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martedì 15 settembre 2009
Presentato il secondo volume dell'opera omnia di Joseph Ratzinger. Pubblicata per la prima volta la tesi sulla Rivelazione e su San Bonaventura
E' una vera e propria novità assoluta, attesa da tempo, il secondo volume delle "Gesammelte Schriften" di Joseph Ratzinger, edite a cura di Gerhard Ludwig Müller (nella foto con Benedetto XVI), vescovo di Ratisbona, e realizzate da Herder, in cui viene pubblicato, per la prima volta, il testo integrale della grande tesi di abilitazione alla docenza che il giovane Ratzinger dedicò alla comprensione della Rivelazione e alla teologia della storia di San Bonaventura. A darne notizia è L'Osservatore Romano, che spiega come il volume sia stato presentato dall'autore domenica scorsa a Castel Gandolfo insieme alla curatrice Marianne Schlosser e ad altri membri dell'Institut Papst Benedikt XVI. La premessa del libro, dedicato "a mio fratello Georg per il suo ottantacinquesimo compleanno, grato per la comunione di pensiero e di cammino di tutta una vita", è stata scritta dal Papa nella primaversa scorsa. ''Nel periodo postconciliare la situazione teologica mutata e la nuova situazione nell'università tedesca mi assorbirono così tanto che rimandai il lavoro su Bonaventura al periodo successivo al pensionamento. Nel frattempo il Signore mi ha condotto lungo altre vie e così il libro viene pubblicato ora nella sua forma presente'', scrive il Papa. "Dal 1962 - continua - non avevo più ripreso il manoscritto. Quindi per me è stato entusiasmante rileggerlo dopo così tanto tempo", e "rileggendolo ho ricavato l'impressione che le sue risposte siano fondate, sebbene superate in molti dettagli, e che ancora oggi abbiano qualcosa da dire. Soprattutto mi sono reso conto che la questione dell'essenza della Rivelazione e il fatto di riproporla, che è il tema del libro, hanno ancora oggi una loro urgenza, forse anche maggiore che in passato". ''L'idea di aggiornare il manoscritto e presentarlo come libro al pubblico, dovetti abbandonarla temporaneamente - confida il Pontefice - assieme al progetto di uno studio commentato dell'Hexaemeron, perchè l'attività di esperto conciliare e le esigenze della mia docenza accademica erano cosi' impegnative da rendere impensabile la ricerca medievalistica. Auspico - conclude - che altri possano svolgere il compito di commentare l'Hexaemeron''.