I lefebvriani studieranno “a fondo” il “Preambolo dottrinale” che il Vaticano ha presentato oggi come “base fondamentale” per la riconciliazione. Ma è presto per dire quale sarà la risposta dei tradizionalisti perché prima di dare una risposta, il superiore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, mons. Bernard Fellay (foto), dovrà consultarsi con gli altri membri della sua comunità, a quanto pare fortemente divisa. Al termine dell'incontro di questa mattina con il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il card. William Levada, Fellay ha rilasciato un'intervista ufficiale al servizio di informazione dei tradizionalisti Dici. Nessuna fretta nel dire “si” o “no” all'offerta vaticana: Fellay si riserva di prendere il “tempo necessario” e soprattutto annuncia di voler “consultare i principali responsabili della Fraternità San Pio X”, perché “su una questione così importante mi sono impegnato con i miei confratelli a non prendere decisioni senza averli consultati preventivamente”.Per il superiore lefebvriano, l'incontro di oggi si è svolto in un'atmosfera di “grande cortesia” e allo stesso tempo di “grande franchezza”. Quanto al punto cruciale della valutazione del Concilio Vaticano II, di cui i lefebvriani rifiutano molte delle conquiste, dall'ecumenismo alla libertà religiosa, mons. Fellay fa riferimento alla sua intervista dello scorso 15 agosto: “Quando...ho dichiarato che eravamo d'accordo sul fatto che non eravamo d'accordo a proposito del Concilio Vaticano II – spiega -, ho anche tenuto a precisare che se si tratta di dogmi, come quello della Trinità, siamo naturalmente d'accordo quando se ne trova menzione nel Concilio Vaticano II”. Un modo per dire: una cosa è il nucleo centrale della fede, un’altra gli argomenti che il “Preambolo”, stando al comunicato diffuso oggi al termine dell'incontro, lascia alla “legittima discussione”, come le “singole espressioni o formulazioni presenti nei documenti del Concilio Vaticano II e del Magistero successivo”. Fellay, nell'intervista a Dici, ammette tuttavia che nel testo vaticano “non c'è una distinzione netta tra il campo dogmatico intoccabile e il campo pastorale aperto alla discussione”. Ad ogni modo, conclude, “posso assicurarvi che la nostra decisione sarà presa per il bene della Chiesa e delle anime”.
Alessandro Speciale, Vatican Insider