giovedì 20 dicembre 2012

Briefing di presentazione del nuovo regolamento della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede: una strada, quella della trasparenza, che intendiamo percorrere anche in futuro per rafforzare la credibilità della Chiesa e della sua missione nel mondo

Trasparenza. È stata la parola più ricorrente nel briefing organizzato questa mattina, nella Sala Stampa della Santa Sede, per illustrare storia e funzioni della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede alla luce del nuovo regolamento, promulgato il 22 febbraio di quest’anno e presentato martedì scorso nel convegno che si è tenuto nell’Aula vecchia del Sinodo in Vaticano. Questa mattina il presidente della Prefettura, card. Giuseppe Versaldi, affiancato dal segretario del dicastero mons. Lucio Ángel Vallejo Balda, e dal ragioniere generale Stefano Fralleoni, ha innanzitutto posto l’accento sul senso di questo incontro con la stampa e dunque in un certo modo con l’opinione pubblica internazionale. "Esso rappresenta - ha detto - la particolare attenzione e cura che si vuole dedicare alla comunicazione sul servizio che la Prefettura rende alla Santa Sede e su quelli che sono i suoi specifici impegni istituzionali. Tutto ciò nell’ottica di quella trasparenza che riteniamo utile e necessaria sia per la sfera interna della Chiesa, sia per quella esterna, pubblica. Una strada, quella della trasparenza, che intendiamo percorrere anche in futuro per rafforzare la credibilità della Chiesa e della sua missione nel mondo". Il porporato è poi entrato nello specifico del nuovo regolamento, sottolineandone il significato intrinseco, quello cioè che fa della Prefettura "un organismo con funzioni di terziarità rispetto a tutti gli altri della Santa Sede", nel senso che deve vigilare e controllare sul modo in cui vengono gestiti nel particolare i beni della Santa Sede sempre nell’ottica della "massima trasparenza". Ciò non significa, ha specificato, difetto di fiducia nei confronti delle persone, ma proprio attuazione delle funzioni istituzionali della Prefettura stessa, che è "un po’ come la Corte dei Conti e il ministero del Bilancio" ha detto il cardinale prendendo a esempio l’organizzazione amministrativa italiana. Del resto, "è la crisi mondiale che obbliga la Chiesa a gestire con maggiore attenzione e accuratezza beni che le vengono per la maggior parte affidati da benefattori, affinché essa possa svolgere la propria missione nel mondo, soprattutto tra i più bisognosi". Il porporato ha poi spiegato le due nuove funzioni che con il regolamento vengono affidate alla Prefettura. Oltre al compito di vigilanza e controllo che l’organismo ha svolto sin dalla sua istituzione (con la Costituzione Apostolica di Paolo VI "Regimini ecclesiae universae" del 15 agosto 1967), la Prefettura è ora chiamata a funzioni di programmazione e di indirizzo delle attività economiche della Santa Sede. Mons. Vallejo Balda è entrato nel dettaglio dell’organizzazione del lavoro della Prefettura nell’esame dei bilanci, "sempre in deficit ultimamente - ha tra l’altro precisato - perché esso è la risultante tra le offerte spontanee della gente e gli impegni della Santa Sede", tra i quali figurano primariamente "la difesa degli stipendi degli oltre cinquemilacinquecento dipendenti, delle loro pensioni, e della loro assistenza sanitaria". Il segretario ha assicurato che nonostante i tempi di spending review "non ci saranno tagli di personale in Vaticano". Mentre in passato il bilancio aveva due capitoli, Governatorato della Città del Vaticano e Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), da adesso il budget verrà diviso in quattro capitoli: Stato della Città del Vaticano, Curia romana, Carità (la voce più consistente), Pastorale (capitolo in cui rientrano attivi e passivi di basiliche e santuari). L’attenzione sarà concentrata nell’evitare sprechi pur nella continuità della missione "soprattutto nei suoi risvolti umanitari", spesso poco conosciuti o poco considerati, ha spiegato il card. Versaldi. Infine, Stefano Fralleoni ha illustrato cifre e destinazioni tratte dall’ultimo bilancio disponibile, quello del 2010.

L'Osservatore Romano, TMNews

Nella sua prima settimana su Twitter Benedetto XVI ha ottenuto un numero di contatti da record, superando stelle della musica nella percentuale e nel numero di retweeting dei suoi messaggi. Nelle prossime settimane tweet anche in cinese e latino

Nella sua prima settimana su Twitter Papa Benedetto XVI, con il suo account @Pontifex ha ottenuto un numero di contatti da record, superando stelle della musica come Justin Bieber nella percentuale e nel numero di retweeting dei suoi messaggi. Più di 1,2 milioni di follower del Papa, degli oltre due milioni degli attuali suoi follower totali, hanno deciso di condividere il messaggio inaugurale "Cari amici, sono lieto di entrare in contatto con voi attraverso Twitter. Grazie per la vostra generosa risposta. Benedico tutti voi dal profondo del cuore". Solo lo 0,7 per cento dei fan della pop star, invece, ha ritenuto opportuno ritrasmettere le sue parole il 26 settembre scorso, quando Bieber ha postato quello che è diventato il secondo messaggio più diffuso del 2012 e della sua carriera fino a oggi sui social media. Da un primo sguardo alle statistiche risulta evidente che questo dato è parte di una tendenza più ampia: sul sito si parla molto di spiritualità e religione, e "i fedeli sono più attivi nel retweet delle parole del Papa che i fan di Bieber per la pop star", come confermano gli esperti di “cinguettio” in Rete. Indicativo il fatto che per il Papa la soglia di un milione di follower è stata superata già prima dell’udienza del 12 dicembre scorso durante la quale benedetto XVI ha inviato il tweet inaugurale, e che nel giro di ventiquattr’ore i seguaci in Rete sono aumentati di 750.000 unità. L’ultimo dato disponibile, aggiornato alle 12.00 di oggi, ci parla di 2.108.484 follower. Nelle prossime settimane il Papa inizierà a tweettare anche in cinese e in latino, oltre che nelle otto lingue già attive.

Silvia Guidi, L'Osservatore Romano

Il Papa: se lo sappiamo ascoltare, se gli facciamo spazio nella nostra vita, Dio scioglie l’egoismo che spesso inquina i rapporti tra le persone e tra le Nazioni e fa sorgere desideri di riconciliazione, di perdono e di pace, anche in chi ha il cuore indurito

Questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza una rappresentanza di ragazzi dell’Azione Cattolica Italiana (A.C.R.) per i tradizionali auguri natalizi. Un incontro festoso, semplice e familiare, tra il Papa e i ragazzi dell’Azione Cattolica che quest’anno hanno svolto il loro cammino sulla frase guida “in cerca di autore”. Il Santo Padre ha parlato dell’uomo che cerca la vita e la gioia, e senza saperlo cerca Dio, vero autore della vita e della gioia, quella “che sorpassa tutte le altre e che dura per tutta la vita”, cioè Gesù: “Ricordate, cari amici: quanto più imparerete a conoscerlo e a dialogare con Lui, tanto più sentirete nel cuore di essere contenti e sarete capaci di vincere le piccole tristezze che ci sono a volte nell’animo”. L’uomo cerca l’amore, ma lo troverà solo in Dio, autore dell’amore. Non si può vivere da soli, chiusi in se stessi, ha afferma toil Papa: “Tutti abbiamo bisogno di voler bene e di sentire che qualcuno ci accetta e ci vuole bene. Sentirsi amati è necessario per vivere, ma è altrettanto importante essere capaci di amare gli altri, per rendere bella la vita di tutti, anche dei vostri coetanei che si trovano in situazioni difficili. Gesù ci ha fatto vedere con la sua vita che Dio ama tutti senza distinzione e vuole che tutti vivano felici”. Il Papa ha ricordato, in proposito, l’iniziativa dei giovani dell’Azione Cattolica per aiutare in modo concreto i ragazzi di strada in Egitto. Infine, ha sottolineato il Papa, l’uomo cerca la pace, “di cui il mondo ha tanto bisogno”: “Spesso gli uomini pensano di poter costruire la pace da soli, ma è importante capire che è Dio che può donarci una pace vera e solida. Se lo sappiamo ascoltare, se gli facciamo spazio nella nostra vita, Dio scioglie l’egoismo che spesso inquina i rapporti tra le persone e tra le Nazioni e fa sorgere desideri di riconciliazione, di perdono e di pace, anche in chi ha il cuore indurito”. Chi cerca il grande Autore della vita, della gioia, dell’amore, della pace , ha concluso Benedetto XVI, scoprirà che questo Autore non è mai lontano da lui, “anzi, è vicinissimo: è il Dio che si è fatto bambino in Gesù!”.

Radio Vaticana

UDIENZA A UNA DELEGAZIONE DI RAGAZZI DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA - il testo integrale del discorso del Papa
 

Il Papa: è nel Vangelo che i cristiani trovano ispirazione per la vita quotidiana e per il loro coinvolgimento negli affari del mondo. Alla fine di un anno che ha significato privazioni economiche per molti, che cosa possiamo apprendere dall’umiltà, dalla povertà, dalla semplicità della cena del presepe?

“È nel Vangelo che i cristiani trovano ispirazione per la vita quotidiana e per il loro coinvolgimento negli affari del mondo - sia che ciò avvenga nel Parlamento o nella Borsa. I cristiani non dovrebbero sfuggire il mondo; al contrario, dovrebbero impegnarsi in esso. Ma il loro coinvolgimento nella politica e nell’economia dovrebbe trascendere ogni forma di ideologia”. È il passo centrale dell’articolo scritto dal Papa per il Financial Times e diffuso oggi dalla Sala stampa vaticana. “La nascita di Cristo - scrive il Papa a proposito del Natale - ci sfida a ripensare le nostre priorità, i nostri valori, il nostro stesso modo di vivere”, e diventa quindi un’occasione per “un esame di coscienza”: “Alla fine di un anno che ha significato privazioni economiche per molti, che cosa possiamo apprendere dall’umiltà, dalla povertà, dalla semplicità della cena del presepe?”. “Rendi a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che di Dio”: questa la risposta di Gesù “sul pagamento delle tasse” al centro dell’articolo di Benedetto XVI. Una “trappola” tesa a Gesù “per smascherarlo o come una minaccia per il regime o come un impostore”, e alla quale Gesù risponde mettendo in guardia “nei confronti sia della politicizzazione della religione sia della deificazione del potere temporale, come pure dell’instancabile ricerca della ricchezza”. I cristiani, dunque, “danno a Cesare soltanto quello che è di Cesare, ma non ciò che appartiene a Dio”. “Talvolta lungo la storia - fa notare il Papa - i cristiani non hanno potuto accondiscendere alle richieste fatte da Cesare”, poiché “dal culto dell’imperatore dell’antica Roma ai regimi totalitari del secolo appena trascorso, Cesare ha cercato di prendere il posto di Dio”. “Quando i cristiani rifiutano di inchinarsi davanti ai falsi dei proposti nei nostri tempi non è perché hanno una visione antiquata del mondo”, puntualizza Benedetto XVI, ma “perché sono liberi dai legami dell’ideologia e animati da una visione così nobile del destino umano, che non possono accettare compromessi con nulla che lo possa insidiare”. Citando i molti presepi italiani che come sfondo usano le “rovine degli antichi edifici romani”, il Papa sottolinea che “la nascita del bambino Gesù segna la fine dell’antico ordine” e la venuta di “un nuovo re”, che “porta speranza a tutti coloro che, come lui stesso, vivono ai margini della società”, a quanti “sono vulnerabili nelle mutevole fortune di un mondo precario”. “Dalla mangiatoia, Cristo ci chiama a vivere da cittadini del suo regno celeste, un regno che ogni persona di buona volontà può aiutare a costruire qui sulla terra”, l’augurio del Papa per il Natale. “I cristiani - spiega - combattono la povertà perché riconoscono la dignità suprema di ogni essere umano, creato a immagine di Dio e destinato alla vita eterna. Operano per una condivisione equa delle risorse della terra perché sono convinti che, quali amministratori della creazione di Dio, noi abbiamo il dovere di prenderci cura dei più deboli e dei più vulnerabili. Si oppongono all’avidità e allo sfruttamento nel convincimento che la generosità e un amore dimentico di sé, insegnati e vissuti da Gesù di Nazareth, sono la via che conduce alla pienezza della vita”. “La fede cristiana implica l’urgenza del compito di promuovere la pace e la giustizia per tutti”, ammonisce Benedetto XVI, auspicando “una grande e fruttuosa collaborazione fra i cristiani e gli altri”.
Benedetto XVI scrive sul Financial Times: "Una lezione di Natale in tempo di austerità"
L'articolo del Papa, precisa la Sala Stampa vaticana, "nasce da una richiesta venuta dalla redazione del Financial Times stesso, che, prendendo spunto dalla pubblicazione dell`ultimo libro del Papa sull'infanzia di Gesù, ha chiesto un suo commento in occasione del Natale. Nonostante si trattasse di una richiesta insolita, il Santo Padre ha accettato con disponibilità. Forse è giusto ricordare la disponibilità con cui il Papa aveva risposto anche in passato ad alcune richieste fuori del comune, ad esempio la richiesta di intervento alla BBC, proprio in occasione del Natale alcuni mesi dopo il viaggio nel Regno Unito, o la richiesta di intervista televisiva per il programma 'A sua immagine' della Rai, rispondendo a domande in occasione del Venerdì Santo. Si è trattato anche allora di occasioni per parlare di Gesù e del suo messaggio ad un ampio uditorio, nei momenti salienti dell'anno liturgico cristiano".

SIR, Today.it


ARTICLE BY THE HOLY FATHER BENEDICT XVI IN THE FINANCIAL TIMES "A TIME FOR CHRISTIANS TO ENGAGE WITH THE WORLD"

Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante il riconoscimento delle virtù eroiche di Paolo VI. Firmati i decreti per 50 nuovi Beati e Santi

Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante il riconoscimento delle virtù eroiche del servo di Dio Paolo VI (nella foto con l'allora card. Ratzinger). Lo ha fatto nel corso dell’udienza al cardinale prefetto Angelo Amato, ricevuto nella mattina di oggi. "Al momento sto analizzando un caso di guarigione avvenuto una decina di anni fa, in riferimento alla storia di un feto: durante la gestazione, si erano manifestati rischi sia per il feto sia per la madre. Stiamo indagando di fronte ad un avvenimento veramente straordinario e sovrannaturale, avvenuto per intercessione di Paolo VI". Così il postulatore della causa di Beatificazione di Papa Montini, padre Antonio Marrazzo. In un'intervista alla Radio Vaticana, il sacerdote spiega che su Paolo VI, che con la firma odierna del Papa è divenuto "venerabile", "ci sono stati troppi luoghi comuni che non trovano riscontro, poi, nella realtà, nei documenti, né in quello che lui è stato. Per capire Papa Montini bisogna guardare le foto e guardarlo negli occhi, guardare lo sguardo di Montini, e in più, leggere i suoi scritti. Ne viene fuori un'umanità che se appare riservata da un lato, non significa né che fosse timido né tantomeno scontroso, chiuso. No: Montini sentiva molto dentro, era una persona molto, molto sensibile. Ecco perché dicevo che bisogna guardare gli occhi. Una caratteristica era l'attenzione agli altri: l'attenzione ai bisogni delle persone, alle loro esigenze, ai loro drammi. E' stato definito il Papa che non prendeva decisioni o le prendeva dopo tempo; in questo c'è una connotazione più positiva che negativa: era un uomo prudente. Quindi, abbiamo questa attenzione da parte di Montini alle realtà concrete, alle realtà degli altri e degli ultimi: basti vedere il discorso sulla pace, che lui ha cercato di portare avanti non solo con l'istituzione della Giornata mondiale della pace, ma anche con il suo discorso all'Onu; ma anche il suo volere andare incontro alla gente più semplice: l'abbiamo visto in modo particolare nei viaggi, ma anche quando andava nelle parrocchie romane, nelle borgate". Per il postulatore, "viene fuori un po' una figura diversa di quest'uomo, di una sensibilità concreta, più interiore. Non ci teneva tanto a farsi vedere, a farsi notare: quello no. Ci troviamo di fronte ad una persona che potremmo definire un mistico; viveva con Cristo un rapporto personale, vero, senza paraventi e senza fratture o frammenti, senza ostacoli. Ed è molto bello accostarsi ad una persona così, perché la si ritrova autentica. Non solo, ma era un uomo di una fede vera: abbiamo visto i suoi gesti! Certe idee, in quel periodo, specialmente quello che ha vissuto da Pontefice, erano difficili da fare entrare, eppure lui le ha fatte entrare nel tessuto ordinario della gente. Oggi noi possiamo parlare e capire di pace, di dignità umana, di rispetto della persona, di rispetto per la vita, per la famiglia e lo dobbiamo a lui!". Insieme al provvedimento che apre la strada alla Beatificazione di Papa Montini, il Pontefice ha firmato altri 23 decreti. Sono stati riconosciuti i miracoli attribuiti all’intercessione dei Beati martiri di Otranto (1480), di due religiose fondatrici Beate, la colombiana Laura di Santa Caterina da Siena (1874-1949) e la messicana Maria Guadalupe (1878-1963), e di cinque venerabili: il vescovo italiano Antonio Franco (1585-1626), il prete argentino Giuseppe Gabriele del Rosario Brochero (1840-1914), il sacerdote fondatore spagnolo Cristoforo di Santa Cristina (1638-1690) e le religiose fondatrici Sofia Czeska-Maciejowska (1584- 1650), polacca, e Margherita Lucia Szewczyk (1828-1905), ucraina. Tra i decreti anche quelli che riguardano il riconoscimento del martirio di un sacerdote croato morto nel 1947 e di numerosi religiosi e religiose uccisi in odio alla fede in Spagna tra il 1936 e il 1938. Il Papa ha infine autorizzato la promulgazione dei decreti che riconoscono le virtù eroiche di dieci servi e serve di Dio: tra questi, oltre a Paolo VI, ci sono un vescovo, due sacerdoti e sei religiose.

L'Osservatore Romano, TMNews

PROMULGAZIONE DI DECRETI DELLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI