SIR
martedì 5 ottobre 2010
Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Il segretario generale: assemblea significativa per tutta la Chiesa. Le novità e le finalità dell'assise
“Un’assise sinodale di carattere regionale, ma assai significativa per tutta la Chiesa, considerando l’importanza del Medio Oriente, della Terra Santa, per la Chiesa universale, anzi per tutti i cristiani”. Così mons. Nikola Eterović (nella foto con Benedetto XVI), segretario generale del Sinodo dei vescovi, presenta in un’intervista all'agenzia SIR l’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi. Questa assemblea, spiega mons. Eterović, sarà caratterizzata da “una duplice novità”: “La prima consiste nella convocazione stessa che corrisponde al desiderio di molti vescovi della regione, come pure alla sensibilità pastorale del Santo Padre”. Il secondo aspetto, spiega il segretario generale, “è la composizione dell’assemblea che rifletterà la realtà della Chiesa Cattolica in Medio Oriente. In tale regione, oltre la Chiesa di tradizione latina, vi sono 6 Chiese orientali cattoliche con a capo un patriarca. Tutti loro con i vescovi delle rispettive Chiese prenderanno parte all’assise sinodale in modo che la percentuale di Padri sinodali di tradizione orientale sarà molto più grande di quella di tradizione latina”. “La finalità del Sinodo – spiega mons. Eterović – sarà prevalentemente pastorale, come indica il tema ‘La Chiesa cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza’. I Padri sinodali sono invitati ad approfondire i legami di comunione a livello di ogni Chiesa orientale cattolica, tra le rispettive Chiese sui iuris, inclusa anche la Chiesa di tradizione latina. Una rinnovata comunione, che si esprime a livello catechetico, pastorale, come pure in progetti di promozione umana, diventerà la migliore testimonianza nei riguardi degli appartenenti ad altre Chiese e comunità ecclesiali e faciliterà alquanto il dialogo ecumenico”. Il segretario generale del Sinodo dei vescovi ricorda che “la testimonianza di vita evangelica dei cristiani, presi personalmente e come comunità, è assai importante anche per promuovere il dialogo con gli ebrei, con i quali la Chiesa ha rapporti del tutto particolari, come pure con i musulmani che rappresentano la maggioranza della popolazione in vari Paesi del Medio Oriente”. Per mons. Eterović, “si tratta di un contributo essenziale della Chiesa che non mancherà di avere influssi positivi su tutta la società, appoggiando progetti di pace e di giustizia che presuppongono il perdono e la riconciliazione, valori indispensabili per ristabilire il dialogo nella verità e nella carità a beneficio di tutti gli uomini di buona volontà della regione”. Mons. Eterović si sofferma anche sulle sfide della Chiesa in Medio Oriente. “Tra le più importanti – dice – c’è la testimonianza cristiana a livello personale, familiare e sociale. Il Sinodo si propone di rafforzare l’identità dei cristiani in Medio Oriente tramite la Parola di Dio e i Sacramenti. Un cristiano cosciente della sua vocazione nella Terra Santa, sarà lieto di potervi restare, continuando ad offrire un contributo specifico alla costruzione di una società pacifica”. A livello sociale, aggiunge il segretario generale del Sinodo, “non mancano altre sfide: l’emigrazione e il numero sempre più ridotto di cristiani in alcuni Paesi, la mancanza di libertà religiosa, il fondamentalismo, la violenza, l’incertezza del futuro soprattutto per i giovani”. Al riguardo mons. Eterović ricorda che “la forza dei cristiani è la fede in Dio, che essi hanno ereditato dai loro antenati. In queste terre i cristiani hanno vissuto in continuità dal tempo di Gesù, da quasi 2.000 anni, nonostante le grandi turbolenze della storia”. Ciò, conclude, “offre la speranza che, sotto l’azione dello Spirito Santo, i cristiani resteranno nei loro Paesi anche in futuro in modo che la Terra Santa non diventi una terra piena di preziosi monumenti storici, bensì una Chiesa viva”. Attualmente in Medio Oriente su una popolazione di 356.000.000 di persone, ci sono circa 20.000.000 cristiani di cui 5.000.000 cattolici.