lunedì 18 luglio 2011

L'appello di Benedetto XVI per il Corno d'Africa. La Conferenza Episcopale italiana stanzia 1 milione di euro. Si mette in moto anche la Caritas

"In risposta all’accorato invito del Santo Padre a operare per sollevare le popolazioni nel Corno d’Africa, colpite da una grave siccità e dalla conseguente carestia, la presidenza della Conferenza Episcopale italiana invita a pregare per le comunità e a sostenere le iniziative di solidarietà promosse dalla Caritas italiana". Con un comunicato reso noto questa sera dall’Ufficio comunicazioni sociali i vescovi italiani rendono nota la loro decisione di rendere immediatamente concreta la risposta all’appello di Benedetto XVI ieri all’Angelus. "La presidenza della CEI – si legge ancora nel comunicato - per far fronte alle necessarie emergenze e ai bisogni essenziali delle persone colpite, ha stanziato un milione di euro dai fondi derivanti dall’otto per mille. L’apposito Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo provvederà all’erogazione della somma accordata, accogliendo le richieste che stanno pervenendo o perverranno, sostenendo direttamente progetti di enti ecclesiali locali che operano in collegamento con le istituzioni caritative della Conferenza Episcopale o delle diocesi del luogo". Sono circa 10 milioni le persone colpite da siccità e carestia in Kenya, Somalia, Etiopia, Gibuti, e anche in Eritrea. Lo afferma Caritas italiana che, “in risposta anche all’appello pronunciato ieri da Benedetto XVI all’Angelus", ha già provveduto a mettere a disposizione per l’emergenza 300mila euro mobilitandosi, con l’intera rete delle organizzazioni caritative cattoliche, per “sostenere programmi di aiuti rivolti ai Paesi del Corno d’Africa, colpiti da una siccita’ che risulta la piu’ grave degli ultimi sessant’anni". “L’emergenza umanitaria – afferma la Caritas – riguarda soprattutto i bambini e gli anziani che piu’ di tutti patiscono gli effetti disastrosi della scarsità di piogge che negli ultimi due anni ha fatto seccare le terre, distruggendo ogni forma di coltivazione". La Caritas italiana, è spiegato, collabora da anni nel Corno d’Africa con le locali comunità, in vari ambiti: salute, istruzione e contrasto, in generale, di ogni forma di esclusione sociale. Inoltre, la Caritas in Somalia, attraverso il programma ‘Lifeline’, sta provvedendo all’assistenza di 7.000 persone, delle quali 1.400 sono bambini e anziani. A questo si aggiunge un altro programma di aiuti per 70.000 nomadi nel Somaliland Orientale. La Caritas in Kenya, poi, ha avviato la distribuzione di generi di prima necessità a favore di 40.000 persone. Da parte sua, il vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, mons. Giorgio Bertin, sottolinea che “la situazione umanitaria in Somalia è disastrosa. Nel sud della Somalia, gli effetti della siccità si sommano a vent’anni di vuoto politico e di conflitti".

SIR, Meteo Web

Corno d'Africa. Mons. Bertin: rispondere subito all'appello del Papa. A rischio la vita di milioni di persone

GMG 2011-Il Papa a Madrid. Tra un mese l'arrivo di Benedetto XVI. Si conclude il pellegrinaggio per tutta la Spagna della Croce e dell'Icona di Maria

Esattamente fra un mese, il 18 agosto, il Papa arriverà a Madrid per la XXVI Giornata Mondiale della Ggioventù che si svolgerà nella capitale spagnola fino al 21 agosto. A fine giugno erano già 440 mila gli iscritti ma si attendono più di un milione di giovani da tutto il mondo. Questa sera vengono accolte nella Cattedrale di Santa Maria La Real de La Almudena, a Madrid, la Croce della GMG e l’Icona della Vergine Maria, reduci da un pellegrinaggio nelle diocesi spagnole in preparazione al grande evento. Alla presenza dei due simboli della GMG, il cardinale arcivescovo Antonio María Rouco Varela celebrerà una Veglia di preghiera cui parteciperanno numerosi gruppi impegnati nell’organizzazione del raduno. Il cammino della Croce e dell’Icona in terra di Spagna era iniziato il 14 settembre 2009, festa dell’Esaltazione della Croce, con una Veglia presieduta dallo stesso porporato.

Radio Vaticana

Padre Andrew: la Chiesa in Malaysia continuerà a essere se stessa, a proclamare la verità, a difendere la dignità della persona e la libertà religiosa

Dopo l’incontro di questa mattina fra il premier della Malaysia Najib Razak e Papa Benedetto XVI (foto) “mi aspetto che si annunceranno presto ufficialmente i rapporti diplomativi fra Santa Sede e Repubblica della Malaysia”, dice all’agenzia Fides padre Lawrence Andrew sj, sacerdote di Kuala Lumpur e direttore dell’Herald, il settimanale cattolico dell’arcidiocesi della capitale. Quello che porta all’instaurazione delle relazioni diplomatiche “è un cammino che si sta percorrendo, ed è molto positivo. D’altronde quello malaysiano è uno dei governi maggiormente democratici del Sudest asiatico e, nonostante alcuni problemi, vedo pochi ostacoli” nota padre Andrew. “Avere un Nunzio Apostolico stabile a Kuala Lumpur, potrebbe avere molte conseguenze positive sulla Chiesa e su tutta la comunità cristiana in Malaysia” spiega padre Andrew: “Miglioreranno le comunicazioni fra il governo e la Chiesa. Inoltre è per noi cristiani l’opportunità di diventare visibilmente una grande ‘banca morale’, cioè un punto di riferimento per la moralità, per la diffusione e la tutela dei valori, per combattere corruzione, abusi e gli altri mali che affliggono la vita nazionale”. La Chiesa Cattolica in questi giorni è stata anche criticata in Malaysia perché promuovere l’incontro, secondo alcuni, “contribuisce a restaurare l’immagine internazionale del governo dell’UMNO (United Malays National Organization), guidato da Najib Razak, oggi molto debole”. Padre Andrew, a tale proposito, dice: “L’intento non è questo: la Chiesa continuerà ad essere se stessa, a proclamare la verità, a difendere i valori fondamentali come la dignità della persona e la libertà religiosa: in tal modo vogliamo contribuire allo sviluppo del paese”. “Le maggiori questioni che ci riguardano – prosegue – restano sul tavolo: l’uso del termine Allah per i non musulmani; la libera circolazione delle Bibbie; la battaglia per l’eliminazione della pena di morte; il rispetto delle libertà e dei diritti umani fondamentali, senza alcuna discriminazione. Su tali questioni, valuteremo i passi concreti dell’esecutivo” spiega il direttore dell’Herald. Sui recenti moti della società civile che hanno attraversato la nazione nei giorni scorsi, il sacerdote afferma: “Il governo e la polizia continuano a intimidire le persone. Sei attivisti sono ancora in carcere e vi sono vari tentativi di limitare le libertà. Ma il messaggio al governo è giunto chiaro: trasparenza e legalità nelle prossime elezioni, che siano realmente libere e democratiche. Una istanza che unisce cristiani, musulmani e credenti delle altre religioni”. In Malaysia i musulmani rappresentano il 60% della popolazione, i buddisti sono circa il 20% i cristiani il 10%, fra i quali circa un milione di cattolici, gli induisti il 6,3%, e vi sono poi minoranze di taoisti, confuciani e seguaci di culti tradizionali.

Fides

Udienza del Papa al primo ministro della Malaysia. Nel colloquio l’importanza del dialogo interreligioso, saranno stabilite relazioni diplomatiche

Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il primo ministro della Malaysia, Najib Bin Abdul Razak (foto), che poi ha incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. Il colloquio personale col Papa è durato circa 20 minuti. Della delegazione giunta questa mattina nella residenza estiva del Papa, a Castel Gandolfo, fanno parte la mogli del premier malaysiano, i ministri degli Esteri e dell’Industria, l’arcivescovo di Kuala Lumpur mons. Murphy Pakiam, e un leader religioso musulmano della Malaysia, Tan Sri Dr Abdul Shukor Husin, presidente del Consiglio nazionale della Fatwa. “Nei cordiali colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - sono stati evocati i positivi sviluppi nei rapporti bilaterali e si è concordato di stabilire le relazioni diplomatiche tra la Malaysia e la Santa Sede. Inoltre, si è passato in rassegna la situazione politica e sociale nel mondo e nel Continente asiatico, con particolare riferimento all’importanza del dialogo interculturale e interreligioso per la promozione della pace, della giustizia e della maggiore comprensione tra i popoli”. Il premier, musulmano, ha ricordato di essere stato alunno di una scuola cattolica retta dai Lasalliani. Il Papa gli ha regalato una ceramica con una veduta di Piazza San Pietro. Il primo ministro, da parte sua, ha donato a Benedetto XVI un pregiato ricamo floreale, caratteristico del Paese orientale.

Radio Vaticana, Fides

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: UDIENZA AL PRIMO MINISTRO DELLA MALAYSIA