mercoledì 22 febbraio 2012

Il Papa: accogliere nella nostra mortalità l’impensabile vicinanza di Dio che apre il passaggio alla risurrezione, al paradiso finalmente ritrovato

Questo pomeriggio, Mercoledì delle Ceneri inizio della Quaresima, il Papa ha presieduto come ogni anno la celebrazione nella forma delle 'Stazioni romane'. Nella chiesa di Sant'Anselmo all'Aventino, è iniziata la liturgia 'stazionale', cui ha fatto seguito la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina. Il Papa ha guidato la tradizionale processione a bordo di una auto elettrica, una sorta di 'papamobile' senza vetri. Negli anni passati Benedetto XVI camminava alla testa della processione. Alla processione hanno preso parte i cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, i monaci benedettini di Sant'Anselmo, i padri domenicani di Santa Sabina e alcuni fedeli. Al termine della processione, nella Basilica di Santa Sabina, ha avuto luogo la celebrazione dell'Eucaristia con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri. Il Papa ha ricevuto le ceneri sul suo capo dal card. Josef Tomko, titolare della Basilica. Quindi le impone ai cardinali, ad alcuni monaci, religiosi e fedeli. Nell'omelia il Papa si è soffermato a riflettere “sul segno liturgico della cenere”, elemento “della natura, che diventa nella Liturgia un simbolo sacro, molto importante in questa giornata che dà inizio all’itinerario quaresimale”. Anticamente, nella cultura ebraica, ha spiegato il Papa, “l’uso di cospargersi il capo di cenere come segno di penitenza era comune, abbinato spesso al vestirsi di sacco o di stracci. Per noi cristiani, invece, vi è quest’unico momento, che ha peraltro una notevole rilevanza rituale e spirituale”. La cenere, ha proseguito il Pontefice, “è uno di quei segni materiali che portano il cosmo all’interno della Liturgia. I principali sono evidentemente quelli dei Sacramenti: l’acqua, l’olio, il pane e il vino, che diventano vera e propria materia sacramentale, strumento attraverso cui si comunica la grazia di Cristo che giunge fino a noi”. Nel caso della cenere, ha precisato il Papa, “si tratta invece di un segno non sacramentale, ma pur sempre legato alla preghiera e alla santificazione del Popolo cristiano”. Due, ha fatto notare, le “possibili formule” per la benedizione delle ceneri da imporre sul capo dei fedeli. Nella prima “esse sono definite ‘austero simbolo’”; nella seconda “s’invoca direttamente su di esse la benedizione e si fa riferimento al testo del Libro della Genesi, che può anche accompagnare il gesto dell’imposizione: ‘Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai’”. Questo passo, ha ricordato Benedetto XVI, “conclude il giudizio pronunciato da Dio dopo il peccato originale: Dio maledice il serpente, che ha fatto cadere nel peccato l’uomo e la donna; poi punisce la donna annunciandole i dolori del parto e una relazione sbilanciata con il marito; infine punisce l’uomo, gli annuncia la fatica nel lavorare e maledice il suolo”. Dunque “l’uomo e la donna non sono maledetti direttamente come lo è invece il serpente, ma, a causa del peccato di Adamo, è maledetto il suolo, da cui egli era stato tratto”. "Il segno della cenere - ha proseguito Benedetto XVI - ci riporta al grande affresco della creazione, in cui si dice che l’essere umano è una singolare unità di materia e di soffio divino, attraverso l’immagine della polvere del suolo plasmata da Dio e animata dal suo respiro insufflato nelle narici della nuova creatura. Possiamo osservare come nel racconto della Genesi il simbolo della polvere subisca una trasformazione negativa a causa del peccato. Mentre prima della caduta - ha osservato - il suolo è una potenzialità totalmente buona, capace, per l’opera di Dio, di germinare 'ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare', dopo la caduta e la conseguente maledizione divina esso produrrà 'spine' e cardi' e solo in cambio di 'dolore' e 'sudore' concederà all’uomo i suoi frutti. La polvere della terra non richiama più solo il gesto creatore di Dio, tutto aperto alla vita, ma diventa segno di un inesorabile destino di morte". Ma, ha rilevato il Papa, "la maledizione del suolo ha una funzione 'medicinale'. Ciò significa che l'intenzione di Dio, che è sempre benefica, è più profonda della sua stessa maledizione. Questa, infatti, è dovuta non a Dio ma al peccato, però Dio non può non infliggerla, perché rispetta la libertà dell'uomo e le sue conseguenze, anche negative. Dunque, all'interno della punizione, e anche all'interno della maledizione del suolo, permane una intenzione buona che viene da Dio". “Quando – ha proseguito Benedetto XVI – Egli dice all’uomo: ‘Polvere tu sei e in polvere tornerai!’, insieme con la giusta punizione intende anche annunciare una via di salvezza, che passerà proprio attraverso la terra, attraverso quella ‘polvere’, quella ‘carne’ che sarà assunta dal Verbo”. La Liturgia del Mercoledì delle Ceneri è quindi un “invito alla penitenza, all’umiltà, ad avere presente la propria condizione mortale, ma non per finire nella disperazione, bensì per accogliere, proprio in questa nostra mortalità, l’impensabile vicinanza di Dio, che, oltre la morte, apre il passaggio alla risurrezione, al paradiso finalmente ritrovato”. Come sottolinea Origene, l’uomo “viene fatto risorgere di nuovo dalla terra” per merito del perdono di Dio stesso che, ha osservato Benedetto XVI, “nella persona del suo Figlio, ha voluto condividere la nostra condizione, ma non la corruzione del peccato”. “Quel Dio che scacciò i progenitori dall’Eden, ha mandato il proprio Figlio nella nostra terra devastata dal peccato, non lo ha risparmiato, affinché noi, figli prodighi, possiamo ritornare, pentiti e redenti dalla sua misericordia, nella nostra vera patria. Così sia, per ciascuno di noi, per tutti i credenti, per ogni uomo che umilmente si riconosce bisognoso di salvezza.”, ha quindi concluso il Pontefice.

TMNews, SIR, Zenit

STAZIONE QUARESIMALE NELLA BASILICA DI SANTA SABINA ALL’AVENTINO - il testo integrale dell'omelia del Papa

Il Papa: maggior spirito fraterno e comunitario nell’attenzione ai malati, società garantisca diritto di avere accesso a mezzi necessari per vita sana

Messaggio di Papa Benedetto XVI al card. Raymundo Damasceno Assis, presidente della Conferenza Nazionale dei vescovi del Brasile e arcivescovo di Aparecida, per l’inizio della Campagna di Fraternità che ogni anno, in Quaresima, viene lanciata dall'episcopato brasiliano, quest'anno sul tema “Fraternità e sanità pubblica". È un concetto semplice, ma carico di implicazioni cristiane e umanitarie, quello che Benedetto XVI mette al centro del suo Messaggio. Il Papa dice di volersi associare alla Campagna di Fraternità facendo sue “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di ognuno”, ma anche sperando che, sia a livello statale, sia individuale, l’iniziativa stimoli una “riflessione sulla realtà della salute in Brasile, un maggiore spirito fraterno e comunitario nell'attenzione ai malati”, che porti la società “a garantire a un maggior numero di persone il diritto di accesso ai mezzi necessari per una vita sana”. Per i cristiani, in particolare, nota Benedetto XVI, l’idea della salute travalica il concetto di “semplice benessere del corpo”. Quando nel Vangelo Gesù guarisce il paralitico, prima di tutto gli offre il perdono dei peccati, insegnando così, rimarca il Pontefice, che è quella la “cura perfetta” e che “la salute per eccellenza è quella dell'anima".
Il Papa ha sottolineato che "le parole salute e salvezza hanno origine nello stesso termine latino salus e non per altro nei Vangeli vediamo l'azione del Salvatore dell'umanità associata a diverse guarigioni: 'Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo'". “Con il suo esempio davanti agli occhi” e secondo “l’autentico spirito della Quaresima”, ha proseguito il Papa, la Campagna di Fraternità possa dunque “ispirare nei cuori dei credenti e delle persone di buona volontà una solidarietà ancora più profonda nei confronti degli infermi, che tante volte soffrono più per la solitudine e l’abbandono che per la malattia”. Bella anche la preghiera di Benedetto XVI invocata per l’intera nazione attraverso l’intercessione di Nostra Signora di Aparecida. Oltre al “progresso sociale e sanitario”, ha auspicato, possa il Brasile diventare “fertile nella santità, prospero nell'economia, equo nella ripartizione delle ricchezze, gioioso nel servizio pubblico, equanime nel potere e fraterno nel suo esercizio”.

Radio Vaticana, TMNews

Messaggio per la Campagna di Fraternità della Chiesa in Brasile (11 febbraio 2012)

Il Papa in Messico e a Cuba. Aperta dalla diocesi di Leon la nuova radio online 'Cristo Rey'. Dal governo de L'Avana nessuna richiesta a Benedetto XVI

Mancano solo 30 giorni al viaggio di Papa Benedetto XVI in Messico, e l'arcidiocesi di Leon ha annunciato l'apertura di una radio via internet, Radio Cristo Rey, la quale ha anche una presenza nei social network, con più di 12 programmi in diretta, coinvolgendo sacerdoti, diaconi e laici delle diocesi di Queretaro, Celaya e León. Il suo obiettivo iniziale è che gli utenti conoscano Papa Benedetto XVI e il significato del messaggio che porta con il suo viaggio. “Conoscendo la realtà del web, assumendo la missione di diffondere il messaggio di Cristo e del Papa, vogliamo raggiungere tutte le persone di buona volontà. Per questo motivo avremo anche piccoli programmi in inglese, francese e italiano, così come in Nahuatl, Mixe, Tarahumara e Otomi" spiega la nota inviata all'agenzia Fides. La “copertura speciale” inizia con il programma "Discepoli e missionari", trasmesso dalla diocesi di Queretaro alle 10.00, al quale parteciperà il vescovo mons. Faustino Armendáriz. Il comunicato ricorda che il viaggio del Papa avviene nel contesto dell'anniversario dell'indipendenza, che si celebra in diversi paesi dell'America Latina, e che il Papa viene "ad annunciare la Parola di Cristo e a rafforzare la convinzione che questo è un tempo prezioso per evangelizzare con una fede coraggiosa". Fra le commissioni create per occuparsi di tutti gli aspetti che riguardano la visita del Papa, c'è anche quella della comunicazione, e la radio vuole promuovere attraverso la rete la preparazione alla viaggio in tutti i mezzi di comunicazione.
Cuba non ha inoltrato alcuna richiesta a Papa Benedetto XVI affinché quest'ultimo condanni i 50 anni di embargo Usa contro l'isola, durante il suo viaggio, ma accoglierebbe favorevolmente un nuovo pronunciamento se il Pontefice dovesse decidere di farlo. Lo ha detto oggi l'ambasciatore cubano in Vaticano. In una lunga intervista, l'ambasciatore Eduardo Delgado Bermudez ha detto che non è in programma, "per ora", un incontro tra Benedetto XVI e Fidel Castro, anche se non si può escludere. L'ambasciatore ha detto che Fidel Castro è complessivamente in condizioni di salute "eccellenti". Delgado, 69 anni, ha detto che Cuba vede il viaggio del Pontefice come un'opportunità per approfondire i rapporti stato-Chiesa nell'isola comunista, rapporti che sono migliorati notevolmente dopo il viaggio del 1998 di Giovanni Paolo II, che ha condannato l'embargo diverse volte. "Parlando francamente, non abbiamo preparato 'una lista della spesa' per questa visita", ha detto l'ambasciatore a Reuters dall'ambasciata cubana, vicino al Vaticano. "Lo riceveremo con rispetto e apprezzamento. Questo è il nostro desiderio più grande, sia del governo che del popolo cubano, e non solo dei cattolici", ha detto in spagnolo.

Fides, Reuters

Quaresima 2012. 'Dialogare con il Papa si può, con un semplice tweet': iniziativa dei Pontifici Consigli delle Comunicazioni Sociali e 'Cor Unum'

“Dialogare con il Papa si può, con un semplice tweet”. È l’iniziativa promossa per la Quaresima 2012 dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, insieme al Pontificio Consiglio “Cor Unum”. Infatti, attraverso il portale Pope2you.net, i due Pontifici Consigli mettono Benedetto XVI in diretto collegamento con i giovani della Rete. “I tweet del Papa - informa il dicastero dei media - saranno concentrati sul messaggio da Lui inviato alla Chiesa per la Quaresima, cui i ‘navigatori’ potranno rispondere e dialogare con altri cinguettii da tutto il mondo. Il servizio, realizzato sia attraverso il sito www.pope2you.net sia attraverso il canale ufficiale twitter.com/pope2youvatican, è disponibile in molte lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese, tedesco e, prossimamente, anche in portoghese. Gli utenti di Twitter potranno, così, ricevere la parola del Papa direttamente sui loro computer, Smartphones e Tablet, ma, soprattutto, potranno diffondere a loro volta, tra i contatti e gli amici, messaggi dai forti contenuti esistenziali”.

SIR

I saluti di Benedetto XVI: invito tutti a costruire sempre la vostra vita secondo la logica del Vangelo, la logica del non conformismo cristiano

“Vi invito tutti a costruire sempre la vostra vita secondo la logica del Vangelo, la logica del non conformismo cristiano”. E’ l’invito rivolto dal Papa ai fedeli di lingua italiana, salutati come di consueto al termine dell'Udienza generale. “Il gesto dell’imposizione delle Ceneri, che segna l’inizio della Quaresima - ha detto Benedetto XVI - ci invita a guardare con più umiltà a noi stessi per ricentrare la nostra vita su Dio”. Ai giovani, il Papa ha raccomandato la pratica del digiuno “per acquisire un sempre maggiore dominio su voi stessi” e agli sposi di “vivere la vostra esistenza coniugale aprendola alle necessità dei fratelli”. Nei saluti finali, un indirizzo particolare Benedetto XVI ha rivolto all’Ordinariato personale di nostra Signora di Walsingham, costituito da ex anglicani entrati nella Chiesa Cattolica, in occasione del primo pellegrinaggio alla sede di Pietro. Tra i fedeli presenti nella Basilica vaticana, le Ancelle del Sacro Cuore di Gesù riunite per il Capitolo generale e i Diaconi di Milano: costruite sempre la vostra vita, li ha incoraggiati il Papa, “secondo la logica del Vangelo”, del “non conformismo cristiano”. Un saluto affettuoso è andato poi ai rappresentanti della Lega italiana contro i tumori e alla delegazione dei Mondiali Juniores di Sci, che si svolgeranno dal 29 febbraio al 9 marzo a Roccaraso e Rivisondoli in Abruzzo: la delegazione ha consegnato al Papa una medaglia d'oro speciale creata appositamente per il Pontefice. Una raccomandazione infine ai legali dell’Avvocatura italiana perché svolgano il loro lavoro “seguendo sempre i criteri di amore alla giustizia e di servizio al bene comune".

SIR, Radio Vaticana

Il Papa: nel 'deserto' del mondo opportunità di fare profonda esperienza di Dio che rende forte spirito, conferma fede, nutre speranza, anima carità

Udienza generale questa mattina nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi il Papa ha tenuto una meditazione sul significato del tempo quaresimale, che inizia oggi, Mercoledì delle Ceneri. Benedetto XVI ha ricordato che nei primi secoli il tempo della Quaresima era “il tempo in cui coloro che avevano udito e accolto l’annuncio di Cristo iniziavano, passo dopo passo, il loro cammino di fede e di conversione per giungere a ricevere il sacramento del Battesimo”. Si trattava di “un avvicinamento al Dio vivo e di una iniziazione alla fede da compiersi gradualmente, mediante un cambiamento interiore da parte dei catecumeni, cioè di quanti desideravano diventare cristiani ed essere così incorporati a Cristo e alla Chiesa”. Successivamente, “anche i penitenti e poi tutti i fedeli furono invitati a vivere questo itinerario di rinnovamento spirituale, per conformare sempre più la propria esistenza a quella di Cristo”. “La partecipazione dell’intera comunità ai diversi passaggi del percorso quaresimale – ha affermato il Santo Padre – sottolinea una dimensione importante della spiritualità cristiana: è la redenzione non di alcuni, ma di tutti, ad essere disponibile grazie alla morte e risurrezione di Cristo”. In questa prospettiva, “sia coloro che percorrevano un cammino di fede come catecumeni per ricevere il Battesimo, sia coloro che si erano allontanati da Dio e dalla comunità di fede e cercavano la riconciliazione, sia coloro che vivevano la fede in piena comunione con la Chiesa, tutti insieme sapevano che il tempo che precede la Pasqua è un tempo di 'metanoia', il tempo del cambiamento, del pentimento; il tempo che identifica la nostra vita umana e tutta la nostra storia come un processo di conversione che si mette in movimento ora per incontrare il Signore alla fine dei tempi”. La durata della Quaresima, 40 giorni, si riferisce a un numero simbolico sia nell'Antico che nel Nuovo testamento: "una cifra che esprme il tempo dell'attesa, della purificazione, del ritorno al Signore". "Un tempo cronologicamente non esatto, ma che indica pazienza, perseveranza, una lunga prova, un tempo sufficiente per vedere le opere di Dio, per assumersi le proprie responsabilità, senza ulteriori rimandi". Il Papa ha indicato, tra l'altro, che "il numero appare innanzi tutto a proposito di Noè, questo uomo giusto", che trascorre 40 giorni nell'arca e altri 40 dopo il diluvio, prima di toccare la terraferma. Ugualmente sono 40 i giorni che "mosè trascorre sul monte Siani alla presenza del Signore per accogliere la legge" e gli anni del viaggio del popolo di Israele verso la Terra promessa. Pure 40 sono gli anni di pace che Israele conosce sotto i Giudici e quelli dei regni di Saul e di David. Nel Nuovo testamento, "Gesù prima di iniziare la vita pubblica si ritira nel deserto per 40 giorni, senza mangiare né bere, si nutre della Parola di Dio, che usa come arma per vincere il diavolo" e "40 sono i giorni nei quali Gesù risorto istruisce i suoi, prima di ascendere al cielo e inviare lo Spirito Santo". Con questo ricorrente numero di quaranta, ha proseguito Benedetto XVI, "è descritto un contesto spirituale che resta attuale e valido, e la Chiesa, proprio mediante i giorni del periodo quaresimale intende mantenerne il perdurante valore e renderne a noi presente l'efficacia. La liturgia cristiana della Quaresima ha lo scopo di favorire un cammino di rinnovameno spirituale alla luce di questa lunga esperienza pubblica e soprattuto imparare a imitare Gesù, che nei quaranta giorni trascorsi nel deserto insegnò a vincere la tentazione con la parola di Dio". I quarant’anni della peregrinazione di Israele nel deserto, per il Papa, da una parte sono “la stagione del primo amore tra Dio e il suo popolo”, dall’altra “il tempo delle tentazioni e dei pericoli più grandi, quando Israele mormora contro il suo Dio e vorrebbe tornare al paganesimo e si costruisce i propri idoli”. Questa “ambivalenza”, che caratterizza Israele nel deserto, la ritroviamo “in modo sorprendente nel cammino terreno di Gesù, naturalmente senza alcun compromesso col peccato”. Nella sua vita terrena, “Gesù si reca nel deserto per stare in profonda unione con il Padre”. Una “dinamica”, questa, che “è una costante nella vita terrena di Gesù, che ricerca sempre momenti di solitudine per pregare il Padre suo e rimanere in intima ed esclusiva comunione con Lui, e poi ritornare in mezzo alla gente”. Ma in questo tempo di “deserto” e d’incontro speciale col Padre – ha fatto notare il Papa – Gesù “si trova esposto al pericolo ed è assalito dalla tentazione e dalla seduzione del maligno, il quale gli propone una via messianica lontana dal progetto di Dio, perché passa attraverso il potere, il successo, il dominio e non attraverso il dono totale sulla Croce”. “In questo 'deserto' – ha spiegato Benedetto XVI – noi credenti abbiamo certamente l’opportunità di fare una profonda esperienza di Dio che rende forte lo spirito, conferma la fede, nutre la speranza, anima la carità”. Ma il 'deserto' “è anche l’aspetto negativo della realtà che ci circonda: l’aridità, la povertà di parole di vita e di valori, il secolarismo e la cultura materialista, che rinchiudono la persona nell’orizzonte mondano dell’esistere sottraendolo ad ogni riferimento al trascendente”. “Anche per la Chiesa di oggi il tempo del deserto può trasformarsi in tempo di grazia, poiché abbiamo la certezza che anche dalla roccia più dura Dio può far scaturire l’acqua viva che disseta e ristora”. “In questi quaranta giorni che ci condurranno alla Pasqua di Risurrezione – l’auspicio del Papa - possiamo ritrovare nuovo coraggio per accettare con pazienza e con fede ogni situazione di difficoltà, di afflizione e di prova, nella consapevolezza che dalle tenebre il Signore farà sorgere il giorno nuovo”.

SIR, AsiaNews

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Il Congresso internazionale teologico pastorale: tre giorni di tavole rotonde con 104 relatori da tutto il mondo

La Chiesa convoca gli Stati Generali sulla famiglia. Dal 30 maggio al 1° giugno, a Milano e contemporaneamente in altre sette città lombarde, si terrà il Congresso internazionale teologico pastorale. Cuore del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, il Congresso rappresenta il momento di sintesi più alto e qualificato della riflessione ecclesiale sulla famiglia. Un grande cantiere di elaborazione del pensiero e valorizzazione delle esperienze che a Milano, in modo più accentuato che nelle edizioni precedenti, avrà anche un sapore laico, perché sceglie di affrontare due temi che interpellano non esclusivamente i credenti: il lavoro e la festa, i due ambiti in cui la famiglia si apre alla società e la società s’innesta nella vita delle famiglie. Alcuni numeri: 31 eventi in programma, 27 paesi rappresentati, 104 relatori scelti fra gli esponenti più significativi del panorama culturale, politico, associativo internazionale.Tra questi: 4 cardinali, 7 vescovi, 24 professori universitari, tra cui sociologi, psicologi, demografi, economisti, teologi, giuristi, agronomi. 5000 i partecipanti attesi. Queste cifre possono aiutare a dare la proporzione dei tre giorni di studio che si appresta a vivere il capoluogo lombardo in attesa dell’arrivo del Papa insieme alle altre sette città scelte come sedi decentrate. Tra gli esponenti della Chiesa universale, interverranno l’arcivescovo metropolita di Boston, il card. Sean O’Malley e l’arcivescovo di Lione, il card. Philippe Barbarin. La Chiesa italiana sarà rappresentata dal card. Gianfranco Ravasi, dal vescovo Giancarlo Bregantini, dal priore di Bose Enzo Bianchi. Ci saranno illustri studiosi: l’economista messicano ed ex ministro degli Interni, Esteban Moctezuma e, tra gli italiani, i sociologi Giuseppe De Rita e Pierpaolo Donati, l’economista Alberto Quadrio Curzio, lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet. Presenti, inoltre, alcuni noti giornalisti come Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera, e Josè Luis Restan, direttore editoriale di Cope (Cadena de Ondas Populares Espanolas) e voci originali del panorama culturale, come il giovane scrittore Alessandro D’Avenia. Ma anche testimoni invitati a raccontare la propria esperienza di padri e madri alla luce della fede. Parlerà dell’uomo che sta dietro al campione un personaggio popolare, come il capitano dell’Inter, l’argentino Javier Zanetti. Tuttavia, i veri protagonisti saranno le 20 famiglie provenienti da Francia, Irlanda, Argentina, Sud Sudan, Colombia, Germania scelte a rappresentare la molteplicità di situazioni assolutamente quotidiane e ordinarie che si trova oggi ad affrontare la famiglia nel mondo. Diversi gli argomenti che saranno toccati attraverso le relazioni sapienziali dei principali rappresentanti dell’episcopato mondiale, gli interventi degli esperti e le testimonianze: la conciliazione dei tempi tra famiglia e lavoro, il rapporto tra festa e tempo libero, la famiglia di fronte alle sfide della comunicazione globale, dell’immigrazione, dell’educazione. Si parlerà della condizione delle donne che lavorano. E anche di separazioni, divorzi e nuove unioni. I lavori saranno introdotti dal card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, e dal card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano che passerà il testimone, il giorno seguente, al suo predecessore, il card. Dionigi Tettamanzi. Il programma prevede relazioni in seduta plenaria la mattina alla Fiera Milano City e incontri tavole rotonde e comunicazioni il pomeriggio. Gli incontri pomeridiani di mercoledì 30 maggio si terranno alla Fiera Milano City. Nel pomeriggio del 31 maggio gli eventi si svolgeranno in contemporanea a Varese (Centro Congressi Collegio De Filippi), a Brescia (Piazza Paolo VI), a Bergamo (Centro Congressi Giovanni XXIII), a Pavia (Teatro Fraschini) a Como (Teatro Sociale), a Lodi (Bpl Center) a Bosisio Parini (LC) nell’auditorium de la “Nostra Famiglia”. Nel pomeriggio di venerdì 1° giugno il Congresso diventerà di nuovo itinerante ma all’interno della città di Milano. Occasione di riflessione sulla famiglia, il lavoro e la festa questa tre giorni non poteva dimenticarsi dei più piccoli. Parallelamente al Congresso ufficiale, infatti, ne è previsto uno "per i ragazzi" che lavoreranno, a loro misura, sugli stessi temi degli adulti suddivisi in cinque fasce di età da 3 a 17 anni con momenti di parola, animazione, giochi, attività ludiche e istruttive. Le attività sono aperte a tutti, non solo ai figli dei congressisti.

Zenit

Il Papa in Messico e a Cuba. Nell'isola è la Chiesa l'unica istituzione che ha credibilità: Benedetto XVI la vuole portare all'attenzione del mondo

Cuba è un’isola. Non è una considerazione da poco in fondo. Perchè essere isola significa alla fine essere isolati e un po’ isolazionisti. Questo di certo non aiuta la democrazia. Negli anni ‘50 Cuba era un paese ricco, e la ricchezza era in mano all’80% della popolazione. Canna da zucchero e agricoltura come prima risorsa. Anche le mucche erano di una razza particolare che davano fino a 12 litri di latte al giorno, le mucche creole. Ora nessuno muore di fame ma c’è ovunque una grande malnutrizione. Il paradosso della Rivoluzione Castrista. La democrazia sembra una parola lontana per la gente dell’isola dei Caraibi. Terra di sogno per i turisti occidentali di oggi, terra di grandi speranze al tempo del colonialismo spagnolo, terra senza democrazia praticamente da sempre. E a Cuba l’unica istituzione che ha una credibilità è la Chiesa Cattolica. Perché è vicina alla gente. Per questo il viaggio del Papa è importante. A Cuba il regime castrista, la Rivoluzione, è sempre presente. A partire dalle tasse sulle auto (per comprarne una serve comunque il permesso dello Stato) fino alla sessualità che è “gestita” da una agenzia dello Stato, la Cenesex. Per far dimenticare la miseria e la corruzione che ne deriva il regime cerca di “drogare” l’anima del popolo con una “educazione” sessuale di libertà assoluta e di precocità. Risultato: l’80% delle donne ha abortito almeno una volta e i matrimoni durano in media 18 mesi. La tanto decantata sanità cubana poi si basa solo sui medici che il governo “vende” ad altri paesi, come il Senagal, o il Venezuela. Sono bravi i medici cubani, hanno un ottimo approccio con il paziente. Ma non hanno mezzi e neppure medicine. Allora ti mandano nelle parrocchie cattoliche. Perché li riescono ad arrivare le medicine. Eppure a Cuba ci sono mitiche cliniche per ricchi. Così la scuola. Tutti studiano, molti sono anche preparati, ma alla fine la gente va nelle parrocchie per ripetizioni e lezioni. Di nascosto, perché alla Chiesa non è permesso educare, può solo avere ospizi per anziani e poveri. E a Cuba il “nemico” sono sempre gli Stati Uniti. L’annosa questione dell’embargo, del bloque, sembra ormai assestata su un traffico preciso. Cuba di fatto importa la maggior parte dei beni alimentari dagli Usa. Ma di nascosto e con pagamento anticipato in contanti. Nell’isola del resto non si produce quasi più nulla. Le vecchie aziende dello zucchero sono in disarmo, e così tutta l’ agricoltura. Cuba vive di turismo, un po’ di miniere di nichel e di rimesse dai cubani in esilio. Nel 1902 l’anno dell’indipendenza dalla Spagna, a Cuba il 60% della popolazione era nera o creola Nel 1958 al contrario il 60% erano bianchi, spagnoli. Sono loro che sono emigrati in questi anni e a Cuba sono rimasti i neri e i creoli che non hanno nessuna rimessa dall’estero. A Cuba la Chiesa non è mai stata perseguitata con la vera violenza, ma con l’opposizione a qualunque cosa faccia, con la prigione per qualunque cosa e con i campi di rieducazione per i preti. Come quello dove è stato per un anno è il card. Ortega y Alamino che alcuni giudicano troppo indulgente con il regime. Ma del resto una Chiesa aperta è sempre meglio che una chiesa chiusa, dicono altri. Dopo la visita di Giovanni Paolo II sulla gente che va in Chiesa c’è un po’ meno controllo, anche se i battezzati sono solo la metà della popolazione e in Chiesa ci va solo il 2 per cento della gente. Invece la processione che ha portato in tutta l’isola l’immagine della Madonna del Cobre è stata vivacissima, in tutta la nazione, con gente di tutti i tipi, anche un po’ per superstizione. Addirittura in processione si sono visti i massoni con tutti i loro simboli. Cuba non è un paese cattolico ma “cattolicizzabile” dicono alcuni. Il ruolo della Chiesa oggi è la carità. Dal 1958 non c’è il permesso di fare nuove chiese cattoliche, e la costruzione del seminario a L’Avana, sembra più un’operazione pubblicitaria di Raul Castro che negli anni ’60 lo sequestrò in nome della Rivoluzione. A Natale il card. Ortega y Alamino pronuncia il suo discorso in tv, è vero, ma sul canale educativo che si riceve praticamente solo nella capitale. Insomma la strada per il cambiamento è lunga. E la Chiesa Cattolica cerca dei piccoli spiragli pur tra mille difficoltà. Come quando ha partecipato alla trattativa per la uscita di 75 dissidenti un paio di anni fa. Qualcuno temeva che fosse un modo di farsi strumentalizzare, ma era anche un modo per poter far puntare i riflettori su Cuba, sulla drammatica mancanza di rispetto dei diritti umani in un paese isolato a pochi metri dalla costa Usa dove frotte di turisti vanno senza rendersi spesso conto che con il costo per loro di una cena una famiglia cubana devi vivere per un mese. Una fatica anche per la Chiesa, per i tanti religiosi e religiose che sono vicini alla gente e per quelli che si scoraggiano perché si vive sul filo del rasoio con la psicosi di essere continuamente spiati e controllati. “Hay que resolver” dicono a Cuba e, pragmaticamente, cercano ogni mezzo per sopravvivere, con un po’ di indolenza caraibica e con la speranza che qualcuno si accorga di loro. Anche per questo il viaggio di Benedetto XVI è importante. Perché un padre non lascia mai soli i suoi figli.

Angela Ambrogetti, Korazym.org

Card. Cottier: il lavoro del Maligno dietro le fughe di notizie e gli intrighi della Curia ma Benedetto XVI è sereno, è la colonna che tiene

Dietro le fughe di notizie e gli intrighi che stanno avvelenando il clima della Curia romana c'è sì la manina di qualche prelato ma soprattutto è all’opera il Maligno. Comunque non c'è da temere, Benedetto XVI infatti "è sereno, è la colonna che tiene". Lo afferma il cardinale svizzero e insigne teologo Georges Cottier in un’intervista ad Avvenire. Da sottolienare il fatto che un teologo della portata di Cottier cita il Maligno e che lo fa nel quotidiano della CEI. E vero, il concetto "forte" del diavolo che vuole portare caos dentro la Chiesa non viene richiamato nel titolo dell'intervista, nè in prima pagine nè nella pagina interna. Troppo scabroso sbattere il demonio in prima pagina? Comunque sia, ci sembra già rilevante il fatto che ne parli tanto apertamente un teologo, un cardinale. Molti esperti, a cominciare dal più conosciuto deglie esorcisti italiani, padre Amorth, hanno sempre rimarcato il fatto che le alte gerarchie ecclesiastiche a lungo hanno rifiutato l'idea stessa di un'azione concreta diabolica nel destino dell'uomo e nella Storia, bollandolo come armamentario medievale, certo non cosa da fede "adulta". Eppure, se si crede in Dio non si può non credere nel suo avversario. Oggi, però, in molti hanno cambiato atteggiamento. Non c'entra l'attenzione morbosa e inquietante, non c'entra il catastrofismo, ma lo sguardo sulla realtà. Così sembra confermare anche il cardinale Cottier: "Durante il Concistoro ho constatato che non ero stato il solo ad avere un certo pensiero. Che è questo: in tutto l’agitarsi attorno alla Chiesa, si può vedere l’opera del Maligno al lavoro. Nel senso che se la Chiesa fosse assopita nella mediocrità, o occupata solo di intrighi, rivalità, il diavolo non avrebbe molto da fare. Ma se agita molto le acque allora vuol dire che c'è vitalità nella Chiesa, che il maligno vuole contrastare. E questa vitalità è la forza della fede, è la vita cristiana che si manifesta in tutto il mondo". E il Papa, spiega il teologo emerito della Casa pontificia, "certamente soffre di tutte le cose che sono state dette dai media in questi giorni, ma il fondo dell’animo è sereno, è la forza dello Spirito Santo che guida la sua vita, è la sua fede".

Caterina Maniaci, Libero Quotidiano.it

Cottier: Benedetto XVI è la colonna che tiene