sabato 1 gennaio 2011

ll presidente della Repubblica scrive al Papa: cessino gli episodi di violenza e le persecuzioni contro i cristiani. La telefonata di Benedetto XVI

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (nella foto con Benedetto XVI), in occasione della Giornata Mondiale della Pace, ha inviato al Papa un messaggio che richiama i temi della libertà religiosa e della persecuzione dei cristiani nel mondo, tema di drammatica attualità dopo gli attentati nella notte in Egitto e Nigeria. "L'annuale celebrazione della Giornata Mondiale della Pace - scrive Napolitano - ha fornito a Vostra Santità l'occasione per porre all'attenzione dell'umanità intera l'essenziale tema della libertà religiosa, la cui attualità è resa ancor più manifesta dagli efferati episodi di violenza e dalle persecuzioni che hanno colpito, e tuttora interessano, la Comunità cristiana in varie aree del mondo e particolarmente in Iraq. Mi unisco, in proposito, al Suo accorato appello affinché tali forme di cruenta discriminazione abbiano a cessare, nel fermo convincimento che i diritti dell'Uomo vadano ovunque promossi, difesi e rispettati". Napolitano ricorda poi che l'inviolabilità del diritto di libertà religiosa "è stata ratificata dai padri della Costituzione repubblicana". "In molte parti del mondo assistiamo, ancora oggi, alla drammatica e sistematica violazione delle libertà individuali, di fronte alla quale non si può restare inerti. Auspico, in proposito, che il Suo rinnovato appello alla pace induca la Comunità internazionale ad una profonda riflessione, anche rispetto alle azioni da intraprendere nei confronti di quei Paesi che negano ai loro cittadini la libertà di professare il proprio credo", aggiunge Napolitano. "L'Italia, convinta sostenitrice dei profondi valori sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948, non farà mancare la propria voce, in ambito internazionale, affinché la libertà di religione venga tutelata, in ogni possibile circostanza". Il presidente si rivolge poi a Benedetto XVI ringraziandolo per i suoi appelli: "Il Suo alto monito rispetto ai crescenti pregiudizi presenti in Occidente - e nella stessa Europa - nei confronti dei cristiani assume inoltre, per noi italiani, una forza ed un significato ancor più pregnanti". "Nel Suo messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace - aggiunge Napolitano - Ella ci ha inoltre ricordato che i cristiani "sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede". Questo allarmante dato non può che rafforzare la nostra convinta azione a favore delle numerose comunità cristiane che subiscono oggi prevaricanti discriminazioni in diverse aree del nostro pianeta. Con queste parole di speranza e nella certezza di rappresentare i più profondi sentimenti del popolo italiano Le rivolgo, Santità, un fervido e sincero augurio per la prosecuzione della Sua missione apostolica e nell'approssimarsi delle Festività di fine anno Le rinnovo i più sinceri e calorosi auguri di un sereno Natale e un Felice Anno Nuovo". Dopo l'Angelus di questa mattina, Benedetto XVI ha telefonato al presidente della Repubblica per ringraziarlo delle cordiali parole rivoltegli nel messaggio. Lo ha riferito la Radio Vaticana. Da parte sua, il Papa ha rivolto al presidente gli auguri di buon anno e la sua benedizione per la cara nazione italiana.

Corriere della Sera.it, Apcom

L'annuncio del Papa: a ottobre ad Assisi per rinnovare l’impegno con i credenti di ogni religione a vivere la propria fede come servizio per la pace

Al termine del primo Angelus del 2011, il Papa ha annunciato la convocazione di un incontro interreligioso per la pace ad Assisi, ad ottobre. "Cari fratelli e sorelle, nel messaggio per l'odierna Giornata della Pace - ha detto Benedetto XVI affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico - ho avuto modo di sottolineare come le grandi religioni possano costituire un importante fattore di unità e di pace per la famiglia umana, ed ho ricordato, a tale proposito, che in questo anno 2011 ricorrerà il 25° anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace che il venerabile Giovanni Paolo II convocò ad Assisi nel 1986". "Per questo, nel prossimo mese di ottobre - ha annunciato il Papa rivolgendosi alle decine di migliaia di fedeli raccolti in Piazza San Pietro - mi recherò pellegrino nella città di San Francesco, invitando ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà, allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto dal mio predecessore e di rinnovare solennemente l'impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace. Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio. Vi invito - ha concluso Papa Ratzinger - ad accompagnare sin d'ora con la vostra preghiera questa iniziativa".

Apcom

Il Papa: dove si riconosce la libertà religiosa la dignità umana è rispettata nella sua radice. La pace è opera di chi si apre alla verità e all'amore

In ideale prosecuzione con quanto espresso nell’omelia della Messa nella Basilica Vaticana, Papa Benedetto XVI ha ripreso e sviluppato prima della recita dell’Angelus il suo pensiero sulla “sfida”, definita “drammaticamente urgente”, della libertà religiosa nella nostra epoca. Guardando dalla finestra del suo studio la grande folla di persone in Piazza San Pietro, in larga parte composta dalle migliaia di partecipanti a varie iniziative intonate al tema della Giornata Mondiale della Pace, in particolare quella patrocinata dalla Comunità di Sant’Egidio, Benedetto XVI ha ribadito un concetto-cardine del suo Magistero: “Assistiamo oggi a due tendenze opposte, due estremi entrambi negativi: da una parte il laicismo, che, in modo spesso subdolo, emargina la religione per confinarla nella sfera privata; dall’altra il fondamentalismo, che invece vorrebbe imporla a tutti con la forza”. A ciò il Papa ha obiettato: “Là dove si riconosce effettivamente la libertà religiosa, la dignità della persona umana è rispettata nella sua radice e, attraverso una sincera ricerca del vero e del bene, si consolida la coscienza morale e si rafforzano le stesse istituzioni e la convivenza civile. Per questo la libertà religiosa è via privilegiata per costruire la pace”. Di qui l’invito a rivolgere “lo sguardo a Gesù, tra le braccia di Maria, sua Madre. Guardando Lui, che è il ‘Principe della pace’, noi comprendiamo che la pace non si raggiunge con le armi, né con il potere economico, politico, culturale e mediatico. La pace è opera di coscienze che si aprono alla verità e all’amore. Ci aiuti Dio a progredire su questa strada nel nuovo anno che ci dona di vivere”.

Radio Vaticana , SIR


Il Papa: l’umanità non si rassegni alla forza negativa dell’egoismo e della violenza. Ogni persona sia animata dall’autentico spirito di pace

Questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Celebrazione della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell’ottava di Natale, in occasione della 44° Giornata Mondiale della Pace sul tema "Libertà religiosa, via per la pace". Erano presenti i Pueri Cantores che hanno celebrato in questi giorni a Roma il 36° Congresso internazionale della loro Federazione.
Nell'omelia, il Papa ha affermato che la Chiesa “chiede al Signore di benedire il nuovo anno appena iniziato, nella consapevolezza che, dinanzi ai tragici eventi che segnano la storia, dinanzi alle logiche di guerra che purtroppo non sono ancora del tutto superate, solo Dio può toccare l’animo umano nel profondo e assicurare speranza e pace all’umanità”. “È ormai consolidata tradizione – ha ricordato il Papa - che il primo giorno dell’anno la Chiesa, sparsa in tutto il mondo, elevi una corale preghiera per invocare la pace. È bene iniziare un nuovo tratto di cammino ponendosi con decisione sulla via della pace”. Oggi, ha sottolineato, “vogliamo raccogliere il grido di tanti uomini, donne, bambini e anziani vittime della guerra, che è il volto più orrendo e violento della storia. Noi oggi preghiamo affinché la pace, che gli angeli hanno annunciato ai pastori la notte di Natale, possa giungere ovunque”. Per questo, “specialmente con la nostra preghiera, vogliamo aiutare ogni uomo e ogni popolo, in particolare quanti hanno responsabilità di governo, a camminare in modo sempre più deciso sulla via della pace”. Maria, ha affermato il Papa, è “vera Madre di Dio proprio in virtù della sua totale relazione a Cristo”. Per questo, “glorificando il Figlio si onora la Madre e onorando la Madre si glorifica il Figlio”.
Il titolo di “Madre di Dio” messo in risalto dalla liturgia del giorno, ha constatato, “sottolinea la missione unica della Vergine Santa nella storia della salvezza”, “missione che sta alla base del culto e della devozione che il popolo cristiano le riserva”. “Maria infatti non ha ricevuto il dono di Dio solo per se stessa, ma per recarlo nel mondo: nella sua verginità feconda, Dio ha donato agli uomini i beni della salvezza eterna”, e “offre continuamente la sua mediazione al Popolo di Dio peregrinante nella storia verso l’eternità, come un tempo la offrì ai pastori di Betlemme”. “Ella, che ha dato la vita terrena al Figlio di Dio, continua a donare agli uomini la vita divina, che è Gesù stesso e il suo Santo Spirito – ha concluso –. Per questo viene considerata madre di ogni uomo che nasce alla Grazia e insieme è invocata come Madre della Chiesa”. Ricordando la solennità odierna, il Santo Padre ha rammentato: “È nel nome di Maria, Madre di Dio e degli uomini, che dal 1° gennaio 1968 si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della pace”. La pace è dono di Dio, “il primo frutto della carità che Gesù ci ha donato, è la nostra riconciliazione e pacificazione con Dio. La pace è anche un valore umano da realizzare sul piano sociale e politico, ma affonda le sue radici nel mistero di Cristo”. “La comunità ecclesiale – ha aggiunto - è sempre più impegnata ad operare, secondo le indicazioni del magistero, per offrire un sicuro patrimonio spirituale di valori e di principi nella continua ricerca della pace”.
Perché ciò sia realizzabile non bisogna dimenticare, ha ripetuto il Pontefice, che “il mondo ha bisogno di Dio. Ha bisogno di valori etici e spirituali, universali e condivisi, e la religione può offrire un contributo prezioso nella loro ricerca, per la costruzione di un ordine sociale e internazionale giusto e pacifico”. Una considerazione che Benedetto XVI ha legato a quanto affermato nel Messaggio per l’odierna Giornata: “Ho sottolineato, pertanto, che ‘la libertà religiosa è elemento imprescindibile di uno Stato di diritto; non la si può negare senza intaccare nel tempo tutti i diritti e le libertà fondamentali, essendone sintesi e vertice’”. “L’umanità non può mostrarsi rassegnata alla forza negativa dell’egoismo e della violenza – ha sostenuto il Pontefice -; non deve fare l’abitudine a conflitti che provocano vittime e mettono a rischio il futuro dei popoli”. Di fronte “alle minacciose tensioni del momento, di fronte specialmente alle discriminazioni, ai soprusi e alle intolleranze religiose, che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani”, Benedetto XVI ancora una volta ha rivolto un pressante invito “a non cedere allo sconforto e alla rassegnazione”. “Esorto tutti a pregare – ha affermato - affinché giungano a buon fine gli sforzi intrapresi da più parti per promuovere e costruire la pace nel mondo. Per questo difficile compito non bastano le parole, occorre l’impegno concreto e costante dei responsabili delle Nazioni, ma è necessario soprattutto che ogni persona sia animata dall’autentico spirito di pace, da implorare sempre nuovamente nella preghiera e da vivere nelle relazioni quotidiane, in ogni ambiente”.

SIR, Radio Vaticana, Zenit