venerdì 31 dicembre 2010

Il Papa: il tempo umano è carico di mali, sofferenze, ma racchiude in maniera definitiva e incancellabile la novità gioiosa e liberatrice di Cristo

Questa sera, nella Basilica Vaticana, Papa Benedetto XVI ha presieduto i Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, a cui è seguita l’esposizione del Santissimo Sacramento, il canto del tradizionale inno Te Deum di ringraziamento a conclusione dell’anno civile, e la benedizione eucaristica.
Al crepuscolo di un anno denso di eventi, Benedetto XVI ha invitato i fedeli innanzitutto a rendere grazie al signore per ogni cosa ricevuta e prima ancora per la Grazia in persona che è Cristo Gesù. Nessun bilancio, nessun proposito, semplicemente l’essere grati a Dio per ciò che Egli ci ha donato, consapevoli che questa gratitudine possa aiutarci a riscoprire un grande valore iscritto nel tempo: “Scandito nei suoi ritmi annuali, mensili, settimanali e quotidiani, esso è abitato dall’amore di Dio, dai suoi doni di grazia; è tempo di salvezza. Sì, il Dio eterno è entrato e rimane nel tempo dell’uomo. Vi è entrato e vi rimane con la persona di Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, il Salvatore del mondo”. “L’Eterno entra nel tempo fin dalla creazione e lo rinnova alla radice, liberando l’uomo dal peccato”, ha affermato il Pontefice, ma è solo con la venuta di Cristo e con la sua redenzione che si arriva alla pienezza dei tempi, come scrive l’Apostolo Paolo al capitolo 4 della lettera ai Galati: con Gesù il tempo si fa pieno, giunge al suo compimento, acquista quel significato di grazia e salvezza rinnovatrice che diviene manifesto con il Natale.
L'anno che sta per chiudersi non può non ricordarci che ''il momento presente genera ancora preoccupazione per la precarietà in cui versano tante famiglie'' e chiede ''di essere vicini a coloro che vivono in condizioni di povertà e disagio''. Il Papa ha quindi voluto rivolgere un ''ricordo speciale'' a quanti, ha detto, ''sono in difficoltà e trascorrono fra disagi e sofferenze questi giorni di festa. A tutti e a ciascuno assicuro il mio affettuoso pensiero, che accompagno con la preghiera''. ''Il nostro tempo umano è sì carico di mali, di sofferenze, di drammi di ogni genere, da quelli provocati dalla cattiveria degli uomini a quelli derivanti dagli infausti eventi natural, ma - ha aggiunto Papa Ratzinger - racchiude ormai e in maniera definitiva e incancellabile la novità gioiosa e liberatrice di Cristo salvatore. Proprio nel Bambino di Betlemme possiamo contemplare in modo particolarmente luminoso ed eloquente l'incontro dell'eternità con il tempo, come ama esprimersi la liturgia della Chiesa''. Infine un pensiero alla 'sua' diocesi, quella di Roma. ''Cari fratelli e sorelle, la nostra Chiesa di Roma - ha ricordato il Papa - è impegnata ad aiutare tutti i battezzati a vivere fedelmente la vocazione che hanno ricevuto e a testimoniare la bellezza della fede. Per poter essere autentici discepoli di Cristo, un aiuto essenziale ci viene dalla meditazione quotidiana della Parola di Dio che sta alla base di ogni autentica spiritualità cristiana''. Da qui l'incoraggiamento ad uno sforzo di tipo spirituale, ''in particolare - ha detto il éontefice - attraverso la 'lectio divina', per avere quella luce necessaria a discernere i segni di Dio nel tempo presente e a proclamare efficacemente il Vangelo''.
''Anche a Roma, infatti, - ha concluso Benedetto XVI - c'è sempre più bisogno di un rinnovato annuncio del Vangelo affinchè i cuori degli abitanti della nostra città si aprano all'incontro con quel Bambino, che è nato per noi, con Cristo, Redentore dell'uomo''. Il Papa si è rallegrato per come sta procedendo il programma diocesano, per la “capillare azione apostolica” in cui la Chiesa di Roma è impegnata, sostenendo tutti i battezzati a testimoniare la bellezza della fede. Ha incoraggiato i “Centri di ascolto del Vangelo”, salutato con favore le tante iniziative di evangelizzazione e missione, ribadito la centralità dell’Eucarestia che è luogo privilegiato dell’ascolto della Parola di Dio. Infine, il pensiero del Papa è andato a chi attraverso il servizio e il volontariato, spinto dalla carità, dona la sua vita per aiutare gli altri: "Ricordo in particolare la visita che ho compiuto all’Ostello della Caritas alla Stazione Termini dove, attraverso il servizio e la generosa dedizione di numerosi volontari, tanti uomini e donne possono toccare con mano l’amore di Dio. Il momento presente genera ancora preoccupazione per la precarietà in cui versano tante famiglie e chiede all’intera comunità diocesana di essere vicina a coloro che vivono in condizioni di povertà e disagio. Dio, infinito amore, infiammi il cuore di ciascuno di noi con quella carità che lo spinse a donarci il suo Figlio unigenito”. Ancora, il Santo Padre ha invitato a guardare al futuro e a farlo con quella speranza che è la parola finale del Te Deum, certi di essere sostenuti e accolti dalle braccia di Maria. Come da tradizione, al termine della celebrazione Benedetto XVI si è recato in Piazza San Pietro per visitare il presepe allestito ai piedi dell'obelisco. Accompagnato dal card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato, il Papa è stato accolto dal card. Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, dall'arcivescovo Carlo Maria Viganò, segretario generale, dal vescovo Giorgio Corbellini, vice segretario generale, e dalle maestranze, tra le quali tecnici ed elettricisti che hanno curato allestimento e illuminazione del presepio e dell'albero.

Radio Vaticana, Asca, L'Osservatore Romano