sabato 1 gennaio 2011

Il Papa: l’umanità non si rassegni alla forza negativa dell’egoismo e della violenza. Ogni persona sia animata dall’autentico spirito di pace

Questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Celebrazione della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell’ottava di Natale, in occasione della 44° Giornata Mondiale della Pace sul tema "Libertà religiosa, via per la pace". Erano presenti i Pueri Cantores che hanno celebrato in questi giorni a Roma il 36° Congresso internazionale della loro Federazione.
Nell'omelia, il Papa ha affermato che la Chiesa “chiede al Signore di benedire il nuovo anno appena iniziato, nella consapevolezza che, dinanzi ai tragici eventi che segnano la storia, dinanzi alle logiche di guerra che purtroppo non sono ancora del tutto superate, solo Dio può toccare l’animo umano nel profondo e assicurare speranza e pace all’umanità”. “È ormai consolidata tradizione – ha ricordato il Papa - che il primo giorno dell’anno la Chiesa, sparsa in tutto il mondo, elevi una corale preghiera per invocare la pace. È bene iniziare un nuovo tratto di cammino ponendosi con decisione sulla via della pace”. Oggi, ha sottolineato, “vogliamo raccogliere il grido di tanti uomini, donne, bambini e anziani vittime della guerra, che è il volto più orrendo e violento della storia. Noi oggi preghiamo affinché la pace, che gli angeli hanno annunciato ai pastori la notte di Natale, possa giungere ovunque”. Per questo, “specialmente con la nostra preghiera, vogliamo aiutare ogni uomo e ogni popolo, in particolare quanti hanno responsabilità di governo, a camminare in modo sempre più deciso sulla via della pace”. Maria, ha affermato il Papa, è “vera Madre di Dio proprio in virtù della sua totale relazione a Cristo”. Per questo, “glorificando il Figlio si onora la Madre e onorando la Madre si glorifica il Figlio”.
Il titolo di “Madre di Dio” messo in risalto dalla liturgia del giorno, ha constatato, “sottolinea la missione unica della Vergine Santa nella storia della salvezza”, “missione che sta alla base del culto e della devozione che il popolo cristiano le riserva”. “Maria infatti non ha ricevuto il dono di Dio solo per se stessa, ma per recarlo nel mondo: nella sua verginità feconda, Dio ha donato agli uomini i beni della salvezza eterna”, e “offre continuamente la sua mediazione al Popolo di Dio peregrinante nella storia verso l’eternità, come un tempo la offrì ai pastori di Betlemme”. “Ella, che ha dato la vita terrena al Figlio di Dio, continua a donare agli uomini la vita divina, che è Gesù stesso e il suo Santo Spirito – ha concluso –. Per questo viene considerata madre di ogni uomo che nasce alla Grazia e insieme è invocata come Madre della Chiesa”. Ricordando la solennità odierna, il Santo Padre ha rammentato: “È nel nome di Maria, Madre di Dio e degli uomini, che dal 1° gennaio 1968 si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della pace”. La pace è dono di Dio, “il primo frutto della carità che Gesù ci ha donato, è la nostra riconciliazione e pacificazione con Dio. La pace è anche un valore umano da realizzare sul piano sociale e politico, ma affonda le sue radici nel mistero di Cristo”. “La comunità ecclesiale – ha aggiunto - è sempre più impegnata ad operare, secondo le indicazioni del magistero, per offrire un sicuro patrimonio spirituale di valori e di principi nella continua ricerca della pace”.
Perché ciò sia realizzabile non bisogna dimenticare, ha ripetuto il Pontefice, che “il mondo ha bisogno di Dio. Ha bisogno di valori etici e spirituali, universali e condivisi, e la religione può offrire un contributo prezioso nella loro ricerca, per la costruzione di un ordine sociale e internazionale giusto e pacifico”. Una considerazione che Benedetto XVI ha legato a quanto affermato nel Messaggio per l’odierna Giornata: “Ho sottolineato, pertanto, che ‘la libertà religiosa è elemento imprescindibile di uno Stato di diritto; non la si può negare senza intaccare nel tempo tutti i diritti e le libertà fondamentali, essendone sintesi e vertice’”. “L’umanità non può mostrarsi rassegnata alla forza negativa dell’egoismo e della violenza – ha sostenuto il Pontefice -; non deve fare l’abitudine a conflitti che provocano vittime e mettono a rischio il futuro dei popoli”. Di fronte “alle minacciose tensioni del momento, di fronte specialmente alle discriminazioni, ai soprusi e alle intolleranze religiose, che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani”, Benedetto XVI ancora una volta ha rivolto un pressante invito “a non cedere allo sconforto e alla rassegnazione”. “Esorto tutti a pregare – ha affermato - affinché giungano a buon fine gli sforzi intrapresi da più parti per promuovere e costruire la pace nel mondo. Per questo difficile compito non bastano le parole, occorre l’impegno concreto e costante dei responsabili delle Nazioni, ma è necessario soprattutto che ogni persona sia animata dall’autentico spirito di pace, da implorare sempre nuovamente nella preghiera e da vivere nelle relazioni quotidiane, in ogni ambiente”.

SIR, Radio Vaticana, Zenit