Trasparenza. È stata la parola più ricorrente nel
briefing organizzato questa mattina, nella Sala Stampa della Santa Sede,
per illustrare storia e funzioni della Prefettura degli
Affari Economici della Santa Sede alla luce
del nuovo regolamento, promulgato
il 22 febbraio di quest’anno e presentato martedì
scorso nel convegno che si è tenuto nell’Aula vecchia
del Sinodo in Vaticano.
Questa mattina il presidente della Prefettura,
card. Giuseppe Versaldi, affiancato dal segretario
del dicastero mons. Lucio Ángel Vallejo
Balda, e dal ragioniere generale Stefano Fralleoni,
ha innanzitutto posto l’accento sul senso di questo
incontro con la stampa e dunque in un certo
modo con l’opinione pubblica internazionale.
"Esso rappresenta - ha detto - la particolare attenzione
e cura che si vuole dedicare alla comunicazione
sul servizio che la Prefettura rende alla
Santa Sede e su quelli che sono i suoi specifici
impegni istituzionali. Tutto ciò nell’ottica di quella
trasparenza che riteniamo utile e necessaria sia
per la sfera interna della Chiesa, sia per quella
esterna, pubblica. Una strada, quella della trasparenza,
che intendiamo percorrere anche in futuro
per rafforzare la credibilità della Chiesa e della
sua missione nel mondo".
Il porporato è poi entrato nello specifico del
nuovo regolamento, sottolineandone il significato
intrinseco, quello cioè che fa della Prefettura "un
organismo con funzioni di terziarità rispetto a
tutti gli altri della Santa Sede", nel senso che deve
vigilare e controllare sul modo in cui vengono
gestiti nel particolare i beni della Santa Sede
sempre nell’ottica della "massima trasparenza".
Ciò non significa, ha specificato, difetto di fiducia
nei confronti delle persone, ma proprio attuazione
delle funzioni istituzionali della Prefettura
stessa, che è "un po’ come la Corte dei Conti e il
ministero del Bilancio" ha detto il cardinale prendendo
a esempio l’organizzazione amministrativa
italiana. Del resto, "è la crisi mondiale che obbliga
la Chiesa a gestire con maggiore attenzione e
accuratezza beni che le vengono per la maggior
parte affidati da benefattori, affinché essa possa
svolgere la propria missione nel mondo, soprattutto
tra i più bisognosi". Il porporato ha poi
spiegato le due nuove funzioni che con il regolamento
vengono affidate alla Prefettura. Oltre al
compito di vigilanza e controllo che l’organismo
ha svolto sin dalla sua istituzione (con la Costituzione
Apostolica di Paolo VI "Regimini ecclesiae universae"
del 15 agosto 1967), la Prefettura è ora chiamata
a funzioni di programmazione e di indirizzo
delle attività economiche della Santa Sede.
Mons. Vallejo Balda è entrato nel dettaglio
dell’organizzazione del lavoro della Prefettura
nell’esame dei bilanci, "sempre in deficit ultimamente
- ha tra l’altro precisato - perché esso
è la risultante tra le offerte spontanee della gente
e gli impegni della Santa Sede", tra i quali figurano
primariamente "la difesa degli stipendi degli
oltre cinquemilacinquecento dipendenti, delle loro
pensioni, e della loro assistenza sanitaria". Il
segretario ha assicurato che nonostante i tempi di
spending review "non ci saranno tagli di personale
in Vaticano". Mentre in passato il bilancio aveva due capitoli, Governatorato della Città del Vaticano e Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), da adesso il budget verrà diviso in quattro capitoli: Stato della Città del Vaticano, Curia romana, Carità (la voce più consistente), Pastorale (capitolo in cui rientrano attivi e passivi di basiliche e santuari). L’attenzione sarà concentrata
nell’evitare sprechi pur nella continuità della missione
"soprattutto nei suoi risvolti umanitari",
spesso poco conosciuti o poco considerati, ha
spiegato il card. Versaldi. Infine, Stefano
Fralleoni ha illustrato cifre e destinazioni tratte
dall’ultimo bilancio disponibile, quello del 2010.
L'Osservatore Romano, TMNews
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