti ad incontrare - attraverso i Vangeli - la persona di Gesù: 'il Gesù reale, il Gesù 'storico' in senso vero e proprio', afferma con decisione il Papa. Portarci ad incontrare Gesù! Siamo al cuore del servizio del successore di Pietro per la Chiesa e per gli uomini di ogni tempo. A questo Benedetto XVI dedica le sue 'vacanze'". La giornata del Papa "non è però molto diversa dal solito, se non per i ritmi quotidiani - di poco ritardati rispetto a quelli consueti, anche a causa del clima piuttosto caldo di queste giornate estive - perché si tratta in realtà di vere e proprie vacanze di lavoro, scandite dal tempo dedicato alla meditazione e alla preghiera, dai momenti riservati alla musica, ascoltata ma anche eseguita al piano, da lunghe passeggiate nel tardo pomeriggio insieme al segretario particolare, monsignor Georg Gänswein", scrive a sua volta L'Osservatore Romano. "A parte infatti la tradizionale sospensione delle udienze private, speciali e generali (queste ultime riprenderanno regolarmente dal prossimo 4 agosto), anche in questo primo periodo del soggiorno a Castello, Benedetto XVI esamina quotidianamente l'abbondante corrispondenza e le carte che gli giungono dal Vaticano, con particolare attenzione alla ripresa dei prossimi impegni: dai viaggi - a Carpineto Romano (5 settembre), nel Regno Unito (16-19 settembre), a Palermo (3 ottobre), in Spagna (6-7 novembre) - alla preparazione dell'assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente (10-24 ottobre), dalla messa a punto della lunga e importante Esortazione Apostolica frutto dei lavori sinodali sulla Parola di Dio alla stesura di altri testi, tra cui un messaggio ai giovani per l'incontro di Madrid". "Come di consueto, poi, verso la fine di luglio - scrive il quotidiano della Santa Sede - arriveranno a Castel Gandolfo anche il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, qualche giorno più tardi monsignor Georg Ratzinger, che resterà con il fratello per quasi tutto il mese. E il 28 e il 29 agosto la residenza pontificia ospiterà il tradizionale incontro organizzato dagli antichi allievi del Papa riuniti nello Schülerkreis, incontro che quest'anno affronterà l'ermeneutica del concilio Vaticano ii, tema che Benedetto XVI ha trattato ex professo nell'importante discorso del 22 dicembre 2005".

Zenit, Apcom


Lettera del delegato pontificio ai Legionari: individuare le cause del disagio interiore e della sofferenza. Necessaria una rivisitazione del carisma

In una lettera inviata a tutti i Legionari di Cristo il 10 luglio, all'indomani della sua nomina, il delegato pontificio mons. Velasio De Paolis (nella foto con Benedetto XVI), è parso ottimista sul futuro della Congregazione. ''A me piace sottolineare - scrive - che la Chiesa, dopo aver prestato la necessaria ed indispensabile attenzione su fatti, eventi e persone'' che, se non fosse intervenuta, ''avrebbero minacciato alla radice la stessa congregazione, ora guarda, sospinta dallo stesso amore, alla bella realtà che siete voi stessi, la vostra congregazione''. Il Papa, prosegue, vuole ''accompagnarvi nel vostro cammino, perchè senza lasciarvi scoraggiare da tristi eventi che sono alle vostre spalle, possiate gioire del vostro presente, del dono della vocazione religiosa, sacerdotale e missionaria che avete ricevuto''. Il primo passo, per mons. De Paolis, dovrà essere ''una chiara presa di coscienza anche della situazione in cui ci troviamo e una precisa individuazione delle cause che ci hanno portato al disagio e alla sofferenza interiore di oggi''. E' necessaria una ''rivisitazione del carisma'' dei Legionari, che era segnato da un fortissimo culto della personalita' di Maciel, attraverso un cammino da compiere con ''un atteggiamento di umilta', di grande impegno spirituale''. Le Costituzioni, aggiunge, vanno ''liberate degli elementi che possono offuscare il vostro carisma''. In particolare, il delegato si rivolge a quei non pochi Legionari che hanno abbandonato o stanno pensando di abbandonare l'ordine, invitandoli alla ''pazienza''. Il cammino di rinnovamento invocato dal Papa, scrive mons. De Paolis, dovrebbe concludersi “con un impegno di fedeltà rinnovata al Signore nella vita religiosa e sacerdotale, con un patto che rinnovi l’alleanza d’amore” tra i Legionari e il Signore. Mons. De Paolis ha incontrato i vertici dei Legionari già due volte, il 10 luglio, quando ha celebrato la Santa Messa con loro, e il 21 luglio, ed è stato accolto, racconta una fonte della Congregazione, ''molto bene''. ''Dal nostro punto di vista - spiegano dalla casa generalizia dei Legionari a Roma - è un'ottima scelta perchè riunisce in una persona una grande cultura teologica e canonica, l'esperienza e la profondità spirituale di un religioso esemplare. Sarà un aiuto molto valido per noi''.

La Stampa, Zenit

Decreto con cui mons. De Paolis riceve piene facoltà di governo sui Legionari di Cristo: accompagnare e realizzare la revisione delle Costituzioni

L'arcivescovo Velasio De Paolis, delegato pontificio per la Legione di Cristo, ha ricevuto da Benedetto XVI piene facoltà di governo su questa Congregazione durante tutto il tempo necessario per portare a termine il cammino di rinnovamento, mettere mano alla revisione delle Costituzioni e convocare una Capitolo generale straordinario. E' quanto si apprende dal decreto sulle “Modalità di espletamente dell'ufficio del Delegato pontificio” emesso dal Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, e presentato da mons. De Paolis il 21 luglio durante una riunione con il Consiglio generale della Congregazione dei Legionari di Cristo, che hanno pubblicato il documento sulla propria pagina web il 23 luglio. La Congregazione, in questa stessa data, ha reso nota anche la lettera che Benedetto XVI ha inviato il 16 giugno scorso a mons. De Paolis per nominarlo suo delegato al termine della visita apostolica ai Legionari di Cristo, che ha posto in evidenza “la necessità e l’urgenza di un cammino di profonda revisione del carisma dell’Istituto”. In undici punti, il decreto emana “precisazioni e disposizioni, approvate dal Sommo Pontefice”. In primo luogo stabilisce che “l’autorità concessa dal Santo Padre al Delegato Pontificio, quanto mai ampia e da esercitare in nome dello stesso Sommo Pontefice, si estende su tutto l’Istituto: su tutti i Superiori, ai diversi livelli (direzione generale, provinciale e locale) e su tutte le comunità e i singoli religiosi. Tale autorità riguarda tutti i problemi propri dell’Istituto religioso e può essere sempre esercitata quando il Delegato lo ritenga necessario per il bene dell’Istituto stesso, anche derogando alle Costituzioni”. In secondo luogo, “i Superiori dell’Istituto a tutti i livelli esercitano la loro autorità a norma delle Costituzioni e sotto l’autorità dello stesso Delegato Pontificio”. “Essi, pertanto, rimangono nel loro ufficio, ad nutum Sanctae Sedis, fino a quando non risulti necessario provvedere diversamente”, continua il documento. Il terzo punto stabilisce che al delegato pontificio è riservata l’approvazione delle decisioni dello stesso governo generale sia per quanto riguarda le persone (“ammissioni al noviziato, alla professione, al sacerdozio, nomine e trasferimenti del personale”) come pure le scelte apostoliche e formative (“seminari, istituti accademici, scuole”) e “le questioni di amministrazione straordinaria o gli atti di alienazione di beni”. Secondo il decreto, “tutti hanno libero acceso al Delegato e tutti possono trattare personalmente con lui; a sua volta il Delegato ha il potere di intervento dovunque lo stimi opportuno, anche sullo stesso governo interno dell’Istituto, a tutti i livelli”. A differenza di quanto annunciato dai media, che avevano parlato di “subdelegati” pontifici, il documento vaticano afferma che il Delegato, “nell’espletamento del suo compito, è affiancato da quattro consiglieri personali, che lo assistono nell’adempimento del suo ufficio, secondo le circostanze e le possibilità, e che possono essere incaricati per compiti specifici, particolarmente per visite” alle comunità. Nel documento si sottolinea che “il compito precipuo del Delegato Pontificio è quello di avviare, accompagnare e realizzare la revisione delle Costituzioni”. “Alla revisione delle Costituzioni – si legge di seguito – devono collaborare tutti i membri dell’Istituto, sia a livello individuale che comunitario, secondo un progetto che fin dall’inizio si dovrà elaborare e mettere in atto”. Inoltre, è scritto, sarà necessario “costituire quanto prima una Commissione per la revisione delle Costituzioni, ai diversi livelli dell’Istituto, con la partecipazione soprattutto dei membri dello stesso Istituto, che si devono sentire responsabili della revisione e rielaborazione del proprio progetto di vita evangelica, sempre in armonia con l’insegnamento della Chiesa”. La Commissione sarà presieduta dallo stesso delegato pontificio. Il decreto afferma inoltre che sarà lo stesso mons. De Paolis a coordinare la visita apostolica al movimento “Regnum Christi”, il ramo laico dei Legionari, annunciata da un comunicato diramato dalla Santa Sede il 1° maggio al termine della visita apostolica dei cinque vescovi alla Congregazione.

Zenit


giovedì 22 luglio 2010

Il Papa nel Regno Unito. 'Protect the Pope', un sito web per difendere la reputazione di Benedetto XVI e la verità della Chiesa Cattolica

Nel Regno Unito, è stato appena creato un sito web che ha l'obiettivo di combattere gli attacchi contro Benedetto XVI, mentre si prepara il viaggio apostolico nel Paese, programmata per settembre. Protect the Pope.com è un nuovo sito che difende la figura di Papa Benedetto XVI e fornisce informazioni e risorse perché i cattolici rispondano agli incidenti che rappresentano un incitamento all'odio religioso. Il sito è un'iniziativa del reverendo Nick Donnelly, diacono permanente della diocesi di Lancaster, autore della Catholic Truth Society. E' anche membro dell'équipe editoriale di The Catholic Voice of Lancaster, la rivista della diocesi di Lancaster. “Si dice che l'anticattolicesimo sia l'ultimo pregiudizio accettabile e che noi cattolici abbiamo contribuito a ignorarlo, sperando che scomparisse – ha detto Donnelly in occasione del lancio del sito –. Ma gli attacchi personali a Papa Benedetto nel periodo preparatorio alla visita papale mostrano che non è scomparso”. “Dal 2006 – ha aggiunto – abbiamo il diritto legale di difenderci dall'odio religioso. Ovviamente la gente di questo Paese ha libertà d'espressione, ma ciò non vuol dire che abbia il diritto di creare un clima di ostilità e paura. Si tratta di proteggere i nostri diritti umani alla libertà di credo e di culto”. Il sito web dà informazioni sulla legge relativa al crimine di odio religioso e fornisce ai cattolici i mezzi per informare la polizia sull'incitamento all'odio religioso o su atti di odio religioso che possano aver luogo durante la visita del Santo Padre. Il sito ha anche un registro sull'anticattolicesimo unito all'offerta di notizie per aumentare la consapevolezza sul pregiudizio anticattolico. Nella sua presentazione, l'autore afferma: “Quando parlo con altri cattolici della visita del Santo Padre a settembre, molti esprimono preoccupazione per la sicurezza. Il livello di ostilità senza precedenti, ridicolo e ostile di certe figure pubbliche e di alcuni settori della stampa ha fatto sì che certi cattolici siano realmente preoccupati che Papa Benedetto sia messo in imbarazzo o perfino colpito”. “Dopo secoli di anticattolicesimo istituzionalizzato, una cosa a cui i cattolici di questo Paese sono sensibili è l'odio religioso, e c'è una grande quantità di segni sul fatto che sta raggiungendo di nuovo il suo punto più sgradevole”, aggiunge. “E' importante sapere che non dobbiamo subire ancora questo tipo di abuso in silenzio, come abbiamo fatto in passato, e che ora possiamo invocare la legge per difenderci come credenti”. “C'è anche una grande quantità di informazioni errate e menzogne diffuse dalla stampa sensazionalistica e dai nemici della Chiesa. Sì, abbiamo ancora nemici, non sono scomparsi dopo il Concilio Vaticano II”, segnala. “Il Santo Padre ha la propria équipe di sicurezza e la polizia per difenderlo durante la sua visita. La nostra preoccupazione in questo sito è difendere la sua reputazione e la verità della Chiesa Cattolica”. Di conseguenza, il sito cercherà di “sfidare le menzogne con la semplice verità, soprattutto sulla persona e le azioni di Papa Benedetto XVI”. “E' importante, infine, che tutti i cattolici preghino per la sicurezza del Santo Padre, per il successo pastorale e spirituale della sua visita e per il bene della Chiesa in questo Paese – conclude –. A questo scopo si offre una selezione di preghiere perché si possano stampare e recitare nei prossimi mesi”.

Nieves San Martín, Zenit

Entra in vigore la nuova convenzione monetaria siglata dal Vaticano con l'Unione Europea. In circolo monete da 50 centesimi con l'effige del Papa

Due monete da cinquanta centesimi, con impresse su un lato l'effigie di Papa Benedetto XVI: sono i nuovi euro a conio vaticano che lo Stato pontificio ha iniziato a dare come resto a chi fa la spesa in uno dei suoi negozi, dalla famosa farmacia al benzinaio allo spaccio. Secondo quanto riferisce l'agenzia francese I.Media, infatti, per la prima volta dal passaggio all'euro nel gennaio 2002 lo Stato Città del Vaticano ha iniziato a mettere in circolazione, e non solo in confezioni per collezionisti, le proprie monete, come previsto dall'accordo con siglato con l'Unione Europea nel dicembre 2009. In quell'occasione Bruxelles aveva infatti intimato allo Stato vaticano di mettere in circolazione i propri euro al loro valore nominale. Allo stesso tempo, l'Unione ha anche autorizzato il raddoppio della quantità di moneta battuta dal Vaticano, pari a 2,3 milioni di euro per il 2010. Le monete, oltre all'immagine del Pontefice regnante, recano l'iscrizione 'Città del Vaticano 2010'. Ne sono stati battuti circa due milioni di pezzi, tutti da cinquanta centesimi, che nei negozi vaticani vengono dati come normale resto, anche se non più di due per cliente. In questo modo, il Vaticano eviterà che le monete a conio vaticano perdano di interesse per il mondo dei collezionisti. La novità mette così in pratica la convenzione monetaria sottoscritta a Bruxelles, lo scorso 17 dicembre, tra lo Stato della Città del Vaticano e l'Unione europea. In quell'occasione, inoltre, l'Istituto di opere religiose si è impegnato a recepire entro il 31 dicembre di quest'anno tutte le disposizioni previste dalla terza direttiva comunitaria antiriciclaggio.

Apcom

Mons. Zollitsch scagionato dall'accusa di aver coperto un prete accusato di pedofilia. Quando lo riconfermò non si era a conoscenza degli abusi

La terribile accusa alla fine si è dimostrata infondata. L’arcivescovo di Friburgo, Robert Zollitsch (nella foto con Benedetto XVI), presidente dei vescovi tedeschi, non si è reso complice del sacerdote che negli anni Sessanta avrebbe abusato sessualmente di un minore. Ad affermarlo, chiedendo l’archiviazione dell’inchiesta. E' stata la Procura di Costanza, città meridionale della Germania. Nei fatti, la Procura non ritiene che mons. Zollitsch abbia mai coperto o in qualche modo agevolato il religioso cistercense del monastero di Birnau, oggi 69enne, accusato di pedofilia nei riguardi di un chierichetto che negli anni Sessanta viveva in quella stessa città dell’arcidiocesi di Friburgo. Secondo la presunta vittima degli abusi, mons. Zollitsch, che all’epoca era responsabile del personale della Chiesa friburghese, sarebbe stato a conoscenza degli abusi e nonostante ciò avrebbe confermato al suo posto il religioso cistercense, rendendosi di fatto complice degli abusi commessi tra il 1987 e il 1992. La Procura, tuttavia, ha concluso che in quello stesso lasso di tempo non si era a conoscenza degli abusi e che dunque ciò fa decadere qualsiasi responsabilità da parte dell’attuale presidente dei vescovi tedeschi.

Radio Vaticana