Mancanza di prospettive per i giovani, disoccupazione e precarietà, criminalità organizzata e violenza, illegalità e secolarismo. Ma anche spirito di sacrificio e tenacia, voglia di impegno e di cambiamento, fedeltà ai valori cristiani e attaccamento alla famiglia. Luci e ombre del Meridione d’Italia sono al centro del magistero di Benedetto XVI e, in particolare, del messaggio che scaturisce dalle visite pastorali compiute nelle diocesi del sud del Paese in questi sei anni e mezzo di pontificato. Il viaggio a Lamezia Terme e Serra San Bruno è solo l’ultimo di una serie inaugurata il 29 maggio 2005, quando, appena quaranta giorni dopo l’elezione alla cattedra di Pietro, il Papa si recò a Bari per il XXIV Congresso Eucaristico nazionale. Dopo il pellegrinaggio al santuario di Manoppello, il 1° settembre 2006, fu la volta di Napoli. Nel capoluogo campano, il 21 ottobre 2007, Benedetto XVI espresse la sua preoccupazione per le situazioni di povertà, di carenza di alloggi, di disoccupazione o sottoccupazione, di mancanza di prospettive future e soprattutto per il fenomeno della violenza. E indicò alcuni ambiti in cui intervenire per uscire da questa situazione: la scuola, il lavoro, l’aiuto ai giovani nel gestire il tempo libero e, in particolare, la formazione delle coscienze e la trasformazione delle mentalità, degli atteggiamenti, dei comportamenti quotidiani. Sul tasto della sensibilizzazione delle coscienze il Pontefice tornò a insistere il 14 giugno 2008 durante la visita pastorale a Santa Maria di Leuca e Brindisi. Davanti ai fedeli raccolti nel piazzale del santuario di Santa Maria De finibus terrae, il Papa indicò alle nuove generazioni la via della speranza intesa "non come utopia, ma come fiducia tenace nella forza del bene". E nel successivo incontro con i giovani di Brindisi rinnovò loro l’appello a ricercare un’esistenza ricca di valori, per dare vita a una società più giusta e più aperta al futuro, utilizzando i doni offerti da Dio: la forza, l’intelligenza, il coraggio, l’entusiasmo e la voglia di vivere. Un discorso ripreso dal Papa anche durante la visita pastorale a Cagliari, il 7 settembre 2008. "Voi costituite il futuro pieno di speranza di questa regione - disse il Pontefice rivolgendosi alle migliaia di giovani riuniti in piazza Yenne - nonostante le difficoltà che conosciamo tutti". Benedetto XVI focalizzò la sua attenzione sui nuovi idoli dell’attuale società consumistica, come il guadagno e il successo. E indicò tre valori importanti per costruire una società fraterna e solidale: la famiglia, la seria formazione intellettuale e morale, una fede sincera e profonda. In quell’anno Benedetto XVI compì anche un significativo pellegrinaggio mariano al santuario di Pompei. Una visita particolarmente toccante fu quella che il Papa riservò il 28 aprile 2009 ai terremotati dell’Abruzzo. Davanti alla tendopoli di Onna e poi nel piazzale che aveva ospitato i funerali delle numerose vittime del sisma Benedetto XVI sottolineò il valore e l’importanza della solidarietà: "Un sentimento altamente civico e cristiano", disse, che "misura la maturità di una società". Ai giovani pugliesi riuniti il 21 giugno 2009 nella chiesa di San Pio da Pietrelcina, a San Giovanni Rotondo, il Pontefice continuò a raccomandare di guardare oltre i problemi contingenti, anzi di superarli senza perdersi d’animo, perché la Chiesa è sempre vicina a tutti. "C’è bisogno del vostro apporto - disse -per costruire comunità cristiane vive, e società più giuste e aperte alla speranza". La visita pastorale a Sulmona, il 4 luglio 2010, offrì al Papa l’occasione per parlare soprattutto della promozione del bene comune e per rilanciare il tema della salvaguardia del creato. "Vi incoraggio in questo sforzo - disse alla popolazione - esortando tutti a sentirsi responsabili del proprio futuro, come pure di quello degli altri, anche rispettando e custodendo la creazione, frutto e segno dell’Amore di Dio". In ordine di tempo, l’ultima visita pastorale a una diocesi del Meridione fu a Palermo il 3 ottobre 2010. In quell’occasione Benedetto XVI ricordò don Pino Puglisi, il prete barbaramente ucciso dalla mafia. "Egli - disse - aveva un cuore che ardeva di autentica carità pastorale; nel suo zelante ministero ha dato largo spazio all’educazione dei ragazzi e dei giovani, e insieme si è adoperato perché ogni famiglia cristiana vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della fede dei figli". La figura di don Puglisi venne riproposta anche ai giovani riuniti nella piazza Politeama. In quell’occasione il Papa espresse solidarietà con i disoccupati e con le famiglie in difficoltà. E alla nuove generazioni rivolse l’invito a essere sale e luce della terra siciliana. "Ringrazio Dio di avervi incontrato - affermò -perché dove ci sono giovani e famiglie che scelgono la via del Vangelo, c’è speranza. E voi siete segno di speranza non solo per la Sicilia, ma per tutta l’Italia".
Nicola Gori, L'Osservatore Romano