martedì 10 maggio 2011

Mons. Giovanni Angelo Becciu nuovo Sostituto della Segreteria di Stato. Lunga esperienza diplomatica, sarà l'uomo-macchina della Santa Sede

Ha girato tutto il mondo, ha rappresentato a vario titolo la Santa Sede per oltre 25 anni nei cinque continenti. Mons. Giovanni Angelo Becciu (foto), sardo, classe 1948, approda oggi in Vaticano come Sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato. Un ruolo di primo piano per il funzionamento della macchina della Santa Sede, a fianco e alle dirette dipendenze del card. Tarcisio Bertone. È qui che lo ha voluto Benedetto XVI, che lo ha personalmente conosciuto nel 2009, in occasione del suo viaggio in Angola, dove prestava la sua opera come nunzio. Era marzo. A luglio il Papa lo ha inviato sempre come nunzio a Cuba, e anche qui si è distinto per capacità di mediazione. A lui viene attribuito gran parte del merito per la scarcerazione di diversi dissidenti da parte del regime. Con Raul Castro ha instaurato un dialogo fatto di discrezione ma anche di fermezza, soprattutto per quanto riguarda la libertà religiosa o la possibilità per i missionari di entrare nel Paese. Il Sostituto della Segreteria di Stato è una sorta di ministro degli Interni, e dal suo tavolo passano i principali dossier della Santa Sede. È una figura “operativa” il cui compito è trasmettere la volontà del Papa, coordinare i vari organismi e vigilare perché tutto proceda senza intoppi. Sul suo tavolo arrivano i dossier per la nomina dei nunzi in tutto il mondo, così come i dispacci delle sedi diplomatiche. Fa capo all’ufficio del Sostituto la traduzione dei documenti pontifici, la gestione del personale della Curia, la corrispondenza, la Cancelleria, la vigilanza sugli organi di informazione. Solitamente è al fianco del Papa nei suoi viaggi.

Il Velino

NOMINA DEL SOSTITUTO PER GLI AFFARI GENERALI DELLA SEGRETERIA DI STATO

Il Papa nomina mons. Fernando Filoni prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Il dicastero che trova e le sfide future

Giro di nomine in Vaticano. Mons. Fernando Filoni (foto) lascia la guida della prima sezione della Segreteria di Stato vaticana e viene nominato dal Papa prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Nato 65 anni fa a Manduria, in Puglia, mons. Filoni è un diplomatico di lungo corso. Prima di approdare in Segreteria di Stato nel 2007, era stato nunzio nelle Filippine e, prima ancora, dal 2001 al 2006, in Iraq. Fu uno dei pochissimi diplomatici a rimanere nel paese mediorientale sotto le bombe dell'intervento militare statunitense. Dal 1992 al 2001, poi, era stato consigliere culturale della nunziatura delle Filippine, un ruolo apparentemente secondario che gli permise, in realtà, di seguire da Hong Kong le intricate vicende della Chiesa in Cina. Filoni prende il posto del cardinale indiano Ivan Dias, che va in pensione per raggiunti limiti di età. Vicino al cammino neocatecumenale, mons. Filoni fu chiamato a Roma dal Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone con il quale, nel corso degli anni, la collaborazione leale si è accompagnata a qualche divergenza di vedute. Con la nomina odierna non soltanto Filoni diventa il capo di uno dei dicasteri più importanti della Curia romana e 'prenota' una berretta cardinalizia al prossimo Concistoro. Il prefetto di Propaganda Fide, infatti, è soprannominato il 'Papa rosso' perché il dicastero gode di un'autonomia amministrativa ampia e gestisce un bilancio indipendente dall'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica e a guidarlo è, di conseguenza, un porporato. Nato nel XVII secolo, la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli gestisce quasi il 40% delle circoscrizioni ecclesiastiche della Chiesa Cattolica mondiale. Sotto la sua amministrazione ricadono quasi tutte le diocesi africane, asiatiche e dell'Oceania. Un territorio immenso, che necessita di fondi ingenti. Motivo che ha spinto tutti i Pontefici a dotare Propaganda Fide di un cospicuo patrimonio, anche immobiliare. La gestione di quel patrimonio negli anni passati è finita sotto la lente dei magistrati che da alcuni mesi indagano sulla gestione di questi immobili in connessione con la cosiddetta 'cricca' che gestiva i grandi appalti della Protezione civile guidata da Guido Bertolaso. In questo contesto è stato iscritto nel registro degli indagati anche il card. Crescenzio Sepe, all'epoca prefetto di Propaganda Fide e oggi arcivescovo di Napoli. Il riordino delle finanze del dicastero sarà, dunque, un'altra priorità per Filoni. Infine, a dicembre scorso è stato nominato segretario di Propaganda Fide il cinese Savio Hon Tai-Fai, segno del fatto che il miglioramento dei complessi rapporti tra Santa Sede e Pechino sarà, vista anche l'esperienza di Filoni ad Hong Kong, uno degli obiettivi principali della Congregazione.

TMNews

RINUNCIA DEL PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI E NOMINA DEL NUOVO PREFETTO

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Lombardi: continuamo a cercare la sintesi fra fede, cultura umana e ragione per un mondo in cui vale la pena vivere

"Il Papa in gondola, il Canal Grande, la Basilica di San Marco illuminata la sera, e la stessa Basilica di Aquileia sono immagini che toccano il cuore" ma rappresentano anche "un messaggio importante per il futuro: continuiamo a cercare la sintesi fra la fede, la cultura umana, la ragione, e possiamo costruire un mondo in cui vale la pena vivere". Lo afferma il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Un messaggio di speranza - spiega padre Lombardi ai microfoni della Radio Vaticana - rivolto non solo i fedeli, ma anche le istituzioni e il mondo della cultura hanno vissuto con grande intensità la visita di Benedetto XVI nel Nord-Est". "La risposta della popolazione, che del resto è una popolazione di grande tradizione cristiana, cattolica e aperta ad una parola costruttiva da parte del Santo Padre, si è manifestata in pieno", rileva Lombardi sottolineando che nel Nord-Est "si vive la realtà anche dell'immigrazione e, quindi, tutti gli aspetti del pluralismo, della società moderna e degli incontri fra i popoli diversi qui si trovano confrontati". Nel passato, ricorda padre Lombardi, "Venezia è stata veramente una città d'incontro fra i popoli in tutta la sua storia, un luogo in cui la sintesi fra le diverse ispirazioni culturali ha avuto una grande storia. Bisognerebbe riuscire a proiettare verso il futuro un'ispirazione simile dal punto di vista culturale e spirituale".

Agi

Padre Lombardi: la visita del Papa nel Nord-est, messaggio di speranza per il dialogo tra fede e cultura

Benedetto XVI ha accettato la cittadinanza onoraria di Naz Sciaves, paesino alle porte di Bressanone dove nacque la nonna

Papa Benedetto XVI ha accettato la cittadinanza onoraria di Naz Sciaves, un paesino alle porte di Bressanone. Lo annuncia il quotidiano Dolomiten che ricorda che la nonna del Papa era nativa del maso Toell nella frazione di Rasa. Papa Ratzinger è già cittadino onorario di Bressanone, dove da cardinale e nel 2008 da Pontefice ha più volte trascorso un periodo di riposo al seminario vescovile.

Ansa

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Dal volontario all’imprenditore, chi c’era racconta la visita di Benedetto XVI. E cosa significa coltivare quel seme

"Per noi è stata una vera grazia". Essere lì, attaccati alle transenne. E vedere quel sorriso. Della visita di Benedetto XVI nel Nordest, Lorenzo e una quarantina di universitari di Venezia non hanno perso un minuto. Da quando il Papa è arrivato in Piazza San Marco sabato sera, dopo la prima tappa ad Aquileia, a quando l’ha lasciata, in gondola, per incontrare il mondo della cultura e dell’economia nella Basilica della Salute, inaugurare la Biblioteca dello Studium Generale Marcianum e tornare a Roma. Al terzo anno di Economia, Lorenzo era uno dei ragazzi con la pettorina blu del servizio d’accoglienza. Questo spiega la levataccia di domenica mattina: alle 4 la sveglia, quindi la navetta per Mestre. L’appuntamento, al parco San Giuliano dove si sarebbe celebrata la Messa, era alle 5: "Mi ha commosso vedere chi arrivava: anziani, giovani, malati... Persone di ogni tipo, tutte calamitate da quell’evento". La più giovane, forse, una bambina di due settimane. Davanti a lei pure Benedetto XVI s’è fermato, per darle un bacio e poi continuare la processione in Papamobile. Certo, non è stato tutto semplice: "Ma avere visto il Papa, con un sorriso così lieto e quegli occhi che brillavano, ci ha dato la carica per entrambi i giorni". Fino a non sentire la stanchezza: "Domenica siamo stati in piedi dalle 4 alle 22. Eravamo così presi da quell’uomo e da quello che stava accadendo, però, che abbiamo voluto seguirlo ovunque andasse. Lui sui canali, noi a piedi. Anzi: di corsa...". E, come recitava il tema della visita, Benedetto XVI ha confermato la fede di chi c’era: "Con quello che il Papa ha fatto e detto, ci ha invitati alla conversione. E posso dire che un cambiamento sta già avvenendo, da come oggi ho visto i miei amici studiare: quella faccia lieta, la scorsa settimana non l’avevano". Anche i numeri hanno sorpreso molti: alla Messa a Mestre c’erano 300mila fedeli, oltre ogni previsione. Arrivati in treno, in auto, in pullman. In 500, dalla Croazia e dalla Slovenia, partendo addirittura all’una di notte. Come ha detto il Papa nell’omelia, questo parco che di solito ospita manifestazioni musicali, "oggi ospita Gesù Risorto". Luca, che lavora come legale in un’azienda d’energia, era lì dalle 7 con moglie e figli: "Ho visto un popolo", racconta. "Che si è mosso per la visita di quest’uomo, attraverso il quale si gioca la presenza di Cristo nel mondo". Un popolo che ha saputo attendere il Papa in silenzio: "Mi ha colpito come s’è svolto tutto: ognuno era lì non come parte di una massa, ma partecipe di quel gesto". E s’è visto anche dall’ordine in cui è stato lasciato il parco: "Vedevi i volontari delle pulizie girare a vuoto...". E quel che è successo non finisce con la partenza di Benedetto XVI: "È come un seme che va coltivato", racconta Alessandro, imprenditore nel Vicentino. Lui, il Papa, ha potuto seguirlo anche nella Basilica della Salute. Più che le parole sentite, però, trattiene ciò che ha visto: "Mi ha colpito la sua umanità concreta: gli occhi, il modo con cui camminava...". Per questo, all’uscita ha voluto intrufolarsi in una scolaresca che si preparava a salutare Benedetto XVI con un canto. Come un bambino, anche lui: "Non volevo perdere neanche un istante. E dovevi vedere che sorriso, quando il Papa s’è avvicinato... Con l’energia di chi non bada all’età che avanza, ma si dedica tutto alla missione". Come Giovanni Paolo II. Come don Giussani: "Perciò coltivare quel seme significa approfondire la mia storia. Chiedendomi, ogni giorno: come posso io, in quel che faccio, testimoniare e vivere quella Presenza?". Questo è il dono che il Papa ha fatto a ciascuno. Innanzitutto "il dono della sua presenza tra noi", come ha detto il card. Angelo Scola salutando Benedetto XVI prima della Messa. Ma anche, per qualcuno, un dono che non scorderà più. Come per Andrea, che dal vescovo di Padova ha ricevuto il Battesimo, nonché prima Comunione e Cresima, nella veglia di Pasqua. Fino a due settimane fa, si chiamava Ye Wu. È cinese e lavora in un ristorante: manutentore al mattino, barista a mezzogiorno, cameriere alla sera. La fede, l’ha incontrata in carcere. E domenica ha ricevuto la comunione dalle mani di Benedetto XVI: "È stato il momento più importante di tutta la mia vita", racconta ora. "Prima della Messa ero felice: arrivava il Papa. Quando siamo andati verso l’altare, mi sembrava di essere in Paradiso. Poi lui ha sorriso e mi ha detto: 'Corpo di Cristo'...". Gli amici l’hanno festeggiato, qualcuno scherzava: "Sei appena diventato cristiano e già hai questo onore...". Per Andrea, però, l’onore più grande non è neanche quello che è successo domenica: "Ma vedere tutto ciò che Dio ha operato in me: mi ha donato una vita nuova".

Fabrizio Rossi, Tracce.it