sabato 8 ottobre 2011

Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. Le visite di Benedetto XVI nel Mezzogiorno d’Italia: nel segno della solidarietà e della speranza

Mancanza di prospettive per i giovani, disoccupazione e precarietà, criminalità organizzata e violenza, illegalità e secolarismo. Ma anche spirito di sacrificio e tenacia, voglia di impegno e di cambiamento, fedeltà ai valori cristiani e attaccamento alla famiglia. Luci e ombre del Meridione d’Italia sono al centro del magistero di Benedetto XVI e, in particolare, del messaggio che scaturisce dalle visite pastorali compiute nelle diocesi del sud del Paese in questi sei anni e mezzo di pontificato. Il viaggio a Lamezia Terme e Serra San Bruno è solo l’ultimo di una serie inaugurata il 29 maggio 2005, quando, appena quaranta giorni dopo l’elezione alla cattedra di Pietro, il Papa si recò a Bari per il XXIV Congresso Eucaristico nazionale. Dopo il pellegrinaggio al santuario di Manoppello, il 1° settembre 2006, fu la volta di Napoli. Nel capoluogo campano, il 21 ottobre 2007, Benedetto XVI espresse la sua preoccupazione per le situazioni di povertà, di carenza di alloggi, di disoccupazione o sottoccupazione, di mancanza di prospettive future e soprattutto per il fenomeno della violenza. E indicò alcuni ambiti in cui intervenire per uscire da questa situazione: la scuola, il lavoro, l’aiuto ai giovani nel gestire il tempo libero e, in particolare, la formazione delle coscienze e la trasformazione delle mentalità, degli atteggiamenti, dei comportamenti quotidiani. Sul tasto della sensibilizzazione delle coscienze il Pontefice tornò a insistere il 14 giugno 2008 durante la visita pastorale a Santa Maria di Leuca e Brindisi. Davanti ai fedeli raccolti nel piazzale del santuario di Santa Maria De finibus terrae, il Papa indicò alle nuove generazioni la via della speranza intesa "non come utopia, ma come fiducia tenace nella forza del bene". E nel successivo incontro con i giovani di Brindisi rinnovò loro l’appello a ricercare un’esistenza ricca di valori, per dare vita a una società più giusta e più aperta al futuro, utilizzando i doni offerti da Dio: la forza, l’intelligenza, il coraggio, l’entusiasmo e la voglia di vivere. Un discorso ripreso dal Papa anche durante la visita pastorale a Cagliari, il 7 settembre 2008. "Voi costituite il futuro pieno di speranza di questa regione - disse il Pontefice rivolgendosi alle migliaia di giovani riuniti in piazza Yenne - nonostante le difficoltà che conosciamo tutti". Benedetto XVI focalizzò la sua attenzione sui nuovi idoli dell’attuale società consumistica, come il guadagno e il successo. E indicò tre valori importanti per costruire una società fraterna e solidale: la famiglia, la seria formazione intellettuale e morale, una fede sincera e profonda. In quell’anno Benedetto XVI compì anche un significativo pellegrinaggio mariano al santuario di Pompei. Una visita particolarmente toccante fu quella che il Papa riservò il 28 aprile 2009 ai terremotati dell’Abruzzo. Davanti alla tendopoli di Onna e poi nel piazzale che aveva ospitato i funerali delle numerose vittime del sisma Benedetto XVI sottolineò il valore e l’importanza della solidarietà: "Un sentimento altamente civico e cristiano", disse, che "misura la maturità di una società". Ai giovani pugliesi riuniti il 21 giugno 2009 nella chiesa di San Pio da Pietrelcina, a San Giovanni Rotondo, il Pontefice continuò a raccomandare di guardare oltre i problemi contingenti, anzi di superarli senza perdersi d’animo, perché la Chiesa è sempre vicina a tutti. "C’è bisogno del vostro apporto - disse -per costruire comunità cristiane vive, e società più giuste e aperte alla speranza". La visita pastorale a Sulmona, il 4 luglio 2010, offrì al Papa l’occasione per parlare soprattutto della promozione del bene comune e per rilanciare il tema della salvaguardia del creato. "Vi incoraggio in questo sforzo - disse alla popolazione - esortando tutti a sentirsi responsabili del proprio futuro, come pure di quello degli altri, anche rispettando e custodendo la creazione, frutto e segno dell’Amore di Dio". In ordine di tempo, l’ultima visita pastorale a una diocesi del Meridione fu a Palermo il 3 ottobre 2010. In quell’occasione Benedetto XVI ricordò don Pino Puglisi, il prete barbaramente ucciso dalla mafia. "Egli - disse - aveva un cuore che ardeva di autentica carità pastorale; nel suo zelante ministero ha dato largo spazio all’educazione dei ragazzi e dei giovani, e insieme si è adoperato perché ogni famiglia cristiana vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della fede dei figli". La figura di don Puglisi venne riproposta anche ai giovani riuniti nella piazza Politeama. In quell’occasione il Papa espresse solidarietà con i disoccupati e con le famiglie in difficoltà. E alla nuove generazioni rivolse l’invito a essere sale e luce della terra siciliana. "Ringrazio Dio di avervi incontrato - affermò -perché dove ci sono giovani e famiglie che scelgono la via del Vangelo, c’è speranza. E voi siete segno di speranza non solo per la Sicilia, ma per tutta l’Italia".

Nicola Gori, L'Osservatore Romano

Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. I sindaci: un dono dal cielo, il popolo della Calabria, principalmente i giovani, ne hanno bisogno

''Sento una grande responsabilità ma anche il privilegio dell'ospitare il Santo Padre''. Il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, sta seguendo con apprensione gli ultimi preparativi per la visita di Benedetto XVI che domani sarà nella città della piana lametina. E' principalmente la pioggia ad allarmare l'amministratore. ''Penso ai malati, soprattutto a quelli in carrozzina, che dovranno raggiungere l'area. Spero - commenta all'agenzia Adnkronos - che arrivi il sole''. Speranza parla anche di privilegio ''perchè il Papa verrà a Lamezia in visita pastorale e da qui il messaggio si diffonde a tutta la Calabria. Il nostro popolo, e principalmente i giovani, hanno bisogno di questa benevolenza del Santo Padre''. L'amministrazione comunale è stata impegnata in tutte le sue articolazioni per predisporre lo spazio necessario all'accoglienza di Benedetto XVI e dei numerosi fedeli previsti. ''Abbiamo allestito un'area per il parcheggio di 1500 pullman'', ricorda Speranza. ''Mi ha telefonato poco fa il sindaco di Vibonati, un paesino della Campania - conclude - Si metteranno in viaggio questa notte alle 3 per arrivare a Lamezia. In questo momento sto pensando proprio a tutti coloro che affronteranno disagi per partecipare a questo incontro. Spero che tutto vada bene''. ''La visita del Papa per noi è un dono del cielo''. Il sindaco di Serra San Bruno, Bruno Rosi, esprime la sua felicità nell'accogliere il Papa domani. ''Il fatto che due Papi abbiano scelto di visitare la Certosa - spiega all'agenzia Adnkronos - certifica che questo è un luogo dove la spiritualità è rimasta intatta per mille anni''. I rapporti tra i monaci e i cittadini, e con l'amministrazione comunale, ''sono ottimi, nella compatibilità naturalmente - aggiunge il sindaco - delle regole della clausura dei certosini''.

Adnkronos

Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. La ricerca di Dio: le parole di Benedetto sul silenzio e la bellezza della vita delle comunità monastiche

Due ore, dalle 17.30 alle 19.30. Il tempo di salutare la popolazione, la recita dei Vespri nella Certosa, l’incontro con la Comunità religiosa e la visita a una cella e all’infermeria. E’ tutta qui la visita che Benedetto XVI compirà domenica 9 ottobre alla Comunità certosina di Serra San Bruno. Un appuntamento voluto direttamente dal Pontefice, un momento breve, eppure intenso e da non sottovalutare, per il grande significato che il Papa annette alla vita religiosa e a quella monastica in particolare. Una vita che da sempre ha ispirato i monaci, le monache gli eremiti e gli anacoreti ad un unico obiettivo: cercare Dio. La stessa ricerca che si pratica in conventi e monasteri, a cui Benedetto XVI ha dedicato una delle sue catechesi delle Udienze generali della scorsa estate. Il 10 agosto, parlando ai fedeli raccolti a Castel Gandolfo, il Papa osservava che “il silenzio e la bellezza del luogo in cui vive la comunità monastica – bellezza semplice e austera – costituiscono come un riflesso dell’armonia spirituale che la comunità stessa cerca di realizzare. Il mondo è costellato da queste oasi dello spirito, alcune molto antiche, particolarmente in Europa, altre recenti, altre restaurate da nuove comunità. Guardando le cose in un’ottica spirituale, questi luoghi dello spirito sono una struttura portante del mondo! E non è un caso che molte persone, specialmente nei periodi di pausa, visitino questi luoghi e vi si fermino per alcuni giorni: anche l’anima, grazie a Dio, ha le sue esigenze!”. Un’attenzione che il Papa non ha mancato di sottolineare anche nel corso delle sue visite a questi centri spirituali. Ripercorriamo in breve alcuni tratti salienti. Un vero e proprio elogio del modello monastico il Papa lo aveva tracciato il 24 maggio 2009 nel corso dei Vespri recitati all’Abbazia di Montecassino insieme agli abati e alle abbadesse benedettine: “Alla scuola di San Benedetto i monasteri sono diventati, nel corso dei secoli, fervidi centri di dialogo, di incontro e di benefica fusione tra genti diverse, unificate dalla cultura evangelica della pace. I monaci hanno saputo insegnare con la parola e con l’esempio l’arte della pace attuando in modo concreto i tre “vincoli” che Benedetto indica come necessari per conservare l’unità dello Spirito tra gli uomini: la Croce, che è la legge stessa di Cristo; il libro e cioè la cultura; e l’aratro, che indica il lavoro, la signoria sulla materia e sul tempo. Grazie all’attività dei monasteri, articolata nel triplice impegno quotidiano della preghiera, dello studio e del lavoro, interi popoli del continente europeo hanno conosciuto un autentico riscatto e un benefico sviluppo morale, spirituale e culturale, educandosi al senso della continuità con il passato, all’azione concreta per il bene comune, all’apertura verso Dio e la dimensione trascendente. Preghiamo perché l’Europa sappia sempre valorizzare questo patrimonio di principi e di ideali cristiani che costituisce un’immensa ricchezza culturale e spirituale. Ciò è possibile però soltanto se si accoglie il costante insegnamento di san Benedetto, ossia il “quaerere Deum”, cercare Dio, come fondamentale impegno dell’uomo. L’essere umano non realizza appieno sé stesso, non può essere veramente felice senza Dio”. Alla vita conventuale il Papa aveva inoltre fatto riferimento nel discorso alle Monache di Santa Francesca Romana, il cui Monastero volle visitare al termine della visita in Campidoglio il 9 marzo del 2009. “Il vostro monastero si trova nel cuore della città. Come non vedere in questo quasi il simbolo della necessità di riportare al centro della convivenza civile la dimensione spirituale, per dare senso pieno alle molteplici attività dell’essere umano? Proprio in questa prospettiva, la vostra comunità, insieme con tutte le altre comunità di vita contemplativa, è chiamata ad essere una sorta di “polmone” spirituale della società, perché a tutto il fare, a tutto l’attivismo di una città non venga a mancare il “respiro” spirituale, il riferimento a Dio e al suo disegno di salvezza. È questo il servizio che rendono in particolare i monasteri, luoghi di silenzio e di meditazione della Parola divina, luoghi dove ci si preoccupa di tenere sempre la terra aperta verso il cielo”. E alle suore claustrali domenicane del monastero romano di Santa Maria del Rosario così indicava, il 24 giugno 2010, il rapporto tra preghiera contemplativa e vita attiva all’interno della Chiesa: “La forma di vita contemplativa vi colloca, come membra vive e vitali, nel cuore del corpo mistico del Signore, che è la Chiesa; e come il cuore fa circolare il sangue e tiene in vita il corpo intero, così la vostra esistenza nascosta con Cristo, intessuta di lavoro e di preghiera, contribuisce a sostenere la Chiesa, strumento di salvezza per ogni uomo che il Signore ha redento con il suo Sangue”.

Ciro Fusco, Korazym.org

Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. La Calabria intera attende Benedetto XVI. Le speranze dei vescovi e degli universitari della regione

“Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno: cammina!”. Questo il motto scelto per la visita pastorale che il Papa compirà domani a Lamezia Terme e Serra San Bruno. L'intera Calabria attende con trepidazione l'arrivo del Pontefice, previsto per le 9.15 all'aeroporto internazionale di Lamezia. Poi il trasferimento nella periferia della città, dove verrà celebrata la Santa Messa. Nel pomeriggio, Benedetto XVI sarà a Serra San Bruno: dopo il saluto alla popolazione locale, la visita alla Certosa per la celebrazione dei Vespri con i monaci. Afflitta dalla più alta percentuale italiana di giovani disoccupati, siamo intorno al 65%, la Calabria crede fortemente in un sussulto spirituale capace di cambiare le proprie sorti. La Calabria non si rassegna ad essere la terra della 'ndrangheta, del più basso reddito e del più alto indice di disoccupazione giovanile: il peggior dato d'Italia. La Calabria vuole vivere e vivere con dignità. Per questo l'atteso arrivo di Benedetto XVI a Lamezia Terme e Serra San Bruno è profondamente sentito come momento di fede e di speranza: la fede in quel Dio Padre che non abbandona i suoi figli e la speranza di un risveglio delle coscienze per la ricostruzione di un tessuto sociale fatto di legalità, bene comune e solidarietà. La Calabria, dunque, è pronta ad accogliere il Papa e lo fa in festa. Lamezia Terme è ricoperta dai colori bianco e giallo delle bandiere dello Stato Vaticano, transennate le strade che il corteo papale attraverserà per raggiungere la zona industriale dove verrà celebrata la Santa Messa e dove verrà recitato l'Angelus. Ad assistere alla celebrazione un numero di fedeli superiore alle aspettative: a Lamezia Terme, tra questa notte e domani all'alba si prevede arriveranno da tutta la regione oltre mille pullman. Si attendono fino a 130mila fedeli. ''Spero e credo che questa visita sarà storica, non solo per gli annali, ma anche nel cuore di tutti: lascerà un segno forte di speranza e di rinascita''. E' l'auspicio espresso dal vescovo di Lamezia Terme, mons. Luigi Cantafora. Una visita, spiega intervistato da Avvenire, in una regione ''che ha bisogno di non essere dimenticata e sminuita di valore''. ''Il Papa viene da noi, viene a visitare questo piccolo lembo di terra, spesso vilipeso, la sua visita è per noi come la pioggia che disseta e ristora'', dice. Per preparare la visita, mons Cantafora ha scritto una lettera pastorale dal titolo ''Nel nome di Gesu' Cristo il Nazareno, cammina!''. ''Un invito - sottolinea - a non abbandonarsi alla rassegnazione, aiutati dalla presenza e dalla parola di Pietro''. Un momento di gioia e un motivo di grazia per la terra, ha dichiarato invece il vescovo di Locri-Gerace, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, in vista della storica giornata di domani: "Deve essere un momento di gioia per tutti noi cattolici di Calabria. La presenza del Papa, dovunque egli va, è sempre un motivo di grazia per la terra visitata e per la gente che incontra". "Il Papa – aggiunge – ci porta la benedizione di Dio, ci conferma nella fede, ci aiuta a leggere i problemi della nostra terra a partire dalla fede, ci incoraggia ad avere speranza e a non desistere mai dal combattere il male e dal fare il bene. Alcuni di noi andremo a Lamezia per partecipare di persona all’evento. La gran parte di voi non potrà; ma vi invito a seguire la diretta televisiva della Santa Messa. Io avrò l'occasione di incontrarlo e chiederò per la nostra diocesi la benedizione. Vi invito in modo particolare a seguire con attenzione quanto ci dirà con i suoi discorsi, che saranno sicuramente ispirati dallo Spirito Santo". Anche gli studenti dell’Università della Calabria si preparano per salutare il Santo Padre. Sono quattro gli autobus che partiranno dall’Unical per portare gli studenti a Lamezia Terme per ascoltare le parole del Pontefice, nell’area del consorzio ex Sir. "Nel Suo alto magistero – affermano gli studenti cattolici dell’Unical – non è mai mancata l’attenzione per il mondo degli universitari. Sono incessanti i suoi appelli per un impegno dei giovani studenti perchè le comunità universitarie sono chiamate ad un compito storico notevole: quello di superare pre-comprensioni e pregiudizi che talvolta impediscono lo sviluppo di una cultura autentica. Lavorando in sinergia le Università possono indicare che è possibile un nuovo dialogo e una nuova collaborazione tra la fede cristiana e i diversi saperi, senza confusione e senza separazione, ma condividendo la medesima aspirazione a servire l’uomo nella sua pienezza".

Radio Vaticana, Adnkronos, Il Quotidiano della Calabria.it

Presentate le iniziative della Chiesa per il Corno d’Africa. 400mila dollari stanziati dal Papa. Sarah: intera generazione rischia di essere perduta

“La Chiesa Cattolica continuerà a fare la sua parte e cercherà ancora la collaborazione con le altre comunità cristiane per svolgere una parte attiva nel risolvere il dramma umanitario che si sta consumando nel Corno d’Africa” ha affermato ieri il card. Robert Sarah (nella foto con Benedetto XVI), presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, nel corso della conferenza stampa tenuta al termine dell’incontro sulla crisi alimentare nel Corno d’Africa. Al meeting, organizzato da “Cor Unum”, hanno partecipato i diversi organismi caritativi cattolici impegnati nell’assistenza delle popolazioni dell’area, oltre ad una rappresentanza dell’arcivescovo di Canterbury. Il vard. Sarah ha ricordato che il dramma del Corno d’Africa è una questione “molto cara al Santo Padre. Ne ha parlato tra i primi in ambito internazionale lo scorso 17 luglio”. Papa Benedetto XVI, tramite “Cor Unum”, ha stanziato 400.000 dollari per i primi interventi. In totale i fondi raccolti dalla Chiesa Cattolica ammontano ad oltre 60 milioni di euro. Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis, ha sottolineato che gli sforzi degli organismi assistenziali cattolici sono integrati, dalla singola Caritas parrocchiale fino alle diverse Caritas nazionali. Tra queste, ha ricordato Roy, vi sono le Caritas di piccoli stati, come Saõ Tomé e Principe, come quella del Paraguay, che per la prima volta nella sua storia ha indetto una colletta nazionale. Si calcola che siano 13 milioni le persone che necessitano di assistenza umanitaria: 4 milioni in Somalia, 4,6 milioni in Etiopia, 3,75 milioni in Kenya e 147.000 a Gibuti. La situazione più difficile è quella del centro-sud della Somalia, a causa della situazione politica del Paese che, come ha ricordato mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, è privo di un’amministrazione statale da 20 anni. Mons. Bertin ha sottolineato comunque che gli aiuti, sia pure con difficoltà, riescono ad arrivare nell’area. “Preferiamo inviare denaro, perché gli aiuti alimentari susciterebbero l’attenzione di bande armate. Nonostante tutto in Somalia esiste un mercato e vi è la possibilità di acquistare il necessario per assistere le persone in stato di necessità” ha sottolineato mons. Bertin. Dalla conferenza stampa è emersa la preoccupazione della Chiesa di andare oltre la fase dell’emergenza (che deve essere comunque affrontata con decisione), per creare nel lungo termine le condizioni che evitino il ripetersi di simili drammi, che rischiano di pregiudicare il futuro della regione. “Un’intera generazione rischia di essere perduta” ha sottolineato il card. Sarah, che la lanciato un appello per costruire scuole: “Una scuola in ogni villaggio! Lo dico da africano: uniamoci nello sforzo di aiutare il Corno d’Africa a dare educazione, istruzione, cultura ai propri figli!”.

Fides

CONFERENZA STAMPA DI INFORMAZIONE E AGGIORNAMENTO DA PARTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO COR UNUM, INSIEME AD ALCUNI PRINCIPALI ORGANISMI CARITATIVI, SULLA SITUAZIONE E L’INTERVENTO DELLA CHIESA NEL CORNO D’AFRICA