mercoledì 16 settembre 2009

Benedetto XVI visita la nuova sede della Specola Vaticana. Il direttore: contenti di poter servire la Chiesa e il Papa in questa missione scientifica

Papa Benedetto XVI ha visitato questo pomeriggio la nuova sede della Specola Vaticana nelle Ville Pontificie a Castel Gandolfo. ''La Specola - ha spiegato alla Radio Vaticana il direttore, il gesuita Josè Gabriel Funes - si è trasferita dal Vaticano nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo e adesso qui, in questi nuovi locali. Per noi è sempre una grande sfida. Siamo contenti di poter servire la Chiesa e il Santo Padre in questa missione che è molto specifica e che richiede uomini preparati scientificamente perchè, come si sa, la ricerca scientifica è difficile, è un lavoro che richiede molti anni di preparazione e un grande sforzo nel dedicarsi a essa''. La Specola si trova ora a due chilometri dalla sua sede precedente, al confine con le Ville Pontificie. Uno spostamento dovuto anche all'aumento delle attività dell'Osservatorio Vaticano. ''A metà ottobre - ha annunciato infine Funes - ci sarà una mostra ai Musei Vaticani che riguarderà gli strumenti astronomici dal tempo di Galileo fino ad oggi''.

Asca

Il presidente della 'Pave the Way Foundation' incontra il Papa. Krupp chiederà allo Yad Vashem di riconoscere Pio XII 'Giusto fra le Nazioni'

Il Papa ha ricevuto questa mattina, al termine dell'Udienza generale, l'ebreo-americano Gary Krupp, fondatore e presidente della fondazione interreligiosa "Pave the Way Foundation", l'istituzione che si dedica alla promozione della pace nel mondo attraverso il dialogo tra le religioni e che si è impegnata a far rivalutare il ruolo di Pio XII di fronte alla Shoah. Krupp si è intrattenuto a parlare brevemente con Benedetto XVI. Una richiesta di attribuire a Eugenio Pacelli il riconoscimento di 'Giusto tra le Nazioni', e di inserire quindi il suo nome nell'elenco conservato nel Giardino dei Giusti del memoriale dell'Olocausto Yad Vashem di Gerusalemme, è stata annunciata dalla fondazione di New York. L'iniziativa è stata comunicata al Papa da Krupp, che ha anche donato al Pontefice un libro su Pio XII, secondo quanto riferisce L'Osservatore Romano di oggi. Il volume, di 255 pagine, riproduce circa tremila documenti originali su Papa Pacelli, scoperti nel corso di lunghe ricerche e arricchiti da numerose foto. ''Un segno di gratitudine - ha detto Krupp - per le iniziative di Benedetto XVI in favore del dialogo tra cattolici ed ebrei''. Gary Krupp si trova a Roma per un Simposio a 50 anni dalla morte di Pio XII: un evento organizzato per ribadire le verità su Papa Pacelli.

Apcom, Asca

Benedetto XVI: giovani, non abbiate paura di sostare come Maria sotto la Croce. L'udienza al primo ministro della Romania

“Non abbiate paura di sostare anche voi come Maria presso la Croce, per trovare il coraggio di superare ogni ostacolo nella vostra esistenza”. E’ l’invito rivolto oggi dal Papa ai giovani, al termine dell’Udienza generale. Salutando, come di consueto, i giovani, i malati e gli sposi novelli, al termine dei saluti ai fedeli di lingua italiana, Benedetto XVI ha ricordato la memoria liturgica, celebrata ieri, della Beata Vergine Maria Addolorata, che “con fede sostò presso la croce di Gesù”. Ai malati, il Santo Padre ha augurato che “possiate trovare in Maria conforto e sostegno per apprendere dal Signore Crocifisso il valore salifico della sofferenza”, mentre agli sposi novelli ha consigliato di rivolgersi “con fiducia nei momenti di difficoltà alla Vergine Addolorata, che vi aiuterà ad affrontarli con la sua materna intercessione”.
Benedetto XVI ha ricevuto al termine dell'Udienza generale nell'auletta privata dell'Aula Paolo VI il primo ministro di Romania, Emil Boc (foto). La Sala stampa della Santa Sede non ha fornito al momento ulteriori dettagli sulla visita.

SIR, Apcom

Il Papa: solo Cristo ci fa rispondere con l’amore all’odio e con il perdono all’offesa. Dall’esperienza spirituale la conoscenza di Dio, non dai libri

“L’amore di Dio cresce in noi se rimaniamo uniti a lui con la preghiera e con l’ascolto della sua parola. Solamente l’amore divino ci fa aprire il cuore agli altri e ci rende sensibili alle loro necessità, facendoci considerare tutti come fratelli e invitandoci a rispondere con l’amore all’odio e con il perdono all’offesa”. Con queste parole il Papa ha attualizzato, nella catechesi dell'Udienza generale di questa mattina nell'Aula Paolo VI in Vaticano, la figura di Simeone il Nuovo Teologo, nato nel 949 in Asia Minore, i cui scritti “hanno esercitato un notevole influsso sulla teologia e sulla spiritualità dell’Oriente, in particolare per ciò che riguarda l’esperienza dell’unione mistica con Dio”, ha ricordato Benedetto XVI definendo quella del monaco una “ esperienza che resta quanto mai importante anche per noi, oggi”. Soffermandosi poi, a braccio, sui “criteri per vedere se siamo veramente uniti” a Cristo, il Papa ha ricordato che l’amore verso Dio “cresce se rimaniamo uniti a lui con l’apertura del cuore”. In questa prospettiva, l’esempio di Simeone il Nuovo Teologo “richiama tutti – ha detto il Santo Padre sempre fuori testo - all’attenzione alla vita spirituale, alla nascosta presenza di Dio in noi, alla sincerità della coscienza e alla purificazione, alla conversione del cuore, cosicché lo Spirito Santo diventi realmente presente in noi e ci guidi”. “La vera conoscenza di Dio non viene dai libri, ma dall’esperienza spirituale”, ha affermato Benedetto XVI sulla scorta del’insegnamento di Simeone il Nuovo Teologo. L’itinerario spirituale del credente, per quest’ultimo – ha detto il Papa - “nasce da un cammino di purificazione interiore, che ha inizio con la conversione del cuore, grazie alla forza della fede e dell’amore; passa attraverso un profondo pentimento e dolore sincero per i propri peccati, per giungere all’unione con Cristo, fonte di gioia e di pace, invasi dalla luce della sua presenza in noi”. Per Simeone, “tale esperienza della grazia divina non costituisce un dono eccezionale, ma è il frutto del battesimo nell’esistenza di ogni fedele seriamente impegnato”. Tutto ciò, partendo dalla consapevolezza che “la vita cristiana è comunione intima e personale con Dio, la grazia divina illumina il cuore del credente e lo conduce alla visione mistica del Signore”. “Questo Santo monaco orientale – ha commentato Benedetto XVI - ci richiama tutti a una grande attenzione alla vita spirituale. Se infatti giustamente ci si preoccupa di curare la nostra crescita fisica, umana ed intellettuale, è ancor più importante non trascurare quella interiore, che consiste nella conoscenza di Dio e nella comunione con lui, per sperimentare il suo aiuto in ogni momento e in ogni circostanza”. “Per andare verso Dio abbiamo sempre bisogno di una guida, di dialogo, non possiamo farlo solo con le nostre discussioni”. A conclusione della catechesi il Papa ha esortato i credenti a “ricorrere ai consigli di un buon padre spirituale”. Secondo Benedetto XVI, infatti, “rimane valido per tutti – sacerdoti, persone consacrate e laici, e specialmente per i giovani – l’invito a ricorrere ai consigli di un buon padre spirituale, capace di accompagnare ciascuno nella conoscenza profonda di se stesso, e condurlo all’unione intima con il Signore, affinché la sua esistenza si conformi sempre più al Vangelo”. Simeone il Nuovo Teologo, ha fatto notare il Papa, “conferisce al padre spirituale del monastero un’importanza essenziale”. Lo stesso giovane Simeone aveva trovato “un direttore spirituale che ebbe ad aiutarlo molto e del quale conservò grandissima stima, tanto da riservargli, dopo la morte, una venerazione anche pubblica”. “Nella sua incessante ricerca di Dio”, Simeone “si lasciò guidare dall’amore”, ha concluso il Santo Padre, e “seppe vivere lui stesso e insegnare ai suoi monaci che l’essenziale per ogni discepolo di Gesù è crescere nell’amore e nella conoscenza di lui, per poter affermare con San Paolo: non vivo più io, ma Cristo vive in me”.

SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

Anno Sacerdotale. Mons. Piacenza: nessun sacerdote annuncia se stesso o proprie idee, né interpretazioni personalistiche o soggettive del Vangelo

I sacerdoti non devono propagandare le ''proprie idee'', nè cedere a ''interpretazioni personalistiche o soggettive dell'unico eterno Vangelo''. Lo ricorda, in un messaggio diffuso ieri nell'ambito dell'Anno Sacerdotale, il segretario della Congregazione per il Clero, mons. Mauro Piacenza. L'arcivescovo sottolinea l'importanza per i preti di leggere spesso e con attnzione la Bibbia, un ''servizio della parola'' che ''non può essere semplicemente di alcuni sacerdoti, particolarmente sensibili a tale dimensione'' ma deve essere ''caratteristica propria ed irrinunciabile dello stesso ministero presbiterale''. Ai sacerdoti spetta, ricorda mons. Piacenza, ''compiere in maniera degna e saggia il ministero della parola'', dove la ''dignità'' consiste soprattutto nel mettere al centro della propria attività di sacerdote l'annuncio di ''Gesù Cristo Salvatore''. ''Nessun presbitero - ammonisce infatti il prelato - annuncia se stesso o proprie idee, nè interpretazioni personalistiche o soggettive dell'unico eterno Vangelo''. I preti, spiega ancora, prima che a un ''approfondimento esegetico-teologico'' della Bibbia, sono chiamati ad una lettura ''spirituale'', perchè ''la vera conoscenza delle Scritture è quella del cuore'', ''compiuta nell'alveo della grande Tradizione dei Padri''. Al momento poi di predicare ai fedeli, per mons. Piacenza i sacerdoti devono agire con ''prudenza'' e con ''la capacità di guardare alla realtà, tendenzialmente, secondo la totalità dei suoi fattori, non assolutizzando alcun punto di vista umano'' e ''mai imponendo arbitrarie ed insufficienti interpretazioni''. ''Compiere in maniera saggia il 'ministero della parola' - conclude l'arcivescovo - significa essere sempre lucidamente consapevoli dell'opera di Dio in ogni annuncio... l'Unico 'relativismo' ammesso è quello verso se stessi: dobbiamo essere, come predicatori, totalmente 'relativi a Dio'!''.