domenica 24 febbraio 2013

Quella finestra vuota alla fine dell’ultimo Angelus. Le voci, i volti, le emozioni e le impressioni durante la mattinata in Piazza San Pietro: un grande Papa che resterà nel cuore

Passano alcuni momenti prima che si richiuda la finestra, dopo che Benedetto XVI ha benedetto e salutato la folla venuta a salutarlo. E in quel lasso di tempo resta la finestra aperta, il drappo rosso ed una luce che si vede trapelare, mentre qualche raggio di sole continua ad aprire l’atmosfera. “Quella finestra vuota – racconta uno dei moltissimi giovani che si sono posizionati sotto la finestra del Papa dalla mattina presto – mi fa pensare al fatto che non vedremo più Benedetto XVI a quella finestra. Ci sarà un altro Papa, ma non subito. Già domenica prossima non ci sarà nessuno a dire l’Angelus". C’è un po’ di nostalgia. Ma in molti in realtà sono venuti per assistere a un momento storico. C’è chi si è mosso spinto da un sincero affetto, da una fede fortissima. C’è Virginia, una giovane mamma di due gemelline di otto anni, che viene molto spesso a seguire gli Angelus e a pregare con il Papa. “Ma non c’è mai – afferma – tutta questa gente”. È vero, la gente è moltissima, 150mila persone. Alle dieci del mattino, c’è un certo regolare afflusso da via della Conciliazione, mentre larghi tratti di Piazza San Pietro sono ancora vuoti. Poi, man mano, la piazza si riempie, e si arriva ben oltre le cinquantamila persone contate ad occhio la scorsa settimana da Domenico Giani, il comandante della Gendarmeria vaticana, almeno tre volte tanto. C’è qualche gruppo parrocchiale che arriva guidato dal parroco, si mette in un punto e comincia la recita del Rosario.
Ci sono giovani sacerdoti che, durante l’attesa, accendono l’I-Pad e pregano con l’I-breviary. E ci sono anche molti che non sono davvero credenti praticanti. “Non volevo perdere questo momento storico”, dicono. In effetti, è il primo “ultimo Angelus” di un Papa, anche perché la tradizione dell’Angelus domenicale è abbastanza recente, e alcuni storici la fanno risalire ad una idea di Luigi Gedda, sotto il Pontificato di Pio XII. La piazza intanto si è riempita. I più festosi, i messicani, arrivati con chitarre, fisarmonica e tamburi a cantare “te quereremos siempre”, ti ameremo sempre. I più seri, un gruppo di slovacchi, già dalle nove di mattina fisso sugli stessi sanpietrini. E ci sono anche gli scout di Serra San Bruno, la certosa visitata da Benedetto XVI durante il suo Pontificato: “Eravamo lì quando è venuto il Papa, siamo qui per salutarlo”, sostiene Claudia, un capo scout. È quasi ora dell’Angelus, e i giornalisti salgono su, al Braccio di Carlo Magno, la terrazza sul colonnato di sinistra guardando di fronte Piazza San Pietro. Tira vento, ed è bene, perché spazza via le nuvole della mattina. Una coppia napoletana che vive ad Empoli è partita “alle quattro di stamattina, abbiamo incontrato una gran nevicata, venendo a Roma, ma non poteva fermarci”, spiegano. C'è gente dalla Polonia e dalla Baviera. Da Cuneo, Udine, Reggio Calabria. Piazza San Pietro alle dieci è piena per un quarto. I ragazzi ballano e cantano, chiunque scatta fotografie, molti pregano.
Qualcuno mangia un panino, perché il viaggio è costato e non potrò permettersi anche il ristorante. Nuvoloni e cielo scuro. Una insegnante di Trento racconta: “Siamo partiti ieri sera, in pullman, abbiamo impiegato sette ore e mezza, appena finirà l'Angelus ripartiremo subito, c'è tanta neve e domattina in molti abbiamo la prima ora di lezione”. Il comandante Domenico Giani è lì, “per avere un miglior colpo d’occhio sulla folla”. Non sa ancora come sarà gestita la sicurezza del Papa emerito, forse a Castel Gandolfo le guardie svizzere rimarrano fino alle 20.00 del 28, ovvero fino a fine Pontificato, e poi lasceranno il compito ai gendarmi, forse invece continueranno a garantire la sicurezza di Benedetto. Tutto è da definire. Come è da definire quando uscirà il Motu Proprio che andrà a chiarire alcuni punti della "Universi Dominici Gregis", la Costituzione Apostolica che regola il periodo dopo la morte o rinuncia del Papa e dopo il conclave. Il Papa esce dalla finestra, e le persone in piazza sono molto emozionate. Molti dicono di aver capito la scelta di Benedetto XVI. Alcuni, però, vorrebbero di più. “Me lo aspettavo più commosso”. In realtà, non lo era. Era semplicemente il Papa. Un Papa che in questi anni tutti hanno imparato ad amare. E allora ci sta che magari qualcuno giochi a cercare un difetto, per sentirne meno la mancanza.

Andrea Gagliarducci, Korazym.org - Avvenire

'Caro Papa, ci mancherai', 'Benedetto XVI di nuovo Papa': con cori e striscioni l'immensa folla presente in Piazza San Pietro e nei dintorni saluta e ringrazia Joseph Ratzinger

"Caro Papa, ci mancherai". Negli striscioni esposti in Piazza San Pietro è sintetizzato il sentimento delle decine di migliaia di fedeli che hanno preso parte all'ultimo Angelus di Benedetto XVI. Un flusso ininterrotto di persone si è diretto stamane verso la piazza. Via della Conciliazione è stata chiusa al traffico, mentre la piazza si riempiva di fedeli che hanno cominciato a cantare e applaudire in attesa che si affacciasse il Pontefice. La grande folla ha gridato slogan dopo il congedo di Papa Ratzinger, mentre veniva tirato via il drappo con lo stemma dell'orso di San Corbiniano che mai più sarà esposto dal Palazzo Apostolico. "Viva il Papa", ma anche "Benedetto XVI di nuovo Papa", come recitavano anche striscioni e cartelli. Erano oltre 100mila i fedeli presenti oggi all'ultimo Angelus di Benedetto XVI. La stima prudente è del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Si può notare, tuttavia, grazie alle riprese dall'alto, che la folla occupava anche Borgo Santo Spirito e Borgo Sant'Angelo, oltre a Piazza San Pietro, piazza Pio XII e la metà circa di via della Conciliazione.

Agi, Adnkronos

Tweet del Papa: in questo momento particolare, vi chiedo di pregare per me e per la Chiesa, confidando come sempre nella Provvidenza di Dio. Mons. Tighe: l'account resterà sospeso per tutta la Sede vacante

Al termine dell’Angelus Benedetto XVI ha lanciato un nuovo tweet: “In questo momento particolare, vi chiedo di pregare per me e per la Chiesa, confidando come sempre nella Provvidenza di Dio”. Nelle nove lingue dell'account @Pontifex, Benedetto XVI è vicino ai 3 milioni di follower. L’account, ha reso noto mons. Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, “resterà sospeso per tutto il periodo di Sede vacante”, dunque “dalla fine del Pontificato di Benedetto XVI, il 28 febbraio 2013 alle 20.00” e “fino all’elezione del nuovo Pontefice”. “Quest’ultimo – precisa mons. Tighe – ne farà l’uso che ritiene opportuno”.

Radio Vaticana

I saluti di Benedetto XVI nelle diverse lingue: vi ringrazio per l’affetto e la condivisione, specialmente nella preghiera, di questo momento particolare per la mia persona e per la Chiesa. In preghiera siamo sempre vicini

“Ringraziamo il Signore per il po’ di sole che ci dona”, ha esortato Benedetto nei saluti in varie lingue, nei quali ha voluto, come la settimana scorsa, ancora ringraziare tutti per la vicinanza in questo momento. In francese ha ringraziato “di tutto cuore” per le preghiere e l’affetto manifestatogli in questi giorni. “Ringrazio ciascuno per le espressioni di gratitudine, affetto e vicinanza nella preghiera che ho ricevuto”, ha affermato in inglese. In tedesco ha ringraziato tutti per “i tanti segni di vicinanza e di affetto, in particolare per la preghiera”. Ringraziamenti anche in spagnolo per “le tante testimonianze di vicinanza e preghiere che gli sono giunte in questi giorni” e in portoghese: “Vi sono grato per la vostra presenza e per tutte le manifestazioni di affetto e solidarietà, in particolare per le preghiere con le quali mi state accompagnando”. Ancora in polacco: “Vi ringrazio del ricordo e della manifestazione di benevolenza che da voi ricevo in questi giorni e in modo particolare per le preghiere”, ha dichiarato. “Il Vangelo di oggi - ha aggiunto - ci conduce sul monte Tabor, dove Cristo ha svelato davanti ai discepoli lo splendore della sua divinità e diede la certezza che attraverso la sofferenza e la croce possiamo raggiungere la risurrezione. Dobbiamo saper scorgere la Sua presenza, la Sua gloria e la Sua divinità nella vita della Chiesa, nella contemplazione e negli eventi di ogni giorno”. Infine, rivolgendosi ai pellegrini di lingua italiana, ha ricordato che “sono presenti numerosi rappresentanti di diocesi, parrocchie, associazioni e movimenti, istituzioni, come pure tanti giovani, anziani e famiglie. Vi ringrazio per l’affetto e la condivisione, specialmente nella preghiera, di questo momento particolare per la mia persona e per la Chiesa. In preghiera siamo sempre vicini”.

SIR
 

L'ultimo Angelus del Papa: il Signore mi chiama a 'salire sul monte', a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze

A mezzogiorno il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato per l'ultima volta alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. “Grazie per il vostro affetto”, ha esordito il Pontefice, prima di spiegare il Vangelo odierno. Nella seconda domenica di Quaresima “la liturgia ci presenta sempre il Vangelo particolarmente bello della Trasfigurazione del Signore”. L’evangelista Luca pone “in particolare risalto il fatto che Gesù si trasfigurò mentre pregava: la sua è un’esperienza profonda di rapporto con il Padre durante una sorta di ritiro spirituale che Gesù vive su un alto monte in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre discepoli sempre presenti nei momenti della manifestazione divina del Maestro”. Il Signore, che poco prima aveva preannunciato la sua morte e risurrezione, offre così “ai discepoli un anticipo della sua gloria”. E anche nella Trasfigurazione, come nel battesimo, “risuona la voce del Padre celeste: ‘Questi è il figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!’”. La presenza poi di Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti dell’antica Alleanza, è “quanto mai significativa: tutta la storia dell’Alleanza è orientata a Lui, il Cristo, che compie un nuovo ‘esodo’, non verso la terra promessa come al tempo di Mosè, ma verso il Cielo”. L’intervento di Pietro, “Maestro, è bello per noi essere qui”, rappresenta “il tentativo impossibile di fermare tale esperienza mistica”. Il Santo Padre ha ripreso, quindi, un commento di Sant’Agostino: “[Pietro]...sul monte...aveva Cristo come cibo dell’anima. Perché avrebbe dovuto scendere per tornare alle fatiche e ai dolori, mentre lassù era pieno di sentimenti di santo amore verso Dio e che gli ispiravano perciò una santa condotta?”.
Meditando questo brano del Vangelo, per Benedetto XVI, “possiamo trarne un insegnamento molto importante”. Innanzitutto, “il primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo”. Di qui l’invito: “Nella Quaresima impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale”. Inoltre, “la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all’azione”. “L’esistenza cristiana – ha continuato il Papa, richiamando un passaggio del suo Messaggio per questa Quaresima – consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio”. “Questa Parola di Dio – ha confessato il Pontefice, interrotto da scroscianti applausi - la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Il Signore mi chiama a ‘salire sul monte’, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione”. Ma, ha evidenziato, “questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze”. Il Santo Padre ha poi invocato l’intercessione della Vergine Maria: “Lei ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa”.

SIR

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS