martedì 5 ottobre 2010

Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Gregorios III Laham: momento storico, sia un stimolo per uno sforzo internazionale per la pace nella regione

“Un momento storico”: così Gregorios III Laham, Patriarca greco-cattolico di Antiochia, Alessandria e Gerusalemme, definisce all'agenzia SIR l’imminente Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente che si aprirà in Vaticano domenica. Una convinzione che ha portato il Patriarca a scrivere una lettera “ai re e ai leader dei Paesi arabi in cui dico che questo Sinodo è anche per voi e non contro di voi. Il mio primo auspicio è che questa assemblea possa lanciare un forte appello per la pace”. Gregorios III ringrazia Benedetto XVI che, “convocando questa assise, evidenzia il grande contributo che le Chiese orientali cattoliche hanno dato per la riunificazione con Roma. Il Sinodo, inoltre, susciterà interesse per tutto l’Oriente cristiano, cattolico, ortodosso, musulmano ed ebraico”. A tale riguardo il Patriarca si augura che il Sinodo possa stimolare, oltre che azioni pastorali, anche “uno sforzo internazionale per la pace per risolvere i tanti problemi di questa regione, descritti dall’Instrumentum laboris, dall’emigrazione al lavoro, dalla mancanza di sicurezza e di instabilità al rispetto di diritti come la libertà religiosa e di coscienza, fino ai rapporti con le altre religioni e fedi. Il conflitto israelo-palestinese, è chiaro, rappresenta il cuore di molte di queste crisi. Lo stimolo, anche pastorale, deve essere quello di edificare la pace e non dei muri”.

SIR

Giornata Mondiale della Gioventù 2011. La presentazione: vero laboratorio per la riscoperta della fede. Un evento 'spagnolo', sobrio e digitale

“Minoranza creativa, determinante per il futuro dell’umanità”. E’ il volto inedito dei giovani mostrato dalle Giornate Mondiali della Gioventù, un “fenomeno straordinario che, ormai da 25 anni, continua a stupire il mondo”. Ad affermarlo è stato il card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, presentando questa mattina la GMG di Madrid 2011. L’istituzione delle GMG, ha esordito il porporato, “ha dato il via ad un’avventura spirituale che ha coinvolto, in questi 25 anni, milioni di giovani di tutti i continenti” e che ha fatto riscoprire ai giovani la Chiesa come “madre e maestra” e il successore di Pietro come “guida sicura e amico di cui fidarsi”. “Per milioni di giovani - ha detto il card. Rylko – la GMG è diventata una specie di laboratorio della fede, il luogo della riscoperta di una fede e di una religiosità che non sono in contrasto con l’essere giovani”. “La storia delle GMG - ha detto il cardinale – è la storia della nascita di una nuova generazione di giovani: giovani del sì a Cristo, dell’adesione convinta alla Chiesa e al Papa”, ma anche di “una nuova generazione di operatori della pastorale giovanile, più sensibili ai veri bisogni dei giovani d’oggi”. Quanto ai preparativi per Madrid, “procedono in maniera intensa sia a livello pastorale sia nell’ambito organizzativo”.
“Madrid diventerà tra il 16 e il 21 agosto dell’anno venturo la capitale del mondo giovanile”, è stato l’esordio del card. Antonio Rouco Varela, arcivescovo del capoluogo spagnolo presidente della Conferenza Episcopale spagnola. Il cardinale ha dichiarato come la città di Madrid sia pronta ad accogliere i partecipanti provenienti da tutte le parti del mondo in un incontro che si preannuncia “un’autentica festa” e ricordato il clima di collaborazione instauratosi con le istituzioni pubbliche spagnole, in particolar modo il governo iberico che ha descritto la GMG come “evento di eccezionale interesse pubblico”. “Per la prima volta la Giornata Mondiale si svolgerà in un Paese che ha già organizzato un simile evento – ha poi sottolineato l’arcivescovo madrileno – infatti nel 1989 la città di Santiago de Compostela ha ispirato quello che è diventato il modello delle Giornate Mondiali della Gioventù, acquisendone le caratteristiche conservate fino ad oggi: catechesi, preghiera e celebrazione ecauristica”. “Aiutare i giovani in genere, ma in particolare i giovani europei, a vincere il relativismo”, e la “confusione” che crea nella loro vita. E’ questo il “punto di forza” della GMG di Madrid 2011. “La Giornata Mondiale della Gioventù – ha ricordato il cardinale – ha un carattere mondiale, ma si svolge sempre in un determinato continente. La GMG di Madrid interpella in modo speciale la gioventù del Vecchio Continente, pur mantenendo il suo carattere mondiale”. La “linea maestra” su cui si colloca l’appuntamento dell’agosto prossimo, secondo il card. Rouco Varela, è l’impegno a fronteggiare e contrastare quella “dittatura del relativismo” denunciata a più riprese da Papa Benedetto XVI, per “aiutare i giovani in genere ma in particolare i giovani europei, a superare, a vincere questo grande malessere, quella confusione che è mancanza di punti fermi, i valori veri, di cui i giovani di oggi risentono”. “E la risposta alle loro domande, naturalmente, è Cristo”, ha concluso l’arcivescovo di Madrid.
“Voler eliminare ogni riferimento visibile a Dio, volerlo escludere dalla vita pubblica e rinchiuderlo nella sfera del puramente privato” costituisce “un progetto irresponsabile”, ha detto mons. Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici. Soffermandosi sul messaggio di Benedetto XVI per l’importante appuntamento del prossimo agosto, il relatore ha fatto notare come i “riferimenti biografici” del Papa, ad esempio alla situazione politica della Germania della sua gioventù, “sono trasferibili alla situazione dei giovani di oggi, che, pur in diversa modalità, fanno esperienza dell’essere ‘rinchiusi’, in un mondo in cui spesso prevalgono il consumismo e le relazioni personali d’interesse”. Nelle parole il Papa, inoltre, per mons. Clemens “si riflette l’esperienza di tanti giovani che sanno bene che le grandi decisioni, spesso sofferte, devono essere poi riconquistate e difese. Conosciamo tutti la difficoltà diffusa del nostro tempo di prendere e rimanere fedeli alle grandi decisioni, di legarsi per la durata di tutta una vita. E in questo contesto il Papa indica le virtù e gli atteggiamenti della fedeltà e della coerenza, della disponibilità e del servizio, come presupposti indispensabili per una vita autentica”.
“Un evento organizzato per i giovani”, all’insegna della “festa” ma “lontano da ogni forma di spettacolarizzazione”. Così mons. César Franco Martinez, vescovo ausiliare e coordinatore generale della Giornata Mondiale di Madrid, ha definito la GMG. Rispondendo alle domande dei giornalisti il relatore ha spiegato che la scelta dell’ “austerità” è soprattutto da intendersi come “risposta alla crisi finanziaria che sta colpendo gran parte dell’Europa”. Tutto ciò consentirà comunque alla GMG di essere “un incontro di festa della cultura, dell’arte e della vita”. “La Giornata si svolgerà in un particolare e favorevole momento sotto il profilo turistico”, ha spiegato mons. Martinez. “Il messaggio spirituale che verrà inviato a tutto il mondo - ha aggiunto il vescovo spagnolo – culminerà nella Veglia e nella Messa con Benedetto XVI nella zona della città di Cuatro Vientos dove ha loco l’aeroporto militare che ospiterà migliaia di ragazzi, compresi i giovani italiani che aspettiamo con gioia”. “La fase finale della Giornata Mondiale madrilena sarà il momento più importante poiché metterà alla prova la macchina organizzativa spagnola”, ha poi concluso mons. Martinez. Tra i “numeri” dell’evento, presentati da mons. Martínez, spiccano quello dei 350 presuli che terranno le catechesi preparatorie, delle 100mila famiglie che apriranno le loro porte ai pellegrini, o i 10 euro del “Fondo di solidarietà” richiesto a chi si iscrive e che finanzierà la partecipazione di gruppi provenienti in particolare da Paesi in via di sviluppo. Nessun contributo di denaro pubblico è stato chiesto per l’organizzazione, anche se il governo ha disposto tutta una serie di corsie preferenziali per garantire il buon funzionamento logistico della GMG. Compresi degli speciali permessi per consentire l’ingresso in Spagna a tutti quei gruppi di giovani provenienti dai Paesi di immigrazione, ovvero dall'America Latina e dall'Africa. Tutto il programma, ha precisato mons. Martínez, sarà intriso di cultura locale: “La Giornata vuole essere, e così deve essere, secondo l’orientamento del Pontificio Consiglio dei Laici, ‘spagnola’. E’ radicata nella cultura e nella storia millenaria della Chiesa di Spagna, che non si intende se non nel Vangelo di Cristo e pertanto avrà questo tocco spagnolo, che apparirà chiaramente nella Via Crucis, perché abbiamo chiesto sculture del patrimonio storico e artistico spagnolo, le migliori sculture che vengono portate in processione durante la Settimana Santa spagnola. Sarà spagnola anche perché la sera e la notte si approfitterà per incontri ludici e festosi con i giovani”.
Il costo dell’iscrizione, è stato spiegato ancora, è stato diminuito del 20% rispetto alla GMG di Sydney, con l’obiettivo di arrivare a un costo finale inferiore ai 54 milioni di euro spesi nel 2008. E ancora, ha aggiunto Maria de Jareguizar, direttore del Compartimento di comunicazione della GMG: “Sarà una Giornata Mondiale della Gioventù basata su Internet, che è il luogo dove ora si incontrano i giovani. Tutte le informazioni e tutto il materiale promozionale si può incontrare nella pagina ufficiale, nell’interazione delle reti sociali, come anche i video su Youtube. Sono più di 200mila i giovani che già ci ‘ammirano’, come si dice fra i giovani. Le reti sociali ammirano la Giornata Mondiale della Gioventù e ci permettono di stare su Facebook, dando la testimonianza di amici, giovani e familiari, dando la loro testimonianza di fede”.

SIR, Radio Vaticana

Domenica un cane riesce ad arrivare dietro al palco del Papa a Palermo. Il segretario lo accompagna da Benedetto che lo accarezza

Hanno tentato di fermarlo, ma in Piazza Politeama un cane nero senza padrone è riuscito domenica ad arrivare fino al retropalco, creando un certo imbarazzo negli uomini che proteggevano Papa Ratzinger. E' accaduto alla fine dell'incontro con i giovani e, a quanto riferiscono testimoni, non c'era verso di allontanare l'animale. Il segretario del Pontefice, mons. Georg Gaenswein, ha risolto la situazione con un gesto coraggioso: ha accompagnato lui il cane nero fino dal Papa, che lo ha accarezzato familiarizzando subito con un esemplare che in alcuni presenti incuteva in certo timore. Anche a Birmingham, due settimane fa, all'Oratorio San Filippo Neri di Birmingham il Papa aveva accarezzato lungamente un grande gatto soriano che si chiama Puskin, in onore del grande scrittore russo. E all'Oscott College, congedandosi dalle forze dell'ordine che avevano vegliato su di lui, Benedetto XVI si era chinato a familiarizzare con un cane poliziotto tenuto a guinzaglio da un agente.

Agi

Il Papa a Palermo. L'arcivescovo: mettiamo a frutto questa straordinaria esperienza e camminiamo alla luce di quello che Benedetto XVI ci ha detto

La visita del Papa a Palermo è stata un successo, secondo l’arcivescovo Paolo Romeo (nella foto con Benedetto XVI), presidente della Conferenza Episcopale siciliana. “La gente si aspetta questo da noi, il Papa è venuto per offrire una risposta agli aneliti della gente. Sta a noi ora mettere a frutto questa straordinaria esperienza”, commenta in un’intervista al Giornale di Sicilia. “Se noi lasciamo crescere una gioventù oziosa, la abituiamo alla crescita dei vizi – aggiunge Romeo -. Questo stato di cose non si combatte condannando i vizi, ma proponendo un modello diverso. Osserviamo la formazione di una famiglia: non si può essere educatori a ore, ma dedicati all’educazione”. Sulle parole del Papa commenta: “Sta a noi camminare alla luce di quello che il Papa ci ha detto, in ricordo di questa giornata. Dipende da noi”.

Giornale di Sicilia.it

Il Papa a Palermo. Tra i 'ciovani' di Piazza Politeama conquistati da Benedetto: è un nuovo amico, da questo incontro una grande speranza nel futuro

Chiedono una bussola che li aiuti a seguire la rotta, mentre tante, troppe sirene tentano di irre­tirli con attrattive che durano lo spazio di un mattino. Basta un gesto, un saluto da lonta­no, una parola detta col tono giusto, un "coraggio" pro­nunciato dal Papa per farli e­splodere in un applauso scro­sciante o in un urlo liberato­rio. I giovani della Sicilia han­no dimostrato di credere nel cambiamento, a dispetto di tutti i guai di questa terra. Piazza Politeama è una ma­rea umana già dalle prime o­re del pomeriggio. Si scatena alle note di Lello Analfino, lea­der dei Tinturia, gruppo mu­sicale siciliano, e si impenna quando Massimo Minutella chiede di salutare il Santo Pa­dre che sta arrivando nell’ul­tima tappa dell’intensa do­menica palermitana. Bene­detto XVI si gira per salutare e fare i complimenti al mat­tatore del palco, abbraccia Minutella che al settimo cie­lo gli chiede di non dimenti­care questi giovani, di portar­li tutti nel cuore. Due di quei ragazzi pieni di entusiasmo, reduci dai due giorni di convegno regionale sulle famiglie e sui giovani, salgono sul palco, a due pas­si dal Papa, ingoiano l’emo­zione e spiegano con voce si­cura quali sono i loro sogni. "Da questa nostra bella isola, dalle aule delle nostre scuole, dai corridoi così densi di vita e di sogni, vogliamo dichiara­re il nostro desiderio di edu­cazione – dice Giorgia Travel­la, studentessa liceale di La­scari, in provincia di Palermo –. Abbiamo bisogno che non si rinunci mai all’importanza di maestri che siano testimo­ni veri, a relazioni educative, come al quotidiano confron­to e alla trasmissione del sa­pere". "Abbiamo molto da ri­cevere e tanto riceviamo an­che dalla Chiesa e dai nostri sacerdoti. Ma abbiamo anche moltissimo da donare se qualcuno ci accoglie, ci a­scolta, ci fa innamorare sem­pre più di Gesù Cristo". La piazza ascolta, annuisce, so­no i sogni di ciascuno di loro. Poi tocca a David Roccaro, studente di Giurisprudenza, uno dei tanti giovani che cre­de della formazione e nello studio "come occasione di ri­scatto e di rinnovato impe­gno.Noi non vogliamo ri­nunciare al sogno di una Sici­lia migliore, fecondata dal sangue di tanti martiri della giustizia e della fede come Falcone, Borsellino, don Pino Puglisi e Rosario Livatino – scandisce mentre scoppia l’applauso –. Viviamo in Sici­lia un momento storico ecce­zionale, mai come ora la cri­minalità è stata colpita e mes­sa in difficoltà. Per questo è l’ora di rafforzare il nostro im­pegno in difesa dei valori cri­stiani e sociali, ma anche co­me chiave di lettura per lo stu­dio, l’educazione, il lavoro...che non c’è". Le migliaia di giovani che hanno conosciuto il Papa in Piazza Politeama son tornati alle loro case. Anche Benedetto XVI non è più a Palermo. Rimane tanto però negli occhi, nelle orecchie, nella memoria, a chi ha passato il pomeriggio in loro compagnia. Anche ad occhi profani non è sfuggita l’emozione del Santo Padre, accolto come un parente stretto al quale si dà del tu senza nemmeno rendersene conto. Tanto che Benedetto (semplicemente, come lo hanno chiamato tutti), lo dice a chiare lettere quanto ci ha tenuto a quest’appuntamento: “È l’incontro centrale della mia visita”. E i giovani? Dopo tanta attesa danno voce e corpo al loro entusiasmo. Gridano il nome di quello che per loro è “un nuovo amico”, si alzano sulle punte dei piedi per non perdere nemmeno un secondo della sua presenza lì vicino a loro. Alcuni, nel pieno dell’emozione, si schernisono forse per non lasciare andare con le parole quello che hanno sentito e appreso. Altri sono contenti di comunicare il loro stato d’animo. “Quello che mi rimane di quest’incontro? Una grande speranza nel futuro”. Lui si chiama Matteo. “Le parole del Papa che mi hanno colpito di più sono state quelle contro la mafia – continua – Ci ha detto che combatterla non è difficile”. Seduto vicino a Matteo, su un gradino, c’è il suo amico Dario: “Ora abbiamo tanta speranza in più”. “Quella che provo per adesso è tanta gioia. Il Papa ha detto delle cose importanti – a parlare è Sonia -, soprattutto quando ha parlato della famiglia. Mi ha commossa”. C’è poi chi come Oliviero parla di “una sensazione di fede ritrovata”. “Spero che tutti i giovani come me adesso capiscano che dobbiamo camminare tutti assieme”, scandisce Adriano.

Avvenire, Live Sicilia

Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Il segretario generale: assemblea significativa per tutta la Chiesa. Le novità e le finalità dell'assise

“Un’assise sinodale di carattere regionale, ma assai significativa per tutta la Chiesa, considerando l’importanza del Medio Oriente, della Terra Santa, per la Chiesa universale, anzi per tutti i cristiani”. Così mons. Nikola Eterović (nella foto con Benedetto XVI), segretario generale del Sinodo dei vescovi, presenta in un’intervista all'agenzia SIR l’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi. Questa assemblea, spiega mons. Eterović, sarà caratterizzata da “una duplice novità”: “La prima consiste nella convocazione stessa che corrisponde al desiderio di molti vescovi della regione, come pure alla sensibilità pastorale del Santo Padre”. Il secondo aspetto, spiega il segretario generale, “è la composizione dell’assemblea che rifletterà la realtà della Chiesa Cattolica in Medio Oriente. In tale regione, oltre la Chiesa di tradizione latina, vi sono 6 Chiese orientali cattoliche con a capo un patriarca. Tutti loro con i vescovi delle rispettive Chiese prenderanno parte all’assise sinodale in modo che la percentuale di Padri sinodali di tradizione orientale sarà molto più grande di quella di tradizione latina”. “La finalità del Sinodo – spiega mons. Eterović – sarà prevalentemente pastorale, come indica il tema ‘La Chiesa cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza’. I Padri sinodali sono invitati ad approfondire i legami di comunione a livello di ogni Chiesa orientale cattolica, tra le rispettive Chiese sui iuris, inclusa anche la Chiesa di tradizione latina. Una rinnovata comunione, che si esprime a livello catechetico, pastorale, come pure in progetti di promozione umana, diventerà la migliore testimonianza nei riguardi degli appartenenti ad altre Chiese e comunità ecclesiali e faciliterà alquanto il dialogo ecumenico”. Il segretario generale del Sinodo dei vescovi ricorda che “la testimonianza di vita evangelica dei cristiani, presi personalmente e come comunità, è assai importante anche per promuovere il dialogo con gli ebrei, con i quali la Chiesa ha rapporti del tutto particolari, come pure con i musulmani che rappresentano la maggioranza della popolazione in vari Paesi del Medio Oriente”. Per mons. Eterović, “si tratta di un contributo essenziale della Chiesa che non mancherà di avere influssi positivi su tutta la società, appoggiando progetti di pace e di giustizia che presuppongono il perdono e la riconciliazione, valori indispensabili per ristabilire il dialogo nella verità e nella carità a beneficio di tutti gli uomini di buona volontà della regione”. Mons. Eterović si sofferma anche sulle sfide della Chiesa in Medio Oriente. “Tra le più importanti – dice – c’è la testimonianza cristiana a livello personale, familiare e sociale. Il Sinodo si propone di rafforzare l’identità dei cristiani in Medio Oriente tramite la Parola di Dio e i Sacramenti. Un cristiano cosciente della sua vocazione nella Terra Santa, sarà lieto di potervi restare, continuando ad offrire un contributo specifico alla costruzione di una società pacifica”. A livello sociale, aggiunge il segretario generale del Sinodo, “non mancano altre sfide: l’emigrazione e il numero sempre più ridotto di cristiani in alcuni Paesi, la mancanza di libertà religiosa, il fondamentalismo, la violenza, l’incertezza del futuro soprattutto per i giovani”. Al riguardo mons. Eterović ricorda che “la forza dei cristiani è la fede in Dio, che essi hanno ereditato dai loro antenati. In queste terre i cristiani hanno vissuto in continuità dal tempo di Gesù, da quasi 2.000 anni, nonostante le grandi turbolenze della storia”. Ciò, conclude, “offre la speranza che, sotto l’azione dello Spirito Santo, i cristiani resteranno nei loro Paesi anche in futuro in modo che la Terra Santa non diventi una terra piena di preziosi monumenti storici, bensì una Chiesa viva”. Attualmente in Medio Oriente su una popolazione di 356.000.000 di persone, ci sono circa 20.000.000 cristiani di cui 5.000.000 cattolici.

SIR