lunedì 23 maggio 2011

Padre Lombardi: con fedeltà e amore i cattolici cinesi continuano da decenni a vivere e a pregare in unione spirituale con il Papa e la Chiesa di Roma

L'appello di Papa Benedetto XVI a unirsi alla Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, il 24 maggio, rivolto mercoledì scorso al termine dell'Udienza generale, “merita una riflessione per quello che vuole essere anzitutto, cioè un appello alla preghiera”. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, lo ha sottolineato nell'ultimo editoriale di Octava Dies", settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano. “Il Papa crede nella forza della preghiera, e ci invita ad essere 'fiduciosi che, con la preghiera, possiamo fare qualcosa di molto reale' per quella Chiesa”, osserva il portavoce vaticano. Padre Lombardi offre poi un ricordo personale: “Oltre vent’anni fa, mentre mi trovavo in Cina per alcuni giorni, dopo aver celebrato con grande emozione l’Eucaristia con alcuni confratelli nella stanza interna dell’alloggio di una famiglia, un anziano sacerdote mi fece in francese un’unica domanda: 'Come sta in salute il Sovrano Pontefice?'. Erano anni in cui internet non esisteva e certamente i media cinesi non parlavano del Papa”. “Capii improvvisamente con quanta fedeltà e amore i cattolici cinesi continuavano da decenni a vivere e a pregare in unione spirituale con il Papa e la Chiesa di Roma, e mi commossi”, confessa. “Di questa unione e della sua importanza parla dunque il Papa, e questa ci invita a coltivare e manifestare anche da parte nostra rivolgendoci al Signore tramite 'Maria aiuto dei cristiani', come viene venerata dai cinesi nel famoso Santuario di Sheshan a Shanghai”, sottolinea padre Lombardi. Il portavoce ricorda poi che il Papa dice che i fedeli cinesi “hanno diritto alla nostra preghiera, hanno bisogno della nostra preghiera”. “Proprio perché la situazione della Chiesa in Cina è oggi segnata dalla sofferenza e da pressioni contrarie all’unione”, conclude il sacerdote gesuita, “dobbiamo pregare più intensamente”.

Zenit

Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina: appello del Papa. L'editoriale di padre Lombardi

Bagnasco: pedofilia del clero emergenza infame non ancora superata, presto le linee guida in preparazione già da un anno. Ombre non oscurino il bene

Gli abusi su minori commessi da preti, religiosi e personale della Chiesa Cattolica sono ''un'infame emergenza non ancora superata'' che ''causa danni incalcolabili a giovani vite e alle loro famiglie'', a cui ''non cessiamo di presentare il nostro dolore e la nostra incondizionata solidarieta'''. Così il card. Angelo Bagnasco (nella foto con Benedetto XVI), presidente della Conferenza Episcopale italiana, nella prolusione con cui ha aperto oggi pomeriggio i lavori della 63° Assemblea Generale dei vescovi italiani. ''Da oltre un anno, su mandato della Presidenza CEI, è al lavoro un gruppo interdisciplinare di esperti proprio con l'obiettivo di 'tradurre' per il nostro Paese le indicazioni provenienti dalla Congregazione (per la Dottrina della Fede); obiettivo che sotto il nome di 'Linee guida' oggi viene autorevolmente richiesto a tutte le Conferenze Episcopali del mondo''. ''L'esito di tale lavoro - ha precisato - sarà presto portato all'esame dei nostri organismi statutari''. ''Ripetiamo però - ha aggiunto - quest'oggi il grido amaro che già è risuonato nell'assemblea dello scorso anno: sull'integrità dei nostri sacerdoti non possiamo transigere, costi quel che costi. Anche un solo caso, in tale ambito, sarebbe troppo. Quando poi i casi si ripetono, lo strazio è indicibile e l'umiliazione totale''. Tuttavia, ''le ombre, anche le più gravi e dolorose, non possono oscurare il bene che c'è. Ancora una volta, quindi, noi vescovi confermiamo stima e gratitudine al nostro clero che si prodiga con fedeltà, sacrificio e gioia, nella cura delle comunità cristiane''.

Asca

Prolusione

Il 23 maggio 1992 la strage di Capaci che uccise Giovanni Falcone. Al termine della visita a Palermo l'omaggio di Benedetto XVI

"Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo, come tante volte i nostri vescovi hanno detto e dicono!".
Benedetto XVI, 3 ottobre 2010

Prima di ripartire per Roma l'omaggio a Falcone nel luogo della strage di Capaci e la preghiera per le vittime della mafia

SPECIALE IL PAPA A PALERMO

Don Di Noto: padre Spronck indegno dell’abito che porta e della missione che compie, getta discredito sul forte operato del Papa sulla pedofilia

Le parole di padre Herman Spronck, il delegato del provinciale dei salesiani per l’Olanda? “Chi dice che non vanno condannate a priori le relazioni tra adulti e bambini è un irresponsabile. A maggior ragione se è un sacerdote. In quel caso è irresponsabile due volte, visto che sbaglia come uomo e come sacerdote. Forse padre Spronck dovrebbe chiedere scusa alla Chiesa. Forse padre Spronck dovrebbe chiedere scusa ai bambini e a Dio. Forse, più che altro, padre Spronck non è informato su quanto duramente la Chiesa sta lottando per i bambini e per avere un clero più santo e impegnato a promuovere la tutela e la dignità dell’infanzia”. È questa la prima reazione di don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell’Associazione Meter, pioniere nella lotta alla pedofilia che proprio il 16 marzo scorso su denuncia di Meter avevano smantellato con l’operazione rescue la piattaforma pedofila culturale che aveva sede su un server in Olanda e che così commenta le incredibili frasi che padre Spronck ha rilasciato ieri in un’intervista in merito alla vicenda di un sacerdote che da anni un salesiano identificato come “padre B.”, 73 anni, fa parte del consiglio direttivo di “Martijn”, un impegno di cui era a conoscenza il suo diretto superiore. “Un sacerdote che dice quello che ha detto Spronck è indegno della Chiesa, dell’abito che porta e della missione che compie. Bastano le inutili, stupide parole dette da una persona evidentemente non in sintonia con la Chiesa, a gettare discredito sul duro, forte operato che con coraggio Benedetto XVI e dei vescovi e sacerdoti nel mondo. Ma come, mi chiedo, - prosegue don Di Noto - questo Papa ha dato giri di vite su giri di vite per combattere la pedofilia e l’abuso o la molestia da parte di sacerdoti indegni e che hanno perso di vista il rispetto dei bambini e la loro innocenza, e c’è ancora gente nella Chiesa e nella Società che pretende di dichiarare fesserie simili? E c’è chi ancora sostiene la 'normalizzazione della pedofilia' come se non sia bastata l’Operazione Rescue (Salvataggio) che dopo una denuncia di Meter ha permesso lo 'smantellamento' della “piattaforma della pedofilia culturale' nel mondo con l’individuazione anche di 234 bambini abusati dai pedofili culturali, 700 indagati, 250 arresti e ben 70.000 iscritti a questa piattaforma. Mi vergogno di Spronck e apprezzo la nota della Congregazione Salesiana. E se non condividesse la Chiesa su un dramma simile, forse dovrebbe chiedere la dimissione allo stato laicale ed è triste cha ancora tali affermazioni non sono configurabili come reato per “istigazione alla violenza sui minori”, conclude.

Iris Press

Procuratore generale dei salesiani: prenderemo i dovuti provvedimenti disciplinari per il prete olandese. Ci dissociamo dalle parole del delegato

La Curia generalizia dei salesiani è ''costernata'' per il caso di padre B., il prete salesiano dell'associazione pro-pedofilia ''Martijn'', e si ''dissociano'' dalle dichiarazioni alla stampa di padre Herman Spronck, delegato per l'Olanda del provinciale dei salesiani, che ''sembrano relativizzare la gravità del fatto''. Il procuratore generale dell'ordine fondato da don Bosco, padre Francesco Maraccani, annuncia che la sua Congregazione ''prenderà i dovuti provvedimenti disciplinari, conformemente ad un protocollo in atto già dall'anno 2002 e alle normative date dalla Chiesa su questa materia'' nei confronti di padre B. L'essere membro di un'associazione come ''Martijn'', ''è assolutamente incompatibile con i principi e i valori della tradizione salesiana. Quindi disapproviamo in maniera ferma tale fatto e prendiamo le distanze da un simile comportamento personale di un singolo confratello. Comprendiamo che questa notizia ha indubbiamente ferito ancora una volta la giusta sensibilità di tante persone. Comprendiamo il loro dolore e presentiamo le nostre scuse in nome dei Salesiani di don Bosco''. "Ci distanziamo totalmente dai commenti di padre H. Spronck", si legge invece in una nota del provinciale dei salesiani olandesi, padre Jos Claesdel. Il capo dei salesiani olandesi sottolinea di aver appreso con "grande sorpresa" dell'appartenenza di padre Van B. all'associazione pro-pedofili. "La composizione e le opinioni di tale associazione non sono coerenti con la nostra identità salesiana e il progetto educativo dei salesiani", afferma il superiore. Il provinciale annuncia, poi, la creazione di una commissione di indagine sul caso del sacerdote pedofilo. Il rapporto della commissione sarà inviato ai superiori della congregazione salesiana di Roma. Più in generale, i vertici dei salesiani olandesi stanno "esaminando la situazione attuale" relativamente anche a padre Spronk.

Asca, TMNews

Sconcertante: in Olanda un prete salesiano membro di un'associazione per la depenalizzazione della pedofilia. Per il superiore non è nulla di male

Singoli casi di preti coinvolti negli abusi sui minori sono stati negli ultimi tempi alla ribalta della cronaca, ma fino ad oggi non si era mai visto che un sacerdote diventasse membro attivo di un’associazione per la depenalizzazione della pedofilia e soprattutto che il suo diretto superiore ne giustificasse i comportamenti. Accade in Olanda, dove le autorità ecclesiastiche e i superiori salesiani stanno investigando su un caso rilanciato due giorni fa dal Daily Mail e, in Italia, dal blog Messainlatino.it. Don van B., salesiano di 73 anni, è infatti un militante impegnato nel consiglio direttivo di un’associazione che chiede la liberalizzazione della pedofilia e la depenalizzazione dei rapporti sessuali con minorenni. Il sacerdote ha avuto problemi giudiziari per atti osceni in luogo pubblico, mentre al presidente dell’associazione è stata contestata la detenzione di materiale pedo-pornografico. Ma a far scalpore, più ancora della già di per sé impressionante partecipazione di un prete all’associazione pro-pedofilia, è stata l’intervista che il suo diretto superiore, il delegato salesiano per l’Olanda, don Herman Spronk, ha rilasciato alla rete Rtl Nieuws. Il sacerdote ha rivelato di essere da tempo a conoscenza della partecipazione del confratello alla vita dell’associazione e di non aver ritenuto di prendere provvedimenti nei confronti di padre van B. Alla domanda su che cosa ne pensasse dei rapporti sessuali tra adulti e bambini, Spronk ha risposto che "simili relazioni non sono necessariamente dannose" e si è chiesto se le "norme sociali alle quali tutti dovrebbero attenersi" non siano "troppo strette". Incalzato dal giornalista, il sacerdote ha continuato la sua apologia dei rapporti con i minori facendo un esempio concreto: "Sono stato una volta avvicinato da un ragazzo di 14 anni che aveva una relazione con un religioso più anziano. La cosa non era più consentita e il ragazzo ne era davvero scosso, persino ferito. Diceva: 'Padre Herman, ma perché volete proibirlo?'. Bene, che cosa diresti a un ragazzo così?". Sconcertante anche un’altra risposta del delegato salesiano per l’Olanda: "Non dovremmo considerare l’età così rigidamente. Non si dovrebbe mai violare la sfera personale di un bambino se il bambino non lo desidera, ma quello ha a che fare col bambino stesso. Ci sono anche bambini che, loro stessi, indicano che si può fare. Il contatto sessuale è allora possibile". Parole che provocherebbero polemiche se pronunciate da chiunque, ma che sulla bocca di un prete lasciano interdetti.

Andrea Tornielli, La Stampa

Pedofili salesiani, e fieri di esserlo

Per il Superiore dei salesiani olandesi, i rapporti sessuali coi dodicenni sono OK

Aperta all'Università Lateranense l’Area internazionale di ricerca sulla dottrina sociale della Chiesa dedicata all’Enciclica 'Caritas in veritate'

“Sono convinto che nella storia dell’Università Lateranense questo è un giorno speciale”. Con queste parole mons. Enrico dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense, ha “salutato” oggi l’inaugurazione dell’Area internazionale di ricerca sulla dottrina sociale della Chiesa dedicata all’Enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate”. Si tratta, ha proseguito il vescovo, di “un’area di ricerca veramente internazionale e interdisciplinare, che vuole rispondere concretamente ad alcune istanze dell’emergenza educativa con il metodo e i contenuti caratteristici di un’istituzione accademica, quale è l’Università del Papa”. La nuova Area di ricerca, ha aggiunto mons. dal Covolo, “punta decisamente alla formazione di formatori, preparando persone, in particolare giovani ricercatori, capaci di intervenire efficacemente nel dibattito ecclesiale e sociale”. L’intenzione è quella di “offrire un contributo originale, scientificamente qualificato, e caratterizzato da un’originale sintesi teologica, per formare una generazione nuova, che guardi con apertura appassionata e feconda, cristianamente ispirata, alla politica, alla comunicazione, all’economia”. La nuova Area è stata presentata oggi nella Sala stampa, con una tavola rotonda dal titolo “Dalla 'Centesimus annus' alla 'Caritas in veritate. Vent’anni di Magistero sociale sulle orme dell’uomo”.

SIR

Istituita alla Lateranense un’Area internazionale di ricerca sulla dottrina sociale della Chiesa

Il Papa: edificare la nuova Europa facendo leva sui valori autentici che hanno fondamento nella legge morale universale inscritta nel cuore dell'uomo

Questa mattina, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza Tsetska Tsacheva (foto), presidente del Parlamento della Bulgaria, con una delegazione, in occasione delle celebrazioni nel contesto della festa liturgica dei Santi Cirillo e Metodio. Successivamente la delegazione è stata ricevuta dal Segretario di Stato card. Tarcisio Bertone insieme al segretario per i rapporti con gli Stati, mons. Dominique Mamberti.
Nel suo saluto, il Pontefice ha affermato che i Santi Cirillo e Metodio “favorirono un vasto rinnovamento spirituale e posero le basi per un’autentica promozione della libertà e dell'unità dell'Europa cristiana”. Ai popoli europei “questi due grandi Santi – ha sottolineato il Papa - ricordano che la loro unità sarà più salda se basata sulle comuni radici cristiane”. Infatti, nella storia dell'Europa, “il cristianesimo rappresenta un elemento centrale e qualificante. La fede cristiana ha plasmato la cultura del vecchio Continente e si è intrecciata in modo indissolubile con la sua storia, al punto che questa non sarebbe comprensibile se non si facesse riferimento alle vicende che hanno caratterizzato prima il grande periodo dell'evangelizzazione, e poi i lunghi secoli in cui il cristianesimo ha assunto un ruolo sempre più rilevante”. L'unità del Continente “rappresenta una prospettiva di grande speranza. Gli europei sono chiamati ad impegnarsi per creare le condizioni di una profonda coesione e di una effettiva collaborazione tra i popoli”, ma “per edificare su solide basi la nuova Europa” è necessario “far leva” sui “valori autentici, che hanno il loro fondamento nella legge morale universale, inscritta nel cuore di ogni uomo”.
Tsetska Tsacheva, a quanto riferisce il centro stampa del parlamento, ha determinato l'incontro con il Papa come un evento emozionante: "Ho sentito il senso di orgoglio di essere bulgara e di essere una discendente dei Santi fratelli Cirillo e Metodio, e anche per il fatto che per il loro lavoro letterario e spirituale c’è posto qui nella città santa e nel Vaticano. Gli ho augurato di continuare l’opera di Giovanni Paolo II di avvicinamento dei giovani e di tutta l’umanità alla fede, e l’opera di aver gettato un ponte di comprensione tra persone che professano fedi diverse". L’udienza in Vaticano si è conclusa con il tradizionale scambio di doni simbolici. Tsetska Tsacheva ha donato al Santo Padre Benedetto XVI una scultura in bronzo di Giovanni Battista e un dipinto raffigurante la cattedrale Alexander Nevski. La scultura è un lavoro di Alexander Proynov, mentre la pittura è dell'artista Pavel Mitkov.


SIR, Sofia Oggi

UDIENZA ALLA DELEGAZIONE DELLA BULGARIA NELLA MEMORIA LITURGICA DEI SANTI CIRILLO E METODIO - il testo integrale del saluto del Papa

Il Papa: non vi può essere unità reale tra i popoli europei senza il rispetto per la dignità di ogni persona umana e dei suoi diritti inalienabili

Questa mattina Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza Gjorge Ivanov, presidente della ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia, con una delegazione, in occasione delle celebrazioni nella memoria liturgica dei Santi Cirillo e Metodio. Successivamente la delegazione è stata ricevuta dal Segretario di Stato card. Tarcisio Bertone insieme al segretario per i rapporti con gli Stati, mons. Dominique Mamberti.
I Santi Cirillo e Metodio, ha detto il Pontefice nel suo saluto, “si prodigarono a far conoscere la dottrina cristiana, raccogliendola in libri scritti in lingua slava. Senza dubbio fu questo un evento decisivo per la crescita e lo sviluppo della civiltà e della cultura slava in generale. La testimonianza e l’insegnamento dei Santi Cirillo e Metodio sono ancora attuali sia per coloro che sono al servizio del Vangelo, sia per coloro che sono chiamati a governare le sorti delle Nazioni”. La vita di Cirillo e Metodio “fu totalmente dedicata all’attività apostolica e l’intuizione divina di rendere comprensibile e accessibile il messaggio della Rivelazione alle popolazioni fu motivo di unità per tradizioni e culture differenti”. “Nell’accoglienza del disegno salvifico di Dio – ha spiegato il Papa -, i popoli possono ritrovare i fondamenti sui quali edificare civiltà e società pervase dallo spirito di riconciliazione e di convivenza pacifica. Non vi può essere unità reale senza il rispetto per la dignità di ogni persona umana e dei suoi diritti inalienabili”.

SIR

UDIENZA ALLA DELEGAZIONE DELLA EX-REPUBBLICA JUGOSLAVA DI MACEDONIA, IN OCCASIONE DELLE CELEBRAZIONI IN ONORE DEI SANTI CIRILLO E METODIO - il testo integrale del saluto del Papa

Nel pomeriggio la prolusione del card. Bagnasco apre la 63° Assemblea generale della CEI. Giovedì il Papa e i vescovi affidano l'Italia a Maria

La 63° Assemblea Generale della Conferenza Episcopale italiana si aprirà questo pomeriggio nell'Aula del Sinodo con la prolusione del card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI e arcivescovo di Genova. Un appuntamento che quest'anno vivrà un momento particolarmente intenso con l'atto di affidamento alla Vergine che pronunceranno giovedì pomeriggio insieme con Benedetto XVI nella Basilica di Santa Maria Maggiore. In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, la Chiesa desidera affidare a Maria, invocata con il titolo di Mater Unitatis, tutto il popolo italiano. Per questo il Consiglio Episcopale Permanente della CEI lo scorso marzo ha stabilito di invitare tutte le diocesi a proporre un momento di preghiera mariana. L’Ufficio Liturgico Nazionale ha predisposto una traccia, che ogni vescovo potrà adattare alla propria realtà locale, imperniata sui misteri della luce. Nei giorni scorsi Bagnasco ha anticipato a Papa Ratzinger le linee del suo intervento. Alla prolusione di Bagnasco seguirà il saluto del nunzio apostolico in Italia, mons. Giuseppe Bertello, e dei vescovi delegati delle Conferenze Episcopali estere. Al centro dei lavori il tema dell'educazione alla fede ("Introdurre e accompagnare all'incontro con Cristo nella comunita' ecclesiale"). L'Assemblea sarà quindi chiamata ad esaminare ed approvare la seconda parte dei materiali della terza edizione italiana del Messale Romano, per poi riflettere sulla sfida del secolarismo all'universalità cristiana. I vescovi dovranno in seguito provvedere ad una serie di adempimenti amministrativi, legati all'approvazione del bilancio della CEI e alla ripartizione dei fondi dell'otto per mille. Nel contesto dell'Assemblea Generale verranno inoltre fornite alcune comunicazioni sui risultati della rilevazione delle opere sanitarie e sociali ecclesiali in Italia; il libro bianco sulle opere del Sovvenire in Italia; il portale internet www.chiesacattolica.it e la piattaforma CEI; il seminario di studio per i vescovi sulle tematiche europee. Infine verranno date alcune informazioni sulla Giornata per la Carità del Papa, domenica 26 giugno, sulla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid (16-21 agosto), sul XXV Congresso Eucaristico Nazionale ad Ancona (3-11 settembre) e sul VII Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano (30 maggio – 3 giugno 2012). Nel corso dell'Assemblea avrà luogo anche l'elezione dei rappresentanti della CEI alla XIII Assemblea Generale del Sinodo dei vescovi (7-28 ottobre 2012).

Agi, Chiesa Cattolica italiana