mercoledì 28 luglio 2010

Il Papa a Carpineto Romano. Il 5 settembre l'omaggio a Leone XIII nel bicentenario della nascita. La figura del Pontefice della 'Rerum novarum'

Benedetto XVI sarà a Carpineto Romano il 5 settembre prossimo, per celebrare il bicentenario della nascita di Leone XIII (foto), il Papa della "Rerum novarum". L'arrivo nella diocesi di Anagni-Alatri è previsto intorno alle 8.45. Ad accogliere il Pontefice ci saranno il vescovo Lorenzo Loppa, il sindaco e altre autorità. Nel largo dei Monti Lepini, il cuore della cittadina laziale, Benedetto XVI celebrerà la Messa. Al termine saluterà una trentina di persone in rappresentanza della comunità civile e religiosa. Ripartirà poco prima di mezzogiorno alla volta dell'eliporto delle Ville Pontificie a Castel Gandolfo. Con questa visita, Papa Ratzinger prosegue nel solco tracciato da Paolo VI e Giovanni Paolo II. Il primo visitò Carpineto l'11 settembre 1966, al termine delle celebrazioni per il settantacinquesimo anniversario della "Rerum novarum". Fece una sosta nel palazzo dei conti Pecci, dove sono custoditi molti ricordi del Pontefice e del fratello, il gesuita cardinale Giuseppe, famoso filosofo che fu docente all'università La Sapienza. Nella collegiata del Sacro Cuore, Papa Montini ricordò la figura e l'opera del suo predecessore. "Due cose - disse - hanno caratterizzato i venticinque anni di pontificato di Leone XIII: la prima è la vigorosa affermazione della pietà personale, completamento del culto liturgico. L'altra è l'enunciazione della dottrina sociale cristiana da lui fatta nella memorabile Enciclica "Rerum Novarum". Il culto del Sacro Cuore, la recita del santo rosario, la devozione a San Giuseppe sono direttamente legati all'opera e all'insegnamento di Leone XIII, che ne fu convinto ed esemplare propugnatore". Paolo VI sottolineò poi come Leone XIII avesse lasciato la sua traccia indelebile nel campo sociale, in un contesto storico nel quale la Chiesa era stata "destituita dei suoi appoggi temporali, diminuita nel suo prestigio internazionale e pubblico. "Isolato dal mondo - disse ancora - in un clima di rottura e di distacco, di polemiche accese, di anticlericalismo e di profanità voluta e propagandata, a lui non restava che la voce, la parola". Nacquero così "le grandi Encicliche sui perenni valori della libertà, della democrazia e soprattutto quella sul problema sociale. La difesa degli umili e dei poveri non aveva mai trovato prima d'allora una voce così autorevole". Il 1° settembre 1991 anche Papa Wojtyla visitò Carpineto Romano e celebrò la Messa in largo dei Monti Lepini. "In un periodo storico caratterizzato da profonde trasformazioni culturali e da acute tensioni sociali - disse Giovanni Paolo II - provocate dal nuovo rapporto venutosi a creare tra capitale e lavoro, Leone XIII volle dare in un campo così importante una chiara formulazione al pensiero della Chiesa. Lo fece con coraggio, quasi sfidando non solo il mondo laico, ma la stessa coscienza del mondo cattolico. E con il suo intervento profetico favorì il consolidarsi della dottrina sociale cristiana". Giovanni Paolo II sottolineò poi la validità dell'affermazione di Leone XIII che "la piena soluzione della questione sociale passa attraverso Cristo e l'accoglienza della sua parola di verità". Il pontificato di Leone XIII è indubbiamente legato all'Enciclica del 15 maggio 1891, pietra miliare della dottrina sociale della Chiesa. La pubblicazione ebbe grande accoglienza e scatenò adesioni convinte e forte avversioni, ma gettò le basi per rilanciare l'attività dei cattolici in campo sociale, in particolare in ambito industriale e operaio. Sul piano culturale, Papa Pecci infuse alla Chiesa un atteggiamento di apertura nei confronti della cultura stessa e dei progressi della scienza. Basti ricordare che nel 1898, due anni dopo l'invenzione della cinepresa, si lasciò riprendere in atteggiamento sorridente. Il Pontefice ebbe anche il merito di aprire l'Archivio Segreto Vaticano e di invitare gli studiosi, con l'Enciclica "Providentissimus" del 1893, a tener conto delle scoperte scientifiche nell'esegesi della Sacra Scrittura. Fu particolarmente attento e sensibile all'unità della Chiesa, promuovendo contatti con gli anglicani. Concesse anche la porpora cardinalizia al teologo inglese John Henry Newman. Con l'Enciclica "Orientalium dignitas" del 1894 riconfermò la rinuncia a latinizzare i cattolici di rito orientale dell'Europa centrale, gli uniati, e al tempo stesso riconobbe la dignità dei loro riti e delle loro tradizioni liturgiche. Sul piano religioso diffuse il culto per il Sacro Cuore, al quale consacrò l'umanità nell'Anno giubilare 1900, e a Cristo Re. Promosse la diffusione del rosario e della devozione mariana e con l'Enciclica "Aeterni Patris" del 1879, scelse il tomismo quasi quale filosofia ufficiale della Chiesa, invitando a porlo come base per la formazione nei seminari, nelle scuole e nelle università cattoliche.

L'Osservatore Romano