lunedì 17 dicembre 2012

Donate al Papa dai vertici del Coni e dagli atleti italiani la torcia olimpica di Londra e la tuta ufficiale della Nazionale personalizzata. Valentina Vezzali: ha benedetto il bambino che porto in grembo

Auguri speciali di buon Natale sono stati rivolti a Papa Benedetto XVI dai vertici dello sport italiano e dagli atleti azzurri ricevuti oggi al Palazzo Apostolico. Due i regali offerti al Pontefice: la torcia olimpica di Londra e la tuta ufficiale della Nazionale personalizzata con il nome Benedetto. I doni sono stati consegnati dal presidente del Coni Gianni Petrucci che, accompagnato dal vice Pancalli e dal segretario generale Pagnozzi, guidava una delegazione di 50 atleti medagliati a Londra. ''Mi ritengo fortunata perchè il Papa è riuscito a benedire la creatura che porto in grembo''. Così Valentina Vezzali, la campionessa di fioretto che stamane ha incontrato Benedetto XVI assieme agli altri medagliati azzurri di Londra 2012. ''Il Papa è stato molto affettuoso e mi ha sorpreso perchè ha poggiato la mano sulla pancia e mi ha detto le faccio un caro augurio e benedico questo bambino che porta in grembo''.

Ansa

Natale 2012. Dalla Messa della Notte al Battesimo di alcuni bambini: le celebrazioni liturgiche presiedute dal Papa. Nell'Epifania conferirà l'ordinazione episcopale ad alcuni sacerdoti

Inizierà alle 22.00 la Santa Messa della Notte di Natale che Benedetto XVI celebrerà nella Basilica di San Pietro. Lo si apprende dalla notificazione dell’Ufficio delle Celebrazioni pontificie, che comunica gli orari dei successivi eventi del periodo, a cominciare dal tradizionale Messaggio natalizio e la Benedizione “Urbi et Orbi” a mezzogiorno del 25 dicembre dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana. Il 31 dicembre, il Pontefice presiederà dalle 17.00 in San Pietro i Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, con l’esposizione del Santissimo Sacramento e il canto del “Te Deum”. Il giorno successivo, primo gennaio 2013, Benedetto XVI celebrerà alle 9.30 nella Basilica Petrina la Messa della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell’ottava di Natale, 46° Giornata Mondiale della Pace sul tema “Beati gli operatori di pace”. Domenica 6 gennaio, sempre nella Basilica Vaticana, il Papa presiederà la Messa nella Solennità dell’Epifania a partire dalle 9.00, durante la quale conferirà l’Ordinazione episcopale ad alcuni presbiteri. Infine, alle 9.45 della domenica successiva, 13 gennaio, il Pontefice presiederà in Cappella Sistina la celebrazione eucaristica nel corso della quale amministrerà il Sacramento del Battesimo ad alcuni bambini.

Radio Vaticana

Celebrazioni Liturgiche del Tempo di Natale 2012-2013 presiedute dal Santo Padre

Il leoncino bianco accarezzato dal Papa durante l'udienza al Circo e allo Spettacolo popolare è stato chiamato Benedetto da Elisabetta Bizzarro, artista del Circo Città di Roma: dall'incontro mi sono sentita toccata dentro

Il leoncino bianco accarezzato da Papa Benedetto XVI nell'udienza al Circo e a tutto il settore dello Spettacolo popolare (circensi, fieranti, artisti di strada, bande musicali e madonnari, ecc.), è stato chiamato Benedetto da Elisabetta Bizzarro, artista del circo Città di Roma che si era presentata davanti al Santo Padre con il suo cucciolo in braccio. Lo comunica Circo.it, sito del mensile Circo dell'Ente Nazionale Circhi. Nell'articolo Claudio Monti intervista a Elisabetta Bizzarro che racconta le emozioni e i frutti dell'incontro con il Santo Padre. "Ho deciso di chiamarlo Benedetto, in onore del Papa e di quella giornata che non si cancellerà più dalla mia vita, da quella della mia famiglia e di tutto il mondo del circo, e credo nemmeno da quella del mio adorato leoncino", afferma l'artista del circo Città di Roma. Un incontro "giocoso" con Papa Benedetto XVI che, come si legge nell'articolo "se lo è tenuto fra le mani, gliele ha passate sulla testa, ha avuto espressioni di meraviglia, l'ha guardato a lungo, ha dato l'impressione di essersi divertito non poco giocando con lui". "Da quell'incontro per te è cambiato qualcosa nel modo di vivere e lavorare anche con i tuoi animali?", chiede Claudio Monti. La risposta di Elisabetta Bizzarro è netta: "Certamente si, stare davanti al Papa non capita a tutti e mi sono sentita toccata dentro. Io amo i miei animali e quello che faccio lo faccio per passione, adesso sono ancora più grata anche a loro che mi hanno dato la possibilità di incontrare il Papa. Se non era per la mia leonessa che metteva al mondo questi cuccioli, non avrei avuto questa opportunità, e quando sono rientrata a casa ho ringraziato la mamma del leoncino Benedetto, Shakira, e le ho dato un bacio". Elisabetta Bizzarro ci tiene a ringraziare il presidente dell'ENC (Ente Nazionale Circhi): "E' solo grazie al presidente Buccioni che si è realizzato questo evento per il circo e solo grazie a lui per me è stato possibile vivere questa esperienza. La mia gratitudine vero Antonio Buccioni esce dal cuore".

Sante Sallusti, Mainfatti 

Su Twitter l'account di Benedetto XVI supera i 2 milioni di follower. Mons. Pompili: anche la Rete è un luogo nel quale e a partire dal quale costruire ponti, che uniscano le persone tra loro e a Cristo. Il suo scopo è essere presente con sollecitudine

A cinque giorni dal primo tweet di Benedetto XVI, il suo account, in otto lingue, @Pontifex, ha superato i due milioni di follower. In un’intervista al Catholic News Service, mons. Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, ha esortato sacerdoti, religiosi e laici a “dare un’anima ad internet” e a non rinunciare alla sfida presentata da Twitter. “Non è casuale che Benedetto XVI abbia scelto come suo account Twitter @Pontifex: anche la Rete è un luogo nel quale e a partire dal quale costruire ponti, che uniscano le persone tra loro e a Cristo”. Lo ha affermato questa mattina mons. Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI, intervenendo con una lezione sul “ruolo del presbitero e dell’animatore della cultura e della comunicazione” al corso di formazione teologico-pastorale “Pastori per la comunicazione della fede”, organizzato dalla Pontificia Università Lateranense, dal Vicariato di Roma, dal Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali e dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali. “I tweet del Papa - ha detto il direttore dell’Ufficio CEI - sono il modo della sua presenza e della sua vicinanza, le porte alle quali ci si può anche solo affacciare per curiosità, come stanno facendo in tanti”. Ed ancora: “Lo scopo del Papa non è stare al gioco dei social network, ma essere presente con sollecitudine, in un ambiente sempre più importante per un numero sempre maggiore di persone”. Parlando delle critiche rivolte al Papa per questa sua scelta, tra cui il fatto che “la Rete è un ambiente insidioso, a rischio inautenticità”, mons. Pompili ha spiegato che “questa è un’obiezione che accompagna sin dall’inizio la riflessione sui social network, ma che rischia di restare vittima di una doppia ingenuità: non riconoscere che qualunque ambiente di relazione interumana è a rischio inautenticità; e attribuire alla Rete il potere di determinare la qualità del nostro ambiente relazionale, senza considerare che siamo noi, con la nostra libertà e responsabilità, a dare forma all’ambiente, pur dovendo tener conto delle sue caratteristiche”. Anche nell’ambiente digitale, ha aggiunto il direttore dell’Ufficio CEI, “oggi la voce dei cristiani è importante, perché in virtù della loro fede essi sanno insieme essere realisti (cogliere i segni dei tempi al di là delle apparenze più evidenti) e profetici. Lo sguardo della fede ci offre dunque una prospettiva critica (capace di discernimento) e uno sguardo realista non appiattito sul dato di fatto. Il digitale è parte di un’unica realtà”. E la realtà, ha concluso mons. Pompili, “i cristiani lo hanno sempre sostenuto contro ogni riduzionismo, è molteplice e complessa nella sua unità”.

Radio Vaticana, SIR

Il Papa: atleti, campioni-testimoni, possiate essere validi modelli da imitare. L’attività sportiva può educare la persona anche all’'agonismo' spirituale, a vivere ogni giorno cercando di far vincere il bene sul male, la verità sulla menzogna, l’amore sull’odio, e questo prima di tutto in se stessi

Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza una delegazione del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (C.O.N.I.), con gli atleti che hanno vinto una medaglia ai Giochi olimpici e paralimpici di Londra 2012. Nel discorso rivolto alla folta delegazione guidata dal presidente Giovanni Petrucci, il Papa ha richiamato le 28 medaglie, di cui 8 d’oro, vinte dagli italiani parlando della “dura disciplina” cui gli atleti si sottopongono per poter puntare a tali traguardi. Ha quindi parlato delle virtù morali che ogni buon atleta deve coltivare: “Lealtà nella competizione, rispetto del proprio corpo, senso di solidarietà e di altruismo e poi - ha sottolineato - anche la gioia, la soddisfazione e la festa”, definendo questi comportamenti “un cammino di autentica maturazione umana, fatto di rinunce, di tenacia, di pazienza, e soprattutto di umiltà, che non viene applaudita, ma che è il segreto della vittoria”. Tutto ciò, ha osservato, “presuppone un cammino di autentica maturazione umana”, fatta di “rinunce, di tenacia, di pazienza” e “umiltà”. Ed ha ricordato come già il Concilio Vaticano II abbia sottolineato l’importanza di una “cultura dello sport fondata sul primato della persona umana; uno sport al servizio dell’uomo e non l’uomo al servizio dello sport”. “La Chiesa si interessa di sport, perché le sta a cuore l’uomo, tutto l’uomo, e riconosce che l’attività sportiva incide sull’educazione, sulla formazione della persona, sulle relazioni, sulla spiritualità”. Lo testimonia, ha constatato, la presenza di spazi sportivi negli oratori e le "associazioni di ispirazione cristiana”. Ed ha aggiunto che l’atleta che vive integralmente la propria esperienza “si fa attento al progetto di Dio sulla sua vita”. “Penso dunque a voi, cari atleti, come a dei campioni-testimoni, con una missione da compiere: possiate essere, per quanti vi ammirano, validi modelli da imitare”: è stato questo l’augurio che Benedetto XVI ha poi rivolto agli atleti olimpici ricevuti in udienza. A proposito del fenomeno del “doping”, ha quindi affermato: “La pressione di conseguire risultati significativi non deve mai spingere a imboccare scorciatoie come avviene nel caso del doping. Lo stesso spirito di squadra sia di sprone ad evitare questi vicoli ciechi, ma anche di sostegno a chi riconosce di avere sbagliato, in modo che si senta accolto e aiutato”. Infine ha concluso richiamando l’Anno della fede, con l’invito a “educare la persona anche all’ ‘agonismo’ spirituale, cioè a vivere ogni giorno cercando di far vincere il bene sul male, la verità sulla menzogna, l’amore sull’odio, e questo prima di tutto in se stessi”. “Pensando poi all’impegno della nuova evangelizzazione, anche il mondo dello sport può essere considerato un moderno ‘cortile dei gentili, cioè un’opportunità preziosa di incontro aperta a tutti, credenti e non credenti dove sperimentare la gioia e anche la fatica di confrontarsi con persone diverse per cultura, lingua e orientamento religioso”. Chiudendo il suo discorso ha parlato del Beato Pier Giorgio Frassati, indicandolo come esempio e tratteggiando la sua figura come quella di “un giovane che univa in sé la passione per lo sport - amava specialmente le ascensioni in montagna - e la passione per Dio”.

SIR, Radio Vaticana

UDIENZA AD UNA DELEGAZIONE DEL COMITATO OLIMPICO NAZIONALE ITALIANO (C.O.N.I.) - il testo integrale del discorso del Papa
 

Udienza del Papa al presidente dell’Autorità Palestinese: il riconoscimento del Paese all’Onu incoraggi l’impegno della comunità internazionale per una soluzione giusta e duratura del conflitto, riprendendo in buona fede il negoziato tra le parti

Stamani Benedetto XVI ha ricevuto in udienza, nel Palazzo Apostolico in Vaticano, Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Palestinese, che poi ha incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, accompagnato da mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. “Nel corso dei cordiali colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - si è fatto riferimento alla recente risoluzione approvata dall’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite con la quale si riconosce la Palestina come Stato Osservatore non membro della suddetta Organizzazione. Si è auspicato che tale iniziativa incoraggi l’impegno della comunità internazionale per una soluzione giusta e duratura del conflitto israelo-palestinese, che potrà raggiungersi solo riprendendo in buona fede il negoziato tra le Parti, nel rispetto dei diritti di tutti. Ci si è soffermati poi sulla situazione della Regione, travagliata da tanti conflitti, auspicando il coraggio della riconciliazione e della pace. Non è mancato, infine, un riferimento al contributo che le comunità cristiane offrono al bene comune della società nei Territori Palestinesi e in tutto il Medio Oriente”. E' durato circa 25 minuti il colloquio fra Benedetto XVI e Abu Mazen, che era accompagnato da una delegazione di 8 persone. Il colloquio privato è avvenuto alla presenza di un interprete. Il Papa ha dato al presidente il benvenuto in inglese. Il leader palestinese ha donato al Pontefice un mosaico raffigurante il Santo Sepolcro che nella parte alta recava la scritta: ''Abu Mazen, presidente dello Stato di Palestina''. Una espressione che non ha nulla di ufficiale ed è la prima volta che viene usata per un dono al Papa. Nella definizione ufficiale dell'incontro infatti si paròa di "presidente dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina". Abu Mazen sta compiendo un viaggio in diverse capitali del mondo per ringraziare quanti hanno dato il sostegno al recente voto dell'Onu con il quale la Palestina ha ricevuto lo status di Stato osservatore.  Nei saluti il Papa e Abu Mazen hanno dialogato in inglese. ''Benvenuto, è bello rivederla'', ha detto il Pontefice. ''Sono molto felice di incontrarla ancora'', ha risposto il presidente palestinese. Si tratta infatti del sesto incontro fra Benedetto XVI a Abu Mazen, il quinto in Vaticano, mentre nel maggio 2009 i due si erano visti a Betlemme, durante il pellegrinaggio del Papa in Terra Santa.

Radio Vaticana, Korazym.org

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA: UDIENZA AL PRESIDENTE DELL’AUTORITÀ PALESTINESE
 

Benedetto XVI incontra la commissione cardinalizia composta da Josef Tomko, Julian Herranz e Salvatore de Giorgi, da lui istituita per indagare sulla vicenda della fuga di documenti riservati dal Vaticano

Questa mattina il Papa ha ricevuto la commissione cardinalizia da lui stesso istituita per svolgere indagini e raccogliere elementi sulla vicenda della fuga di documenti riservati dal Vaticano. Si tratta dei cardinali Jozef Tomko, Julian Herranz e Salvatore de Giorgi. L'incontro avviene nel momento in cui, a partire dalla scorsa settimana, si sono diffuse in Vaticano voci circa la possibile concessione della grazia a Paolo Gabriele, l'ex maggiordomo del Papa condannato per furto aggravato nell'ambito del processo svoltosi in Vaticano per il cosiddetto caso di vatileaks. Fino ad ora tuttavia non esiste conferma ufficiale di una decisione del Papa.

Adnkronos

Natale 2012. Tutte le dirette televisive

Questo è il calendario completo delle dirette televisive del Tempo di Natale 2012-2013. Telepace (Digitale terrestre canale 73, SKY canale 850) trasmetterà tutti gli atti e gli eventi, grazie al Centro Televisivo Vaticano. I siti www.vatican.va e www.radiovaticana.va trasmetteranno in streaming.

Lunedì 24 dicembre

21.55 
SANTA MESSA DELLA NOTTE DI NATALE
Diretta anche su Rai Uno

Martedì 25 dicembre
12.00 
BENEDIZIONE URBI ET ORBI
Diretta su Rai Uno dalle 11.50

Mercoledì 26 dicembre

12.00 
RECITA DELL'ANGELUS

Sabato 29 dicembre
18.00 PREGHIERA IN OCCASIONE DELL’INCONTRO EUROPEO DEI GIOVANI DI TAIZE’


Domenica 30 dicembre
12.00 RECITA DELL'ANGELUS

Diretta anche su Rai Uno

Lunedì 31 dicembre
17.00 
PRIMI VESPRI E TE DEUM IN RINGRAZIAMENTO PER L’ANNO TRASCORSO E VISITA AL PRESEPE IN PIAZZA SAN PIETRO

Martedì 1° gennaio 2013
9.30 SANTA MESSA NELLA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE E RECITA DELL'ANGELUS
Diretta su Rai Uno dalle 9.25

Mercoledì 2 gennaio

10.30 
UDIENZA GENERALE

Domenica 6 gennaio
9.00 SANTA MESSA CON ORDINAZIONI EPISCOPALI

12.00 
RECITA DELL'ANGELUS
Diretta anche su 
Rai Uno

Lunedì 7 gennaio
11.00
PRESENTAZIONE DEGLI AUGURI PER IL NUOVO ANNO AL CORPO DIPLOMATICO

Mercoledì 9 gennaio
10.30 
UDIENZA GENERALE

Domenica 13 gennaio

9.45 SANTA MESSA E BATTESIMO DI ALCUNI BAMBINI

12.00 
RECITA DELL'ANGELUS
Diretta anche su 
Rai Uno

Il Papa e gli omosessuali, storia di una doppia bufala. Il Magistero di Benedetto XVI vola troppo alto per poter essere compreso da un mondo che ha mandato il cervello all’ammasso, rinunciando a fare uso della ragione, quella vera

Dopo lo sbarco su Twitter, il Papa rischiava di diventare troppo popolare. Urgeva restituirgli l’immagine stereotipata dell’uomo nero, così familiare ai laici di casa nostra. I nostri organi d’informazione non si sono fatti pregare e hanno sferrato contro Benedetto XVI un tremendo uno-due, roba da mettere al tappeto anche Mike Tyson. Ha cominciato il Il Fatto Quotidiano, titolando telegraficamente: “Il Papa benedice promotrice legge che prevede pena di morte per gay in Uganda”. Così, secco. Poi uno approfondisce e scopre che la tipa, tale Rebecca Kadaga, è la presidentessa del Parlamento ugandese. Che ieri è stata ricevuta in Vaticano insieme a un’intera delegazione di parlamentari del Paese africano, in visita a Roma per partecipare, senza che nessuno se ne scandalizzi, nientemeno che alla settima Assemblea Consultiva dei parlamentari per la Corte penale internazionale ed alla Conferenza parlamentare mondiale sui diritti umani (tanto per avere un’idea, proprio la Kadaga sarà relatrice sul tema “Rafforzamento dello Stato di Diritto e del Sistema Giudiziario attraverso l'effettiva applicazione del Principio di Complementarità”, come potete leggere qui). Se si va ancora più a fondo, si scopre che la donna politica ugandese non è la presentatrice della proposta di legge ribattezzata “Kill the gays bill”, anche se ha rilasciato dichiarazioni in suo sostegno; che la legge, nella sua ultima versione, non prevede più in alcun caso la pena di morte; che, in ogni modo, sia la Chiesa Cattolica ugandese che la Santa Sede si sono già espresse contro di essa da molto tempo. Insomma, si scopre che quella montata da Il Fatto Quotidiano, a cui si sono accodati tutti i pennivendoli nostrani, è un’indegna strumentalizzazione, per non dire una vergognosa bufala. Altro giro, altra corsa: come ogni anno, il Santo Padre ha diffuso il suo Messaggio (firmato in realtà il giorno dell’Immacolata) per la Giornata Mondiale della Pace, che ricorrerà come di consueto il 1° gennaio. Il documento non fa altro che ricalcare le storiche posizioni del Magistero della Chiesa a proposito della pace. Essa non è, con buona pace dei fricchettoni di ogni latitudine, semplice assenza di conflitto, o “volemose bene”. La vera pace è, come scrisse Agostino, “tranquillità nell’ordine”. Di più: come si legge in Isaia (Is 32, 17) e come ripete San Tommaso nella sua "Summa", la pace è frutto della giustizia (“opus iustitiae pax” fu anche il motto papale di Pio XII), cioè, in ultima analisi, della verità. Scrive dunque Benedetto XVI che “la negazione di ciò che costituisce la vera natura dell’essere umano, nelle sue dimensioni essenziali, nella sua intrinseca capacità di conoscere il vero e il bene e, in ultima analisi, Dio stesso, mette a repentaglio la costruzione della pace”, in ciò riprendendo anche la roncalliana "Pacem in terris", pure considerata uno dei simboli della rottura vaticansecondista, laddove essa affermava che “le leggi con cui vanno regolati gli accennati rapporti [tra gli uomini e tra i popoli] vanno cercate là dove Dio le ha scritte, cioè nella natura umana” (Pacem in terris, 4) e che Dio è “la sorgente più profonda da cui soltanto può attingere la sua genuina vitalità una convivenza fra gli esseri umani ordinata, feconda, rispondente alla loro dignità di persone” (ibidem, 20). Però uno è il “Papa Buono”, l’altro il malvagio “Pastore Tedesco”. Misteri della vita. Da questa visione, che rifiuta il soggettivismo e mette in guardia dall'idea “di una morale totalmente autonoma, che preclude il riconoscimento dell’imprescindibile legge morale naturale scritta da Dio nella coscienza di ogni uomo”, derivano secondo il Papa una serie di conseguenze. In primo luogo, la necessità del rispetto della vita umana e una condanna senza appello dell’aborto: “La fuga dalle responsabilità, che svilisce la persona umana, e tanto più l’uccisione di un essere inerme e innocente, non potranno mai produrre felicità o pace”. Quindi, e veniamo al punto dolente, il tema della famiglia. Quasi per inciso, Benedetto XVI ammonisce rispetto ai tentativi di rendere l’unione familiare “giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale”. Si noti che gli omosessuali non vengono neanche esplicitamente nominati, anche se il riferimento è chiaro. Nel capoverso successivo, infine, si afferma che la negazione di tali principi, in primis quello del rispetto della vita, “costituisce un’offesa contro la verità della persona umana”, quindi, in piena coerenza con le premesse generali, “una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”. Apriti cielo. “Il Papa: i gay minacciano la pace mondiale”, hanno strillato i giornaloni. La solita Concia si è prontamente mobilitata, accusando Benedetto XVI di “alimentare l’odio” contro gli omosessuali e assicurando, quale esperta in materia, che le parole del Papa vanno “contro qualsiasi messaggio cristiano”. Si è sollevato presto un polverone, insomma, su un documento che nessuno di quelli che ne parlano (a sproposito) ha neanche letto. E dire che, sulle tematiche economico-sociali, Benedetto XVI scrive cose molto significative, riprovando il fatto che, “presso porzioni crescenti dell’opinione pubblica, le ideologie del liberismo radicale e della tecnocrazia insinuano il convincimento che la crescita economica sia da conseguire anche a prezzo dell’erosione della funzione sociale dello Stato e delle reti di solidarietà della società civile, nonché dei diritti e dei doveri sociali”. Esorta a valorizzare adeguatamente il lavoro, che non può essere ridotto a “variabile dipendente dei meccanismi economici e finanziari”, sacrificato sull’altare della “massimizzazione del profitto e del consumo, in un’ottica individualistica ed egoistica”. Anche qui, il Papa invita a riscoprire la logica del bene comune e di una società organicamente ordinata. Considerazioni che potrebbero suscitare interesse anche a sinistra, se quest’ultima non avesse smesso di occuparsi della povera gente per dedicarsi, per dirla con Bertinotti-Guzzanti, alla difesa “degli omosessuali e di alcune felci”. Di tutta la profondità della riflessione del Papa, dunque, resta solo il titolo scandalistico a caratteri cubitali, buono a suscitare l’indignazione dei guardiani del politicamente corretto. La Chiesa non viene più intesa dal mondo contemporaneo non perché, come affermò il defunto card. Martini, essa è rimasta indietro di duecento anni. Semplicemente, il Magistero di Papa Benedetto vola troppo alto per poter essere compreso da un mondo che ha mandato il cervello all’ammasso, rinunciando a fare uso della ragione, quella vera. Troppo alto per gli orizzonti limitati della Concia e dei suoi accoliti, che pure plasmano a proprio gusto un’opinione pubblica rincretinita. Il dramma è tutto qui.

Marco Mancini, CampariedeMaistre

La crisi si fa sentire anche in Vaticano: i dicasteri da settimane al lavoro per individuare i tagli possibili. Il bilancio è in passivo di 15 milioni e Benedetto XVI è il primo a dare l'esempio

È vero, il libro del Papa "L'Infanzia di Gesù" sta sbancando nelle librerie, ma nonostante ciò la crisi si fa sentire in Vaticano. E allora largo alla spending review, con la scure che cerca entro le mura leonine spazi in cui abbattersi, e permettere così di risparmiare. Tutti i "ministeri" vaticani sono da settimane al lavoro per individuare i tagli possibili, dalle consulenze alle fotocopie in eccesso, passando persino per le medaglie del Papa. Il tema è all'ordine del giorno di riunioni "ministero" per "ministero". Certo, si cerca di non licenziare nessuno, ma di ridurre all'osso almeno le consulenze esterne questo sì. Del resto, era il 5 luglio scorso che la Santa Sede, pubblicando il consuntivo di bilancio, diceva che il 2011 si era chiuso con un disavanzo di quasi 15 milioni di euro (263,7 milioni di costi e 248,8 milioni di ricavi). In quell'occasione veniva spiegato che "i capitoli di spesa più impegnativi sono stati quelli relativi al costo del personale che, al 31 dicembre contava 2.832 unità, e ai mezzi di comunicazione sociali considerati nel loro complesso". Questi ultimi sono da anni una delle maggiori voci di passivo per lo Stato del Papa mentre sul disavanzo avevano pesato anche gli investimenti finanziari meno redditizi rispetto agli anni precedenti a causa della crisi mondiale. Prima dei "ministeri", il Papa. È lui il primo a dare l'esempio. Sono già diverse estati che non parte per la montagna. Si dice non ami l'altitudine, ed è vero. Ma è altrettanto vero che sfruttare la residenza estiva di Castel Gandolfo è più economico, tenuto conto anche del fatto che quando si sposta, Benedetto XVI porta con sé una mole considerevole di libri. E tenuto conto anche del fatto che in vacanza il Papa solitamente non lascia del tutto la sua attività ordinaria: Castel Gandolfo è più facile da raggiungere per i suoi collaboratori. Infine, sempre a "castello", il Papa può usufruire dei prodotti dell'orto, prodotti biologici con un costo per lui pari a zero. Ma il primo effetto dei tagli si è visto in Piazza San Pietro in questi giorni: un presepe "minimal", donato quasi tutto dalla Regione Basilicata, che è costato 180mila euro meno rispetto allo scorso anno. Nei "ministeri" vaticani, comunque, ogni singolo organismo sta ragionando su due punti principalmente. Il primo, l'indicazione agli economi e ai cancellieri incaricati di verificare la congruità dei bilanci: in altre parole, passare al setaccio la lista delle uscite per individuare qualsiasi spesa in eccesso, superflua o addirittura immotivata da eliminare. Il secondo, l'idea di usare la mannaia soprattutto con appalti e consulenze esterne, valorizzando invece le forze interne. Lo slogan che circola, viene riferito, è "ottimizzare le risorse umane". Per servizi, come ad esempio le pulizie, stop al ricorso ad imprese esterne, ma utilizzare personale già sul libro paga dell'Apsa. Tagli sono così già stati individuati a tutti i livelli. Collegata alla spending review c'è la gestione del personale. La Santa Sede, infatti, non ha intenzione di procedere ad alcun licenziamento, ma le assunzioni saranno ridotte, con un rallentamento, di fatto, del turnover. La stessa commissione "assunzioni" presieduta dall'assessore della Segreteria di Stato mons. Peter Brian Wells, va nella direzione di una maggiore attenzione agli inserimenti di personale, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Sempre in Segreteria di Stato, poi, l'uomo che ha preso molto sul serio la spending review è monsignor Alberto Perlasca, da tre anni alla guida dell'ufficio che si occupa dell'Obolo di San Pietro. Visto il ruolo assunto nel controllo degli sprechi, lo si potrebbe definire quasi un "Enrico Bondi d'Oltretevere". Sarebbe stato lui, infatti, in un quadro di drastici tagli, a imporre la scure anche su medaglie d'oro e d'argento generalmente date in omaggio dal Papa agli ospiti esterni.

Paolo Rodari, Il Giornale

Il Papa ad Arezzo e Sansepolcro. Tutti momenti della visita di Benedetto XVI in un dvd realizzato da 'TSD'. Con la distribuzione sarà possibile sostenere le borse di studio di un master all'Università

I colori del grande parco del Prato di Arezzo gremito di fedeli per la Messa presieduta dal Papa, il silenzio della preghiera di Benedetto XVI di fronte all'immagine della Madonna del Conforto, l'abbraccio della città con i colori degli sbandieratori, l'invito "ad osare" lanciato ai giovani dalla millenaria Sansepolcro. Domenica 13 maggio 2012. Una giornata storica che la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ricorderà a lungo. Un evento che ora sarà possibile rivivere grazie ad un DVD realizzato dallo staff di TSD. "La visita del Papa - scrive l'arcivescovo Riccardo Fontana, in una lettera ai sacerdoti - è stata segnata sin dall'inizio dalla carità verso i poveri della nostra diocesi. Ne è uscita una raccolta che è stata affidata alla Caritas diocesana. La Santa Sede ci consente di usare le immagini della Visita Pontificia per far altre opere di bene". Con la distribuzione del DVD sarà possibile sostenere le borse di studio del Master in "Progettazione e gestione dei processi educativi e formativi nei contesti sociali", realizzato dall'Istituto di Scienze religiose "Beato Gregorio X", in collaborazione con la sede aretina dell'Università di Siena. "Il DVD - spiega il vicario generale, mons. Giovacchino Dallara - preparato accuratamente dallo staff dei giornalisti e dei tecnici di TSD, riassume ampiamente l'intera giornata del Santo Padre nella Diocesi; potrebbe essere un ricordo straordinario per tutti coloro che hanno partecipato ad alcuni momenti della Visita e una testimonianza di fede e di vitalità della nostra Chiesa diocesana da conservare anche negli archivi delle parrocchie". All'interno anche contenuti inediti, come la visita di Benedetto XVI al duomo di Arezzo commentata direttamente dall'arcivescovo Fontana.

ArezzoWeb

Su mandato della Congregazione della Dottrina della Fede il vescovo di Crema riduce allo stato laicale Mauro Inzoli, sacerdote di Comunione e Liberazione che per anni ha animato il Banco Alimentare. Lettera di mons. Cantoni: diocesi umiliata e ferita

Il vescovo di Crema mons. Oscar Cantoni, ha emesso un decreto, su mandato della Congregazione per la Dottrina della Fede, che dispone la "dimissione dallo stato clericale" di mons. Mauro Inzoli, il sacerdote cremasco di Comunione e Liberazione che per anni ha animato il Banco Alimentare, "al termine di un procedimento canonico a norma del canone 1720 del Codice di Diritto Canonico". Lo rende noto un comunicato della diocesi. "La pena è sospesa in attesa del secondo grado di giudizio. Ogni altra informazione in merito al provvedimento di cui sopra è riservata all'autorità della Congregazione per la Dottrina della Fede". La nota relativa al provvedimento non specifica il motivo della sanzione massima per un sacerdote. Mons.Cantoni, ha scritto una lettera aperta alla propria "Chiesa, umiliata e ferita". "Viviamo in questi giorni, quali figli e figlie della Chiesa di Crema umiliata e ferita, una grande sofferenza. La respiriamo nell'aria, la condividiamo negli sguardi, in un silenzio che dice tutta la nostra prostrazione, al di là dell'inevitabile clamore mediatico suscitato", scrive il vescovo in una lunga missiva pubblicata sul sito della diocesi e menzionata da Avvenire. "Trattandosi di un sacerdote, tutti ci sentiamo ancora di più coinvolti e sbigottiti", prosegue il vescovo che, pur non rivelando il motivo all'origine della sanzione estrema, scrive: "Ci sentiamo veramente parte di un unico Corpo, così che, quando uno dei suoi membri è malato, tutti ne risentono". Sul caso non sono state fornite dalla diocesi né i dettagli né le motivazioni che hanno portato al provvedimento, ma la Congregazione per la Dottrina della fede ricorre alla riduzione allo stato laicale di un sacerdote per i 'delicta graviora' (i delitti più gravi), tra i quali i delitti contro la fede, i sacramenti dell'Eucaristia, della penitenza e dell'ordine e la pedofilia. "Trattandosi di una colpa commessa da un sacerdote, comprendiamo la grandezza e la responsabilità che il ministero ordinato comporta, ma anche avvertiamo il rischio che il bene, largamente seminato, possa facilmente essere sminuito a causa dei nostri errori, anche se, per grazia di Dio, il bene non cessa mai di produrre i suoi frutti", scrive mons. Inzoli ai suoi fedeli. Il vescovo assicura "non giudizi impietosi, quindi, né biasimi severi verso chi ha procurato la nostra sofferenza; piuttosto rivolgiamo uno sguardo di compassione e di misericordia verso quanti, per diverso titolo, sono coinvolti e feriti". "In questi giorni, la Chiesa, attraverso i suoi massimi responsabili, non ha sottaciuto la verità, ma l'ha definita, senza paura di giudizi e senza esitazione, rispettando, certo, le persone coinvolte, ma anche nella piena trasparenza di chi, proprio facendo la verità, si dimostra pienamente libero", afferma il vescovo, che conclude. "Chiesa di Crema non lasciarti cadere le braccia; avanza, anche nelle difficoltà, sui sentieri che oggi Dio ti fa percorrere e credi che da questa dolorosa prova il Signore saprà ricavarne un bene più grande".

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