sabato 3 novembre 2012

Lombardi: impegno in questo mondo dev'essere alimentato da una speranza che sia capace di motivarlo, che ne orienti il cammino, verso 'cieli nuovi e terra nuova'. Senza non era possibile la prima evangelizzazione e non sarà possibile quella nuova

"Nel recente Messaggio conclusivo del Sinodo al popolo di Dio si ricorda che 'alla donna samaritana Gesù non si presenta semplicemente come colui che dà la vita, ma come colui che dona la 'vita eterna'. Il dono di Dio non è semplicemente la promessa di condizioni migliori in questo mondo, ma l'annuncio che il senso ultimo della nostra vita è oltre questo mondo, in quella comunione piena con Dio che attendiamo alla fine dei tempi'". Lo sottolinea il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, nella sua nota settimanale per "Octava Dies", programma informativo del Centro Televisivo Vaticano. "Il Messaggio - rileva Lombardi - continua poi ricordando che nella Chiesa le persone consacrate a Dio totalmente, in povertà, castità e obbedienza, devono essere proprio i testimoni di questo orizzonte dell'esistenza umana che va oltre la morte, testimoni dell'attesa di un compimento che si trova solo aldilà di quanto sperimentiamo su questa terra. Vocazione splendida, ma quanto esigente". "L'impegno in questo mondo - conclude il portavoce vaticano - è doveroso e necessario, ma dev'essere alimentato da una speranza che sia capace di motivarlo, che ne orienti il cammino, verso 'cieli nuovi e terra nuova'. Senza questa speranza non era possibile la prima evangelizzazione e non sarà possibile quella nuova. Leviamo dunque il capo per vedere il Signore che viene accompagnato dai suoi santi".

Agi
 

Parte lunedì il secondo processo sulla fuga di documenti vaticani riservati, a carico del tecnico informatico della Segreteria di Stato Claudio Sciarpelletti, imputato per favoreggiamento

Dopo la condanna dell'ex maggiordomo del Papa, parte lunedì il secondo e, prevedibilmente, ultimo processo vaticano relativo alla fuga di documenti riservati della Santa Sede, quello a carico di Claudio Sciarpelletti, tecnico informatico della segreteria di Stato. Su richiesta della difesa, la sua posizione era stata stralciata all'inizio del procedimento che ha condotto all'arresto di Paolo Gabriele per furto dei documenti poi finiti nel libro di Gianluigi Nuzzi "Sua Santità". Sciarpelletti, cittadino italiano, era stato arrestato in Vaticano per una notte il 25 maggio, due giorni dopo l'arresto dell'ex assistente di Camera del Pontefice. La notizia non è però trapelata sino al momento del rinvio a giudizio dei due indagati, lo scorso 13 agosto. Sciarpelletti è imputato per favoreggiamento. Il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi ha precisato che Sciarpelletti ha avuto un ruolo minore. L'informatico era stato trovato in possesso di una busta con alcuni documenti "non riservati", ha precisato il suo legale Gianluca Benedetti, ossia una "corrispondenza mail" e un "libello inqualificabile". La requisitoria del 'promotore di giustizia' Nicola Picardi ha rivelato che si tratta di "una relazione dal titolo 'Napoleone in Vaticano' riprodotta da Nuzzi nel volume 'Sua Santità'. In un primo momento - è sempre la ricostruzione del pm - Sciarpelletti aveva affermato che la busta (con timbro a secco sul retro della segreteria di Stato ufficio Informazioni e documentazioni) gli era stata consegnata da Paolo Gabriele, poi ha rettificato dicendo che gli era invece stata consegnata da un monsignore - coperto per omissis dalla lettera W - con lo scopo di recapitarla a Paolo Gabriele. In questo senso, ha sostenuto il suo avvocato, il tecnico informatico, che si dichiara non colpevole, ha indirizzato gli inquirenti verso Paolo Gabriele e il favoreggiamento si configurerebbe, di conseguenza, a carico del monsignore. "Tra me e Paolo Gabriele non c'era una grande amicizia, ma ci conoscevamo e scambiavamo opinioni", ha peraltro puntualizzato Sciarpelletti per bocca del suo legale. Il capitolo del libro di Nuzzi racconta di una misteriosa vicenda relativa ad un'auto dei gendarmi vaticani crivellata di colpi di arma da fuoco in territorio italiano, si focalizza sulla figura del comandante della gendarmeria, Domenico Giani, e si conclude con una ricostruzione che solleva la questione del "conflitto di interessi" in cui incorrerebbe, per le sue attività in Italia, un gendarme, Gianluca Gauzzi Broccoletti. Se Sciarpelletti si presenterà lunedì in aula, sarà la prima volta, poiché all'udienza alla quale ha ottenuto lo stralcio era rappresentato dal suo legale. Al processo che inizia lunedì nel tribunale alle spalle della Basilica di San Pietro sono previsti cinque testimoni: lo stesso maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, il vicecomandante della Guardia svizzera, William Kloter, il comandante della gendarmeria vaticana, Domenico Giani e il gendarme Gauzzi Broccoletti. Prevista inoltre la testimonianza di mons. Carlo Polvani, responsabile informazione della segreteria di Stato vaticana nonché nipote di quel mons. Carlo Maria Viganò che, oggi nunzio apostolico negli Stati Uniti, contestò l'anno scorso la decisione del cardinale Tarcisio Bertone di allontanarlo dalla segreteria del governatorato vaticano con lettere di denuncia della corruzione vaticana che finirono sui giornali italiani e costituirono l'antefatto del caso Vatileaks. Nel corso del primo processo i magistrati, Giuseppe Della Torre, Paolo Papanti-Pellettier e Venerando Marano, hanno stabilito che nel corso del processo-stralcio verrà analizzato anche il materiale informatico che i gendarmi vaticani avevano rinvenuto nella perquisizione a casa di Paolo Gabriele.

TMNews

Nel giorno della Commemorazione di tutti i fedeli defunti Benedetto XVI ha pregato sulle tombe dei suoi predecessori nelle Grotte della Basilica di San Pietro

Nel giorno della commemorazione di tutti i fedeli defunti, Benedetto XVI ha pregato sulle tombe dei suoi predecessori nella Basilica di San Pietro. Ieri pomeriggio, alle 18.00, il Papa è sceso nelle Grotte Vaticane dove, dopo un momento di raccoglimento davanti al sepolcro del principe degli Apostoli, ha guidato la preghiera in suffragio dei Pontefici. Letture e canti hanno scandito la celebrazione, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il card. Angelo Comastri, arciprete della basilica, con il vescovo Vittorio Lanzani, delegato della Fabbrica di San Pietro, l’arcivescovo James Michael Harvey, prefetto della Casa pontificia, con padre Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura, i monsignori Georg Gänswein, segretario particolare, e Alfred Xuereb, della segreteria particolare del Papa. Ha diretto il rito mons. Guido Marini, maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, assistito dal cerimoniere mons. Pier Enrico Stefanetti. Al termine della celebrazione il Pontefice si è inginocchiato a pregare davanti alle tombe dei suoi predecessori Giovanni Paolo I, Paolo VI, Pio XII, Pio XI e Benedetto XV.

L'Osservatore Romano

Benedetto XVI nomina Elemosiniere di Sua Santità mons. Guido Pozzo, finora segretario della 'Ecclesia Dei'. Un profilo dell’organismo della Santa Sede che ha il compito di esercitare la carità verso i poveri a nome del Papa

Il Santo Padre ha accolto la rinunzia presentata da mons. Félix del Blanco Prieto, per raggiunti limiti d'età, all'incarico di Elemosiniere di Sua Santità ed ha chiamato a succedergli nel medesimo incarico mons. Guido Pozzo (foto), finora segretario della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei", elevandolo in pari tempo alla sede arcivescovile titolare di Bagnoregio. L’Elemosineria è l’organismo della Santa Sede che ha il compito di esercitare la carità verso i poveri a nome del Papa. Piccoli gesti quotidiani compiuti silenziosamente e con discrezione a nome del Papa verso tutti i bisognosi, i poveri, i sofferenti in ogni angolo della terra. Questo è quello che fa l’Elemosineria Apostolica, istituita per la prima volta nel XIII secolo dal Beato Gregorio X. Fu poi Alessandro V con una bolla del 1409 a regolarne le formalità e le norme, mentre Leone XIII per favorire la raccolta di fondi per le opere di carità ha delegato all’Elemosiniere anche la facoltà di concedere la benedizione apostolica. Questo avviene ancora oggi in modo gratuito per le diverse circostanze, attraverso diplomi in pergamena. Ogni anno tantissime richieste di aiuto arrivano in questo luogo da parte di famiglie, immigrati, studenti, disoccupati che chiedono un piccolo contributo per andare avanti: pagare l’affitto, le bollette, per poter studiare o per ricevere cure mediche. L’importo che generalmente oscilla dai 100 ai 500 euro viene deciso, dopo un primo visto del parroco di riferimento, in base alla situazione e alla gravità – spiega mons. Felix del Blaco Prieto, già Elemosiniere, - in un’intervista a L'Osservatore Romano e ogni anno le donazioni effettuate superano il milione di euro. Dunque una carità mirata e feriale che il Papa incoraggia e sostiene personalmente, assicurandosi che non venga mai a mancare e che chi lavora in questo organismo svolge in modo esemplare, con pazienza e dedizione avendo come obiettivo quello di portare gioia e risollevare i cuori e far sentire la vicinanza e l’attenzione della Chiesa alla singola persona.

Radio Vaticana 

RINUNCE E NOMINE

Il Papa: la fede ci dice che la vera immortalità alla quale aspiriamo non è un’idea, un concetto, ma una relazione di comunione piena con il Dio vivente, lo stare nelle sue mani, nel suo amore, e diventare in Lui una cosa sola con tutti i fratelli e le sorelle che Egli ha creato e redento, con l’intera creazione

Questa mattina, all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Celebrazione Eucaristica in suffragio dei cardinali e dei vescovi defunti nel corso dell’anno. "Nei nostri cuori è presente e vivo il clima della comunione dei Santi e della commemorazione dei fedeli defunti", ha esordito il Papa nella sua omelia. "La visita ai cimiteri ci ha permesso di rinnovare il legame con le persone care che ci hanno lasciato; la morte, paradossalmente, conserva ciò che la vita non può trattenere. Come i nostri defunti hanno vissuto, che cosa hanno amato, temuto e sperato, che cosa hanno rifiutato, lo scopriamo, infatti, in modo singolare proprio dalle tombe, che sono rimaste quasi come uno specchio della loro esistenza, del loro mondo: esse ci interpellano e ci inducono a riannodare un dialogo che la morte ha messo in crisi - ha aggiunto il Papa -. Così, i luoghi della sepoltura costituiscono come una sorta di assemblea, nella quale i vivi incontrano i propri defunti e con loro rinsaldano i vincoli di una comunione che la morte non ha potuto interrompere". "Quando ci inoltriamo nei corridoi delle catacombe romane - come pure in quelli dei cimiteri delle nostre città e dei nostri paesi -, è come se noi - ha proseguito il Pontefice - varcassimo una soglia immateriale ed entrassimo in comunicazione con coloro che lì custodiscono il loro passato, fatto di gioie e di dolori, di sconfitte e di speranze. Ciò avviene, perché la morte riguarda l'uomo di oggi esattamente come quello di allora; e anche se tante cose dei tempi passati ci sono diventate estranee, la morte è rimasta la stessa".
"Di fronte a questa realtà, l’essere umano di ogni epoca cerca uno spiraglio di luce che faccia sperare, che parli ancora di vita, e anche la visita alle tombe esprime questo desiderio". “Come rispondiamo noi cristiani alla questione della morte?”. Il cristiano, è stata l’esortazione del Papa, è chiamato a rispondere “con la fede in Dio, con uno sguardo di solida speranza che si fonda sulla Morte e Risurrezione di Gesù Cristo”: “Allora la morte apre alla vita, a quella eterna, che non è un infinito doppione del tempo presente, ma qualcosa di completamente nuovo. La fede ci dice che la vera immortalità alla quale aspiriamo non è un’idea, un concetto, ma una relazione di comunione piena con il Dio vivente”. Una comunione, ha aggiunto, che è “stare nelle sue mani, nel suo amore, e diventare in Lui una cosa sola con tutti i fratelli e le sorelle che Egli ha creato e redento con l’intera creazione”. La nostra speranza allora, ha soggiunto, “riposa sull’amore di Dio che risplende nella Croce di Cristo e che fa risuonare nel cuore le parole di Gesù al buon ladrone: ‘Oggi con me sarai nel paradiso’”: “Questa è la vita giunta alla sua pienezza: quella in Dio; una vita che noi ora possiamo soltanto intravedere come si scorge il cielo sereno attraverso la nebbia”. Quindi il Papa si è soffermato sulla testimonianza offerta dai dieci cardinali e dagli arcivescovi e vescovi morti nell’ultimo anno. Tra l’11 dicembre 2011 e il 20 settembre scorso sono morti dieci porporati: gli statunitensi Foley e Bevilacqua, il filippino Sánchez, il siriano Daoud, il portoricano Aponte Martínez, il guatemalteco Quezada Toruño, il brasiliano Sales, il cinese Shan Kuo-hsi, gli italiani Martini e Baldelli. Nello stesso lasso di tempo, dal 27 ottobre 2011 al 28 ottobre scorso, sono deceduti anche centoquarantatré arcivescovi e vescovi.
Sono "amici del Signore che, fidandosi della sua promessa, nelle difficoltà e anche nelle persecuzioni hanno conservato la gioia della fede, ed ora abitano per sempre la casa del Padre e godono della ricompensa celeste, ricolmi di felicità e di grazia. I Pastori che oggi ricordiamo hanno, infatti, servito la Chiesa con fedeltà e amore, affrontando talvolta prove onerose, pur di assicurare al gregge loro affidato attenzione e cura. Nella varietà delle rispettive doti e mansioni, hanno dato esempio di solerte vigilanza, di saggia e zelante dedizione al Regno di Dio, offrendo un prezioso contributo alla stagione post-conciliare, tempo di rinnovamento in tutta la Chiesa". La “Mensa eucaristica”, alla quale i presuli e porporati scomparsi si sono accostati, “anticipa nel modo più eloquente quanto il Signore ha promesso nel 'discorso della montagna': il possesso del Regno dei cieli, il prendere parte alla mensa della Gerusalemme celeste”, ha commentato il Papa. La nostra preghiera, dunque, è alimentata da una “ferma speranza che 'non delude'”, proprio perché alimentata dal “prodigioso avvenimento della Resurrezione”. Il Santo Padre ha quindi concluso l’omelia, affidando i cardinali e vescovi defunto alla materna intercessione della Vergine Maria: “Col suo sguardo premuroso vegli Maria su di essi, che ora dormono il sonno della pace in attesa della beata risurrezione”.

TMNews, Zenit, Radio Vaticana

SANTA MESSA IN SUFFRAGIO DEI CARDINALI E VESCOVI DEFUNTI NEL CORSO DELL’ANNO - il testo integrale dell'omelia del Papa