giovedì 8 ottobre 2009

Benedetto XVI e il presidente Napolitano insieme al concerto 'Giovani contro la Guerra' a 70 anni dall'inizio del secondo conflitto mondiale

Papa Benedetto XVI e il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano (foto) hanno assistito insieme, questo pomeriggio, al concerto ''Giovani contro la Guerra'' presso l'Auditorium di Via della Conciliazione, nell'ambito delle celebrazioni per il 70° anniversario dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. All'evento erano presenti anche numerosi cardinali e vescovi della Curia Romana, insieme ai vescovi che sono in questi giorni per il Sinodo per l'Africa e, per l'Italia, l'ambasciatore presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi. Al momento di entrare nella sala del concerto, il Pontefice e Napolitano si sono scambiati una calorosa stretta di mano. L'orchestra tedesca Interregionales Jugendsinfonie Orchester esegue musiche di Gustav Mahler e Felix Mendelssohn-Bartholdy. Il concerto è stato promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e dalla Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, coadiuvati dall'Ambasciata di Germania presso la Santa Sede e l'Europaeisches KulturForum di Mainau, mentre il Comitato Internazionale Ebraico per le Consultazioni Interreligiose ha accordato il suo patrocinio.

Asca

Pur evitando accuratamente di trattare in questo blog di politica italiana, non posso non esprimere la mia solidarietà al presidente Napolitano, eccellente rappresentante di tutti gli italianiper l'attacco pretestuoso e vigliacco di cui è stato fatto oggetto.
Scenron

La solidarietà del Sinodo per l'Africa per l'eccidio di Bakavu in Congo. L'appello alle autorità per garantire la giustizia e la pace

Una solidarietà fraterna con le vittime dell'eccidio di Bukavu e un forte appello alle "autorità civili legittime a fare tutto il possibile per il ripristino dell'ordine nella giustizia, al fine di instaurare e di garantire la pace, indispensabile per una vita normale a quell'amata popolazione": sono questi i sentimenti espressi dai vescovi riuniti nella II Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei vescovi in una lettera indirizzata a mons. François-Xavier Maroy Rusengo arcivescovo di Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo. Nell'arcidiocesi si stanno verificando disordini, con parrocchie incendiate, sacerdoti presi in ostaggio e richieste di riscatto che generano una situazione tale da costringere l'arcivescovo a lasciare il Sinodo e a rientrare. "A nome di tutta l'Assemblea - si legge nella lettera firmata dai presidenti delegati e dal segretario Generale del Sinodo consegnata ai vescovi della Repubblica Democratica del Congo presenti in aula - vi esprimiamo la nostra solidarietà fraterna". Sentimenti di solidarietà che sono stati estesi anche "a tutti i membri del popolo di Dio che vive e soffre nell'arcidiocesi". La lettera si conclude con l'appello ai responsabili civili della nazione affinché siano restituiti "all'arcidiocesi di Bukavu, alla regione dei Grandi Laghi e a tutta l'Africa" "giorni tranquilli e una vita serena".

L'Osservatore Romano

L'appello dei Padri Sinodali: azioni comuni per permettere all’Africa di vivere in pace e svilupparsi. Condannare i signori delle guerre

“L’Africa è piena di problemi dovuti essenzialmente a cattive guide, a leader che non hanno timor di Dio, che si arricchiscono impoverendo le loro stesse nazioni al punto da far piombare il loro popolo nell’anarchia”. Mons. Paul Ruzoka, arcivescovo di Tabora, Tanzania, punta l’indice contro quei capi politici che non hanno a cuore le sorti del loro Stato. Nel suo intervento questa mattina al Sinodo per l’Africa, durante la sest Congregazione generale, il vescovo non ha mancato di esortare “vescovi, clero, religiosi e laici a darsi da fare per cercare una più profonda conversione e a farsi portavoce delle istanze del popolo”. Un tema ripreso anche da mons. Nicolas Djomo Lola, vescovo di Tshumbe, presidente della Conferenza Episcopale della Repubblica democratica del Congo che ha condannato “le guerre e le violenze imposte alla Rdc. Dobbiamo svelare le menzogne e i sotterfugi utilizzati dai predatori e da coloro che ordinano queste guerre. Il tribalismo è una scusa per giustificarle”. “La comunità internazionale non fa molto per mettere fine a queste violenze, interessandosi solo di sfruttare le risorse naturali. Si limita a curare le conseguenze della guerre invece di combattere le cause”. Per il vescovo, “in un mondo globale dovrebbero essere concertate delle azioni comuni per permettere all’Africa di vivere in pace e svilupparsi. E’ urgente condannare i signori delle guerre altrimenti diventeremo loro complici”.

SIR


La sesta Congregazione generale: la solidarietà per la Guinea e il Congo, l’operato delle Commissioni Giustizia e Pace, i gruppi neo-pentecostali

Sesta Congregazione generale questa mattina per il Sinodo dei vescovi per l’Africa, in corso in Vaticano sui temi della riconciliazione, la giustizia e la pace. Dopo il suffragio per l’elezione dei membri della Commissione per il Messaggio, la discussione è proseguita sui alcuni temi. L’Africa si racconta, nell’Aula del Sinodo, racconta le sue difficoltà, ma anche le sue speranze, i suoi rapporti con il mondo Occidentale. Rapporti difficili, a volte, come nel caso del “pensiero unico” che vuole imporre all’Africa ciò che non le appartiene. Di scena anche la Guinea Conakry, devastata, nei giorni scorsi, da violenze e disordini politici. I Padri Sinodali hanno quindi ringraziato il Papa per il suo appello alla pace nel Paese, lanciato domenica scorsa all’Angelus. E un secondo appello è giunto al termine della Congregazione, quando è stata letta una lettera a firma di alcuni Padri Sinodali. Nel testo, si esprime solidarietà nei confronti della Repubblica Democratica del Congo, in cui i cristiani hanno subito violenze negli ultimi giorni, e si auspica la pace per l’intero continente africano. Poi, spazio all’operato delle Commissioni Giustizia e Pace, per le quali si è raccomandato il rafforzamento dei legami con le Conferenze episcopali di competenza, per evitare strumentalizzazioni politiche. A questo proposito, suggerita l’istituzione di Osservatori regionali sulla politica nazionale per far sì che le istituzioni guardino sempre al bene comune. E ancora, i Padri Sinodali hanno riflettuto sul problema dei gruppi neo-pentecostali, che tanta presa hanno sui giovani. Per questo, si è detto in Aula, le parrocchie devono diventare un punto di riferimento per tutti i ragazzi, in modo che nessuno si senta anonimo, diventando preda delle sètte. Quindi, l’Aula ha guardato al grande esempio dei Santi, definiti “vero tesoro della Chiesa locale”, capaci di evangelizzare, inculturare e riconciliare. Nella sesta Congregazione sono intervenuti 22 Padri sinodali. Molto applaudito l'intervento di Philippe Ouedraogo, arcivescovo di Ouagadougou in Burkina Faso. I moderni mezzi di comunicazione - ha detto in sostanza - fanno del mondo un solo villaggio; l'imperialismo del pensiero unico occidentale vuole convincerci che non abbiamo niente da dire sui comportamenti dell'individuo, in nome del relativismo morale. "Ma le comunità umane e religiose africane - ha aggiunto - non hanno intenzione di accettare pratiche legalmente codificate in tanti Paesi dell'Occidente come l'aborto, l'eutanasia, il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Chiediamo rispetto e un po' di onestà intellettuale nell'esprimere idee che non riconoscono la dignità dell'essere umano e provocano sofferenze intollerabili".
Ieri pomeriggio, invece, l’Aula del Sinodo ha affrontato il tema della corruzione, ribadendo un “no” fermo contro questa piaga, che a volte coinvolge anche politici cattolici, dimostrando che occorre una seria formazione sulla Dottrina sociale della Chiesa. Poi, spazio ai bambini, definiti “artigiani di pace” perché insegnano ai genitori che la violenza in famiglia è intollerabile. Ribadita, inoltre, l’importanza della comunicazione ecclesiale con l’auspicio che tutte le strutture della Chiesa dispongano di mezzi di comunicazione appropriati, così da inculturare l’educazione civica e favorire l’evangelizzazione. Infine, la riflessione sì è fermata anche sugli Ogm che offrono, sì, grandi possibilità di sviluppo, si è detto, ma il cui utilizzo richiede ancora uno studio accurato degli impatti sull’ambiente e sulla salute dell’uomo.

Radio Vaticana, L'Osservatore Romano


Il card. Arinze: la Chiesa ha il dovere di vivere la giustizia anzitutto tra i suoi membri. In Africa risultati positivi con la presenza delle donne

''Le diocesi devono onorare i contratti con le congregazioni religiose e soprattutto far sì che gli uomini e le donne consacrati, i catechisti, quanti lavorano nelle case parrocchiali e altri dipendenti della Chiesa vengano adeguatamente retribuiti. E' uno scandalo quando alla fine del mese questi umili lavoratori hanno solo l'acqua santa da portare a casa''. Lo ha detto ieri pomeriggio, durante la quinta Congregazione generale del Sinodo per l'Africa in corso in Vaticano, il card. Francis Arinze (foto), Prefetto emerito della Congregazione per il culto divino. ''Per servire la giustizia del Regno di Dio - ha detto il porporato- la Chiesa 'ha il dovere di vivere la giustizia innanzitutto al suo interno, tra i suoi membri'''. ''Inoltre - ha aggiunto - i parroci dovrebbero ricordare che le offerte dei fedeli durante l'Offertorio non sono soltanto a favore del clero ma per i poveri e per la Chiesa in generale, ivi compresi i consacrati e i catechisti. In alcune diocesi la presenza femminile nei consigli non è sufficiente. Dove la loro collaborazione è adeguatamente apprezzata, si sono avuti risultati molto positivi''. ''Questo Sinodo - ha detto ancora il card. Arinze - può aiutare la Chiesa di ogni paese a rendere una maggiore testimonianza alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace''. In precedenza, il cardinale aveva affermato: ''Le persone giustamente guardano ai vescovi per una guida. Essi rappresentano le persone più importanti per dimostrare che l'appartenenza etnica, la lingua o il ceto sociale non sono importanti nell'assegnare i compiti nella Chiesa, e che la conferenza episcopale nazionale opera come un organismo collegiale unico e parla con una sola voce, senza lasciarsi influenzare da considerazioni tribali''.

Il card. Antonelli: la 'teoria del genere' e la denatalità si infiltrano attraverso gli ambienti governativi anche in quelli ecclesiali dell'Africa

Le associazioni e gli ambienti governativi promuovono subdolamente la diffusione in Africa della ''teoria del genere'', una ideologia che ''ben camuffata comincia a infiltrarsi anche in alcuni ambienti ecclesiali''. E' la denuncia lanciata questa mattina, durante la sesta Congregazione generale del Sinodo dei vescovi per l'Africa, del presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, card. Ennio Antonelli (foto). Papa Benedetto XVI, ha ricordato il card. Antonelli, aveva denunciato nella Messa d'apertura del Sinodo i ''tossici rifiuti spirituali'' che l'Occidente sta esportando in Africa. Tra questi, per il cardinale, ci sono l’ideologia della “salute riproduttiva”, che “banalizza l’aborto”, e la ''teoria del genere'', che ''ben camuffata comincia a infiltrarsi nelle associazioni, negli ambienti governativi e anche in alcuni ambienti ecclesiali del Continente africano''. “Agenti di varie istituzioni e organizzazioni internazionali - ha denunciato Antonelli - partono da problemi reali, ai quali è necessario e doveroso porre rimedio, come le ingiustizie e le violenze subite dalle donne, la mortalita’ infantile, la malnutrizione e la fame, i problemi dell’abitazione e del lavoro”. “Suggeriscono - continua il cardinale - prospettive di soluzione basate sui valori dell’uguaglianza, della salute, della libertà: parole sacrosante, ma rese ambigue dai nuovi significati antropologici di cui vengono caricate. Ad esempio uguaglianza delle persone non significa solo pari dignità e titolarità dei diritti fondamentali dell’uomo, ma anche irrilevanza della differenza naturale tra uomini e donne, uniformità di tutti gli individui, come se fossero sessualmente indifferenziati, e quindi equivalenza di tutti gli orientamenti e comportamenti sessuali: eterosessuale, omosessuale, bisessuale, transessuale, polimorfo. Ogni individuo ha diritto a fare liberamente (ed eventualmente anche a mutare) le sue scelte, secondo le pulsioni, i desideri e le preferenze”. Il card. Antonelli rileva che questa ideologia viene diffusa “attraversi i centri di salute riproduttiva , gli incontri locali di formazione, i programmi televivi internazionali via satellite”. “Viene ricercata - ha aggiunto - la collaborazione dei governi africani e delle associazioni locali, anche ecclesiali, che di solito non si rendono conto delle implicazioni antropologiche, eticamente inaccettabili”. Antonelli ha invitato dunque alla “vigilanza” i vescovi africani, e a “offrire istruzioni accurate ai sacerdoti, ai seminaristi, ai religiosi e alle religiose, alle Caritas e agli altri operatori pastorali laici”.

L'incontro tra il Papa e Abu Mazen. Nel colloquio l'auspicio di una soluzione giusta e duratura al conflitto israeliano-palestinese

Papa Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Vaticano il presidente palestinese Abu Mazen (foto), per un colloquio durato 15 minuti. Il leader di Fatah, accomapgnato tra gli altri dal negoziatore capo Saeb Erekat e dal portavoce Nabil Abu Rudein, è stato accolto dal Pontefice con il saluto ''Benvenuto, signor presidente''. Prima dell'avvio del colloquio privato, in inglese, i due hanno anche parlato brevemente dei colloqui di Abu Mazen a New York con Barack Obama e Benjamin Netanyahu. ''Una soluzione giusta e duratura al conflitto israeliano-palestinese, in cui i diritti di tutti siano riconosciuti e rispettati'': è l'auspicio espresso durante il colloquio, reso noto con un comunicato la Sala Stampa vaticana. ''Nel corso dei cordiali colloqui - recita il comunicato -, dopo aver ricordato il viaggio del Santo Padre in Terra Santa, si è aperto un dialogo sulla situazione in Medio Oriente e, in particolare, sulla necessità di trovare una soluzione giusta e duratura al conflitto israeliano-palestinese, in cui i diritti di tutti siano riconosciuti e rispettati. Al riguardo è stata rilevata l'importanza della cooperazione e del mutuo rispetto tra le parti e del sostegno della comunità internazionale. Non è mancato un riferimento alla situazione dei cattolici in Palestina, e più in generale nella regione, e al loro contributo alla vita sociale e alla convivenza pacifica tra i popoli''. Per il tradizionale scambio dei doni, Abu Mazen ha portato al Papa un quadro in maiolica dipinta di ''Gerusalemme capitale della cultura araba'', mentre Benedetto XVI ha ricambiato un bassorilievo rotondo raffigurante Piazza San Pietro. Dopo il Pontefice, Abu Mazen ha incontrato il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, e mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Le vacanze del Papa. Il 16 dicembre la consegna della cittadinanza onoraria di Introd a Benedetto XVI

E' ufficiale: Benedetto XVI sarà cittadino onorario di Introd, la cittadina della Valle d'Aosta che ha ospitato per tre volte, l'ultima quest'anno, le vacanze estive del Papa. La consegna dell'onorificenza è fissata per il 16 dicembre, quando alle 10.30 del mattino il Pontefice riceverà la delegazione di Introd, durante l'Udienza generale del mercoledì. La decisione è stata presa all'unanimità dal Consiglio comunale. Il sindaco Osvaldo Naudin chiude così la sua legislatura regalando al suo paese un cittadino invidiato da tutto il mondo. Per l'occasione l'amministrazione di Introd ha organizzato una gita: si partirà il 15 dicembre e si tornerà il 17. Oltre all'udienza in Vaticano è prevista una breve visita alla Capitale.

Cristian Pellissier, AostaSera.it

Il card. Puljic: presto una nuova 'direttiva' della Santa Sede sulle controverse apparizioni mariane di Medjugorje

Il Vaticano dovrebbe pubblicare presto, forse già entro l'anno, una nuova ''direttiva'' sulle controverse apparizioni mariane di Medjugorje. Lo afferma l'arcivescovo di Vrhbosna, card. Vinko Puljic, presidente della Conferenza Episcopale bosniaca, che si recherà a Roma in novembre per discutere la vicenda. Negli ultimi mesi, lo status del santuario bosniaco, dove sei 'veggenti' da 30 anni a questa parte riceverebbero quotidianamente messaggi dalla Madonna, è diventato più controverso. In una serie di documenti diffusi a fine settembre, il vescovo di Mostar, mons. Ratko Peric, sotto la cui giurisdizione ricade il santuario, ha avvertito il parroco di Medjugorje e i fedeli di ''non comportarsi come se queste 'apparizioni' fossero riconosciute e degne di fede''. Il vescovo ha anche proibito ritiri, conferenze e celebrazioni nel santuario che non abbiano la sua espressa autorizzazione e ha proibito ogni menzione alle presunte 'apparizioni', ai 'messaggi' e ai 'veggenti' nei documenti e nelle liturgie che si svolgono a Medjugorje. In luglio, Papa Benedetto XVI aveva accettato la riduzione allo stato laicale di padre Tomislav Vlasic, l'ex-direttore spirituale dei 'veggenti', a conclusione di una indagine da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Asca

Messaggio del Papa per la Giornata dei risvegli: proseguite nella generosa attività in favore delle persone gravemente malate o in stato di coma

Papa Benedetto XVI, in occasione della Giornata dei risvegli per la ricerca sul coma, ha inviato un messaggio esprimendo il compiacimento ''per la generosa attività svolta in favore delle persone gravemente malate o in stato di coma'' dalla struttura voluto dall'associazione ''Amici di Luca''. Il messaggio è stato letto dal card. Carlo Caffarra durante la visita che l'arcivescovo di Bologna ha compiuto nella mattinata di ieri alla struttura denominata appunto 'Casa dei risvegli' che accoglie persone gravemente malate ospitate all'interno degli spazi dell'Ospedale Bellaria di Bologna. La struttura inaugurata nel marzo del 2005 è nata su iniziativa di Fulvio e Maria De Nigris, dopo la morte nel 1998 del loro figlio Luca, per una grave malattia seguita ad un lungo periodo di coma. La struttura, che opera all'interno dell'attività dell'Asl di Bologna, è un centro innovativo per la cura e la riabilitazione dei pazienti che ha la particolarita' di poter ospitare anche i familiari dei malati. Nel suo messaggio il Papa incoraggia l'associazione, la struttura ed i medici a ''proseguire con rinnovato impegno la benemerita opera''.

Ansa

Domenica il giuramento di trenta nuovi gendarmi vaticani. Il messaggio di auguri di Benedetto XVI: servizio svolto con gioia e coerenza nella fede

Trenta nuovi gendarmi dello Stato della Città del Vaticano hanno prestato giuramento nel pomeriggio di domenica 4 ottobre. La cerimonia - presieduta dal card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato, alla presenza del segretario particolare di Benedetto XVI, mons. Georg Gänswein - si è svolta nell'ambito dell'annuale celebrazione della festa di San Michele Arcangelo, patrono del Corpo. Si è trattato di una manifestazione solenne che è stata introdotta da una Messa nella Basilica Vaticana. È stata presieduta dal card. Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Hanno concelebrato tra gli altri gli arcivescovi Carlo Maria Viganò, segretario generale, Giorgio Corbellini, presidente dell'Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica e vice segretario generale, con mons. Giulio Viviani, cappellano della Gendarmeria. È poi seguita la cerimonia del giuramento che ha avuto luogo sul piazzale del Governatorato. Davanti ai reparti schierati il direttore del Corpo, Domenico Giani, ha salutato le numerose autorità intervenute. Presenze significative, che hanno reso evidente l'apprezzamento di un servizio svolto "con gioia e con coerenza nella fede - come ha scritto Benedetto XVI nel telegramma augurale indirizzato al card. Lajolo e al direttore Giani - e nella testimonianza di vita cristiana". Al Papa è andato il primo ringraziamento del comandante. In particolare Giani ha voluto esprimere la soddisfazione dei gendarmi per essere "tanto benevolmente seguiti" dal Papa, nell'espletamento di un servizio "inteso e svolto come una missione". Dopo aver ricordato le importanti innovazioni apportate in questi anni, il comandante ha annunciato l'istituzione dell'Associazione dei Gendarmi in congedo "affinché la loro indimenticata testimonianza - ha detto - divenga presenza tra di noi". Presidente è stato nominato l'ex capitano Antonio Di Giovambattista. Un pensiero Giani lo ha poi dedicato al compianto giudice Marrone "per noi un padre - ha detto - un punto di riferimento sicuro e costante, nei momenti più difficili come in quelli più gioiosi". Successivamente il card. Lajolo ha fatto gli onori di casa ringraziando a sua volta le tante autorità intervenute "a questa nostra sentita festa". Poi ha notato come la coincidenza della manifestazione con la memoria liturgica di San Francesco abbia di fatto posto il giuramento dei nuovi gendarmi nel segno del poverello d'Assisi, Santo della fratellanza universale e della pace. Infine l'arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, trasmettendo "i sentimenti di viva gratitudine di Benedetto XVI", ha posto l'accento sulla "lealtà e sulla dedizione con cui i gendarmi servono il successore di Pietro e la Chiesa mediante il loro paziente e costante lavoro all'interno della Città del Vaticano, garantendo a quanti vi risiedono, e ai pellegrini che quotidianamente giungono, ordine sicurezza e serenità". L'arcivescovo ha anche sottolineato "l'importante e discreto servizio che svolgete in occasione delle visite pastorali di Sua Santità in Italia e durante i suoi viaggi apostolici in altri Paesi". Il sostituto ha poi letto il telegramma augurale firmato dal Papa. La formula del giuramento è stata proclamata dal vice direttore Raul Bonarelli. Mons. Viviani invece ha letto i nomi dei nuovi Gendarmi. Erano anche presenti i cardinali Eduardo Martínez Somalo, Jean-Louis Tauran, Giovanni Coppa, Bernard Law e Raffaele Farina, numerosi arcivescovi e vescovi, e l'assessore alla Segreteria di Stato mons. Peter Brian Wells. Numerose anche le autorità militari italiane e le autorità civili. Tra i membri del Corpo Diplomatico accreditati presso la Santa Sede, c'era l'ambasciatore d'Italia Antonio Zanardi Landi. Erano anche presenti il comandante della Guardia Svizzera, colonnello Daniel Rudolf Arning, il prefetto Salvatore Festa, il dirigente generale dell'Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano, Giulio Callini e il direttore del nostro giornale. La cerimonia si è conclusa con l'esibizione della banda musicale della Gendarmeria e con uno spettacolo pirotecnico.

Mario Ponzi, L'Osservatore Romano