"La strada perché questa denuncia vada avanti mi sembra un po' stretta". Così Cuno Tarfusser, giudice alla Corte penale internazionale dell'Aja, commenta a "24 Mattino" su Radio 24 la richiesta fatta da un'associazione di vittime di preti pedofili di processare il Papa per crimini contro l'umanità. "La notizia fa certamente scalpore", ha aggiunto Tarfusser. "Ieri ne ho discusso a lungo coi miei collaboratori, e non posso dare il mio giudizio perché forse un giorno sarò chiamato a valutare il fatto nella veste di giudice. Posso dire questo: nella figura di crimini contro l'umanità rispetto ai quali abbiamo giurisdizione e competenza rientrano diversi tipi di condotte, tra cui i delitti a sfondo sessuale. Ma perché ci possa essere un'incriminazione non basta avere commesso uno o più di questi crimini, è necessario qualcosa in più, ciò che noi chiamiamo elemento contestuale. Questi fatti devono essere commessi in conseguenza di un attacco alla popolazione civile, devono essere sistematici e molto diffusi e soprattutto dietro a questi fatti ci deve essere una sorta di regia, una politica organizzativa superiore. Dal punto di vista tecnico serve questo, poi ognuno tragga le conclusioni che io non posso trarre per il mio ruolo molto delicato. Certo l'immagine della strada stretta se si pensa alla possibilità che una denuncia del genere possa essere accolta è una bella immagine". La denuncia verrà ora esaminata dal procuratore generale della Corte, lo spagnolo Ocampo: "Sulla base di ciò che lui deciderà - ha aggiunto Tarfusser - verremmo investiti o no della questione. Ma non ci saranno sviluppi o conseguenze particolari a breve, ci vorrà tempo". Tarfusser infine ha glissato quando gli è stato chiesto se l'associazione che ha presentato la denuncia abbia voluto solo farsi pubblicità: "Non lo posso dire - ha commentato -. Ho le mie idee ma me le tengo".
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