domenica 10 giugno 2012

I saluti del Papa nelle varie lingue: Gesù Cristo è via che conduce al Padre e nell’Eucaristia si offre ad ognuno di noi come sorgente di vita divina

Nei saluti in varie lingue, al termine della preghiera dell'Angelus, Benedetto XVI in tedesco ha ricordato la festa del Sacro Cuore che si celebra venerdì 15 giugno. Rivolgendosi ai pellegrini croati, il Papa li ha esortati “a pregare in questo mese per i vostri sacerdoti, affinché seguano l’esempio di nostro Signore”. “Gesù Cristo è via che conduce al Padre e nell’Eucaristia si offre ad ognuno di noi come sorgente di vita divina. Attingiamone con perseveranza”, ha detto, rivolgendosi agli slovacchi. Salutando “con affetto” i pellegrini greco-cattolici ucraini provenienti da Barcellona e Tarragona si è unito a loro “nella preghiera per le famiglie, per il popolo ucraino e la Patria”. In polacco, ha salutato “gli abitanti di Cracovia, Łódz, Bydgoszcz e Gdańsk”, che con il segretario di Stato vaticano “commemorano in questi giorni il pellegrinaggio apostolico compiuto da Giovanni Paolo II 25 anni fa”. Frutto di esso è “la festa dell’Eucaristia che celebrate oggi a Łódz, dove verrà inaugurato il Centro studi intitolato al Beato Giovanni Paolo II”. Domani a Bydgoszcz “sarà approfondito il contenuto dell’Enciclica 'Caritas in veritate': esprimo la mia gratitudine per il Centro di studi là a me dedicato. Questi incontri rafforzino il vostro legame con Cristo, che ci amò sino alla fine”. In italiano “un cordiale saluto” in particolare alla delegazione della diocesi di Concordia-Pordenone, in occasione della presentazione del volume dell’epistolario del card. Celso Costantini, alle Suore di Santa Dorotea di Santa Paola Frassinetti, “con un augurio per il loro impegno formativo”, e all’Associazione motociclisti Forze di Polizia.

SIR

Benedetto XVI: vivo apprezzamento per quanti praticano la donazione di sangue, forma di solidarietà indispensabile per la vita di tanti malati

Papa Benedetto XVI ha lanciato, dopo la recita dell'Angelus, un appello alla donazione del sangue che risulta una pratica solidale "indispensabile". Il Pontefice ha ricordato che "giovedì prossimo, 14 giugno, ricorre la Giornata mondiale del donatore di sangue, promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità". "Esprimo il mio vivo apprezzamento - ha detto il Papa - a quanti praticano questa forma di solidarietà, indispensabile per la vita di tanti malati".

TMNews

Il Papa: nell'Eucaristia il Signore rimane al di là della celebrazione per stare sempre con noi. Anche Gesù sotto le macerie delle chiese dell’Emilia

A mezzogiorno di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. “Oggi, in Italia e in molti altri Paesi, si celebra il Corpus Domini, cioè la festa solenne del Corpo e Sangue del Signore, l’Eucaristia. È tradizione sempre viva, in questo giorno, tenere solenni processioni con il Santissimo Sacramento, per le strade e nelle piazze”. “A Roma – ha aggiunto - questa processione si è già svolta a livello diocesano giovedì scorso, giorno preciso di questa ricorrenza, che ogni anno rinnova nei cristiani la gioia e la gratitudine per la presenza eucaristica di Gesù in mezzo a loro”. “La festa del Corpus Domini – ha sottolineato il Papa - è un grande atto di culto pubblico dell’Eucaristia, sacramento nel quale il Signore rimane presente anche al di là del tempo della celebrazione, per stare sempre con noi, lungo il trascorrere delle ore e delle giornate. Già San Giustino, che ci ha lasciato una delle testimonianze più antiche sulla liturgia eucaristica, afferma che, dopo la distribuzione della comunione ai presenti, il pane consacrato veniva portato dai diaconi anche agli assenti”. Perciò nelle chiese “il luogo più sacro è proprio quello in cui si custodisce l’Eucaristia”. A questo proposito il Pontefice ha rivolto un pensiero “con commozione alle numerose chiese che sono state gravemente danneggiate dal recente terremoto in Emilia Romagna, al fatto che anche il Corpo eucaristico di Cristo, nel tabernacolo, è rimasto in alcuni casi sotto le macerie”. “Con affetto – ha proseguito - prego per le comunità, che con i loro sacerdoti devono riunirsi per la Santa Messa all’aperto o in grandi tende; le ringrazio per la loro testimonianza e per quanto stanno facendo a favore dell’intera popolazione”. Infatti, “è una situazione che fa risaltare ancora di più l’importanza di essere uniti nel nome del Signore, e la forza che viene dal Pane eucaristico, chiamato anche ‘pane dei pellegrini’. Dalla condivisione di questo Pane nasce e si rinnova la capacità di condividere anche la vita e i beni, di portare i pesi gli uni degli altri, di essere ospitali e accoglienti”. “La solennità del Corpo e Sangue del Signore – ha sostenuto il Santo Padre - ci ripropone anche il valore dell’adorazione eucaristica. Il servo di Dio Paolo VI ricordava che la Chiesa Cattolica professa il culto dell’Eucaristia ‘non solo durante la Messa, ma anche fuori della sua celebrazione, conservando con la massima diligenza le ostie consacrate, presentandole alla solenne venerazione dei fedeli cristiani, portandole in processione con gaudio della folla cristiana’”. La preghiera di adorazione, ha chiarito, “si può compiere sia personalmente, sostando in raccoglimento davanti al tabernacolo, sia in forma comunitaria, anche con salmi e canti, ma sempre privilegiando il silenzio, in cui ascoltare interiormente il Signore vivo e presente nel Sacramento”. La Vergine Maria è “maestra anche di questa preghiera, perché nessuno più e meglio di lei ha saputo contemplare Gesù con sguardo di fede e accogliere nel cuore le intime risonanze della sua presenza umana e divina”. “Per sua intercessione – è stato l’auspicio - si diffonda e cresca in ogni comunità ecclesiale un’autentica e profonda fede nel Mistero eucaristico”.

SIR

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS

Martedì in Vaticano l'incontro chiarificatore tra i vertici dei dicasteri della Curia e la delegazione della Leadership Conference of Women Religious

Pace in vista tra il Vaticano e le suore ribelli. Martedì 12 giugno la Santa Sede cercherà di ricucire con la Leadership Conference of Women Religious, l’associazione che rappresenta l’80% delle suore negli Stati Uniti. L’incontro avverrà in Curia tra vertici dei dicasteri coinvolti nella vicenda e la delegazione delle suore statunitensi. La Lcwr respinge come "infondate e frutto di un processo sbagliato e privo di trasparenza" le critiche rivolte dalla Santa Sede. In una valutazione particolarmente severa, infatti, la Santa Sede aveva bollato come "non accettabili" e "radicalmente femministe" le posizioni di dissenso che la Lcwr aveva espresso sull’ordinazione delle donne. Ma lo scontro fra la Santa Sede e le suore americane è anche politico. Nel 2010 i vescovi americani si schierarono decisamente contro il piano di riforma sanitaria voluto dal presidente Barack Obama. Negli stessi giorni però decine di suore, molte delle quali appartenenti proprio alla Lcwr, firmarono una dichiarazione a favore della riforma stessa, un gesto che ne facilitò l'approvazione finale. Al termine di un'indagine condotta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede guidata dal card. William Levada, la Santa Sede aveva dunque chiesto una profonda riforma della Lcwr, organizzazione influente e progressista fondata nel 1956 su richiesta del Vaticano stesso con l’intento di "promuovere il benessere spirituale delle religiose negli Stati Uniti". Secondo il card. Levada, "la situazione dottrinale e pastorale attuale della Lcwr era grave ed era motivo di seria preoccupazione, data anche l’influenza che essa esercita sulle congregazioni religiose in altre parti del mondo". Per questo motivo le suore erano state commissariate. A seguire la riforma era stato chiamato l'arcivescovo di Seattle, Peter Sartain, delegato vaticano. Il suo mandato sarebbe dovuto durare almeno 5 anni nel tentativo di aiutare i vertici di Lcwr a rivedere gli statuti dell'associazione e a riconsiderare l'affiliazione del gruppo ad altre organizzazioni. La Lcwr ha però rifiutato il verdetto del Vaticano, decidendo di inviare i propri leader a Roma il 12 giugno per discutere della vicenda con i funzionari del Vaticano. Secondo la Lcwr le accuse sarebbero infatti "senza fondamento" e frutto di un processo "sommario". L’arcivescovo Peter Sartain si dice pronto al dialogo con le suore considerate "ribelli" dal Vaticano "in un’atmosfera di apertura, onestà, integrità e fedeltà alla dottrina della Chiesa". Intanto le suore hanno organizzato un viaggio in autobus per promuovere gli effetti positivi del proprio lavoro. Dodici suore della Leadership Conference of Women Religious attraverseranno nove stati nel mese di giugno fermandosi presso rifugi per senzatetto, mense dei poveri, scuole e strutture sanitarie proprio per mettere in evidenza il proprio lavoro sociale con i bisognosi. Il progetto è stato organizzato per tentare di rispondere alla critiche ricevute lo scorso aprile dalla Santa Sede e per protestare contro i tagli federali ai programmi per i poveri e per le famiglie approvati dalla Camera e proposti dal deputato repubblicano del Wisconsin Paul Ryan, che per giustificarli aveva citato proprio la sua fede cattolica. Il viaggio comincerà il 18 giugno in Iowa e terminerà il 2 luglio in Virginia, effettuando fermate in Wisconsin, Illinois, Indiana, Michigan, Ohio, Pennsylvania e Maryland. Il tour è stato intitolato "Nuns on the Bus: Nuns drive for Faith, Family and Fairness", ovvero "Suore in autobus: suore che guidano per la fede, la famiglia e la giustizia".

Giacomo Galeazzi, Vatican Insider

Bagnasco: a volte le ombre sembrano preponderanti ma il Papa ci ricorda che il Signore è presente e ci ripete dolcemente le sue parole 'Non temete'

"A volte, le onde e le ombre sembrano preponderanti, ma il Papa ci ricorda che il Signore è presente e ci ripete dolcemente le sue parole: 'Non temete'. La Chiesa è profezia, cioè guarda lontano, oltre le contingenze, ma, soprattutto, dentro alle circostanze per coglierne gli esiti futuri e inevitabili. E lo fa con lo sguardo dello Spirito Santo". Così ieri il card. Angelo Bagnasco (nella foto con Benedetto XVI), presidente della Conferenza Episcopale italiana e arcivescovo di Genova, nel discorso pronunciato al termine della Processione del Corpus Domini, partita dalla Chiesa di San Siro e terminata davanti alla Cattedrale San Lorenzo. "In questo momento di grazia - ha affermato il card. Bagnasco - vogliamo pensare al Santo Padre, Benedetto XVI: egli è il Successore di Pietro, la pietra su cui Cristo ha fondato la Sua Chiesa. A lui vogliamo stringerci come a roccia solida, che conferma la fede, e come a nocchiero autentico che guida la barca della Chiesa". "La Chiesa - ha aggiunto il presidente della CEI - non parla per contrastare, ma per servire, non vuole affermare se stessa, ma essere fedele al suo Signore e all'uomo: mette in guardia da illusioni, ricorda la verità di Dio e dell'uomo come la risorsa ineguagliabile della famiglia, della vita, del bene comune".

Agi

Card. Betori: essere eminenti servitori della Chiesa che trova in Pietro il visibile fondamento dell'unità. Al Papa l'impegno di fedele collaborazione

L'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori (foto) ha voluto rinnovare pubblicamente a Benedetto XVI la sua "devozione" e il suo "impegno di fedele collaborazione". Lo ha fatto ieri nel corso della celebrazione che il neo porporato ha presieduto nella chiesa di San Marcellino al Corso, della quale ha preso possesso come cardinale titolare. "Voglia il Signore - ha affermato Betori - compiere anche per me la sua parola, nel servizio alla Chiesa tutta, in unione al ministero del Successore di Pietro". "Al servizio di questa comunione, e quindi a servizio essenzialmente dell'Eucaristia, si pone il ministero dei Pastori, il cui vincolo di unità è costituito dal Successore di Pietro", ha sottolineato l'arcivescovo di Firenze, ricordando che ai cardinali, "inoltre, è chiesto di servire la Chiesa con amore e vigore, con la limpidezza e la sapienza dei maestri, con l'energia e la fortezza dei pastori, con la fedeltà e il coraggio dei martiri". "Si tratta - ha scandito - di essere eminenti servitori della Chiesa che trova in Pietro il visibile fondamento dell'unità". "Non c'è - ha però ricordato Betori nell'omelia - dono di sè senza sacrificio, come ha detto il Papa: una consapevolezza che può intimorire e che, per essere affrontata, ha bisogno di un dono dall'Alto. E' quello che chiedo a tutti voi presenti di impetrare dal Signore per la mia persona e per il mio ministero, affidando - ha concluso - le nostre invocazioni all'intercessione della Vergine".

Agi