mercoledì 14 settembre 2011

Don Di Noto: fu proprio l'Aja ad 'assolvere' il partito pedofilo olandese. Nessuno ha mai voluto definire la pedofilia crimine contro l’umanità

E' paradossale la decisione di rivolgersi alla Corte dell'Aja per far processare Benedetto XVI e i vertici della Curia romana per “crimini contro l'umanità”, soprattutto perché fu proprio l'Aja a non accettare il ricorso contro il partito pedofilo olandese dell'Amore Fraterno, della Libertà e della Diversità. E' indignato don Fortunato Di Noto, pioniere nella lotta per la tutela dell'infanzia violata e fondatore dell'Associazione Meter onlus, che fin dalla sua costituzione nel 2006 aveva avviato una campagna contro questo partito scioltosi dopo 4 anni, e che aveva tra i suoi obiettivi la liberalizzazione della pornografia infantile e i rapporti sessuali fra adulti e bambini. Le parole di don Di Noto arrivano all'indomani dalla decisione della Survivors Network of those Abused by Priests, la più grande associazione di vittime di pedofilia da parte di membri della Chiesa Cattolica, di presentare alla Corte dell'Aja la documentazione atta a dimostrare che il Vaticano avrebbe “tollerato e reso possibile la copertura sistematica e diffusa di stupri e crimini sessuali contro i bambini in tutto il mondo”. “Non ci stancheremo mai – ha detto il fondatore di Meter all'agenzia Zenit – di stare dalla parte delle vittime, noi che da 20 anni le accogliamo, le ascoltiamo, le accompagniamo in un percorso ri-sorgente. Non indietreggiamo neanche nell’impegno attraverso la prevenzione, la formazione e la informazione contro uno dei fenomeni più abietti, tragici e violenti qual è la pedofilia, l’abuso sessuale sui minori”. “La gravità è enorme, quando è perpetrata da chi riveste un ruolo genitoriale, educativo e religioso. E’ esponenzialmente più devastante quando organizzazioni criminali sfruttano i bambini fino a produrre l’inverosimile - tale è stata l’ultima denuncia di Meter - : centinaia di bambini sottoposte a pratiche sadomaso e bondage”. E “nonostante la denuncia formale alle autorità di Polizia, il comunicato agli organi di informazione – ha osservato il sacerdote –, nessuno si è indignato, o ha pensato di scrivere all’Aja per definire che questi sono crimini contro l’umanità”. “La pedofilia del clero, come quella dei magistrati, degli avvocati, dei medici, degli insegnati, di un padre, madre, nonno, fratello, sorella è un crimine contro l’umanità; ed in questo caso è bene ribadirlo che proprio l’Aja aveva ribadito che la pedofilia, nella libertà di espressione, di riunirsi, inclusa la libertà di organizzarsi in un partito politico, sono le basi di una società democratica”. “Con questa motivazione il tribunale dell'Aja respinse il ricorso di alcune associazioni (tra le quali Meter) le quali chiedevano che il neonato Npdv, il partito dei pedofili, fosse bandito dalla società olandese”. “Il giudice Hofhuis, presidente della Corte, stabilì che il partito 'non ha commesso un crimine, ma chiede solo una riforma costituzionale'. La fortuna è stata che il partito pedofilo olandese ufficialmente si è sciolto per la pressione pubblica e non certamente dell’Aja”. “Paradossi? E’ tutto da vedere. Ma come ci si può rivolgere all’Aja quando ci sono stati questi drammatici e ambigui risvolti che hanno 'favorito' la diffusione della pedofilia e della pedopornografia?”, si è chiesto don Di Noto. “Noi stiamo con Papa Benedetto XVI per il coraggio con cui ha affrontato il problema della pedofilia nel clero – ha dichiarato –, ma stiamo con lui perché non ha mai fatto mancare l’incoraggiamento verso chi si occupa di infanzia violata, abusata e vilipesa”. “E’ probabile – ha ammesso – che ancora non ci sia la totale sensibilità e il coinvolgimento dei vescovi e anche di sacerdoti e operatori pastorali in merito a queste tematiche delicate, devastanti che ledono permanentemente i bambini e le famiglie coinvolte”. Tuttavia, ha osservato, “il Papa si è assunto delle radicali responsabilità, a nome di tutti”. Per questo il fondatore di Meter ha auspicato “che altri si carichino di responsabilità, forse a partire dagli Uffici preposti ad affrontare queste tematiche che non possono né potranno essere superficialmente affrontate. Molto si è fatto, tanto ancora bisogna fare”. Ad esempio, “non si è pensato ad una 'pastorale di prossimità contro gli abusi (non solo quelli sessuali)' inserita nel percorso formativo a lungo termine e non per la sola emergenza”. “Non sono sufficienti solo i discorsi accademici o scientifici ma 'operatività' e azione per dare concrete risposte non solo per la pedofilia nel clero ma per tutti gli abusi all’infanzia”. “Gli atti di riconciliazione e di pace si compiono quando 'giustizia e misericordia' si incontreranno – ha concluso –. Basta più guerra, saremo tutti vittime e gli unici vincitori sono proprio i pedofili, gli sfruttatori dei bambini, che proliferano e aumentano inverosimilmente compiendo gravi crimini contro l’infanzia. C’è da rifondare e riformare la società, tutta intera”.

Zenit

Mons. Fellay: dovrò consultarmi con gli altri membri della Fraternità. Studieremo a fondo il 'Preambolo dottrinale' vaticano per il tempo necessario

I lefebvriani studieranno “a fondo” il “Preambolo dottrinale” che il Vaticano ha presentato oggi come “base fondamentale” per la riconciliazione. Ma è presto per dire quale sarà la risposta dei tradizionalisti perché prima di dare una risposta, il superiore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, mons. Bernard Fellay (foto), dovrà consultarsi con gli altri membri della sua comunità, a quanto pare fortemente divisa. Al termine dell'incontro di questa mattina con il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il card. William Levada, Fellay ha rilasciato un'intervista ufficiale al servizio di informazione dei tradizionalisti Dici. Nessuna fretta nel dire “si” o “no” all'offerta vaticana: Fellay si riserva di prendere il “tempo necessario” e soprattutto annuncia di voler “consultare i principali responsabili della Fraternità San Pio X”, perché “su una questione così importante mi sono impegnato con i miei confratelli a non prendere decisioni senza averli consultati preventivamente”.Per il superiore lefebvriano, l'incontro di oggi si è svolto in un'atmosfera di “grande cortesia” e allo stesso tempo di “grande franchezza”. Quanto al punto cruciale della valutazione del Concilio Vaticano II, di cui i lefebvriani rifiutano molte delle conquiste, dall'ecumenismo alla libertà religiosa, mons. Fellay fa riferimento alla sua intervista dello scorso 15 agosto: “Quando...ho dichiarato che eravamo d'accordo sul fatto che non eravamo d'accordo a proposito del Concilio Vaticano II – spiega -, ho anche tenuto a precisare che se si tratta di dogmi, come quello della Trinità, siamo naturalmente d'accordo quando se ne trova menzione nel Concilio Vaticano II”. Un modo per dire: una cosa è il nucleo centrale della fede, un’altra gli argomenti che il “Preambolo”, stando al comunicato diffuso oggi al termine dell'incontro, lascia alla “legittima discussione”, come le “singole espressioni o formulazioni presenti nei documenti del Concilio Vaticano II e del Magistero successivo”. Fellay, nell'intervista a Dici, ammette tuttavia che nel testo vaticano “non c'è una distinzione netta tra il campo dogmatico intoccabile e il campo pastorale aperto alla discussione”. Ad ogni modo, conclude, “posso assicurarvi che la nostra decisione sarà presa per il bene della Chiesa e delle anime”.

Alessandro Speciale, Vatican Insider

Giudice dell'Aja: strada perché la denuncia contro il Papa vada avanti mi sembra stretta. Dietro ai crimini contro l'umanità ci deve essere una regia

"La strada perché questa denuncia vada avanti mi sembra un po' stretta". Così Cuno Tarfusser, giudice alla Corte penale internazionale dell'Aja, commenta a "24 Mattino" su Radio 24 la richiesta fatta da un'associazione di vittime di preti pedofili di processare il Papa per crimini contro l'umanità. "La notizia fa certamente scalpore", ha aggiunto Tarfusser. "Ieri ne ho discusso a lungo coi miei collaboratori, e non posso dare il mio giudizio perché forse un giorno sarò chiamato a valutare il fatto nella veste di giudice. Posso dire questo: nella figura di crimini contro l'umanità rispetto ai quali abbiamo giurisdizione e competenza rientrano diversi tipi di condotte, tra cui i delitti a sfondo sessuale. Ma perché ci possa essere un'incriminazione non basta avere commesso uno o più di questi crimini, è necessario qualcosa in più, ciò che noi chiamiamo elemento contestuale. Questi fatti devono essere commessi in conseguenza di un attacco alla popolazione civile, devono essere sistematici e molto diffusi e soprattutto dietro a questi fatti ci deve essere una sorta di regia, una politica organizzativa superiore. Dal punto di vista tecnico serve questo, poi ognuno tragga le conclusioni che io non posso trarre per il mio ruolo molto delicato. Certo l'immagine della strada stretta se si pensa alla possibilità che una denuncia del genere possa essere accolta è una bella immagine". La denuncia verrà ora esaminata dal procuratore generale della Corte, lo spagnolo Ocampo: "Sulla base di ciò che lui deciderà - ha aggiunto Tarfusser - verremmo investiti o no della questione. Ma non ci saranno sviluppi o conseguenze particolari a breve, ci vorrà tempo". Tarfusser infine ha glissato quando gli è stato chiesto se l'associazione che ha presentato la denuncia abbia voluto solo farsi pubblicità: "Non lo posso dire - ha commentato -. Ho le mie idee ma me le tengo".

TMNews

Il nuovo ambasciatore del Regno Unito in Vaticano racconterà in un blog e su Twitter il Papa e il suo lavoro per la collaborazione tra i due Paesi

Segno dei tempi: decolla il blog diplomatico. Nigel Baker (nella foto con Benedetto XVI) è il primo ambasciatore accreditato in Vaticano ad usare Twitter. Il nuovo rappresentante del Regno Unito racconterà ai blogger di tutto il mondo in cosa consiste il suo lavoro al di là Tevere fornendo le sue impressioni sulle cerimonie pontificie, gli eventi religiosi più importanti, gli incontri che avrà con il Pontefice. Basta andare all’indirizzo blogs.fco.gov.uk/roller/bakerenglish e voilà, ecco svelata l’attività di un diplomatico di carriera impegnato a consolidare i già buoni rapporti tra Benedetto XVI e Sua Maestà la Regina. Baker ha esordito la sua missione il 9 settembre, presentando le Lettere Credenziali al Pontefice durante una cerimonia avvenuta nel Palazzo di Castel Gandolfo. In concomitanza ha inaugurato anche il suo blog. Nel primo post Nigel si presenta, spiegando ai suoi lettori di avere seguito con grande interesse il summit internazionale dei blogger organizzato dal card. Gianfranco Ravasi un paio di mesi fa in Vaticano, un segno della particolare attenzione che la Chiesa riserva al mondo della Rete: "Anche il Papa twitta". Sicchè non deve stupire se anche un ambasciatore sceglie di ampliare il modo di interagire con l’esterno sfruttando i social network. "La conversazione che ho avuto con il Pontefice ha toccato diversi aspetti delle nostre relazioni, incluso l’importanza dei valori negli affari internazionali. Abbiamo una larga agenda in comune, che fa seguito la visita che Benedetto XVI ha avuto nel Regno Unito l’anno scorso". Le aree dove il Vaticano e la Gran Bretagna collaboreranno sono diverse. Tanto per cominciare il disarmo nucleare, la questione climatica, lo sviluppo del terzo mondo. Forse non sempre saranno d’accordo su tutto, ma sicuramente, come assicura il diplomatico "col Vaticano possiamo lavorare a fianco, beneficiandone ampiamente entrambi". Baker aggiunge che il suo blog vuole essere una finestra sull’ambasciata e così si dice pronto a rispondere a coloro che gli scriveranno. Poco più che quarantenne, sposato con una figlia nata in Bolivia, il Paese in cui ha lavorato prima di approdare a Roma, Nigel Baker non è l’unico ambasciatore britannico che twitta: sul sito del Foreign Commonwealth Office c’è la lista completa. In tutto sono una trentina gli ambasciatori internauti, ovviamente quarantenni e con una grande voglia di comunicare direttamente. Dal Pakistan, dal Sud Africa, dalla Giordania, dall’Armenia, dal Giappone, dall’Egitto, dall’Iraq. Mandando in soffitta il clichè del diplomatico compassato, in naftalina, con la penna e il calamaio davanti, tutto cocktail e Ferrero Rocher.

Franca Giansoldati, Il Messaggero.it

Benedetto XVI: la Chiesa che è in Italia gioisce per l’elevazione alla gloria degli altari di suor Elena Aiello, un’anima eminentemente eucaristica

“Subito dopo il Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona, la Chiesa che è in Italia gioisce per l’elevazione alla gloria degli altari di un’anima eminentemente eucaristica”. Così il Papa, durante l’Udienza generale di questa mattina, subito dopo i saluti ai fedeli di lingua italiana, ha ricordato suor Elena Aiello, fondatrice delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, che oggi a Cosenza viene proclamata Beata. “Illustre figlia della terra di Calabria – ha proseguito Benedetto XVI – suor Elena Aiello soleva dire: ‘L’Eucarestia è l’alimento essenziale della mia vita, il respiro profondo della mia anima, il sacramento che dà senso alla mia vita, a tutte le azioni della giornata’”. “L’esempio e l’intercessione della nuova Beata – l’auspicio finale del Santo Padre – accrescano in tutti l’amore per il mirabile Sacramento dell’altare”. Salutando, poco prima, i fedeli provenienti dalla Polonia, Benedetto XVI ha ricordato che “l’educazione, la cui méta è lo sviluppo integrale dell’uomo, è un compito che richiede la collaborazione dei genitori, degli insegnanti e dei pastori, nonché delle rispettive autorità statali e locali”.

SIR

Il Papa: il Salmo 22 dal silenzio di Dio alla vittoria della fede, che trasforma la morte in dono della vita, l’abisso del dolore in fonte di speranza

Udienza generale questa mattina nell'Aula Paolo VI dove Benedetto XVI, proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo, ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi il Papa, continuando il ciclo sulla preghiera, ha incentrato la sua meditazione sul Salmo 22. Un Salmo, ha detto, “dalle forti implicazioni cristologiche, che continuamente affiora nei racconti della passione di Gesù, con la sua duplice dimensione di umiliazione e di gloria, di morte e di vita”. Il Salmo 22, ha affermato Benedetto XVI, è “una preghiera accorata e toccante, di una densità umana e una ricchezza teologica che ne fanno uno tra i Salmi più pregati e studiati di tutto il Salterio. Si tratta di una lunga composizione poetica, e noi ci soffermeremo in particolare sulla sua prima parte, incentrata sul lamento, per approfondire alcune dimensioni significative della preghiera di supplica a Dio"."Questo Salmo - ha spiegato il Pontefice - presenta la figura di un innocente perseguitato e circondato da avversari che ne vogliono la morte; ed egli ricorre a Dio in un lamento doloroso che, nella certezza della fede, si apre misteriosamente alla lode. Nella sua preghiera, la realtà angosciante del presente e la memoria consolante del passato si alternano, in una sofferta presa di coscienza della propria situazione disperata che però non vuole rinunciare alla speranza. Il suo grido iniziale è un appello rivolto a un Dio che appare lontano, che non risponde e sembra averlo abbandonato". Dio tace, ha proseguito il Papa, "e questo silenzio lacera l’animo dell’orante, che incessantemente chiama, ma senza trovare risposta. I giorni e le notti si succedono, in una ricerca instancabile di una parola, di un aiuto che non viene; Dio sembra così distante, così dimentico, così assente. La preghiera chiede ascolto e risposta, sollecita un contatto, cerca una relazione che possa donare conforto e salvezza. Ma se Dio non risponde, il grido di aiuto si perde nel vuoto e la solitudine diventa insostenibile. Eppure, l’orante del nostro Salmo per ben tre volte, nel suo grido, chiama il Signore “mio” Dio, in un estremo atto di fiducia e di fede. Nonostante ogni apparenza, il Salmista non può credere che il legame con il Signore si sia interrotto totalmente; e mentre chiede il perché di un presunto abbandono incomprensibile, afferma che il “suo” Dio non lo può abbandonare". "Come è noto - ha rilevato Benedetto XVI - il grido iniziale del Salmo, 'Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?', è riportato dai Vangeli di Matteo e di Marco come il grido lanciato da Gesù morente sulla croce. Esso esprime tutta la desolazione del Messia, Figlio di Dio, che sta affrontando il dramma della morte, una realtà totalmente contrapposta al Signore della vita. Abbandonato da quasi tutti i suoi, tradito e rinnegato da discepoli, attorniato da chi lo insulta, Gesù è sotto il peso schiacciante di una missione che deve passare per l’umiliazione e l’annichilimento. Perciò grida al Padre, e la sua sofferenza assume le parole dolenti del salmo”. “Ma il suo – ha puntualizzato Benedetto XVI - non è un grido disperato, come non lo era quello del salmista, che nella sua supplica percorre un cammino tormentato sfociando però infine in una prospettiva di lode, nella fiducia della vittoria divina”. “La preghiera straziante di Gesù, pur mantenendo la sua carica di indicibile sofferenza, si apre alla certezza della gloria”, ha spiegato il Papa: “Nella sua passione, in obbedienza al Padre, il Signore Gesù attraversa l’abbandono e la morte per giungere alla vita e donarla a tutti i credenti”. “Tutta la storia biblica – ha affermato Benedetto XVI - è stata una storia di grida di aiuto da parte del popolo e di risposte salvifiche da parte di Dio”, e “quel Dio che oggi al salmista è così lontano, è però il Signore misericordioso che Israele ha sempre sperimentato nella sua storia”. Da una parte, dunque, “il silenzio di Dio, la sua apparente assenza”, dall’altra il fatto che “Dio è stato presente nell’esistenza dell’orante con una vicinanza e una tenerezza incontestabili”. “Il Signore è il Dio della vita, che fa nascere e accoglie il neonato e se ne prende cura con affetto di padre”, il commento del Papa, secondo il quale “l’orante rievoca la propria storia personale di rapporto con il Signore, risalendo al momento particolarmente significativo dell’inizio della vita. E lì, nonostante la desolazione del presente, riconosce una vicinanza e un amore divini così radicali da poter esclamare: ‘dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio’”. Il lamento, così, “diventa supplica accorata”, perché “l’unica vicinanza che il salmista percepisce e che lo spaventa è quella dei nemici”. “L’angoscia – ha spiegato il Papa - altera la percezione del pericolo, ingrandendolo. Gli avversari appaiono invincibili, sono diventati animali feroci e pericolosissimi, mentre il salmista è come un piccolo verme, impotente, senza difesa alcuna”. Immagini, queste, che mostrano che “quando l’uomo diventa brutale e aggredisce il fratello, qualcosa di animalesco prende il sopravvento in lui, sembra perdere ogni sembianza umana”, perché “la violenza ha sempre in sé qualcosa di bestiale e solo l’intervento salvifico di Dio può restituire l’uomo alla sua umanità”. Proprio quando per il salmista “sembra non esserci più scampo, e la morte inizia ad impossessarsi di lui” – ha osservato il Papa commentando le “immagini drammatiche” del salmo, che “ritroviamo nei racconti della passione di Cristo” – ritorna “impellente, di nuovo la richiesta di soccorso”. “È questo un grido – ha commentato il Papa che dischiude i cieli, perché proclama una fede, una certezza che va al di là di ogni dubbio, di ogni buio e di ogni desolazione. E il lamento si trasforma, lascia il posto alla lode nell’accoglienza della salvezza”. Così, il salmo 22 “si apre al rendimento di grazie, al grande inno finale che coinvolge tutto il popolo, i fedeli del Signore, l’assemblea liturgica, le generazioni future. Il Signore è accorso in aiuto, ha salvato il povero e gli ha mostrato il suo volto di misericordia. Morte e vita si sono incrociate in un mistero inseparabile, e la vita ha trionfato, il Dio della salvezza si è mostrato Signore incontrastato, che tutti i confini della terra celebreranno e davanti al quale tutte le famiglie dei popoli si prostreranno”. “Lasciamoci invadere dalla luce del mistero pasquale e, come i discepoli di Emmaus, impariamo a discernere la realtà al di là delle apparenze – l’esortazione finale della catechesi - riconoscendo il cammino dell’esaltazione proprio nell’umiliazione, e il pieno manifestarsi della vita nella morte, nella croce. Così, riponendo tutta la nostra fiducia e la nostra speranza in Dio Padre, in ogni angoscia Lo potremo pregare anche noi con fede, e il nostro grido di aiuto si trasformerà in canto di lode".

Radio Vaticana, SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

Santa Sede: colloqui con lefebvriani hanno chiarito posizioni e motivazioni. Piena riconciliazione se accettano il documento su principi dottrinali

Incontro questa mattina tra il card. William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, accompagnato da mons. Luis Ladaria, segretario della Congregazione, e mons. Guido Pozzo, segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, con mons. Bernard Fellay, Superiore generale della lefebvriana Fraternità Sacerdotale San Pio X, accompagnato dai reverendi Niklaus Pfluger e Alain-Marc Nely, primo e secondo assistente generale della medesima. ''In seguito alla supplica indirizzata dal Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale san Pio X il 15 dicembre 2008 a Sua Santità Papa Benedetto XVI - ricorda una nota diffusa dalla Sala Stampa vaticana alla fine dell'incontro -, il Santo Padre aveva deciso di rimettere la scomunica ai quattro vescovi consacrati dall'arcivescovo Lefebvre, e, nel medesimo tempo, di aprire dei colloqui dottrinali con detta Fraternità, al fine di chiarire i problemi di ordine dottrinale e giungere al superamento della frattura esistente''. ''In ottemperanza alle disposizioni del Santo Padre - ricorda ancora la nota -, una commissione mista di studio, composta da esperti della Fraternità Sacerdotale San Pio X e da esperti della Congregazione per la Dottrina della Fede, si è riunita in otto incontri, che si sono svolti a Roma tra il mese di ottobre 2009 e il mese di aprile 2011. Questi colloqui, che avevano l'obiettivo di esporre e approfondire le difficoltà dottrinali essenziali sui temi controversi, hanno raggiunto lo scopo di chiarire le rispettive posizioni e relative motivazioni''. La Sala Stampa vaticana sottolinea che, ''tenendo conto delle preoccupazioni e delle istanze presentate dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X in ordine alla custodia dell'integrità della fede cattolica di fronte all'ermeneutica della rottura del Concilio Vaticano II rispetto alla Tradizione, di cui ha fatto menzione Papa Benedetto XVI nel discorso alla Curia romana (22 dicembre 2005)'', il Vaticano ha consegnato ai lefebvriani un ''Preambolo Dottrinale'' la cui accettazione sarà ''base fondamentale'' per la ''eventuale'' riconciliazione. Il documento ''enuncia alcuni principi dottrinali e criteri di interpretazione della dottrina cattolica, necessari per garantire la fedeltà al Magistero della Chiesa e il 'sentire cum Ecclesia''' ma lascia ''alla legittima discussione lo studio e la spiegazione teologica di singole espressioni o formulazioni presenti nei documenti del Concilio Vaticano II e del Magistero successivo''. I tradizionalisti lefebvriani potrebbero vedersi offrire l'opzione di diventare una ''prelatura personale'', come l'Opus Dei, nel caso di una piena riconciliazione con la Santa Sede. Lo ha detto ai giornalisti il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. "L'incontro di oggi alla Congregazione della Dottrina della Fede è durato circa 2 ore e mezzo, in un clima cordiale di corretta conversazione". Il testo consegnato alla delegazione della Fraternità San Pio X costituisce "una base imprescindibile" per arrivare alla piena comunione e alla sua formulazione canonica, che per la Santa Sede rappresenta "un'eventuale e auspicata soluzione". Ma, ha aggiunto il religioso, "non c'p una scadenza ultimativa, anche se ci si aspetta una risposta in tempi ragionevolmente brevi, pochi mesi e non anni". Quanto alla condizione che da parte dei lefebvriani sia accettato il Concilio Vaticano II, padre Lombardi ha detto che resta per la Fraternità la possibilità di "una legittima discussione" su alcuni passaggi dei documenti, nel senso cioè che "ci sono punti vincolanti" che non possono essere messi in discussione e altri meno essenziali. "Un passo - ha concluso Lombardi - è stato fatto quest'oggi ed è un passo importante di questo processo".

Asca, Agi

COMUNICATO: INCONTRO TRA LA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE E LA FRATERNITÀ SACERDOTALE SAN PIO X

Il Papa in Germania. Mons. Zollitsch: con un segno della sua stima ci incoraggerà, a livello spirituale e teologico, a continuare il cammino ecumenico

Le Chiese tedesche auspicano dal viaggio apostolico di Benedetto XVI un impulso all’ecumenismo. “Il Papa è consapevole del fatto che si porrà attenzione a ciò che egli dirà su Martin Lutero”, ha detto ieri in una intervista al quotidiano Westdeutsche Allgemeine Zeitung mons. Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca. Anche Nikolaus Schneider, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca si attende un segnale ecumenico dal Papa, senza però ritenere Lutero il “grande divisore” delle due Chiese. Mons. Zollitsch ha messo in guardia da aspettative eccessive: “Non possiamo attenderci miracoli ma posso immaginare che il Papa dia un ulteriore segno tangibile della sua stima, mettendo in movimento un processo che ci incoraggi, a livello spirituale e teologico, a continuare il cammino ecumenico”. Schneider ha annunciato che il Papa affronterà anche i problemi delle coppie miste evangelico-cattoliche che non possono partecipare insieme alle liturgie. Sulle proteste annunciate per il viaggio papale, mons. Zollitsch ha affermato di rispettare “l’atteggiamento dei critici del Papa”, ma si è chiesto: “Perché i critici non dicono semplicemente: I cattolici devono poter salutare il loro capo e noi lo rispettiamo? Mi pare manchi la tolleranza e la comprensione per una società aperta”.

SIR

'Avvenire': la denuncia del Papa all'Aja enorme piccineria. Le vittime rischiano di essere nuovamente straziate da cinici e scaltri azzeccagarbugli

"Enorme piccineria". Così Avvenire, il quotidiano della CEI, definisce in un editoriale la denuncia del Papa e dei cardinali Sodano, Bertone e Levada alla corte penale internazionale dell'Aja con l'accusa di aver "tollerato e permesso" abusi sessuali sui minori. "Non è la trama di un fantathriller - scrive il giornale dei vescovi - e se non ci fosse di mezzo l'orrore per quella che lo stesso Benedetto XVI ha definito una tragedia, ci sarebbe solo da buttarla sul ridere, tanto scoperta, smaccata, è la strategia mediatica scelta dai denuncianti (l'associazione statunitense di vittime di preti pedofili Snap e il Center for Constitutional Rights) per alzare il livello dello scontro. Che, tanto per chiamare le cose con il loro nome, significa pubblicità e soldi. Non a caso i due organismi hanno già annunciato un tour europeo di sensibilizzazione. Da farsi cadere le braccia di fronte all'enormità di una tale piccineria". "Ma - osserva Avvenire - di mezzo ci sono le vittime, dalla cui parte, proprio per volontà di Benedetto XVI la Chiesa si è schierata senza se e senza ma e pronta a pagare per questo il prezzo della vergogna gettata sulla Chiesa stessa dai colpevoli, sacerdoti indegni del loro ministero. Le stesse vittime che oggi rischiano di essere nuovamente straziate da cinici e scaltri azzeccagarbugli che provano a rendere più grasso il piatto dei rimborsi da chiedere in sede civile". "Una follia - insiste il quotidiano della CEI - tanto più che con tutta evidenza mai bersaglio poteva essere più sbagliato. Perché il 'denunciato' Papa Benedetto è lo stesso che, ancora cardinale, col suo predecessore Giovanni Paolo II iniziò l'era della tolleranza zero riguardo a questo odioso crimine. Di che si parla allora? Delle capziosità giuridiche che tentano di far rientrare dalla finestra un principio di responsabilità stiracchiato quasi all'infinito, già rifiutato dalle giurisprudenze di mezzo mondo? O dell'infinita tristezza, meschinità, di chi, non esitando a tirare fango sulla figura stessa del Papa per uno scoperto tornaconto, torna a violentare le stesse vittime di ieri colpendo proprio chi con tanta incrollabile passione se n'è fatto difensore?".

TMNews

Enorme piccineria