sabato 21 aprile 2012

Chi 'spara' sull’accordo tra Roma e i lefebvriani? La divulgazione di una lettera di mons. Pozzo al superiore dell’Istituto Buon Pastore

Gli ultimi, decisivi passi che dovrebbero segnare il rientro nella piena comunione con Roma della Fraternità San Pio X fondata dall’arcivescovo Marcel Lefebvre avverranno nei prossimi giorni: la Commissione "Ecclesia Dei" si riunirà in settimana per esaminare la risposta appena inviata dal superiore della Fraternità, il vescovo Bernard Fellay. Si tratta, com’è noto, del testo del "preambolo dottrinale" preparato dalle autorità vaticane dopo i colloqui tra la Santa Sede e i lefebvriani, anche se con alcune modifiche che chi ha letto il testo definisce "non sostanziali". L’esame del documento passerà quindi ai cardinali della Congregazione per la Dottrina della Fede e infine arriverà sul tavolo del Papa, che dovrebbe comunque averlo già ricevuto. Il momento è delicato: è noto che sia all’interno della Fraternità, come negli Episcopati dei Paesi più interessati dalla presenza della Fraternità tradizionalista e anche in qualcuno in Vaticano, vi sono opposizioni. In alcune frange lefebvriane più radicali, che di fatto si avvicinano al sedevacantismo, l’accordo viene visto come l’arrendersi alle profferte di Roma: si sarebbe dovuto, invece, continuare a combattere, fino a "convertire" la Santa Sede per riportare le lancette dell’orologio della storia della Chiesa a cinquant’anni fa. Mentre sull’altro fronte si insiste sul fatto che Benedetto XVI ha teso troppo la mano in spirito di riconciliazione, mentre non si dovrebbe tollerare che vi siano cattolici critici verso il Concilio Vaticano II. Un esempio di questo clima difficile, e delle tensioni destinate a moltiplicarsi nelle prossime settimane, è la pubblicazione di una lettera riservata che il segretario della Commissione "Ecclesia Dei", mons. Guido Pozzo, ha inviato nei giorni scorsi all’abbé Philippe Laguerie, superiore dell’Istituto Buon Pastore, società di vita apostolica di diritto pontificio che celebra secondo l’antico rito liturgico. La lettera di Pozzo conteneva alcune osservazioni e indicazioni per l’Istituto e faceva seguito a una visita canonica avvenuta qualche tempo fa. La sua divulgazione, a detta dell’abbé Laguerie, sarebbe avvenuta per intralciare il dialogo tra la Santa Sede e i lefebvriani. Nella lettera Pozzo fa sostanzialmente due rilievi. Il primo riguarda l’uso "esclusivo" del Messale di San Pio V, consentito all’Istituto. "Ecclesia Dei" suggerisce di non parlare di uso "esclusivo", limitandosi a ribadire negli Statuti del Buon Pastore che si tratta del "rito proprio" dell’Istituto. "La questione della pratica della forma straordinaria, così com’è formulata negli Statuti - scrive Pozzo - va precisata nello spirito del 'Summorum Pontificum'. Converrebbe semplicemente definire questa forma come il 'rito proprio' dell’Istituto, senza parlare di 'esclusività'". Va ricordato peraltro che le costituzioni del Buon Pastore erano precedenti al Motu Proprio del Papa che nel 2007 ha liberalizzato l’uso dell’antico Messale. Pozzo inoltre entra nel merito delle critiche al Concilio e scrive: "Più che su una critica, sia pure 'seria e costruttiva', del Vaticano II, gli sforzi dei formatori dovranno volgersi alla trasmissione dell’integralità del patrimonio della Chiesa, insistendo sull’ermeneutica del rinnovamento nella continuità e prendendo come base l’integrità della dottrina cattolica esposta nel Catechismo della Chiesa Cattolica'. In sostanza, il segretario di "Ecclesia Dei" chiede ai tradizionalisti già in comunione con Roma lo sforzo di approfondire le indicazioni di Benedetto XVI nella lettura dei testi conciliari. Ma la divulgazione della lettera riservata sarebbe stata voluta perché contiene rilievi che potrebbero scoraggiare i lefebvriani che si apprestano a seguire il loro superiore Bernard Fellay sulla via della piena comunione con Roma. "Ci sono persone a Roma molto sfavorevoli a qualsiasi accordo" tra la Santa Sede e la Fraternità San Pio X, denuncia l’abbè Philippe Laguerie, in una dichiarazione rimbalzata su alcuni siti e ripresa dall’agenzia Agi. "La divulgazione - afferma il sacerdote tradizionalista, superiore del Buon Pastore - è arrivata da fazioni certamente contrari agli accordi, chierici o laici, della Fraternità di San Pio X". "In breve - commenta Laguerie - un po’ ovunque alcune persone si immischiano in ciò che non li riguardano, anche se tutti, ovviamente, sono interessati. Il fine non giustifica i mezzi, per nessuno". Quanto all’ipotesi che sia stato proprio un membro del suo Istituto a diffondere la lettera, il superiore lo invita a unirsi ai lefebvriani più ostili al rientro: "Che ci torni, se davvero da lì proviene!". In ogni caso, conclude con parole di estrema durezza, si tratta di "un politico miserabile deciso a far affossare i negoziati della Fraternità e a destabilizzare il suo Istituto… Un sacerdote incapace di conservare un segreto professionale potrebbe rivelare anche quelli confessionali".

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Nel volume in preparazione di 'Gesù di Nazaret' dedicato ai Vangeli dell'infanzia, scelte di vita, speranze e momenti di fede di Benedetto XVI

In molti pensavano che come regalo di compleanno il Papa si sarebbe concessa la pubblicazione del terzo volume su "Gesù di Nazaret", dedicato ai Vangeli dell'infanzia. Ci ha lavorato la scorsa estate a Castel Gandolfo. Ci ha dedicato ogni momento libero disponibile, e come il Papa riesca a ritagliarsi dei momenti liberi "non posso rivelarlo", ha dichiarato il segretario di Benedetto XVI mons. Georg Gänswein. E continua a limare e rivedere un testo la cui pubblicazione, che sarà in contemporanea in diverse lingue, a questo punto dovrebbe slittare a ottobre. Un volume che già si preannuncia un best-seller. C'è da starne certi, però, che Benedetto XVI non pensa alle vendite. Questo Gesù di Nazaret è il frutto di una ricerca lunga tutta una vita. Una vita in cui si è battuto perché alla Scrittura venisse ridata dignità storica. Una dignità che era stata messa da parte dall'esasperazione del metodo-storico critico. Che in qualche modo aveva reso la teologia una scienza tra le altre. Per Benedetto XVI, però, non può essere così. Se la teologia perde la sua ragione di fede, perde anche la sua ragione di essere. È per questo motivo che il progetto della vita di Gesù è andato avanti nonostante l'elezione a Pontefice. Ed è per questo motivo che il Papa lo ha voluto firmare con il nome di Joseph Ratzinger, consegnando i suoi libri al dibattito e svincolandoli dal Magistero. Scelta, questa, modernissima. Di questo terzo volume del Gesù di Nazaret, in alcuni siti tedeschi, forse più in base a calcolo delle probabilità, già si anticipano i titoli di alcuni capitoli: "La nascita di Gesù", "L'adorazione dei Magi", "La presentazione di Gesù al tempio", "La fuga in Egitto". Di quest'ultima, il Papa, anche da teologo, ha rivendicato il carattere di evento storico, e non di mero simbolo, della fuga in Egitto della Sacra Famiglia, e nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante 2007, poi, ne aveva addirittura fatto un paradigma della condizione umana.

Andrea Gagliarducci, Il Tempo

Visita del card. Wuerl allo Ior: mi ha colpito che abbiano dei revisori dei conti esterni, da cui hanno avuto certificati di 'piena salute'

Lo Ior, l'Istituto per le Opere di Religione, si serve di società esterna per la revisione dei conti controllano la ''piena conformità'' della 'banca vaticana' con le regole vigenti: lo afferma, in un'intervista alla Radio Vaticana, l'arcivescovo di Washington, card. Donald Wuerl (nella foto con Benedetto XVI). Il porporato è a Roma in questi giorni alla guida di una delegazione della Papal Foundation, organizzazione statunitense che sostiene le opere di carità del Pontefice, che è stata invitata a visitare la sede dello Ior e a incontrarne i vertici per fare il punto sull'opera di trasparenza messa in atto dall'Istituto. Il card. Wuerl definisce la visita ''rassicurante'': ''Una delle cose che più mi ha colpito e mi ha convinto è che abbiano dei revisori dei conti esterni, come facciamo noi nella Chiesa statunitense''. ''La revisione si occupa dell'analisi dei libri contabili e dell'analisi delle procedure interne: hanno delle società esterne che esaminano e valutino se si è in piena conformità''. Il porporato riferisce che una simile richiesta di controllo è stata rivolta al ''governo'', senza specificare se il riferimento sia alle autorità italiane o vaticane: ''Quello che ci hanno sottolineato oggi è che hanno avuto un certificato di 'piena salute' ogni volta che hanno chiesto una revisione esterna''. Con riferimento anche agli sforzi per mettersi in regola con le normative europee, il porporato statunitense conclude: ''Mi sembra che stiano facendo tutto quello che possono per aprire le porte e dire 'venite a dare un'occhiata'. Sono rimasto molto colpito''.

Asca

Il card. Wuerl in visita allo Ior

VII anniversario dell'Elezione di Benedetto XVI. Lombardi: è cominciato l’ottavo anno e crediamo doveroso fare auguri al Papa in questa prospettiva

"Si sono appena conclusi i bei festeggiamenti per l’85° anno di Papa Benedetto e il 7° del suo Pontificato. lo afferma padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, nel suo editoriale per ''Octava dies'', il settimanale d'informazione del Centro Televisivo Vaticano, sulle prospettive dell'ottavo anno di Pontificato di Benedetto XVI. ''Ormai è cominciato l’ottavo anno e crediamo doveroso fare auguri al Papa in questa prospettiva. Gli auguriamo di poter condurre in porto il dialogo con la Fraternità San Pio X come egli auspica, cioè in modo che si superi una dolorosa frattura senza che se ne aprano di nuove''. ''Gli auguriamo - prosegue il gesuita - di dare un messaggio di amore e di speranza per le famiglie del mondo in occasione del suo viaggio a Milano. Gli auguriamo che i suoi richiami ed inviti alla comunione nella Chiesa, per i gruppi dissenzienti, siano ascoltati con rispetto e attenzione, e capiti nella loro importanza''. ''Gli auguriamo che il cammino di rinnovamento della Chiesa in Irlanda dopo la Visita apostolica continui e si rafforzi anche grazie al Congresso Eucaristico di Dublino. Che il risanamento delle ferite, la purificazione e la prevenzione dopo la crisi degli abusi sessuali si consolidi in tutta la Chiesa con l'impegno delle diverse Conferenze Episcopali, così da diventare un vero servizio per tutta la società nella difesa dei minori''. Ancora, padre Lombardi augura che ''il viaggio in Libano gli dia la possibilità di un messaggio di pace per i drammatici conflitti nella regione e di incoraggiamento per le comunità ecclesiali provate. Che l'anniversario del Concilio Vaticano II sia occasione per una comprensione adeguata e serena del suo messaggio epocale, 'bussola per la Chiesa del nostro tempo''. Che il Sinodo sulla nuova evangelizzazione arricchisca la Chiesa di creatività e di slancio nella sua missione. Che l'Anno della fede non sia solo una successione di lodevoli iniziative e di belle celebrazioni, ma un'esperienza di rinnovamento del rapporto profondo dei credenti con Dio e il suo Figlio Gesù Cristo, in un contesto di oblio sempre più diffuso della dimensione religiosa della vita e del cammino umano nella storia. Gli auguriamo anche di poterci donare l'ultima parte della sua opera su Gesù. Infine, i brasiliani sono già scatenati nella preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro. Ma questo riguarda già il nono anno''.

Asca

Ottavo anno di Pontificato: l’editoriale di padre Lombardi

Il Papa: la fede cristiana fermento di cultura e luce per l'intelligenza, stimolo a svilupparne tutte le potenzialità positive per il bene dell'uomo

"Una fede giovane, ricca di slancio e di ideali, è in grado, oggi come allora, di rispondere generosamente al mandato del Signore: 'Di questo voi siete testimoni'". Ad assicurarlo è il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, nel messaggio inviato, a nome del Papa, al card. Angelo Scola (nella foto con Benedetto XVI), presidente dell'Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori, al magnifico rettore e all'intera comunità accademica, in occasione dell'88ª Giornata per l'Università Cattolica del Sacro Cuore, che si celebra domani sul tema "Il futuro del Paese nel cuore dei giovani". "La fede di chi ha fatto esperienza dell'incontro con Gesù Cristo come presenza reale – spiega il cardinale – è una forza che trasforma la vita personale e muove all'impegno per gli altri, ed è una forza potente di rinnovamento sociale. Per questo la fede dei giovani cristiani è motivo di speranza per il futuro dei Paesi in cui essi vivono e coltivano la loro formazione". La Giornata, sottolinea il card. Bertone, "riceve quest'anno una luce speciale dalla beatificazione del Servo di Dio Giuseppe Toniolo, il cui nome è legato indissolubilmente a codesto ateneo". Altro importante anniversario: i 50 anni dall'apertura del Concilio Vaticano II. Nella "Gaudium et Spes", ricorda il cardinale, si legge: "Si può pensare legittimamente che il futuro dell'umanità sia riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza". "E chi è in grado di trasmettere ragioni di vita e di speranza più di Cristo Signore?", il commento del card. Bertone: "Egli è vivo, è il Risorto, e cammina con noi come fece con i discepoli di Emmaus, di cui parla proprio il Vangelo della domenica in cui celebriamo l'88ª Giornata per l'Università Cattolica del Sacro Cuore". "L'inquietudine nel loro cuore, che un'ora difficile inevitabilmente produce, è dissolta dalla luce del mistero pasquale, punto di riferimento del loro pensare e fonte di ferma speranza", osserva il card. Bertone a proposito dei discepoli di Emmaus, che "diventano, così, ricchi di energia propulsiva di rinnovamento, perché ciò che non era immaginabile è avvenuto: la morte è stata sconfitta. Ringiovanisce allora la fede, si riapre il futuro; i passi stanchi e delusi riacquistano forza e si fanno veloci". E proprio il riferimento alla fede in Cristo, "come luce che dilata la ragione umana e conforta lo spirito", è ciò che "definisce l'originalità della elaborazione del sapere in Università Cattolica, la sua peculiarità culturale e pedagogica, la dialettica delle posizioni che legittimamente l'arricchisce". "Con questa sua propria identità, che è spirituale prima ancora che culturale – le parole del card. Bertone – la Cattolica offre un contributo qualificato all'impegno di tutta la Chiesa in Italia al servizio dell'educazione, mentre rinnova il suo rapporto privilegiato con la Sede di Pietro. Essa compie quotidianamente un'opera di discernimento, alla scuola dello Spirito Santo, per agire efficacemente nella città dell'uomo e promuoverne il vero bene". Fedele all'intento del suo fondatore, l'Università Cattolica "persegue l'impegno arduo, ma sempre entusiasmante, di un'educazione della persona radicata nella coltivazione alta del sapere, dove la scienza s'incrementa in sapienza". Sulla scia dell'insegnamento di padre Gemelli, infatti, l'Università Cattolica "ritiene imprescindibile e qualificante l'obiettivo di un'educazione integrale, dove il soggetto non sia scisso tra valori e saperi, ma ne colga la sintesi, nell'orizzonte di un umanesimo plenario". Come "preoccupazione essenziale", c'è "la formazione integrale dell'uomo", che comporta la "reciproca inclusione di coltivazione aperta della scienza e di formazione del soggetto in tutte le sue dimensioni compresa quella spirituale". Da qui deriva anche "la capacità e il coraggio di fare progetti, superando la tentazione di conservare soltanto l'esistente preoccupandosi prevalentemente degli aspetti organizzativi". Si realizza così in profondità, per il card. Bertone, "quella unità di fede e vita su cui già richiamava l'attenzione il Concilio Ecumenico Vaticano II". "L'atteggiamento che si appaga di un tornaconto immediato non diventa impulso socialmente rilevante, apporto costruttivo all'edificazione della comunità", sottolinea il cardinale, soffermandosi sulla necessità di "tenere ben presente e ribadire con forza che la fede cristiana è fermento di cultura e luce per l'intelligenza, stimolo a svilupparne tutte le potenzialità positive, per il bene autentico dell'uomo; e che, senza nulla imporre, ma persuadendo con argomentazione razionale, essa delinea uno sfondo antropologico di valenza insuperabile per elaborare validi percorsi pedagogici". Ciò comporta "il rilancio e la qualificazione della pastorale universitaria nelle Chiese particolari, come azione non marginale, ma inserita nella vita ordinaria delle comunità ecclesiali". Compito della Chiesa, infatti, "è raggiungere l'uomo là dove vive, studia, lavora, soffre, si ristora; aiutarlo a scoprire la fecondità del Vangelo per la sua esistenza quotidiana, personale e sociale". Solo così, conclude il card. Bertone, il Vangelo "è in grado di illuminare e orientare la soluzione di questioni vitali per il futuro dell'umanità".

SIR

Dal 23 al 25 aprile la riunione della Commissione sulla Chiesa Cattolica in Cina: al centro la formazione dei laici, in vista dell'Anno della fede

Da lunedì prossimo a mercoledì 25 aprile si riunirà, in Vaticano, la Commissione che Benedetto XVI ha istituito nel 2007 per studiare le questioni di maggiore importanza, relative alla vita della Chiesa Cattolica in Cina. Nelle precedenti riunioni, informa una nota della Sala Stampa, si è trattato il tema della “formazione dei seminaristi, delle persone consacrate e dei sacerdoti”. Quest’anno, invece, sarà presa in esame “la formazione dei fedeli laici alla luce della situazione della comunità cattolica in Cina e nel quadro dell’Anno della fede”, che sarà celebrato in tutta la Chiesa dall’11 ottobre 2012 al 24 novembre 2013. Si dedicherà “attenzione anche ai progressi realizzati nei percorsi di formazione dei sacerdoti, delle persone consacrate e dei seminaristi, e a quanto resta da fare per una loro preparazione adeguata ai compiti di servizio, che sono chiamati ad assolvere nell’ambito ecclesiale e peril bene della società”. Fanno parte della Commissione i Superiori dei dicasteri della Curia Romana, che sono competenti in materia, e alcuni rappresentanti dell’episcopato cinese e di congregazioni religiose.

Radio Vaticana

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: RIUNIONE SULLA CHIESA CATTOLICA IN CINA

Il Papa: aiutate a far avanzare la missione di evangelizzazione della Chiesa, a promuovere l'educazione e lo sviluppo integrale nei Paesi più poveri

Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i membri della Papal Foundation, associazione caritativa statunitense fondata nel 1988, in occasione della loro annuale visita a Roma. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto dal card. Donald Wuerl, arcivescovo di Washington e presidente della Fondazione. "Possa la vostra visita alle tombe degli apostoli e dei martiri - ha detto il Pontefice nel suo breve discorso - rafforzare il vostro amore per il Signore crocifisso e risorto e il vostro impegno al servizio della sua Chiesa. Sono felice di avere l'occasione di ringraziarvi personalmente per il sostegno di una vasta gamma di apostolati vicine al cuore del Successore di Pietro". Il Papa ha quindi ricordato che, nei prossimi mesi, canonizzerà due nuove Sante del Nord America, la Beata Kateri Tekakwitha e la Beata Madre Marianne Cope. Si tratta, ha rilevato, di due “grandi esempi di santità ed eroica carità” e ci ricordano “lo storico ruolo avuto dalle donne nella costruzione delle Chiesa in America. Con il loro esempio e l'intercessione, possono tutti voi essere confermata nella ricerca della santità e nei vostri sforzi per contribuire alla crescita del Regno di Dio nei cuori degli uomini d'oggi”. “Attraverso il lavoro della ‘Papal Foundation’ – ha affermato – aiutate a far avanzare la missione di evangelizzazione della Chiesa, a promuovere l’educazione e lo sviluppo integrale dei nostri fratelli nei Paesi più poveri”. “In questi giorni – ha soggiunto – chiedo che continuate le vostre preghiere per i bisogni della Chiesa universale” in particolare “per la libertà dei cristiani di proclamare il Vangelo” e affinché illumini con la sua luce “le urgenti questioni morali del nostro tempo”.

Radio Vaticana

Ai membri della Papal Foundation - il testo integrale del discorso del Papa

Che romanzi legge il Papa? Uno degli autori preferiti è Gilbert K. Chesterton: numerosi i punti di contatto tra loro sulla visione di vita e fede

Di Joseph Ratzinger scrittore si conoscono e si analizzano da decenni qualità, temi, impatto sul pubblico delle decine e decine di pubblicazioni, sempre di rilievo mondiale. Ma di Ratzinger lettore cosa si conosce? Il suo 85° genetliaco rappresenta l’occasione per riscoprire le sue letture preferite, soprattutto quelle più squisitamente letterarie. A parte i grandi padri della Chiesa, i teologi e gli immensi Sant’Agostino e San Benedetto, uno degli autori preferiti del Pontefice, una passione che coltiva da moltissimo tempo, è Gilbert K. Chesterton, di cui negli ultimi tempi si torna a riconoscere e divulgare l’immensa opera, sia romanzesca che saggistica. Proprio qualche settimana fa l’editore Rubbettino ha pubblicato due volumi importanti: "Robert Louis Stevenson" e "Una breve storia d’Inghilterra". Il giovane Joseph Ratzinger ha letto e apprezzato diversi libri di Chesterton e infatti qua e là, sia prima che dopo l'elezione pontificia, emergono citazioni dirette o indirette dell'opera dell'inventore di padre Brown. Del resto, lo scrittore inglese piaceva molto ad altri prelati destinati a ricoprire ruoli determinanti nella Chiesa, come Luciani, Montini e Wojtyla. Come ricorda Andrea Monda in una recente intervista, sono numerosi i punti di contatto tra la visione della vita, e della fede, tra Chesterton e il Pontefice. In particolare vi è una profonda affinità nel considerare il concetto di “vita buona”, scrive Chesterton. Il Papa gli fa eco quando ricorda che “soltanto l'infinito colma il cuore dell'uomo”, vivere bene non vuol dire essere persone “per bene”, ma significa cogliere e accogliere la vita come avventura. La vita buona, infatti, così come viene intesa dai due autori, e come spiega sempre Monda. Fondamentale è anche l’idea di umorismo, così profondamente radicata nell’opera chestertoniana, tanto da essere definito . “I racconti di padre Brown”, forse l’opera più popolare e conosciuta dello scrittore, ruotano in fondo proprio intorno a questa idea: il Male è cupo e si prende terribilmente sul serio, perciò in genere finisce per fallire, anche quando apparentemente trionfa. Il cristiano è umile, legato cioè all’humus, alla terra, ed è pervaso dal senso dell’umorismo, che deriva etimologicamente dallo stesso termine, perciò riesce a stare con i piedi per terra e a vedere le cose nel loro lato con ironia e senso della realtà. Una dota che possiede anche Benedetto XVI, che forse traspare poco da quel che di lui mostrano generalmente i media, ma che invece emerge dal suo magistero, tutto improntato alla concretezza della presenza di Cristo, nella storia e nella quotidianità, e perciò dalla certezza che si può essere felici e di buon umore.Vale la pena di ricordare, con pochi cenni, di che cosa trattano i due libri citati e pubblicati proprio in questi giorni. Chesterton dedicò la biografia letteraria finora inedita in Italia a Robert Louis Stevenson, l’autore de "L’isola del tesoro" e "de Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde". Da questo saggio Stevenson emerge come un testimone inconsapevole di verità. L’intera sua opera appare a Chesterton una difesa della possibilità di essere felici, e una risposta alla domanda di felicità dell’uomo, che può essere assolta solo ritornando piccoli e capaci di stupore. Il brusco ritorno alla semplicità dell’infanzia, come espressione del profondo desiderio di raggiungere la felicità. Temi, come si vede, molto chestertoniani. Nella sua Breve storia d’Inghilterra, scritto nel pieno della prima guerra mondiale l’autore racconta la formazione della nazione inglese. Non un testo per specialisti ma un tentativo di fare luce sul lato nascosto, dimenticato della storia del suo Paese.

Caterina Maniaci, Korazym.org