Radio Vaticana , SIR
sabato 1 gennaio 2011
Il Papa: dove si riconosce la libertà religiosa la dignità umana è rispettata nella sua radice. La pace è opera di chi si apre alla verità e all'amore
In ideale prosecuzione con quanto espresso nell’omelia della Messa nella Basilica Vaticana, Papa Benedetto XVI ha ripreso e sviluppato prima della recita dell’Angelus il suo pensiero sulla “sfida”, definita “drammaticamente urgente”, della libertà religiosa nella nostra epoca. Guardando dalla finestra del suo studio la grande folla di persone in Piazza San Pietro, in larga parte composta dalle migliaia di partecipanti a varie iniziative intonate al tema della Giornata Mondiale della Pace, in particolare quella patrocinata dalla Comunità di Sant’Egidio, Benedetto XVI ha ribadito un concetto-cardine del suo Magistero: “Assistiamo oggi a due tendenze opposte, due estremi entrambi negativi: da una parte il laicismo, che, in modo spesso subdolo, emargina la religione per confinarla nella sfera privata; dall’altra il fondamentalismo, che invece vorrebbe imporla a tutti con la forza”. A ciò il Papa ha obiettato: “Là dove si riconosce effettivamente la libertà religiosa, la dignità della persona umana è rispettata nella sua radice e, attraverso una sincera ricerca del vero e del bene, si consolida la coscienza morale e si rafforzano le stesse istituzioni e la convivenza civile. Per questo la libertà religiosa è via privilegiata per costruire la pace”. Di qui l’invito a rivolgere “lo sguardo a Gesù, tra le braccia di Maria, sua Madre. Guardando Lui, che è il ‘Principe della pace’, noi comprendiamo che la pace non si raggiunge con le armi, né con il potere economico, politico, culturale e mediatico. La pace è opera di coscienze che si aprono alla verità e all’amore. Ci aiuti Dio a progredire su questa strada nel nuovo anno che ci dona di vivere”.