venerdì 28 ottobre 2011

Impagliazzo: Assisi ha aperto una strada nuova, spirituale, di riconoscimento dell'altro nel profondo. Piemontese: chiamati a guardarsi dentro

"Per noi di Sant'Egidio è stata una grande emozione rivedere la preghiera di 25 anni fa in un nuovo mondo, in un nuovo contesto internazionale ed anche con un interlocutore in più, il mondo degli umanisti, dei non credenti". Lo ha affermato ai microfoni della Radio Vaticana Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio che in tutto questo tempo si è impegnata a mantenere vivo lo spirito di Assisi. "Il mondo di oggi e in particolare l'Europa - ha sottolineato Impagliazzo citando il discorso pronunciato ieri da Benedetto XVI all'apertura del raduno - sta perdendo il suo orientamento, i valori spirituali di fondo e l'incontro di ieri vuole aiutare a dare uno spirito nuovo ad un mondo che è destinato a vivere insieme", ma dove "la globalizzazione spesso ha portato dei fenomeni di rigetto di altri popoli, di altre culture, di altre religioni all'interno della stessa società". Per il presidente di Sant'Egidio, dunque, "l'incontro di ieri ha aperto una strada nuova, fondamentalmente spirituale, di riconoscimento dell'altro nel profondo, nel suo volto, nel suo cuore, nella sua storia per costruire una nuova società del vivere insieme". Impagliazzo ha tenuto a sottolineare nell'intervista anche il coraggioso "mea culpa" di Benedetto XVI, che ha riconosciuto che, in nome della fede cristiana, sono state commesse delle violenze. "Ho risentito - ha confidato - i toni e gli accenti di quel 'mea culpa' così commovente del grande Giubileo del 2000 di Giovanni Paolo II". "Se non si parte da una purificazione interiore, personale, se non si parte da se stessi, e ieri il Papa è stato un maestro di questo per tutti noi, è difficile - ha concluso - dire agli altri come cambiare il mondo" mentre , invece, "ogni nostro cambiamento personale, ogni cambiamento della nostra Chiesa, avrà un'influenza sul mondo intero".
"Abbiamo visto il Santo Padre giungere in Assisi con i capi delle grandi religioni mondiali, farsi pellegrino; pellegrino della verità e pellegrino della pace". Lo sottolinea padre Giuseppe Piemontese, custode del Sacro Convento di Assisi. "Il richiamo a una disponibilità maggiore al dialogo, a costruire la pace e la giusta convivenza tra i popoli è - afferma il superiore dei conventuali di Assisi - uno degli aspetti fondamentali di questa Giornata". Ma "insieme, viene sottolineato il cammino verso la verità" e questa, per padre Piemontese, "è una novità rispetto al 1986: tutti gli uomini di buona volontà sono chiamati a guardarsi dentro, a guardare in alto, a guardarsi intorno, per cercare le ragioni della verità, per avvicinarsi il più possibile alla verità: la verità di chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo". Secondo il religioso, "l'invito di Benedetto XVI a questa riflessione porterà certamente e di conseguenza ad una dimensione di pace più grande, perchè la verità è nello stesso tempo bene e bellezza, convivenza pacifica e gioia". "San Francesco - rileva padre Piemontese - sembra quasi dirci che, unendo insieme la ricerca della verità e la ricerca della pace si raggiunge la perfetta letizia". "Se oggi ritornassimo ad una considerazione della fraternità del genere umano, del rispetto di coloro che ci sono accanto, che anche loro hanno diritto ad una fetta di serenità, di buon vivere, credo - conclude - che si potrebbe arrivare ad attenuare tensioni e conflitti tra le nazioni, tra i popoli e tra le persone".

Agi

Incontro di Assisi: le riflessioni di Marco Impagliazzo e padre Giuseppe Piemontese

'L'Osservatore Romano': nessuna retorica inutile ed effimera ha appesantito l'incontro di Assisi svoltosi sotto il segno di una essenzialità semplice

Con l'incontro presieduto ieri ad Assisi dal Papa "la predicazione di pace dei successori dell'apostolo Pietro che ha segnato tutto il Novecento viene dunque confermata, e si fa anzi più decisa e convincente. Suscitando consensi convinti e adesioni crescenti, come indicano il numero e la qualità delle presenze all'incontro appena concluso". Lo scrive L'Osservatore Romano che, in un editoriale di prima pagina del direttore intitolato "Insieme verso la verità", prosegue: "Si può dire senza esagerazioni che non è mancato nessuno tra le centinaia di esponenti delle confessioni cristiane e di altre religioni convenuti nella città umbra. E a loro si sono uniti - su invito esplicito di Benedetto XVI - intellettuali non credenti, novità importante e coerente con il pontificato aperto e coraggioso di un Papa gentile che, giorno dopo giorno, con i fatti e con parole chiare sta disperdendo le rappresentazioni infondate, e talvolta offensive, entro le quali lo si vorrebbe ridurre". "Nessuna retorica inutile ed effimera ha appesantito l'incontro di Assisi- sottolinea Giovanni Maria Vian - svoltosi sotto il segno di una essenzialità semplice che anche in questo modo ha avvicinato tutti i presenti a Francesco, figura che oltrepassa ogni appartenenza religiosa e ideologica". Per il giornale vaticano, "dell'incontro di Assisi resteranno l'essenzialità, fatta di immagini cariche di simboli e di parole. Anch'esse lontane dalla retorica - così facile quando si parla di pace - e radicate con umiltà nella storia".

TMNews

Insieme verso la verità

Metropolita ortodosso Emmanuel: lo 'spirito di Assisi' è uno spirito di libertà nella verità, di audacia nel dialogo e di incontro dell’altro

Lo Spirito di Assisi è uno “spirito di libertà nella verità, di audacia nel dialogo e di incontro dell’altro”. Così il Metropolita Emmanuel, presidente dell’Assemblea dei vescovi ortodossi in Francia nonché presidente dela Conferenza delle Chiese cristiane d’Europa, parla della Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo che si è svolta ieri ad Assisi. Il metropolita era nella città umbra insieme al Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. Il Patriarcato, spiega il metropolita alla rivista francese Famille Chretienne, ha voluto portare ad Assisi “un messaggio forte”: “Le religioni sono troppo spesso sinonimo di conflitto a causa della loro strumentalizzazione a fini politici. Ma portano nelle loro tradizioni le condizioni essenziali per un vivere insieme fondato sulla tolleranza, lo spirito di apertura e sulla pace. Ma perché questo messaggio di pace sia udibile, occore che i resposabili religiosi si riapproprino del loro insegnamento e mostrino la loro volontà di dialogo e di collaborazione. Ed è questo il segno che abbiamo voluto lanciare al mondo ad Assisi”.

SIR

'Avvenire': la rivoluzione di Benedetto, non rinuncia a cercare il confronto con il mondo moderno che del dialogo con le religioni non può fare a meno

Venticinque anni fa lo "spirito di Assisi", grazie al coraggio di Giovanni Paolo II che convocò nella città di San Francesco i leader delle grandi religioni, anticipò "la fine senza spargimento di sangue della divisione del pianeta in due blocchi contrastanti tra loro, di cui il simbolo vistoso era il muro di Berlino" tenuto in piedi da un "potere materiale" dietro il quale "non c'era più alcuna convinzione spirituale". E ieri Papa Ratzinger ha fatto cadere simbolicamente un altro muro invitando a celebrare il 25° anniversario di quell'evento non solo i leader religiosi ma anche i rappresentanti dei non credenti che ha designati, ricorda oggi il quotidiano cattolico Avvenire, "importanti collaboratori del dialogo e della pace, perchè correggono le pretese dell'ateismo, teorico e pratico, e spingono i credenti a purificare la propria fede, affinchè Dio, il vero Dio diventi accessibile". Per il giornale della CEI, è questa "la 'rivoluzione' di Benedetto XVI, che non rinuncia a cercare il confronto col mondo contemporaneo, che delle religioni, e del dialogo tra di esse, non può fare a meno". E se "nel 1986, l'incontro convocato da Papa Wojtyla voleva esprimere il messaggio che la vera religione è un contributo alla pace e che ogni altro uso è un travisamento e contribuisce alla sua distruzione", ieri Benedetto XVI ha denunciato anche "la violenza, che è la conseguenza dell'assenza di Dio, quel 'no' a Dio che ha prodotto crudeltà e una violenza senza misura, che è stata possibile solo perchè l'uomo non riconosceva più alcuna norma e alcun giudice al di sopra di sè, ma prendeva come norma soltanto se stesso". "Gli orrori dei campi di concentramento mostrano in tutta chiarezza le conseguenze dell'assenza di Dio", sottolinea, citando le parole del Pontefice, l'articolo firmato da Salvatore Mazza, il presidente dell'Associazione internazionale dei giornalisti accreditati in Vaticano. "Un ragionamento, quello di Benedetto XVI, che si è sviluppato - conclude l'articolo - nei gesti asciutti di questa giornata, misurata sulla chiave di questo nuovo pellegrinaggio iniziato ieri. Dall'accoglienza semplice e personale riservata a ciascuno dei capi delegazione sulla soglia di Santa Maria degli Angeli, al sedersi su una sedia come tutte le altre, al semplicissimo pasto consumato con gli ospiti, e fino all'incontro del pomeriggio nella piazza della Basilica superiore, durante il quale i presenti hanno ri-proclamato l'impegno comune per la pace" senza "nessuna concessione a niente, se non all'essenza del messaggio che da Assisi ha voluto rilanciare: 'continueremo a incontrarci, continueremo a camminare insieme'. Assisi che ricomincia da Assisi. Venticinque anni dopo".

Agi

La profezia: uniti nell'impegno per la pace

Natale 2011. Sarà l'Ucraina a donare al Papa l'albero da innalzare in Piazza San Pietro. All'inaugurazione anche rappresentanti della Chiesa ortodossa

Per la prima volta sarà installato in Piazza San Pietro un albero di Natale proveniente dall’Ucraina, che sarà consegnato in dono a Benedetto XVI dalla Transcarpazia, mentre gli alberi per il Palazzo Apostolico proverranno dalla regione di Leopoli. Non soltanto i vescovi cattolici dell’Ucraina di rito latino e bizantino ma anche i rappresentanti della Chiesa Ortodossa ucraina parteciperanno all’inaugurazione dell’albero di Natale in Piazza San Pietro. L’accordo, riferisce l'agenzia SIR, è stato raggiunto durante un incontro tra Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica dell’Ucraina, e un rappresentante del Metropolita Volodymyr Sabodan, l’arcivescovo Alexander Drabynko, capo del Dipartimento per le relazioni esterne degli ortodossi ucraini. “Si tratta di un evento estremamente importante, perché tanti Paesi aspettano da anni questa occasione. Per l’Ucraina - ha detto Sviatoslav Shevchuk -, si tratta di un’ulteriore testimonianza delle sue radici europee e della sua appartenenza alla famiglia delle nazioni Europee”.

Radio Vaticana

Il Papa: il viaggio in Germania resterà sempre nella mia memoria. L'accoglienza cordiale e l'unione resa visibile mi hanno rafforzato nel mio servizio

“Questa visita resterà sempre nella mia memoria”. Così Benedetto XVI in una lettera resa nota ieri e indirizzata al presidente della Conferenza Episcopale tedesca, mons. Robert Zollitsch, sul recente viaggio apostolico del Papa in Germania (22-25 settembre). Il Pontefice ringrazia la Chiesa Cattolica tedesca per l'ospitalità sperimentata a Berlino, Erfurt e Friburgo: "Ripenso con grande gioia e riconoscenza al mio viaggio apostolico in Germania. Questa visita, con le sue impressionanti tappe a Berlino, Erfurt, Etzelsbach e Friburgo resterà viva nella mia memoria. Ho potuto incontrare molte persone, annunciare loro la buona notizia, pregare con loro e rafforzare la loro fede". Rivolgendosi al presidente dei vescovi tedeschi, il Papa sottolinea: “Come presidente della Conferenza Episcopale tedesca, Lei ha contribuito in modo particolare alla riuscita della mia visita pastorale”. Inoltre, ha conclude il Pontefice, “l’accoglienza cordiale da parte dei vescovi e dei fedeli tedeschi, così come l’unione resa visibile con il successore di Pietro, mi hanno rafforzato nel mio servizio”.

SIR

Il Papa: Assisi ha mostrato quanto sia genuino il desiderio di contribuire al bene degli esseri umani e quanto abbiamo da condividere l'un l'altro

Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza le delegazioni che hanno partecipato alla Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo "Pellegrini della verità, pellegrini della pace", tenutasi ieri ad Assisi. “In un certo senso - ha esordito il Pontefice -, questo incontro è rappresentativo dei miliardi di uomini e donne in tutto il mondo che sono attivamente impegnati nella promozione della giustizia e della pace. È anche un segno dell’amicizia e della fraternità che è fiorita come frutto degli sforzi di così tanti pionieri in questo tipo di dialogo. Possa questa amicizia continuare a crescere tra tutti i seguaci delle religioni del mondo e con gli uomini e le donne di buona volontà”. Benedetto XVI ha avuto parole di gratitudine per tutti: per la “presenza fraterna” dei fratelli e sorelle cristiani e per i rappresentanti del popolo ebraico, a noi, ha detto, “particolarmente vicini”, come pure per tutti gli “illustri rappresentanti delle religioni del mondo” e per coloro, ha aggiunto, che non "seguono alcuna tradizione religiosa ma sono impegnati nella ricerca della verità" e hanno voluto "condividere questo pellegrinaggio" come segno della loro volontà di collaborare alla costruzione "di un mondo migliore". “Guardando indietro, possiamo apprezzare la lungimiranza del compianto Papa Giovanni Paolo II nell’aver convocato il primo incontro di Assisi, e il bisogno di uomini e donne di diverse religioni di testimoniare insieme che il cammino dello spirito è sempre un cammino di pace”. “Incontri di questo genere sono necessariamente eccezionali e rari, tuttavia sono una vivida espressione del fatto che ogni giorno, in tutto il mondo, persone di differenti tradizioni religiose vivono e lavorano insieme in armonia”. “È sicuramente significativo per la causa della pace – ha precisato il Pontefice – che così tanti uomini e donne, ispirati dalle loro più profonde convinzioni, siano impegnati nel lavorare per il bene della famiglia umana”. Benedetto XVI si è detto “sicuro” che l’incontro di ieri ad Assisi abbia mostrato un “quanto sia genuino” il desiderio “di contribuire al bene di tutti gli esseri umani nostri simili e quanto abbiamo da condividere l’un l’altro”. Alle 13.00, nell’Atrio dell’Aula Paolo VI, il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, ha offerto il pranzo ai membri delle delegazioni.

Radio Vaticana, SIR

Alle delegazioni partecipanti all'Incontro di Assisi - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa in Benin. Baptiste Mamah: tre giorni essenziali, tre giorni forti, tre giorni significativi e positivi per tutta l’Africa, stimolo per l'unità

Gioia, riconoscenza, grazia: la stampa cattolica del Benin usa queste parole per descrivere il viaggio di Benedetto XVI nel Paese, in programma dal 18 al 20 novembre. All’origine del viaggio pontificio, il 22° al di fuori dell’Italia, c’è la consegna ai vescovi del continente dell’Esortazione Apostolica post-sinodale, redatta dal Santo Padre dopo il secondo Sinodo speciale per l’Africa, svoltosi nel 2009. Sarà la terza volta di un Successore di Pietro in Benin: il Paese, infatti, ha già accolto due volte Giovanni Paolo II, nel febbraio del 1982 e nel marzo del 1993. Naturalmente, la stampa locale cattolica dedica ampio spazio all’evento. In particolare, il settimanale La Croix du Benin ha pubblicato una riflessione dell’economista cattolico Baptiste Mamah, il quale scrive: “Benedetto XVI arriva nel Paese in un momento in cui il mondo intero si confronta con ogni tipo di ideologia e il nostro cammino di spiritualità si trova davanti ad alcuni interrogativi”, tanto che “la nostra fede talvolta viene attaccata e messa a dura prova”. L’obiettivo del Pontefice, allora, è quello di indicare “nuove direzioni per lo sviluppo dell’umanità”. In questo senso, continua La Croix du Benin, il Papa sarà nel Paese per soli tre giorni, ma saranno “tre giorni essenziali, tre giorni forti, tre giorni significativi e positivi per tutta l’Africa”, come se il Pontefice dicesse: “Vengo ad esortare tutti gli africani a lavorare per il continente per i prossimi trent’anni”. Quanto al campo d’azione nel quale devono impegnarsi tutti gli africani, l’economista Mamah non ha dubbi: “Riconciliazione, giustizia e pace”, perché “la pace è una riconciliazione, la riconciliazione conduce alla pace e la giustizia è la nostra guida quotidiana”. In questo senso, la giustizia va cercata “sul piano politico, amministrativo, privato, sociale, in famiglia, per le strade dei nostri quartieri”. Ma non solo: l’articolo del settimanale mette anche in luce come il viaggio del Papa in Benin sia uno stimolo per l’unità di tutto il continente: “Il Pontefice – si legge – ci porta a ritrovarci tutti noi, cristiani cattolici africani, in un solo Paese. Oggi si tratta del Benin, ma potrebbe essere qualsiasi altra nazione dell’Africa. E questa è la prova che tutti noi abbiamo delle cause comuni da difendere e delle sfide comuni da affrontare, insieme all’umanità intera da tutelare e a cui garantire lo sviluppo”. In quest’ottica, conclude l’economista Mamah, il primo passo da compiere è quello di “neutralizzare la guerra”. “All’indomani della visita del Papa – afferma – dobbiamo tutti chiederci cosa possiamo fare perché un giorno si decreti che mai più in Africa qualcuno possa entrare in guerra con un altro e mai più un africano possa armarsi contro un altro africano”.

Radio Vaticana

Vian: smentendo ancora una volta stereotipi infondati il Papa va avanti e ripropone con forza la causa della pace che si costruisce cercando unico Dio

"Smentendo ancora una volta stereotipi infondati, il Papa va avanti e ripropone con forza la causa della pace. Che si costruisce cercando l'unico Dio". Così L'Osservatore Romano in un editoriale di prima pagina a firma del direttore Gian Maria Vian. "Per questo - prosegue l'editoriale dedicato alla Giornata di Assisi - Benedetto XVI ha voluto ad Assisi anche intellettuali non credenti, togliendo argomenti agli 'atei combattivi' ed esigendo dai credenti che purifichino le loro fedi e non diano scandalo, offuscando così la trasparenza di Dio. Il cui nome, secondo le parole dell'apostolo Paolo, è 'Dio dell'amore e della pace', il Signore della storia che vi si è incarnato per salvare il mondo". "Se è vero che nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza - scrive Vian - questo è stato un abuso, ha riconosciuto Benedetto XVI sulla scia dei suoi predecessori, confermando la volontà di purificazione incessante di cui a nome della Chiesa Cattolica, e con l'umiltà che lo caratterizza, dà ancora una volta esempio ripetendo l'antica convinzione: Ecclesia semper reformanda. Con la fiducia che questo processo possa estendersi alle altre religioni ed essere compreso, attraverso la ragione, da tutti".

TMNews

Dio nella Storia

Il presidente Obama al Papa: attraverso il dialogo possiamo unirci per portare la pace. Il primo ministro israeliano dono un ulivo della Terra Santa

All’incontro di riflessione, dialogo e preghiera per la pace ad Assisi è arrivato il saluto di Barack Obama, presidente degli Stati Uniti d'America, che in una lettera al Papa ha scritto che "attraverso il dialogo interreligioso possiamo unirci in una causa comune per risollevare gli afflitti, portare la pace dove c’è conflitto e trovare una strada per migliorare il mondo per noi e per i nostri figli". Il messaggio del presidente americano è stato trasmesso dall’inviato Usa per la libertà religiosa internazionale, Suzan Johnson Cook, che ha preso parte all’incontro in Umbria. Obama ha inviato i suoi saluti "a tutti i partecipanti, ebrei, buddisti, indu’, musulmani e ai rappresentanti di varie altre tradizioni religiose e atei". In occasione della Giornata di Assisi un ulivo proveniente dalla Terra Santa è stato donato del primo ministro d’Israele Benjamin Netanyahu a Benedetto XVI "in segno di profonda amicizia". L’alberello è stato piantato nei Giardini Vaticani alla vigilia dell’incontro interreligioso. Nel viale degli Ulivi, il cardinale Giovanni Lajolo, presidente emerito del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ha asperso l’albero con acqua benedetta.

Umbria24.it

IL DIALOGO TRA LE RELIGIONI PER PORTARE LA PACE NEL MONDO - il testo della lettera