giovedì 30 aprile 2009

Concerto in onore del Papa. Benedetto XVI fa 'lezione' di musica e spiritualità e formula gli auguri al presidente Napolitano per la sua alta missione

Con un commento dotto e dettagliato, quasi una 'lezione' di musica e spiritualità, il Papa ha ringraziato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il concerto che gli ha offerto in Vaticano per il quarto anniversario del suo pontificato. Amante della musica classica e sacra, pianista lui stesso, Benedetto XVI ha sottolineato come il concerto - eseguito dall'orchestra sinfonica e dal coro sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, diretti, rispettivamente, dalla cinese Xian Zhang e da Erina Gambarini - sia "riuscito ampiamente non solo a gratificare il senso estetico, ma al tempo stesso a nutrire il nostro spirito". La Sinfonia 95 di Haydn, per il Papa, "sembra contenere in sé un itinerario che potremmo dire pasquale. Comincia infatti in tonalità minore di Do, e attraverso un percorso sempre perfettamente equilibrato, ma non privo di drammaticità, giunge alla conclusione in Do maggiore. Questo fa pensare all'itinerario dell'anima - rappresentata in modo particolare dal violoncello - verso la pace e la serenità". Quanto a Vivaldi, le voci che rappresentano Maria e la Chiesa "sono unite nell'unico cantico di lode al Santo, al Dio che, con la potenza dell'amore, realizza nella storia il suo disegno di giustizia". Mozart, infine. Nell'andamento "molto dinamico" della sinfonia 35 Papa Ratzinger ha visto "ciò che avviene al massimo grado - se mi si consente questo accostamento - nell'amore di Dio, in cui potenza e grazia coincidono". Nell''Ave verum' finale, invece, "la meditazione cede il passo alla contemplazione", anche perché - ha sottolineato puntualmente il Papa - "Mozart compose questo mottetto poco prima della morte, e in esso si può dire che la musica diventa veramente preghiera, abbandono del cuore a Dio, con un senso profondo di pace". ''Signor Presidente - ha concluso poi Papa Ratzinger -, il Suo cortese e generoso omaggio è riuscito ampiamente non solo a gratificare il senso estetico, ma al tempo stesso a nutrire il nostro spirito, e dunque Le sono doppiamente grato. Formulo i migliori auspici per il proseguimento della Sua alta missione, e li estendo volentieri a tutte le Autorità presenti. Cari amici, grazie di essere venuti! Ricordatemi nelle vostre preghiere, perchè possa compiere sempre il mio Ministero come vuole il Signore''.

Concerto in onore del Papa. Il presidente Napolitano: gli italiani apprezzano il suo impegno sui problemi del nostro tempo e della nazione

''Gli italiani condividono il suo messaggio di pensiero e di fede e il suo meditato e intenso impegno sui problemi essenziali del nostro tempo e per i problemi che vive la nostra nazione in questo momento''. Questo il saluto del presidente Napolitano nell'Aula Paolo VI prima dell'inizio del concerto. Napolitano ha colto la ''felice occasione di questa lieta ricorrenza'' per rivolgere al Santo Padre ''quei caldi voti augurali che corrispondono al sentimento comune degli italiani e per rinnovare l'espressione del rispetto, dell'attenzione e dell'apprezzamento che gli italiani condividono'' per il messaggio e l'impegno del Papa. Napolitano, ricordando ''lo spirito di vicinanza e di cooperazione che ha contrassegnato la sua gradita visita al Quirinale'', ha formulato poi i suoi ''fervidi auguri di successo'' per il pellegrinaggio che il Papa compirà in Medio Oriente. Una missione ''fra le più attese - dice il Presidente della repubblica - per una molteplicità di motivi e soprattutto per il peculiare contributo che può venire al superamento di lacerazioni, tensioni e rischi di guerra, in una regione che è fonte di grave instabilità internazionale''. Napolitano ha concluso il suo discorso rilevando che ''questa sera ci unisce il filo della musica: il vasto mondo in cui viviamo si riconosce nel comune retaggio di valori ed espressioni artistiche. Le auguro un sereno e fecondo proseguimento del suo pontificato''.
In occasione del concerto il presidente della Repubblica ha avuto un colloquio privato di venticinque minuti con il Pontefice. Lo riferisce un comunicato stampa della Presidenza della Repubblica. Nell'occasione - fa sapere ancora il Quirinale - il capo dello Stato ha avuto modo di ringraziare il Papa per la visita a L'Aquila e nelle altre zone colpite dal sisma del 6 aprile e per la partecipazione al dolore ed ai disagi delle popolazioni. Nel corso del colloquio si sono inoltre prese in considerazione le prospettive connesse con il prossimo viaggio di Sua Santità in Terra Santa ed in Giordania e con i numerosi incontri che il Pontefice avrà con leader politici e religiosi oltre che con le Chiese locali.
Nell’Aula Nervi, in Vaticano, erano presenti anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta con la moglie, insieme al ministro della Difesa Ignazio La Russa, al vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, a quello della Camera, Antonio Leone, oltre al presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo.


Il presidente colombiano: commovente l'incontro con Papa Benedetto. Chiediamo il suo aiuto in terra e quello di Giovanni Paolo II dal cielo

Per la Colombia "chiediamo aiuto a Benedetto XVI in terra e a Giovanni Paolo II dal cielo". Lo ha detto il presidente colombiano Alvaro Uribe (nella foto con Benedetto XVI) in una conferenza stampa tenuta dopo il colloquio con Benedetto XVI in Vaticano. Un incontro definito da Uribe "positivo, commovente, che ha toccato le fibre dell'anima" e in cui è emerso "l'immenso affetto e la grande attenzione del Santo Padre" per la Colombia e il suo popolo. Il presidente ha inoltre ricordato con commozione il suo incontro proprio con Karol Wojtyla. Uribe ha inoltre riferito che con Papa Ratzinger ha parlato di problemi quali il narcotraffico, il terrorismo, il conflitto con i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie colombiane e del ruolo della Chiesa cattolica nel Paese. "Riconosciamo - ha detto il presidente - lo sforzo della Chiesa nella stabilizzazione sociale del Paese" operando in diversi campi fra cui quello educativo. "La Chiesa - ha aggiunto - è sempre stata autorizzata a lavorare per la pace e quindi il governo riconosce che rappresenta la prima opzione" in materia di mediazione.

Anche in Vaticano allerta per la 'febbre suina' ma nessun allarme per il Papa o i residenti. La solidarietà di Benedetto XVI al popolo messicano

Anche la Santa Sede è allerta sulla "febbre suina". Oltre le Mura leonine non c'è allarme né per i circa ottocento residenti, né per i dipendenti né, tanto meno, per il Papa. Ma il piccolo Stato della Città del Vaticano si è attrezzato come ogni altro paese di fronte all'ipotesi che la febbre del Messico lambisca il Palazzo apostolico. La Farmacia vaticana ha a disposizione scorte sufficienti di antivirale. "Abbiamo la potenzialità di trattamento per tutti i residenti dello Stato della Città del Vaticano", spiega il professor Giovanni Rocchi, direttore dell'ufficio Sanità e igiene del Governatorato. Il Vaticano è uno dei 'focal point' dell'Organizzazione mondiale della sanità e riceve regolarmente le comunicazioni relative alla nuova influenza. "Attualmente non abbiamo informazioni diverse da quelle di pubblico dominio", spiega Rocchi, "ma qualora partisse la pandemia siamo pronti a dare indicazioni più specifiche". Le comunicazioni di profilassi, in quel caso, verrebbero diramate dalla palazzina dell'ufficio Igiene e sanità del Governatorato, che si trova a pochi metri dalla sede de L'Osservatore Romano e delle Poste vaticane, verso tutti gli uffici e le abitazioni all'interno del Vaticano, così come alle sedi 'extraterritoriali' come il Laterano, dove si trova la Basilica di San Giovanni e la Pontificia Università Lateranense. Nell'ipotesi "fanta-epidemiologica" di una pandemia, spiega il responsabile della sanità vaticana, l'Oms potrebbe chiedere al Vaticano - così come a qualsiasi altro Stato - di controllare i varchi e attuare misure tese a contenere la diffusione dell'infezione. All'interno delle mura Leonine, poi, ci sono tutte le necessarie dotazioni per formulare la diagnosi clinica di una malattia, mentre per la diagnosi micro-biologica il Vaticano utilizza la collaborazione di alcune qualificate strutture sanitarie italiane. "Ad ogni modo - assicura Rocchi - siamo perfettamente in grado di conformarci agli avvisi dell'Organizzazione mondiale della sanità". Il professor Rocchi è molto tranquillo per quanto riguarda le misure per garantire la salute del Papa. "La persona del Pontefice è oggetto di particolare cura e di particolari disposizioni", spiega, "anche perché, a differenza di altri Capi di Stato, non va sottovalutata la particolare modalità di esposizione al contatto con la gente che fa parte dell'esercizio del suo magistero di pastore. Siamo pronti a fronteggiare qualsiasi emergenza, non solo per questa influenza, ma per qualunque evento morboso". Proprio ieri, Benedetto XVI ha espresso solidarietà al popolo messicano, chiedendo che attraverso i mezzi d'informazione si faccia sapere che "il Pontefice è vicino a tutti gli ammalati e sta pregando per le vittime e le loro famiglie". Qualora l'allarme dell'Organizzazione mondiale della sanità crescesse, non è esclusa l'eventualità che in alcuni paesi vengano vietati gli assembramenti di persone, come concerti o partite allo stadio. O - analogamente - l'afflusso di pellegrini in occasione delle udienze del Papa. Ipotesi, in realtà, talmente infondata da essere praticamente impossibile. "Neppure nei casi di precedenti pandemie, con l'asiatica del 1957, furono cancellate le udienze pontificie", spiega il professor Rocchi. Il Vaticano è allerta, insomma, e nel Palazzo apostolico si dormono sonni tanto vigili quanto tranquilli.

Il Papa ai vescovi argentini: siate umili e ponetevi al servizio di Cristo e dei fedeli. costruite una Chiesa accogliente e misericordiosa

“Portare il messaggio di pace e di riconciliazione” del Signore Gesù “a tutte le genti, curare con amore paterno il Popolo santo di Dio e condurlo sulla via della salvezza”. Questo il compito dei vescovi, come ha sottolineato oggi Benedetto XVI ricevendo il terzo gruppo dei presuli argentini in visita "ad limina apostolorum". Nell'esercizio del ministero episcopale, il vescovo, ha aggiunto il Papa, “deve comportarsi sempre tra i suoi fedeli come chi serve, ispirandosi costantemente all'esempio di Colui che non venne per essere servito bensì per servire e dare la sua vita in riscatto di molti”. In questo senso, “essere vescovo è un titolo di onore quando si vive con questo spirito di servizio agli altri e come partecipazione umile e disinteressata alla missione di Cristo”. E, sull’esempio di Gesù Buon Pastore, i vescovi dovranno impegnarsi nella diffusione del Vangelo, nella guida tenera e misericordiosa dei fedeli, nella difesa dei più deboli. Poi un invito a promuovere “nelle vostre comunità diocesane l'esercizio della carità, in special modo verso i più bisognosi”. “Con la vostra vicinanza e la vostra parola, con l'aiuto materiale e la preghiera, con la chiamata al dialogo e lo spirito di comprensione che cerca sempre il bene comune del paese, e con la luce che viene dal Vangelo, volete dare una testimonianza concreta e visibile dell'amore di Cristo tra gli uomini”. Il tutto, ha chiarito Benedetto XVI, “per costruire continuamente la Chiesa come famiglia di Dio, sempre accogliente e misericordiosa con i più poveri, in modo che regni la carità in tutte le diocesi, in compimento del comandamento di Gesù Cristo”. Oltre a ciò, ha aggiunto “vorrei insistere anche sull'importanza della preghiera di fronte all'attivismo o ad una visione secolarizzata del servizio caritatevole dei cristiani”. Il contatto assiduo con Cristo nella preghiera “trasforma il cuore dei credenti, aprendolo alle necessità degli altri, senza ispirarsi, pertanto, a schemi che pretendono di migliorare il mondo seguendo un'ideologia, bensì lasciandosi guidare dalla fede che agisce in nome dell’amore”. Una parola poi sulla vicinanza che i vescovi devono manifestare ai loro sacerdoti, i loro “collaboratori più vicini”, affinché essi diventino “veri modelli” per i fedeli, attraverso “le loro virtù e il buon esempio”. Le raccomandazioni del Papa ai vescovi argentini hanno riguardato, ovviamente, anche i laici: “La vocazione specifica dei fedeli laici li porta a cercare di configurare rettamente la vita sociale ed ad illuminare le realtà terrene con la luce del Vangelo. Che i laici, coscienti dei loro impegni battesimali, ed animati dalla carità di Cristo, partecipino attivamente alla missione della Chiesa nella vita sociale, politica, economica e culturale del loro Paese”. In questo senso, ha proseguito Benedetto XVI, “i cattolici dovranno distinguersi tra i loro concittadini per il compimento esemplare dei loro doveri civici, così come per l'esercizio delle virtù umane e cristiane che contribuiscono a migliorare le relazioni personali, sociali e lavorative”. Secondo il Santo Padre “il loro impegno li porterà anche a promuovere in particolar modo quei valori che sono essenziali al bene comune della società, come la pace, la giustizia, la solidarietà, il bene della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna, la tutela della vita umana dal concepimento fino alla sua morte naturale, ed il diritto e dovere dei genitori a educare i loro figli secondo le loro convinzioni morali e religiose”.

Il Papa in Terra Santa. La visita al campo di Aida di Betlemme e i doni dei profughi a Benedetto XVI

Un ciondolo con una chiave, simbolo sia della missione di ''custode delle chiavi'' affidata da Cristo a San Pietro e ai suoi successori, che della ''chiave del ritorno'' dei profughi palestinesi, ed una mappa della Palestina incisa su una pietra del mare di Galilea: sono i doni che gli abitanti del campo di Aida, Betlemme, circa 5000 persone di cui 14 famiglie cristiane, faranno a Papa Benedetto XVI in occasione della sua visita al campo il 13 maggio, prevista nel pellegrinaggio in Terra Santa. Il sito del Patriarcato Latino di Gerusalemme spiega che la visita durerà un'ora. Per la sua organizzazione è al lavoro un comitato che annovera tra i suoi membri oltre a Ziyad Al Bandak, presidente del governo locale anche padre Majdi Syriani, sacerdote del Patriarcato. Da quanto si apprende dal Patriarcato i bambini del campo accoglieranno il Papa su entrambi i lati delle strade decorate con manifesti, striscioni e bandiere dell'Autorità palestinese e del Vaticano. La cerimonia avrà inizio vicino al muro di separazione. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas terrà un discorso, seguito da quello di Benedetto XVI. Prenderanno la parola anche rappresentanti del campo e due programmi artistici concluderanno l'evento. ''Il Papa che entra ad Aida - dice padre Syriani - sarà come una luce nella notte per gli abitanti del campo e l'occasione per mostrare le sofferenze dei profughi e la volonta' di mettere fine ad esse rendendo giustizia ai palestinesi''.

'Civiltà Cattolica': la stampa esercita l'ipercritica, il fastidio, il disagio dinanzi al magistero e alla persona del Papa

''La stampa italiana tende a veicolare un'immagine del Papa quasi sempre in termini ipercritici''. Lo scrive, in un duro articolo anticipato oggi, Civiltà Cattolica, il quindicinale dei gesuiti pubblicato con l'approvazione della Segreteria di Stato vaticana. ''I cattolici - scrive Giandomenico Mucci in un articolo intitolato "Un Papa scomodo?" - sanno bene che esiste, in Italia e in Europa, una ostilità a priori contro la dottrina della Chiesa, specialmente nel campo dell'etica''. ''La stampa, che è espressione di poteri e interessi forti - aggiunge -, è un'ottima propagandatrice di tale ostilità''. Secondo Civiltà Cattolica, nei confronti di Papa Benedetto XVI, ''che rappresenta e propone la dottrina della Chiesa con il massimo grado di autorevolezza'', ''si esercitano costantemente l'ipercritica, il fastidio, il disagio dinanzi al suo magistero e alla sua persona''. Il quindicinale gesuita osserva però che ''anche nel mondo cattolico serpeggia, in termini piu' rispettosi, un certo dissenso''. L'ex ''rottweiler'' di Giovanni Paolo II, divenuto da Pontefice ''teologo astratto e difensore di posizioni retrograde'' è invece, ribatte Mucci,un ''uomo di grande gentilezza, di profonda intensità spirituale, di grande curiosità intellettuale e, soprattutto, di serena tranquillità interna''. Papa Ratzinger rimane anche un Papa ''scomodo'' per i laici, incapaci di comprendere il suo magistero sui cosiddetti valori ''non negoziabili''. Però, osserva in conclusione Civiltà Cattolica, ''non mancano voci autorevoli'' pronte a difendere il Pontefice: il quindicinale gesuita cita Guido Guastalla, esponente della comunità ebraica di Livorno, due storici inglesi, Michael Burleigh e Paul Johnson, e il filosofo Andrè Glucksmann.

Udienza di Benedetto XVI al presidente della Colombia Uribe. Nel colloquio anche la lotta al narcotraffico e la pacificazione nazionale

E' durato trenta minuti il colloquio privato tra Papa Benedetto XVI e il presidente colombiano Alvaro Uribe (foto), ricevuto questa mattina in Vaticano. Dopo i saluti in spagnolo, il Pontefice ha chiamato in aiuto l'interprete spiegando che ''capisco lo spagnolo, ma non lo parlo''. Anche la ''lotta al narcotraffico'' e ''pacificazione nazionale'', aspetti più complessi della situazione interna della Colombia, nei colloqui ''cordiali''. Secondo un comunicato della Sala Stampa vaticana, l'incontro ha permesso ''un fruttuoso scambio di opinioni attinenti all'attuale congiuntura internazionale e regionale''. Allo stesso tempo, si legge nel testo, i due leader si sono soffermati ''su alcuni aspetti della situazione del Paese sudamericano, in particolare sulla lotta al narcotraffico e sulle politiche sociali intese a migliorare le condizioni di vita di tante persone che vivono ancora in condizioni di poverta', nonche' sulla collaborazione tra la Chiesa e lo Stato ai fini del consolidamento della pacificazione nazionale''. Il presidente Uribe, che è in questi giorni in Italia per una serie di incontri con le massima autorità istituzionali e politiche, ha portato in dono a Papa Ratzinger una coppia di gemelli in argento cesellato mentre il Pontefice ha ricambiato, come da tradizione, con la medaglia del proprio pontificato e, per le donne, un rosario. Al termine dell'udienza con il Pontefice, Uribe ha incontrato prima il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, mons. Dominique Mamberti, ed è quindi sceso nella Basilica di San Pietro dove si è fermato in preghiera di fronte alla tomba di Giovanni Paolo II.

Il Papa: apprezzamento per l'iniziativa della Coldiretti. Crescita economica improntata sulla solidarietà verso poveri e bisognosi

Papa Benedetto XVI esprime "vivo apprezzamento per l'opportuna iniziativa" della Coldiretti "volta ad evidenziare le rilevanti problematiche del comparto agricoltura e testimoniare i profondi valori del mondo rurale". Così il Santo Padre in un messaggio inviato attraverso il segretario di Stato Vaticano card. Tarcisio Bertone in occasione della Convention "Stop a inganni e moltiplicazioni. Nasce la filiera agricola tutta italiana". Il Santo Padre nel messaggio "esorta i coltivatori diretti a offrire il proprio specifico contributo al progresso integrale della società fondato sulla centralità della persona umana e una crescita economica improntata alla solidarietà soprattutto verso i più poveri e bisognosi e mentre assicura la sua preghiera per il successo dell'importante assise invia a organizzatori, relatori, autorità convenute e presenti tutti la propiziatrice benedizione apostolica".

Questa sera il concerto offerto dal presidente della Repubblica a Benedetto XVI nel 4° anniversario di Pontificato

Oggi nella Sala Nervi in Vaticano laVerdi si esibirà, come lo scorso anno, nel concerto che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (nella foto con Benedetto XVI) offrirà al Santo Padre in occasione del quarto anniversario del suo Pontificato. Prima del concerto Benedetto XVI avrà un incontro con il Presidente Napolitano. L'incontro è previsto alle 17, mentre l'inizio del concerto è in programma per le 17.30. Mille e duecento appassionati milanesi tra soci, abbonati ed amici accompagneranno la trasferta dell'Orchestra Sinfonica e del Coro Sinfonico di Milano per assistere al concerto che segna anche il debutto ufficiale del nuovo Direttore Musicale, la giovane Xian Zhang. Il contralto Sonia Prina e i soprani Roberta Invernizzi e Marina De Liso eseguiranno musiche di Franz Joseph Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart e Antonio Vivaldi. All'evento assisteranno 7mila spettatori compresi i rappresentanti del Governo e degli organi istituzionali italiani e gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. "L'anno scorso Benedetto XVI ci incoraggiò a proseguire nel prestigioso percorso artistico e culturale intrapreso. Da allora laVerdi - ha commentato il Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Verdi Gianni Cervetti - ha cercato di corrispondere a questo incoraggiamento, esercitando, in spirito di servizio, la propria opera musicale. Ci piace pensare che il nostro lavoro rappresenti, quantomeno attraverso la sua carica simbolica, un piccolo contributo all'impegno di tutti gli uomini e di tutte le donne di buona volontà ad affrontare i problemi non semplici del tempo presente". Il concerto sarà trasmesso in diretta dalla Radio Vaticana, dal Centro Televisivo Vaticano e dai Rai Tre.

Il Papa nelle zone del terremoto dell'Abruzzo. Gli studenti: ci ha fatto tornare il sorriso. Le sue parole ci aiuteranno a superare il trauma

"Mi ha fatto tornare il sorriso". Il volto di Arianna Berardi è radioso. Studentessa di ingegneria edile, è una delle giovani che ha incontrato il Papa davanti alle macerie della Casa dello Studente dove due suoi amici sono morti. Simbolo nefasto di cattiva gestione è divenuta una delle stazioni della Via Crucis aquilana del dopo terremoto. Benedetto XVI ha voluto fortemente questo incontro con gli studenti e loro sono accorsi alla chiamata di don Luigi, il capellano dell'Università. "Questa casa è il simbolo della tragedia che ha colpito l'università - dice il giovane capellano - Il Papa viene a confermarci nella speranza. Qui si è terremotati dentro. Il presente è delle macerie, il futuro sarà migliore". I dodici ragazzi sono tutti molto emozionati nell'attesa dell'incontro in questo luogo dove i loro amici in venti secondi persero la vita. Due di loro, Giulia Lapadre e Alfredo Bernardi, subito dopo corrono a sostenere l'esame di ginecologia con il professor Gaspare Carta. "Nelle tendopoli viviamo in un'atmosfera irreale - ammettono - ma allo stesso tempo non c'è da rassegnarsi". E già confidano che lunedì prossimo riprenderanno anche le lezioni a Medicina. La stessa facoltà che frequenta al sesto anno Gino Duronio che nel terremoto ha perso due amiche, Serena e Federica, e ora ricorda quella notte dove "Il buio era bianco. Accendere la luce e non vedere nulla. La polvere dei calcinacci riempiva l'aria ed era accecante". E la luce della torcia "di un angelo" ha salvato la sorella di Laura D'Angelo di Isola Liri, iscritta a ingegneria, e sepolta in un palazzo di fronte alla Prefettura. Il Papa arriva con la sua veste bianca a illuminare il futuro di questi ragazzi che rappresentano tutta la gioventù che a L'Aquila studia e programma il futuro. Si informa sui loro corsi universitari e quando sente che molti sono iscritti a ingegneria dice loro: "Sono studi importanti per il vostro avvenire. Voi siete il futuro di questa città ricostruitela bene". Parla con tutti, ogni tanto volge lo sguardo a quelle macerie che lo circondano. Il volto si fa triste ma quando parla agli studenti ritorna sorridente. E il messaggio arriva al cuore di questi ragazzi. Due di loro consegnano una lettera al Pontefice. "Non siamo superuomini - ha scritto Stefano Calvano di Vasto studente di Fisica - Abbiamo le stesse paure di tutti quanti. Ma siamo resi più certi nella fede e nella speranza. Cogliamo questa Sua visita per essere fortificati nella fede". Anche Maria Fidanza di Scienze della formazione ha consegnato una lettera al Papa. "Ho voluto ringraziare il Santo Padre dicendogli che la fede ci sta aiutando a superare questo drammatico momento - spiega la ragazza - abbiamo perso molti amici che siamo sicuri sono già risorti". Lei e la sua famiglia, i genitori e otto fratelli sono usciti indenni dal crollo della loro abitazione. "Dopo un paio d'ore ho saputo cosa era accaduto in città - racconta Maria Fidanza - Ho cercato i miei amici. Sono stati momenti e giorni di pianto e sconforto. Oggi è un grande dono avere qui il Papa". Un "segno forte", sostiene Antonella Di Vera studentessa fuorisede di ingegneria. "Il Papa si è informato se avevamo degli amici - spiega poi Antonella, originaria della provincia di Bari - e naturalmente tutti gli abbiamo risposto che abbiamo perso amici molto cari". Bendetto XVI ascolta e consegna loro un'immagine di Cristo risorto. Tutti confidano che "Il Papa ci ha resi meno tristi, forse le sue parole potranno aiutarci ad affrontare il trauma che ci porteremo per sempre dentro". E Lui, padre e pastore, confiderà la propria commozione prima di entrare alla caserma della Finanza a Coppito: "È stato assai toccante, per me, pregare davanti alla Casa dello studente, dove non poche giovani vite sono state stroncate dalla violenza del sisma".

Il Papa nella Repubblica Ceca. Il presidente del Paese in udienza da Benedetto XVI il 30 maggio

Papa Benedetto XVI riceverà il presidente ceco Vaclav Klaus in Vaticano il 30 maggio, ha annunciato il portavoce del capo di stato Radim Ochvat, secondo quanto riferiscono Novinky.cz e il quotidiano Pravo. "L'incontro è unico dato che il Papa riceve privatamente soltanto i capi di Stato", ha voluto precisare Jindrich Forejt, direttore del Protocollo presidenziale. "Gli altri rappresentanti di altri Paesi incontrano il Papa soltanto nell'udienza generale che è aperta ai pellegrini che arrivano in Vaticano, solitamente il mercoledì", ha aggiunto. I colloqui si focalizzeranno in particolare sul viaggio apostolico di Benedetto XVI nella Repubblica Ceca, dal 26 al 28 settembre.

Il Papa nelle zone terremotate dell'Abruzzo. I Musei Vaticani devolvono l'incasso della giornata di apertura straordinaria del 10 maggio

Una giornata di apertura straordinaria, il cui incasso verrà devoluto in favore dei terremotati dell'Abruzzo: è l'iniziativa lanciata dai Musei Vaticani come segno di solidarietà alle vittime del sisma, all'indomani della visita di Papa Benedetto XVI nelle zone colpite. Come ulteriore misura, il personale dei Musei offrirà anche per i terremotati la l'equivalente di una giornata di lavoro del mese di maggio. La ''giornata di solidarietà'' con le popolazioni colpite dal sisma - informa una nota del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano - è stata decisa dal Governatorato su proposta del Corpo di custodia dei musei.