giovedì 8 aprile 2010

Verso la Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Decisi i primi gemellaggi tra i giovani italiani e quelli spagnoli per i Giorni nelle diocesi

Mancano meno di 500 giorni alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid 2011 e le diocesi italiane si preparano già ai gemellaggi con quelle spagnole, nell’ambito dei “Giorni nelle diocesi” previsti dall’11 al 15 agosto 2011. Dal sito ufficiale italiano della GMG, www.gmg2011.it, in un grafico dei gemellaggi, emerge che tutte le diocesi toscane, ben 18, vivranno i giorni nelle diocesi a Valencia e lo stesso faranno i giovani di Roma. Le 8 diocesi umbre saranno a Santiago de Compostela. Tra le diocesi spagnole più richieste dalle italiane c’è Barcellona, comunità autonoma della Catalogna, città dove troneggia la Sagrada Familia di Gaudì e dove Benedetto XVI si recherà domenica 7 novembre. A scegliere, fino ad oggi, la Catalogna, sono le diocesi di Fidenza, Milano, Aosta, Biella, Ivrea, Novara, Susa e Vercelli. Particolare interesse sembrano anche sollevare le diocesi di Salamanca, meta finora dei giovani di Como, Lodi, Pavia, Vigevano e di Toledo dove si recheranno quelli di Faenza, Fano, Pesaro e Urbino. Con Calahorra si gemelleranno le diocesi di Mantova, Alessandria, Asti e Casale Monferrato, mentre Palermo ha scelto Getafe e Cosenza, Verona e Treviso Saragozza. Per il momento chiude Modena con Granada. Per informazioni sui gemellaggi le diocesi possono contattare il loro referente per la pastorale giovanile.

SIR

'Famiglia Cristiana': quale stato o confessione religiosa si è mossa come la Chiesa di Benedetto XVI per portare alla luce e perseguire la pedofilia?

''Il Papa agisce, gli Stati no''. E' il titolo dell'editoriale di Famiglia Cristiana dedicato allo scandalo pedofilia a firma di Beppe Del Colle. ''Quale Stato si è mai preoccupato seriamente dell'abuso sessuale dei minori come fenomeno sociale di estrema importanza? - si legge sul settimanale - Quale altra confessione religiosa si è mossa, come sta facendo la Chiesa di Benedetto XVI, per scovare, denunciare e assumere pubblicamente il problema, portandolo alla luce e perseguendolo esplicitamente?''. ''Lo 'scandalo' mediatico scatenato sui 'preti pedofili' in due continenti, Europa e America, sta rivelando un fenomeno di malafede difficilmente immaginabile per qualsiasi altro caso di comportamenti immorali e illegali - si legge su Famiglia Cristiana - E' ora di reagire sul piano della realtà e dire le cose come stanno davvero''. ''Non c'è alcun dubbio - continua - che la pedofilia è per la Chiesa Cattolica 'vergogna e disonore', come ha scritto Benedetto XVI nella Lettera ai cattolici irlandesi, in cui parla di 'crimini abnormi' e di colpo inferto alla Chiesa 'a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione'. Lo stesso Pontefice aveva già drammaticamente lamentato 'quanta sporcizia c'è nella Chiesa', quando era ancora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e lo aveva fatto con cognizione di causa, visto che tante cose, in quella veste, già le conosceva''.

Marco Tosatti, San Pietro e dintorni

Poletto: gusto sadico e morboso sui preti pedofili, bisogna mettere il punto fine. Bertone: i sacerdoti infedeli un dolore molto grande per il Papa

''Su questa vicenda bisogna mettere il punto fine''. Lo ha detto il card. di Torino Severino Poletto a proposito dei casi di pedofilia all'interno della Chiesa denunciati di recente. ''C'è stata una dichiarazione ufficiale della Segreteria di stato - ha aggiunto Poletto a margine di una conferenza stampa di presentazione dell'Ostensione della Sindone, al via a Torino dal 10 aprile - che ha chiarificato tutto e che ha dimostrato che le cose non sono state insabbiate. Se ci sono cose negative nessuno le nega, e nella sua Lettera ai cattolici d'Irlanda, che vale per tutti i cattolici del mondo, il Papa ha ribadito che proviamo vergogna per quelle che è capitato da parte di persone consacrate, però al di là di questo, non ci può essere il gusto sadico e morboso di andare a scovare cosa ha fatto una persona trenta o quaranta anni fa. Bisogna avere un pò di rispetto''. Poletto ha sottolineato come Papa Benedetto XVI sia stato definito dalla stampa il ''prefetto di ferro'' proprio per la sua intransigenza e la sua severità contro il male e la trasgressione.
I casi di pedofilia nel clero hanno arrecato "un dolore molto grande" al Papa ha detto invece il segretario di Stato Vaticano, card. Tarcisio Bertone, in visita in Cile, sottolineando che la Chiesa Cattolica "ha la forza interiore" per portare avanti la sua missione in favore di "un mondo e un’umanità nuovi". "Il Santo Padre ha sofferto molto, così come noi pastori, per questi casi di sacerdoti infedeli, non fedeli alla propria vocazione e missione", ha detto ai cronisti il card. Bertone al suo arrivo all’aeroporto di Punta Arenas, estremo sud del Paese. "La Chiesa - ha proseguito il segretario di Stato - è un’istituzione che ha una forza interiore e il carisma di Gesù Cristo, che nonostante questi casi continua a proteggere e a sostenere la sua Chiesa". Rispondendo ad una domanda sulla possibilità che lo scandalo sulla pedofilia possa portare ad un calo delle vocazioni, Bertone ha risposto di sperare che ciò non accada, precisando che "la missione di annunciare un mondo nuovo è una sfida per tutti, nonostante i segnali negativi, in questa grande opera di ricostruzione di una nuova umanità, che rappresenta il futuro".

Asca, La Stampa

Il Vangelo dei discepoli di Emmaus. Il Papa: Gesù nostro compagno di viaggio per riaccendere nei nostri cuori il calore della fede e della speranza

Sulle strade del mondo Cristo si fa, attraverso l’Eucaristia, un quotidiano “compagno di viaggio” per ogni persona, come lo fu per i discepoli di Emmaus. I protagonisti di questo celebre episodio del Vangelo di Luca sono al centro della liturgia della Messa del mercoledì e del giovedì dell’Ottava di Pasqua. E alla loro vicenda umana, che si intreccia con lo straordinario incontro con Gesù risorto, Benedetto XVI ha dedicato una pagina del suo Magistero. Sette miglia a piedi per raccontarsi la cocente delusione di un sogno spezzato. Per tornare a casa con l’acuto rammarico di chi si è visto strappare via, con violenza sanguinosa, le speranze di un nuovo futuro per Israele. Questo è perlomeno ciò che credono quel lunedì Cleopa e il suo sconosciuto compagno di cammino, mentre lentamente sollevano polvere e rimpianti lungo la strada che porta al loro villaggio, Emmaus, e mentre alle loro spalle le mura di Gerusalemme rimpiccioliscono come le loro attese tradite il venerdì precedente. E poi quell’uomo che per strada si unisce a loro, così “straniero” da aver bisogno che qualcuno gli racconti cosa è successo tre giorni prima sull’altura del Golgota, teatro di una morte ingiusta quanto giusto era stato “in parole e opere” il profeta crocifisso. Riflettendo con attenzione sui sentimenti dei due discepoli dal “volto triste”, Benedetto XVI nota: “Nel colloquio dei discepoli con l'ignoto viandante colpisce l'espressione che l'evangelista Luca pone sulle labbra di uno di loro: 'Noi speravamo'...”.
“Quel verbo al passato dice tutto: Abbiamo creduto, abbiamo seguito, abbiamo sperato..., ma ormai tutto è finito. Anche Gesù di Nazaret, che si era dimostrato profeta potente in opere e in parole, ha fallito, e noi siamo rimasti delusi. Questo dramma dei discepoli di Emmaus appare come uno specchio della situazione di molti cristiani del nostro tempo: sembra che la speranza della fede sia fallita. La stessa fede entra in crisi, a causa di esperienze negative che ci fanno sentire abbandonati dal Signore” (Regina Cæli, 6 aprile 2008).
Neanche il racconto delle donne che riferiscono di aver avuto una visione di uomini secondo i quali Gesù “è vivo” ha il potere di scuotere sul serio i due uomini di Emmaus. I discepoli corsi al sepolcro “non l’hanno visto”, ammettono, come a dire che una pur grandiosa notizia, la risurrezione, non ha che il peso di un’illusione davanti al realismo di un sepolcro desolatamente vuoto. Dopodiché, su quella strada per Emmaus, ha inizio un ideale secondo tempo: Cristo si rivela gradualmente ai due, prima parlando di sé attraverso i testi sacri e poi spezzando il pane per loro.
“Questo stupendo testo evangelico contiene già la struttura della Santa Messa: nella prima parte l'ascolto della Parola attraverso le Sacre Scritture; nella seconda la liturgia eucaristica e la comunione con Cristo presente nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue” (Regina Cæli, 6 aprile 2008).
A quel punto Cristo scompare alla vista dei due discepoli di Emmaus. Ma sull’altare in cui è stata trasformata la loro povera tavola resta il segno di quel pane frazionato e offerto, come da duemila anni avviene nelle chiese del mondo: “E così l’incontro con Cristo Risorto, che è possibile anche oggi, ci dona una fede più profonda e autentica, temprata, per così dire, attraverso il fuoco dell’evento pasquale; una fede robusta perché si nutre non di idee umane, ma della Parola di Dio e della sua presenza reale nell’Eucaristia". (Regina Cæli, 6 aprile 2008).
L’incredulità è vinta, la delusione dimenticata, la tristezza dissolta. Adesso, i due di Emmaus avvertono l’ardore di una gioia che, si dicono l’un l’altro, ha iniziato a bruciare il cuore dalle prime parole dello straniero. Adesso è l’ora dell’entusiasmo consapevole, di un annuncio da portare a Gerusalemme senza perdere tempo. Le sette miglia vengono ripercorse al contrario, subito, non importa più se si è fatta sera e il giorno è già volto al declino. Adesso, la polvere e la distanza dissolvono in fretta i contorni di un piccolo villaggio, che più che un sito geografico, afferma il Papa, resta nella storia cristiana un luogo dello spirito.
“La località di Emmaus non è stata identificata con certezza. Vi sono diverse ipotesi, e questo non è privo di una sua suggestione, perché ci lascia pensare che Emmaus rappresenti in realtà ogni luogo: la strada che vi conduce è il cammino di ogni cristiano, anzi, di ogni uomo. Sulle nostre strade Gesù risorto si fa compagno di viaggio, per riaccendere nei nostri cuori il calore della fede e della speranza e spezzare il pane della vita eterna” (Regina Cæli, 6 aprile 2008).

Radio Vaticana

Padre Lombardi: paradossale e ridicolo insinuare che il card. Ratzinger abbia coperto o insabbiato il procedimento a carico di padre Maciel

''E' paradossale e, per le persone ben informate, ridicolo insinuare che il card. Ratzinger sia responsabile di qualsiasi copertura o insabbiamento''. Padre Federico Lombardi (nella foto con Benedetto XVI), portavoce vaticano, ha risposto così alla richiesta dell'agenzia cattolica austriaca Kathpress di una risposta all'articolo del settimanale tedesco Stern, che accusa Papa Benedetto XVI, quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, di aver contribuito alla chiusura dell'indagine ecclesiastica sul fondatore dei Legionari di Cristo, padre Marcial Maciel. ''E' stato proprio il servizio di Ratzinger alla testa della Congregazione per la Dottrina della Fede - ricorda padre Lombardi - a far avanzare il procedimento a carico del fondatore dei Legionari di Cristo Marcial Maciel Degollado''.

Asca

'Wall Street Journal': casi come quello Murphy aiutarono il Papa a promuovere riforme che diedero alla Chiesa strumenti più efficaci contro gli abusi

"L’uomo che è ora Papa riaprì casi che erano stati chiusi; fece più di chiunque altro per processare casi e per rendere responsabili i preti che abusarono; e divenne il primo Papa ad incontrare le vittime. L’interpretazione più ragionevole di tutti questi fatti è che casi come quello di Murphy lo aiutarono a promuovere riforme che diedero alla Chiesa strumenti più efficaci per gestire gli abusi commessi dai preti". Lo afferma William Mc Gurn, editorialista del Wall Street Journal che "smonta" in un articolo la campagna iniziata dal New York Times, rilevando che oggi "a differenza del papato romano, in alcuni circoli il NYT ancora gode della presunzione di autorevolezza". "Così quando la prima pagina offre una storia titolata 'Il Vaticano rifiutò di spretare un sacerdote che abusava di bambini sordi' la gente lo nota". Il WSJ contesta in particolare ai concorrenti di aver utilizzato come fonte quasi esclusiva un avvocato che avendo patrocinato decine di cause simili notoriamente ha "un grande interesse finanziario" nel danneggiare la credibilità della Chiesa.

Avvenire

'National Catholic Reporter': con somme di denaro Maciel comprava la sua difesa nella Curia romana. Il card. Ratzinger rifiutò una 'bustarella'

Il fondatore dei Legionari di Cristo, padre Marcial Maciel Degollado "inviava flussi di denaro ai funzionari della Curia romana" con lo scopo di "comprare il sostegno per il suo gruppo e la difesa per sé, semmai lo sbalorditivo segreto della sua vita fosse stato scoperto", secondo il National Catholic Reporter. In una nota diffusa a fine marzo, a pochi giorni dalla conclusione della prima fase di una visita apostolica del Vaticano, la congregazione ha riconosciuto che il proprio fondatore abusò sessualmente di alcuni seminaristi minorenni, concepì figli illegali e mise in atto "altri gravi comportamenti". I Legionari di Cristo e l'associazione laicale Regnum Christi hanno poi affermato di attendere "con obbedienza filiale" le prossime indicazioni del Papa. La rivista statunitense sostiene che padre Maciel "aveva il sicuro sostegno di tre figure-chiave" della Santa Sede: il card. Eduardo Martinez Somalo, allora prefetto della Congregazione per i religiosi, mons. Stanislaw Dziwisz, allora segretario personale di Giovanni Paolo II, e l'allora Segretario di Stato Angelo Sodano, intervenuto alla Messa di Pasqua in Piazza San Pietro e in un'intervista a L'Osservatore romano in difesa del Papa contro gli attacchi mediatici sul caso della pedofilia. La testata americana intervista alcuni testimoni che riferiscono che il fondatore dei Legionari di Cristo faceva giungere a diversi esponenti del Vaticano "donazioni". "Un cardinale che rifiutò un regalo finanziario della Legione fu Joseph Ratzinger", scrive. "Nel 1997 tenne una lezione di teologia ai Legionari. Quando un Legionario gli porse una busta dicendo che era per usi caritatevoli, Ratzinger rifiutò". Secondo la testata Usa, "dopo che alcuni ex legionari che erano stati vittime" di violenze sessuali "sporsero denuncia canonica contro Maciel alla Congregazione per la Dottrina della fede, Sodano in qualità di Segretario di Stato fece pressioni su Ratzinger, in quanto prefetto della congregazione, perché fermasse il procedimento". Eletto Papa, Ratzinger mandò però avanti l'istruttoria. Il nuovo prefetto del dicastero vaticano, il card. William Levada, "tenendo conto sia dell'età avanzata del Rev.do Maciel che della sua salute cagionevole", decise, come si legge in una nota diffusa dalla sala stampa vaticana il 19 maggio 2006, "di rinunciare ad un processo canonico e di invitare il Padre ad una vita riservata di preghiera e di penitenza, rinunciando ad ogni ministero pubblico".

Apcom