mercoledì 16 settembre 2009
Anno Sacerdotale. Mons. Piacenza: nessun sacerdote annuncia se stesso o proprie idee, né interpretazioni personalistiche o soggettive del Vangelo
I sacerdoti non devono propagandare le ''proprie idee'', nè cedere a ''interpretazioni personalistiche o soggettive dell'unico eterno Vangelo''. Lo ricorda, in un messaggio diffuso ieri nell'ambito dell'Anno Sacerdotale, il segretario della Congregazione per il Clero, mons. Mauro Piacenza. L'arcivescovo sottolinea l'importanza per i preti di leggere spesso e con attnzione la Bibbia, un ''servizio della parola'' che ''non può essere semplicemente di alcuni sacerdoti, particolarmente sensibili a tale dimensione'' ma deve essere ''caratteristica propria ed irrinunciabile dello stesso ministero presbiterale''. Ai sacerdoti spetta, ricorda mons. Piacenza, ''compiere in maniera degna e saggia il ministero della parola'', dove la ''dignità'' consiste soprattutto nel mettere al centro della propria attività di sacerdote l'annuncio di ''Gesù Cristo Salvatore''. ''Nessun presbitero - ammonisce infatti il prelato - annuncia se stesso o proprie idee, nè interpretazioni personalistiche o soggettive dell'unico eterno Vangelo''. I preti, spiega ancora, prima che a un ''approfondimento esegetico-teologico'' della Bibbia, sono chiamati ad una lettura ''spirituale'', perchè ''la vera conoscenza delle Scritture è quella del cuore'', ''compiuta nell'alveo della grande Tradizione dei Padri''. Al momento poi di predicare ai fedeli, per mons. Piacenza i sacerdoti devono agire con ''prudenza'' e con ''la capacità di guardare alla realtà, tendenzialmente, secondo la totalità dei suoi fattori, non assolutizzando alcun punto di vista umano'' e ''mai imponendo arbitrarie ed insufficienti interpretazioni''. ''Compiere in maniera saggia il 'ministero della parola' - conclude l'arcivescovo - significa essere sempre lucidamente consapevoli dell'opera di Dio in ogni annuncio... l'Unico 'relativismo' ammesso è quello verso se stessi: dobbiamo essere, come predicatori, totalmente 'relativi a Dio'!''.