Venticinque anni fa lo "spirito di Assisi", grazie al coraggio di Giovanni Paolo II che convocò nella città di San Francesco i leader delle grandi religioni, anticipò "la fine senza spargimento di sangue della divisione del pianeta in due blocchi contrastanti tra loro, di cui il simbolo vistoso era il muro di Berlino" tenuto in piedi da un "potere materiale" dietro il quale "non c'era più alcuna convinzione spirituale". E ieri Papa Ratzinger ha fatto cadere simbolicamente un altro muro invitando a celebrare il 25° anniversario di quell'evento non solo i leader religiosi ma anche i rappresentanti dei non credenti che ha designati, ricorda oggi il quotidiano cattolico Avvenire, "importanti collaboratori del dialogo e della pace, perchè correggono le pretese dell'ateismo, teorico e pratico, e spingono i credenti a purificare la propria fede, affinchè Dio, il vero Dio diventi accessibile". Per il giornale della CEI, è questa "la 'rivoluzione' di Benedetto XVI, che non rinuncia a cercare il confronto col mondo contemporaneo, che delle religioni, e del dialogo tra di esse, non può fare a meno". E se "nel 1986, l'incontro convocato da Papa Wojtyla voleva esprimere il messaggio che la vera religione è un contributo alla pace e che ogni altro uso è un travisamento e contribuisce alla sua distruzione", ieri Benedetto XVI ha denunciato anche "la violenza, che è la conseguenza dell'assenza di Dio, quel 'no' a Dio che ha prodotto crudeltà e una violenza senza misura, che è stata possibile solo perchè l'uomo non riconosceva più alcuna norma e alcun giudice al di sopra di sè, ma prendeva come norma soltanto se stesso". "Gli orrori dei campi di concentramento mostrano in tutta chiarezza le conseguenze dell'assenza di Dio", sottolinea, citando le parole del Pontefice, l'articolo firmato da Salvatore Mazza, il presidente dell'Associazione internazionale dei giornalisti accreditati in Vaticano. "Un ragionamento, quello di Benedetto XVI, che si è sviluppato - conclude l'articolo - nei gesti asciutti di questa giornata, misurata sulla chiave di questo nuovo pellegrinaggio iniziato ieri. Dall'accoglienza semplice e personale riservata a ciascuno dei capi delegazione sulla soglia di Santa Maria degli Angeli, al sedersi su una sedia come tutte le altre, al semplicissimo pasto consumato con gli ospiti, e fino all'incontro del pomeriggio nella piazza della Basilica superiore, durante il quale i presenti hanno ri-proclamato l'impegno comune per la pace" senza "nessuna concessione a niente, se non all'essenza del messaggio che da Assisi ha voluto rilanciare: 'continueremo a incontrarci, continueremo a camminare insieme'. Assisi che ricomincia da Assisi. Venticinque anni dopo".
Agi
La profezia: uniti nell'impegno per la pace