Il vescovo di Crema mons. Oscar Cantoni, ha emesso un decreto, su mandato della Congregazione per la Dottrina della Fede, che dispone la "dimissione dallo stato clericale" di mons. Mauro Inzoli, il sacerdote cremasco di Comunione e Liberazione che per anni ha animato il Banco Alimentare, "al termine di un procedimento canonico a norma del canone 1720 del Codice di Diritto Canonico". Lo rende noto un comunicato della diocesi.
"La pena è sospesa in attesa del secondo grado di giudizio. Ogni altra informazione in merito al provvedimento di cui sopra è riservata all'autorità della Congregazione per la Dottrina della Fede". La nota relativa al provvedimento non specifica il motivo della sanzione massima per un sacerdote. Mons.Cantoni, ha scritto una lettera aperta alla propria "Chiesa, umiliata e ferita". "Viviamo in questi giorni, quali figli e figlie della Chiesa di Crema umiliata e ferita, una grande sofferenza. La respiriamo nell'aria, la condividiamo negli sguardi, in un silenzio che dice tutta la nostra prostrazione, al di là dell'inevitabile clamore mediatico suscitato", scrive il vescovo in una lunga missiva pubblicata sul sito della diocesi e menzionata da Avvenire. "Trattandosi di un sacerdote, tutti ci sentiamo ancora di più coinvolti e sbigottiti", prosegue il vescovo che, pur non rivelando il motivo all'origine della sanzione estrema, scrive: "Ci sentiamo veramente parte di un unico Corpo, così che, quando uno dei suoi membri è malato, tutti ne risentono". Sul caso non sono state fornite dalla diocesi né i dettagli né le motivazioni che hanno portato al provvedimento, ma la Congregazione per la Dottrina della fede ricorre alla riduzione allo stato laicale di un sacerdote per i 'delicta graviora' (i delitti più gravi), tra i quali i delitti contro la fede, i sacramenti dell'Eucaristia, della penitenza e dell'ordine e la pedofilia. "Trattandosi di una colpa commessa da un sacerdote, comprendiamo la grandezza e la responsabilità che il ministero ordinato comporta, ma anche avvertiamo il rischio che il bene, largamente seminato, possa facilmente essere sminuito a causa dei nostri errori, anche se, per grazia di Dio, il bene non cessa mai di produrre i suoi frutti", scrive mons. Inzoli ai suoi fedeli. Il vescovo assicura "non giudizi impietosi, quindi, né biasimi severi verso chi ha procurato la nostra sofferenza; piuttosto rivolgiamo uno sguardo di compassione e di misericordia verso quanti, per diverso titolo, sono coinvolti e feriti". "In questi giorni, la Chiesa, attraverso i suoi massimi responsabili, non ha sottaciuto la verità, ma l'ha definita, senza paura di giudizi e senza esitazione, rispettando, certo, le persone coinvolte, ma anche nella piena trasparenza di chi, proprio facendo la verità, si dimostra pienamente libero", afferma il vescovo, che conclude. "Chiesa di Crema non lasciarti cadere le braccia; avanza, anche nelle difficoltà, sui sentieri che oggi Dio ti fa percorrere e credi che da questa dolorosa prova il Signore saprà ricavarne un bene più grande".
TMNews
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