domenica 18 gennaio 2009

Volge al termine il VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Il Papa: diritti inalienabili della famiglia per la sua straordinaria missione

Intervenendo in diretta televisiva alla conclusione del VI Incontro Mondiale delle Famiglie, Benedetto XVI ha rivendicato i “diritti inalienabili” della famiglia. Ad ascoltare le sue parole c’erano le migliaia di pellegrini che hanno preso parte alla Santa Messa presieduta dal suo inviato, il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, sulla spianata del Santuario della Vergine di Guadalupe. Il Papa, che seguiva l’evento in televisione dal Palazzo Apostolico vaticano, ha riconosciuto nel suo messaggio letto in spagnolo che “oggi più che mai sono necessari la testimonianza e l’impegno pubblico di tutti i battezzati per riaffermare la dignità e il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna e aperto alla vita, e della vita umana in tutte le sue fasi”. “La famiglia è un fondamento indispensabile per la società e i popoli, così come un bene insostituibile per i figli – ha affermato il Papa - degni di nascere come un frutto di amore, di donazione totale e generosa dei genitori”. “Una vera scuola di umanità e valori perenni – ha continuato - fondata sul matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna, l’ambito nel quale la persona può nascere con dignità e crescere in modo integrale”. “Uno sforzo educativo, ha proseguito il Papa, ostacolato però da un “fuorviante concetto di libertà”, dove gli impulsi sono esaltati al punto di lasciare ognuno “nella prigione del proprio io”. “La vera libertà dell’uomo – ha evidenziato – proviene dall’essere stato creato ad immagine e somiglianza di Dio”. Ed è nel focolare della casa che si impara a “vivere veramente” ad apprendere i giusti valori. Nella preghiera in famiglia, “specialmente con la recita del Rosario”, si contemplano i misteri della vita di Gesù e si interiorizzano quei valori sui quali si medita. “Occorre inoltre promuovere strumenti legislativi e amministrativi a sostegno della famiglia nei suoi diritti inalienabili, necessari per portare avanti la sua straordinaria missione”, ha sottolineato il Santo Padre. Nel suo messaggio, il Papa ha detto di aver potuto compiere, grazie all’ausilio delle nuove tecnologie di comunicazione, “un pellegrinaggio spirituale fino a questo santuario mariano, cuore del Messico e di tutta l’America, per affidare a Nostra Signora di Guadalupe tutte le famiglie del mondo". Il Santo Padre ha quindi espresso la sua vicinanza ed ha assicurato la sua preghiera per tutte le famiglie in difficoltà, in particolare per “quelle che soffrono per la povertà, la malattia, l’emarginazione. E in modo moto speciale per le famiglie cristiane che sono perseguitate a causa della loro fede”. Dopo aver annunciato che la sede del VII incontro Mondiale delle Famiglie sarà Milano nel 2012, il Pontefice ha concluso la sua omelia rivolgendo una preghiera alla Vergine di Guadalupe per affidare nelle sue mani le sorti di tutte le famiglie del mondo. “Si vede, si sente, il Papa è presente!”, è stato il coro con il quale i pellegrini hanno risposto alle parole del Papa. Della famiglia come “formatrice dei valori umani e cristiani” ha parlato anche il card. Bertone nell'omelia della Santa Messa. “In essa - ha continuato - si praticano molte virtù, unificate e sublimate dalla carità”. "La famiglia cristiana mette al centro della sua attenzione la persona di Gesù – ha aggiunto il porporato - la fede nella sua presenza trasforma tutti i rapporti e le attività della famiglia, esalta i valori umani, crea un clima di comunione e gioia". Ricordando lo smarrimento di Maria e Giuseppe di fronte a Gesù e la loro disponibilità a comprendere che il loro figlio “non appartiene a loro”, il card. Bertone ha invitato i genitori a “rispettare la personalità e la vocazione” dei figli. “Un buon rapporto educativo – ha evidenziato – comporta tenerezza e affetto e , allo stesso tempo, ragionamento e autorità”. “La famiglia fondata sul matrimonio monogamico e aperta alla vita, deve essere unita e stabile”. L’amore come “dono totale della vita dell’uno all’altro” rende la coppia “una casa sulla roccia” e fa della famiglia “un Vangelo vivente”. Poco prima di recitare il Credo, durante la Santa Messa, le migliaia di coppie presenti hanno rinnovato le loro promesse di matrimonio. Successivamente, hanno consegnato gli anelli, che sono stati benedetti dal card. Bertone.

Collegamento televisivo al termine della Santa Messa a conclusione del VI Incontro Mondiale delle Famiglie a Città del Messico (18 gennaio 2009) - il testo integrale del discorso del Papa

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L'annuncio del Papa: il VII Incontro Mondiale delle Famiglie si terrà a Milano nel 2012. La gioia del card. Tettamanzi e del sindaco Moratti

Benedetto XVI ha annunciato che il VII Incontro Mondiale delle Famiglie si terrà a Milano nel 2012. L'annuncio è stato dato dal Papa con un intervento in videoconferenza trasmesso a Città del Messico dove - alla presenza di un milione di persone riunite per la Celebrazione della Santa Messa presieduta dal card. Tarcisio Bertone - si è concluso il VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, card. Ennio Antonelli, ha ricordato che il VII Incontro Mondiale si collocherà in prossimità di un altro importante evento ecclesiale e civile per il capoluogo lombardo, quello della celebrazione nel 2013 dei 1700 anni dalla promulgazione dell'editto dell'imperatore Costantino (313) sulla libertà religiosa. Milano sarà poi sede, nel 2015 dell'esposizione universale.
Appresa la notizia l'arcivescovo di Milano il card. Dionigi Tettamanzi ha manifestato la sua soddifazione. "La decisione di Papa Benedetto XVI di svolgere a Milano nel 2012 il VII Incontro Mondiale delle Famiglie mi riempie di grande gioia. Insieme a tutta la Diocesi ambrosiana ringrazio di cuore il Santo Padre e prego il Signore per lui e con lui affinché i frutti del VI Incontro Mondiale delle Famiglie, appena concluso a Città del Messico, arricchiscano tutte le Chiese locali, così che sempre più la famiglia possa essere formatrice ai valori umani e cristiani". "L'appuntamento che il Papa ha assegnato a Milano per il 2012 impegna tutta la Chiesa ambrosiana - conclude Tettamanzi - ad accrescere ancora di più l'attenzione pastorale verso la cellula fondamentale della società, in questo anno in cui, nella nostra Diocesi, giunge al suo culmine il triennio dedicato al tema della famiglia".
La notizia è stata accolta con grande soddisfazione anche dal sindaco di Milano, Letizia Moratti. "È un grande onore, una straordinaria occasione e insieme una grande responsabilità - ha dichiarato la Moratti -. Desidero ringraziare di cuore il Santo Padre, per aver scelto Milano per un appuntamento mondiale di tale rilevanza. La scelta di Milano come sede del VII Incontro Mondiale delle Famiglie è per noi un'opportunità eccezionale, per affrontare il significato più completo e profondo di questa dimensione essenziale della nostra vita personale e ancora di più della nostra convivenza civile e sociale". "L'appuntamento che ci viene dato dal Santo Padre - ha sottolineato il sindaco di Milano - ha un valore particolare anche perché si colloca in un percorso che la città e chi l'amministra hanno già avviato. Un percorso che ci vede in grande sintonia con la Chiesa ed in particolare con la nostra comunità ambrosiana. Un percorso che si ritrova nella sfida riproposta proprio ieri a Città del Messico dal segretario di stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, quando ha ricordato che se il mondo vuole pace e giustizia deve sostenere attivamente la famiglia, l'istituzione più adeguata a promuovere questi due valori così necessari al nostro tempo".

Il rabbino Neusner difende il Papa: grazie a uomini come Benedetto XVI il dialogo giudaico-cristiano vive

Il rabbino di New Jacob Neusner (nella foto con Benedetto XVI) prende le distanze dalle critiche rivolte al Papa dal rabbino di Venezia Elia Enrico Richetti che ha accusato Benedetto XVI di procedere alla "cancellazione degli ultimi 50 anni di storia della Chiesa", riferendosi soprattutto agli aspetti liturgici come la liberalizzazione dei riti tradizionali in latino. "Non sono d'accordo: il cammino dell'ultimo mezzo secolo - afferma in un'intervista al vaticanista de Il Foglio Andrea Monda - è irreversibile. Papa Benedetto XVI ha riaffermato in molti modi la sua amicizia con il popolo ebreo e il suo rispetto per il giudaismo. Ha ripreso la tradizione di Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo. La sua visita negli Stati Uniti ha sottolineato la sua affermazione delle relazioni fraterne che legano giudaismo e cristianesimo. Le sinagoghe statunitensi e i rabbini hanno risposto alla sua benedizione con una loro propria benedizione". Neusner, protagonista di una lunga corrispondenza con Papa Ratzinger citata anche nel volume "Gesu' di Nazaret", si dice d'accordo con Giorgio Israel quando afferma che "la memoria è fondamentale ma deve essere bene usata. Il modo migliore di sviluppare i rapporti tra ebraismo e cristianesimo è di rivolgere lo sguardo al futuro". Per il rabbino di New York è proprio grazie a uomini come Benedetto XVI che il dialogo giudaico-cristiano ancora vive; quel dialogo, dice Neusner, "che la Chiesa Cattolica nella seconda metà del XX secolo ha inaugurato e che è stato riaffermato nella risposta che con cuore puro il Papa ha dato nel suo libro alla mia conversazione immaginaria inserita nel mio vecchio libro di oltre 15 anni fa".

Parla il rabbino Neusner che conferma la tesi di Israel e difende la fratellanza giudeocristiana ristabilita da Ratzinger (Monda) - l'articolo de Il Foglio riportato dal Papa Ratzinger blog

VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Il video messaggio del Papa: la famiglia ha il diritto di essere riconosciuta nella propria identità

“La famiglia ha il diritto di essere riconosciuta nella propria identità” e di “poter contare sulla dovuta tutela”, perché ha una “funzione sociale essenziale”: sono le parole di Benedetto XVI, contenute in un video messaggio registrato per il VI Incontro Mondiale delle Famiglie di Città del Messico. Il video del Papa è stato trasmesso ieri pomeriggio - l’una di notte in Italia - durante la Veglia Mariana che si è svolta sul sagrato della Basilica di Nostra Signora di Guadalupe. Oggi, invece, è in programma la Messa conclusiva: a presiedere la celebrazione sarà il cardinale Tarcisio Bertone, in veste di Legato Pontificio, mentre il Papa interverrà in video collegamento ed annuncerà le date ed il luogo del prossimo raduno mondiale delle Famiglie. Erano numerose le famiglie cristiane provenienti dai cinque continenti che ieri hanno raccontato la loro esperienza, sul sagrato della Basilica di Nostra Signora di Guadalupe. Testimonianze che si sono alternate alla recita dei Misteri Gaudiosi del Rosario e che sono state - ha detto il Papa - come “un’eco e un riflesso nel nostro tempo della storia di Gesù e della sua famiglia”, perché “l’ambiente domestico è una scuola di umanità e di vita cristiana per tutti i suoi membri, con conseguenze benefiche per le persone, la Chiesa e la società”-. “In effetti - ha aggiunto Benedetto XVI - il focolare domestico è chiamato a vivere e a coltivare l’amore reciproco e la verità, il rispetto e la giustizia, la lealtà e la collaborazione, il servizio e la disponibilità verso gli altri, specialmente verso i più deboli”. E la famiglia deve essere “impregnata della presenza di Dio”, ha ricordato ancora il Papa, perché il Signore “sta certamente” con coloro che ascoltano la sua Parola e mettono in pratica i suoi insegnamenti”. “In questo modo, si trasforma e si migliora gradualmente la vita personale e familiare - ha ribadito il Pontefice - si arricchisce il dialogo, si trasmette la fede ai figli, si accresce il piacere di stare insieme, e il focolare domestico si unisce e si consolida ancora, come una casa costruita su una roccia (cf. Mt 7,24-25)”. Di qui, l’importanza della preghiera, la cui forza permette alla famiglia di trasformarsi “in una comunità di discepoli e missionari di Cristo”, in cui “si annida, si trasmette e si irradia il Vangelo”. “La famiglia cristiana - ha ricordato il Papa - vivendo la fiducia e l’obbedienza filiale a Dio, la fedeltà e l’accoglienza generosa dei figli, la cura dei più deboli e la disponibilità al perdono, si converte in un Vangelo vivo, che tutti possono “leggere” (Cf. 2 Co 3,2), in un segno di credibilità forse più persuasivo e capace di richiamare l’attenzione del mondo di oggi”. E sono diversi gli impegni che Benedetto XVI ha affidato alla famiglia contemporanea: portare la sua “testimonianza di vita” e la sua “esplicita professione di fede” nella scuola e nelle associazioni, impegnarsi nella catechesi dei figli e nelle attività parrocchiali, soprattutto in quelle “preposte alla preparazione al matrimonio o rivolte in maniera specifica alla vita familiare”. “La convivenza in casa - ha aggiunto il Papa - è un dono per le persone e una fonte di ispirazione per la convivenza sociale, perchè mostra che libertà e solidarietà sono complementari, che il bene di ciascuno deve contare sul bene dell’altro, che la richiesta di una giustizia severa deve essere aperta alla comprensione, e il perdono deve essere a favore di un bene comune”. Poi, la sottolineatura forte che la famiglia è “cellula vitale della società, la prima e fondamentale risorsa per il suo sviluppo” e “l’ultimo rifugio” per coloro che le istituzioni non riescono a tutelare in modo soddisfacente”. “Per la sua funzione sociale essenziale - ha affermato il Papa - la famiglia ha il diritto di essere riconosciuta nella propria identità e di non essere confusa con altre forme di convivenza, e anche di poter contare sulla dovuta tutela culturale, giuridica, economica, sociale, sanitaria e, più particolarmente, su un appoggio che, tenendo conto del numero dei figli e delle disponibilità economiche, sia tale da consentire la libertà dell’educazione e della scelta della scuola”. Chiedendo, quindi, lo sviluppo di una “cultura e una politica della famiglia” a favore delle famiglie stesse, Benedetto XVI ha incoraggiato le associazioni che promuovono l’identità e i diritti della famiglia, auspicando un loro maggiore coordinamento. Infine, l’appello a tutti a “collaborare con impegno ed allegria nella nobile causa della famiglia”, perché, ha concluso il Papa, “lavorare per la famiglia è lavorare per il futuro degno e luminoso dell’umanità”.

Messaggio ai partecipanti alla recita del Santo Rosario in occasione del VI Incontro Mondiale delle Famiglie a Città del Messico (17 gennaio 2009) - il testo integrale del messaggio del Papa

La Giornata del Migrante e del Rifugiato, la pace in Medio Oriente e la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani. L'Angelus di Benedetto XVI

Il Papa ha chiesto accoglienza e apertura verso gli immigrati, nel segno del dialogo, senza conflitti e sopraffazioni. Ricordando che oggi si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, prima della preghiera dell'Angelus in una Piazza San Pietro affollata, Benedetto XVI ha invitato a pregare e ad agire perché l'accoglienza "avvenga sempre in modo pacifico e costruttivo, nel rispetto e nel dialogo, prevenendo ogni tentazione di conflitto e di sopraffazione". Il Papa ha ricordato che "la missione della Chiesa, più che mai in questo nostro tempo di globalizzazione" è quella di "trasmettere il messaggio d'amore di Gesù specialmente a quanti non lo conoscono, oppure si trovano in situazioni difficili e dolorose. Oggi penso particolarmente ai migranti - ha detto - la loro realtà è senz'altro variegata: in alcuni casi, grazie a Dio, è serena e ben integrata; altre volte, purtroppo, è penosa, difficile e talora persino drammatica". Papa Ratzinger ha assicurato inoltre "che la comunità cristiana guarda ad ogni persona e ad ogni famiglia con attenzione" e chiede "un rinnovato slancio per favorire, in ogni parte del mondo, la pacifica convivenza tra uomini e donne di etnie, culture e religioni diverse". "Ognuno di noi, secondo la propria vocazione e là dove vive e lavora - ha aggiunto il Pontefice - è chiamato a testimoniare il Vangelo, con una cura più grande per quei fratelli e sorelle che da altri Paesi, per diversi motivi, sono venuti a vivere in mezzo a noi, valorizzando così il fenomeno delle migrazioni come occasione di incontro tra civiltà. Preghiamo ed agiamo perché questo avvenga sempre in modo pacifico e costruttivo, nel rispetto e nel dialogo, prevenendo ogni tentazione di conflitto e di sopraffazione". Infine, una "parola speciale" il Papa l'ha voluta rivolgere "ai marittimi e ai pescatori, che vivono da qualche tempo maggiori disagi. Oltre alle abituali difficoltà - ha detto - essi subiscono restrizioni per scendere a terra e accogliere a bordo i cappellani, come pure affrontano i rischi della pirateria e i danni della pesca illegale. Esprimo ad essi la mia vicinanza e l'augurio che la loro generosità, nelle attività di soccorso in mare, sia ricompensata da maggiore considerazione", ha concluso. "Nella Chiesa" gli immigrati non sono "nè stranieri, né ospiti", ha detto al termine della preghiera, rivolgendo un saluto speciale ai rappresentati delle comunità cattoliche migrantes presenti a Roma. "Cari amici, vi ripeto le parole dell'apostolo Paolo - ha sottolineato Benedetto XVI - nella Chiesa voi non siete stranieri nè ospiti, ma fate parte della famiglia di Dio. Sappiate inserirvi bene nella comunità ecclesiale e civile - ha concluso il Pontefice - con la ricchezza della vostra fede e delle vostre tradizioni".
Il Papa segue "con profonda trepidazione il conflitto nella Striscia di Gaza" e ha invitato tutti alla preghiera affinchè venga "ripristinata la tregua" e ci si avvii "verso soluzioni pacifiche e durevoli". "Ricordiamo anche oggi al Signore le centinaia di bambini, anziani, donne, caduti vittime innocenti dell'inaudita violenza - ha sottolineato il Papa - i feriti, quanti piangono i loro cari e coloro che hanno perduto i loro beni. Vi invito, nello stesso tempo, ad accompagnare con la preghiera gli sforzi che numerose persone di buona volontà stanno compiendo per fermare la tragedia. Spero vivamente che si sappia approfittare, con saggezza, degli spiragli aperti per ripristinare la tregua e avviarsi verso soluzioni pacifiche e durevoli". Papa Ratzinger ha rinnovato poi "l'incoraggiamento a quanti, da una parte come dall'altra, credono che in Terrasanta ci sia spazio per tutti, affinché aiutino la loro gente a rialzarsi dalle macerie e dal terrore e, coraggiosamente, riprendere il filo del dialogo nella giustizia e nella verità. E' questo l'unico cammino che può effettivamente schiudere un avvenire di pace per i figli di quella cara regione".
Benedetto XVI ha invitato poi alla preghiera per la piena unità dei cristiani e, rivolgendosi ai cattolici sparsi nel mondo, ha chiesto che "non si stanchino di operare per superare gli ostacoli che ancora impediscono la piena comunione tra tutti i discepoli di Cristo". Ricordando che oggi inizia la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, al termine della preghiera dell'Angelus, Benedetto XVI esorta a "pregare con maggiore intensità perché i cristiani camminino in modo risoluto verso la piena comunione tra loro". "Mi rivolgo particolarmente ai cattolici sparsi nel mondo - ha detto - affinché, uniti nella preghiera, non si stanchino di operare per superare gli ostacoli che ancora impediscono la piena comunione tra tutti i discepoli di Cristo. L'impegno ecumenico è ancora più urgente oggi, per dare alla nostra società, segnata da tragici conflitti e da laceranti divisioni, un segno e un impulso verso la riconciliazione e la pace".
Nei saluti finali all’Angelus, Benedetto XVI ha rivolto un saluto al folto gruppo di responsabili, dirigenti, docenti, genitori e alunni presenti in Piazza San Pietro. Quest’oggi si è celebrata infatti la tradizionale Giornata diocesana della scuola cattolica sul tema: "Educare alla speranza". Presenti per l’incontro con il Santo Padre oltre 40mila alunni e all’incirca 4mila insegnanti. L’evento è stato organizzato dall’Ufficio scuola cattolica del Vicariato di Roma ed ha visto le scuole cattoliche della capitale, in collaborazione con le diverse parrocchie, impegnate in manifestazioni volte creare "un rinnovato patto educativo tra Chiesa, scuola, famiglia e società", come si legge in un manifesto preparato per l’occasione. “Cari amici - ha detto Benedetto XVI -, il servizio educativo della scuola cattolica è oggi più che mai prezioso, perché i bambini, i ragazzi e i giovani hanno bisogno di ricevere una valida istruzione all’interno di una visione coerente dell’uomo e della vita”. “Sono vicino con la mia preghiera a quanti insegnano e studiano nelle scuole cattoliche di Roma, e li incoraggio ad impegnarsi sempre per formare comunità educative ricche di valori umani e cristiani”, ha poi concluso.