martedì 25 maggio 2010

Lettera di solidarietà al Papa dai salesiani: il suo ministero ci spinge a vivere la speranza, a rendere vivo nella storia di oggi l'amore cristiano

Dal primo collaboratore del Papa, il segretario di Stato card. Tarcisio Bertone, in giù, i salesiani sono stati fino ad oggi in prima linea tra i sostenitori del pontificato di Benedetto XVI. I membri dell'ordine religioso fondato da don Bosco ribadiscono questo ruolo con una lettera di solidarietà al Pontefice firmata da una novantina dei 119 vescovi e cardinali salesiani, radunati a Torino per il convegno su ''Carisma salesiano e ministero episcopale'' e recapitata proprio al card. Bertone che, rende noto L'Osservatore Romano, l'ha già girata al Papa. ''Vogliamo ringraziarla, Beatissimo Padre - si legge nel testo, sottoscritto dal rettore maggiore dei salesiani, don Pascual Chàvez Villanueva - per il suo ministero illuminante che ci spinge a vivere la speranza, a cogliere la ricchezza dell'amore cristiano, a renderlo vivo e testimoniante nel tessuto della storia di oggi''. A spingere a scrivere la lettera, spiega don Chavez, c'è la volontà di esprimere ''l'affetto, la vicinanza, la piena disponibilità che don Bosco ci ha insegnato a vivere, fin dai primi tempi della sua esperienza carismatica, nei confronti del Santo Padre e di tutta la Chiesa''. ''Beatissimo Padre - prosegue la lettera - voglia sentire la nostra vicinanza in quest'ora difficile della Chiesa. Con Vostra Santità condividiamo le preoccupazioni del momento presente, chiedendo al Signore di purificare la nostra vita e di purificare la Chiesa per poter essere degni annunciatori del Vangelo, soprattutto ai giovani, ai poveri, agli ultimi, a coloro che ancora non conoscono la Buona Novella''. Don Chavez assicura l'impegno, all'interno della congregazione e tra gli stessi vescovi salesiani, per un ''profondo rinnovamento spirituale''. Infatti, scrive, ''crediamo che il cammino di santità sia un obiettivo che vada continuamente rinnovato nei nostri cuori''. Il rettor maggiore sottolinea infine che, nel carisma dei ''Figli di Don Bosco'', c'è proprio la ''preoccupazione per i giovani di oggi'' e in particolare ''la necessità, indicataci da Vostra Santità, di farci carico di questa forte 'emergenza educativa'''. Continua la lettera: ''Vogliamo essere apostoli dei giovani, custodendo il loro diritto alla conoscenza di tutto quello che è nobile, giusto, puro, onorabile, degno di lode. Vogliamo far conoscere la possibilità di una strada di maturazione umana, affettiva e spirituale che sia delineata secondo i grandi valori umani contenuti nel Vangelo''. E, conclude, don Chavez, ''vogliamo garantire loro il diritto di conoscere Gesù Cristo e la sua proposta di una vita in pienezza. Vogliamo aprirli a un'esperienza di Chiesa che sia al tempo stesso vera ed entusiasmante. Vogliamo anche far scoprire loro la bellezza del donarsi a Dio, totalmente, attraverso la vita consacrata o la vita sacerdotale''.

Asca

Il Papa a Sulmona. Coordinamento congiunto della città e della regione per una visita che sarà un punto di ripartenza anche per l'intero Abruzzo

''Abbiamo definito un programma operativo congiunto regione-comune di Sulmona (foto) attraverso un coordinamento che stabilisca le varie misure da porre in essere''. Lo ha detto l'assessore regionale, Daniela Stati, questa mattina al termine dell'incontro con il sindaco di Sulmona, Fabio Federico, e con l'assessore alla Cultura, Lorenzo Fusco, in vista della visita pastorale di Papa Benedetto XVI, domenica 4 luglio, nella città ovidiana. A questo primo incontro ne seguiranno altri, sin dai prossimi giorni, di carattere più squisitamente tecnico, con tutti gli organismi dedicati a garantire assistenza, sicurezza e accoglienza e le migliori condizioni per le decine di migliaia di fedeli e pellegrini attesi a Sulmona. ''La visita del Sommo Pontefice ha una duplice valenza - ha aggiunto la Stati - Da un lato per il carattere spirituale, dall'altro perchè rappresenta il punto di ripartenza per la Valle Peligna e per la Provincia dell'Aquila, per cui credo sia opportuna e necessaria una presenza forte e significativa della Regione''. ''Pensiamo che a Sulmona verranno in tanti per cui non dobbiamo farci trovare impreparati - ha assicurato l'assessore - Devo dare atto al sindaco e all'amministrazione di Sulmona del lavoro che stanno portando avanti e della particolare dedizione. La città di Sulmona e con essa l'Abruzzo andranno in mondovisione - ha concluso - Sarà quindi una vetrina importante per far conoscere ancora di più la nostra regione e la provincia de L'Aquila''.

Asca

L'arcivescovo cattolico di Leopoli invita il Papa a recarsi in Ucraina nel 2012 per i 600 anni del trasferimento della sede primaziale nella città

Papa Benedetto XVI ha ricevuto l'invito a recarsi in Ucraina nel 2012, anche se non ci sono ancora dati ufficiali, secondo quanto hanno reso noto fonti della Chiesa Cattolica nel Paese. L'annuncio è stato dato da mons. Mieczyslaw Mokrzycki, arcivescovo cattolico di Leopoli (foto), in una riunione della Conferenza dei vescovi cattolici dell'Ucraina. Il motivo dell'invito è la celebrazione del 600° anniversario del trasferimento della sede primaziale da Galich a Leopoli, che prevedono eventi sia a Kiev che nella città dell'Ucraina occidentale. Mons. Mokrzycki, che ha lavorato nella segreteria particolare di Giovanni Paolo II dal 1996 al 2005, e dello stesso Benedetto XVI dal 2005 al 2007, ha spiegato che devono essere ancora analizzate le possibili date del viaggio perché ci possa essere una conferma ufficiale da parte della Santa Sede. Si tratterebbe del secondo viaggio di un Papa in questo Paese dalla sua indipendenza, dopo quella di Giovanni Paolo II nel 2001. Il viaggio avrebbe un'importanza decisiva per la promozione del dialogo con la Chiesa ortodossa,maggioritaria nel Paese, una delle priorità di questo pontificato. L'Ucraina è un punto nevralgico per i rapporti tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa russa. Kiev è considerata la culla storica del cristianesimo 'panrusso', Russia, Ucraina e Bielorussia, e il patriarcato di Mosca definisce la questione degli 'uniati' ucraini come il principale ostacolo che permane nella prospettiva di un incontro tra il Papa e il Patriarca moscovita. Ai vertici della Chiesa russa non è piaciuto affatto il trasferimento, nel 2003, della sede dell'arcivescovo maggiore della Chiesa Cattolica di rito greco da Leopoli a Kiev, una mossa vista come un'autopromozione a Patriarcato cattolico. Inoltre, dopo anni con lo sguardo volto verso Occidente, il nuovo presidente Viktor Yanukovich sta imprimendo una netta svolta filo-russa alla politica ucraina. Un elemento in più, per la Chiesa Cattolica in Ucraina, per auspicare un prossimo incontro 'diretto' in patria con il Pontefice romano.

Zenit, Apcom

Mese mariano. Il Papa: portiamo i sentimenti di lode e ringraziamento della Vergine verso Dio, fede e speranza, imitiamola nel servire i fratelli

Si avvia alla conclusione il mese mariano. Un periodo, ci ricorda Benedetto XVI, da vivere assieme alla Vergine per metterci in ascolto di Dio. Come da tradizione, il 31 maggio, il Papa chiuderà le celebrazioni del mese dedicato a Maria, nei Giardini Vaticani.
“Alla scuola di Maria, impariamo anche noi a riconoscere la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita” e a “crescere secondo la pienezza di Cristo”. Benedetto XVI ci invita “a imparare da Colei la cui fede è senza ombre e senza incrinature”. La Vergine, sottolinea, “vede” con gli occhi della fede l’opera di Dio nella storia. Per questo, ribadisce, il suo Magnificat “resta la più vera e profonda interpretazione della storia”. Maria vede che i “troni dei potenti di questo mondo sono tutti provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica roccia che non muta e non cade”. I cristiani, esorta dunque il Papa, imitino Maria vivendo con “il Magnificat nel cuore”: "Portiamo in noi i medesimi sentimenti di lode e di ringraziamento di Maria verso il Signore, la sua fede e la sua speranza, il suo docile abbandono nelle mani della Provvidenza divina. Imitiamo il suo esempio di disponibilità e generosità nel servire i fratelli. Solo, infatti, accogliendo l’amore di Dio e facendo della nostra esistenza un servizio disinteressato e generoso al prossimo, potremo elevare con gioia un canto di lode al Signore" [Conclusione del mese mariano (31 maggio 2008)].
Il Papa si sofferma sulla natura del cuore di Maria, “modello di carità della Chiesa”. E’ lo stesso Gesù, afferma, che spinge Maria “infondendole lo slancio generoso di andare incontro al prossimo che ha bisogno”. E’ Gesù, soggiunge, che “l’aiuta a superare tutto, lasciandosi guidare dalla fede che opera mediante la carità”: “Il cuore di Maria, in perfetta consonanza con il Figlio divino, è tempio dello Spirito di verità, dove ogni parola e ogni avvenimento vengono custoditi nella fede, nella speranza e nella carità” [Conclusione del mese mariano (30 maggio 2009)].
Noi, è l’esortazione del Pontefice, possiamo rivolgerci a Maria con la preghiera. In particolare, con il Rosario che “ci fa ripercorrere gli eventi della vita del Signore in compagnia della Beata Vergine, conservandoli, come Lei, nel nostro cuore”. Benedetto XVI non manca così di rivolgere il pensiero alla relazione speciale tra Maria, lo Spirito Santo e la Chiesa: "Nella Pentecoste, la Vergine Madre appare nuovamente come Sposa dello Spirito, per una maternità universale nei confronti di tutti coloro che sono generati da Dio per la fede in Cristo. Ecco perché Maria è per tutte le generazioni immagine e modello della Chiesa, che insieme allo Spirito cammina nel tempo invocando il ritorno glorioso di Cristo: 'Vieni, Signore Gesù'” [Conclusione del mese mariano (30 maggio 2009)].
Maria, ci ricorda il Papa, è la prima ad aver accolto Cristo e per questo è ricolmata di gioia dallo Spirito Santo. Seguendola ed imitandola, siamo tutti chiamati a vivere questo stato di grazia: “Accogliere Gesù e portarlo agli altri è la vera gioia del cristiano! Cari fratelli e sorelle, seguiamo ed imitiamo Maria, un’anima profondamente eucaristica, e tutta la nostra vita diventerà un Magnificat” [Conclusione del mese mariano (31 maggio 2005)].

Radio Vaticana

Il 24 giugno la visita del Papa al Centro Don Orione a Monte Mario per benedire la statua della Madonna e al monastero di Santa Maria del Rosario

Il 24 giugno il Papa, alle 10.30, salirà al Centro Don Orione di Roma, a Monte Mario, per sostare in preghiera e benedire la statua di Maria “Salus populi romani” (foto), rivolta sulla città di Roma, restaurata e ricollocata sulla torre. Successivamente incontrerà la Comunità delle Monache di clausura Domenicane del Monastero di Santa Maria del Rosario in Via Cadlolo. A darne notizia è a sala stampa della Santa Sede, in un comunicato in cui ricorda che la statua della Madonna, 9 metri di altezza, in rame, dorata, era crollata dal suo piedistallo alto 19 metri, in seguito a un forte temporale con vento violento, il 12 ottobre scorso. “L’evento del crollo – si legge nella nota – ha provocato un vasto moto di affetto e di devozione da parte di autorità e di popolo della capitale con la richiesta di rivedere quanto prima la Madonnina benedicente al suo posto”. Lo stesso Benedetto XVI, in un messaggio al Superiore Generale degli Orionini, aveva auspicato “che la statua venga quanto prima ricollocata a devozione di tutti i romani”. Il pellegrinaggio del Santo Padre, con la benedizione della Madonnina restaurata, puntualizza la Santa Sede, “assume un significato religioso e civile per tutta la città, essendo la statua memoria di eventi storici incisi nella coscienza popolare”. La visita di Benedetto XVI a Monte Mario viene a coincidere anche con la “Festa del Papa” che ogni anno la Famiglia Orionina promuove in tutto il mondo. Il Papa visiterà poi il Monastero Domenicano di Santa Maria del Rosario a Monte Mario, dove incontrerà la comunità delle monache di clausura. Nel monastero sono custodite l’antica icona della Madonna di San Luca, del VII secolo, e preziose reliquie di San Domenico, di Santa Caterina da Siena e di altri Santi e Sante domenicani. Il rientro in Vaticano è previsto intorno alle 12. La statua della Madonna fu collocata sul colle di Monte Mario nel 1953, in seguito a un voto popolare della città di Roma, fatto il 4 giugno 1944, durante la seconda guerra mondiale. La festa della “Madonnina”, divenuta subito cara e familiare ai romani, è il 4 giugno, data della “liberazione di Roma”, avvenuta senza disordini e spargimento di sangue, come chiesto nel voto promosso da Papa Pio XII, valorizzando un’iniziativa degli Orionini. Il voto fu espresso pubblicamente davanti alla sacra effigie della Madonna del Divino Amore, esposta nella chiesa romana di Sant’Ignazio, dove poi l’11 giugno, ad avvenuta liberazione, Pio XII celebrò una Messa di ringraziamento. Gli Orionini adempirono il voto prima accettando la cura di orfani e mutilatini e poi innalzando la “Madonnina”, benedetta il 4 aprile 1953.

Verso la Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Presentata la prima campagna attraverso i media per l'evento di Madrid: 'Io sono volontario, e tu?'

“Io sono volontario, e tu?”. È lo slogan della prima campagna per la GMG di Madrid. Protagonisti sette giovani di sette Paesi con un unico obiettivo: “arruolare” 20.000 volontari per l’evento internazionale che si svolgerà a Madrid nel 2011. Sono loro i protagonisti della prima campagna di volontari della Giornata Mondiale della Gioventù, che è stata presentata martedì 18 maggio a Madrid. I giovani protagonisti della campagna provengono da Germania, Stati Uniti, El Salvador, Repubblica Democratica del Congo, Taiwan, Francia e Spagna, e hanno ideato i contenuti della stessa con l'aiuto di alcuni pubblicitari. “L'obiettivo di questa prima azione – ha affermato Pedro Besari, direttore dei volontari della GMG – è incoraggiare i giovani di tutto il mondo a iscriversi come volontari, perché essi saranno la colonna portante di una festa alla quale parteciperanno quasi 2 milioni di persone”. Si spera che un partecipante su 100 si iscriva come volontario. I volontari saranno responsabili di diverse funzioni: prestare aiuto ai partecipanti e riceverli alle stazioni di treno e autobus o all'aeroporto; informare i partecipanti; collaborare con l'ufficio stampa, nella traduzione e interpretazione di testi. Parteciperanno anche alla logistica degli eventi, al servizio d'ordine durante gli eventi, all'accompagnamento delle autorità e alla coordinazione dei gruppi. Besari ha illustrato gli strumenti che saranno forniti ai volontari per realizzare i loro compiti con competenza: “Formazione riguardante l'organizzazione e la gestione delle masse, sul pronto soccorso e sulla comunicazione”. Inoltre, i volontari parteciperanno a un corso sul patrimonio artistico e culturale della regione per poter orientare i partecipanti della GMG con consigli su come trascorrere le loro giornate a Madrid. Gabriel González-Andrío, direttore marketing della GMG, ha spiegato che la campagna sarà internazionale e multilingue, condotta fondamentalmente attraverso i mezzi di comunicazione digitali. Le aziende e i gruppi di comunicazione che collaborano con la GMG prestando servizi forniranno spazi pubblicitari in altri canali: radio, stampa, riviste, televisione e cartelli pubblicitari. Jorge Martínez, direttore generale della “Central de Producers”, casa produttrice dello spot, ha commentato che “è piaciuto l'approccio creativo proposto dal dipartimento di marketing, che ha coinvolto persone reali al posto di attori”. Laura Ruiz de Galarreta, direttore del Volontariato della Comunità di Madrid, è soddisfatta del risultato degli spot: “La cosa più importante è che gli ‘attori’ trasmettano l’entusiasmo che suppone l’essere volontario”.

Il Papa a Cipro. Il vescovo maronita: Benedetto uomo di dialogo, pace e giustizia. Il viaggio rafforzerà questi valori di cui la società ha bisogno

“Diamo un caldo benvenuto al Papa. Viviamo il suo arrivo in profondità. Egli è uomo di dialogo, di pace e di giustizia. La visita nella nostra isola rafforzerà tutti questi valori di cui la nostra società ha bisogno”. A circa poco meno di due settimane dal viaggio apostolico di Benedetto XVI a Cipro, dal 4 al 6 giugno, a lanciare questo appello è l’arcivescovo maronita di Cipro, Youssef Soueif, che del viaggio è il coordinatore generale per la comunità cattolica cipriota. Dalle colonne di O Typos ton Maroniton l’arcivescovo fa il punto sui preparativi: “C’è molta attesa e siamo entusiasti di accogliere il Papa. Nella preparazione abbiamo coinvolto direttamente le parrocchie in ogni sua componente. Siamo davanti ad un evento storico. Per tre giorni Cipro sarà sulle prime pagine dei giornali e dei notiziari di tutto il mondo e ciò rappresenta un gran beneficio”. Tutto, dunque, sembra essere pronto, anche se “serve aiuto soprattutto nel settore giovani. Abbiamo bisogno di giovani che possano aiutare coloro che giungeranno per le celebrazioni”. In questo ambito mons. Soueif fa delle previsioni: “Attendiamo dalle 5 alle 6 mila persone alla scuola elementare di St. Maron di Nicosia (5 giugno), 6500 all’interno del palazzo dello Sport Elefteria di Nicosia (6 giugno) e molte altre migliaia all’esterno seguiranno dai maxi schermi. 3-4 mila saranno alla cerimonia ecumenica nell’area archeologica della Chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa di Paphos (4 giugno)”. Analogo appello all’accoglienza è stato lanciato anche dalla Chiesa ortodossa cipriota: “E' un segno di amore - afferma mons. Soueif – e di fratellanza”, una risposta ad alcuni articoli negativi relativi al viaggio papale apparsi nei giorni scorsi su organi di stampa e su poster affissi sui muri. “In questa visita – conclude l’arcivescovo maronita – porteremo la nostra lunga esperienza di multiculturalismo mostrando come si possa vivere insieme, cattolici, ortodossi e musulmani, nonostante le differenze religiose”.

SIR

Bagnasco: il Papa per primo si è caricato la croce, richiamando la Chiesa con la parola e l'esempio alla purificazione e alla conversione del cuore

Seguendo l'esempio segnato dal Papa, che ha affrontato la questione durante il suo recente viaggio in Portogallo, il presidente dei vescovi italiani, card. Angelo Bagnasco (nella foto con Benedetto XVI), ha letto lo scandalo pedofilia che si è abbattuto recentemente sulla Chiesa come un'occasione per un ''esame di coscienza'' che porti alla ''purificazione'' e alla ''penitenza''. ''Come discepoli del Signore - ha detto il presidente della CEI nella prolusione con cui ha aperto ieri pomeriggio i lavori dell'Assemblea Generale dei vescovi italiani -, ci è stato chiesto di impegnarci anzitutto nella purificazione e nella penitenza, che è parola dura, prospettiva che si tende a scantonare''. ''In altre parole - ha proseguito Bagnasco, dopo aver citato le parole del Papa -, dovevamo vivere cristianamente la prova, dovevamo affrontare la sfida, pur se talora rappresentata come una generale e indistinta incolpazione, anzitutto nei termini di un esame di coscienza. E perchè non avessimo esitazione, Pietro si è messo avanti a noi e si è caricato, per primo lui, la croce. Il Papa ci precede e con mano ferma e paterna non cessa di indicare alla Chiesa il proprio centro, Cristo , a richiamarla con la parola e l'esempio, verso quella santità di vita che è vocazione di ogni battezzato e, innanzitutto, di ogni ministro di Dio''. Papa Ratzinger, ha concluso Bagnasco, ''continuamente ci invita alla purificazione e alla conversione del cuore, ricordando con la sua chiara semplicità che 'il vero nemico da temere e da combattere è il peccato, il male spirituale, che a volte purtroppo, minaccia anche i membri della Chiesa'''. Le misure adottate dalla Chiesa, ha detto il porporato, ''sono oggi il frutto di una conoscenza più approfondita del dramma della pedofilia, che la Chiesa tuttavia in nessuna stagione ha inteso sottovalutare, sulla scorta del raggelante ammonimento del Vangelo: 'Chi... scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare'''. La Chiesa, ha concluso Bagnasco, ha ''infatti via via adeguato le disposizioni che andavano adottate alla sempre più avvertita conoscenza del fenomeno''. Anche grazie all'esempio di Benedetto XVI, la Chiesa ''ha imparato e impara a non avere paura della verità, anche quando è dolorosa e odiosa, a non tacerla o coprirla'' ma ''questo, naturalmente, non significa che si debba subire, qualora ci fossero, strategie di discredito generalizzato o di destrutturazione ecclesiale''. Il card. Bagnasco ha respinto anche la presentazione dei casi di abusi da parte di membri del clero ''come una generale e indistinta incolpazione''. Su questo tema, ''per gli incarichi che ha ricoperto e per la visione sempre lucida dei problemi che l'ha contraddistinto, Joseph Ratzinger ha svolto in questa presa di coscienza ecclesiale un ruolo costantemente propulsivo. Intransigente con ogni sporcizia, egli ha propugnato erga omnes scelte di trasparenza e di pulizia''. ''Da Prefetto della Dottrina della Fede, e con l'avallo di Giovanni Paolo II'' il Papa ''ha operato per introdurre importanti cambiamenti nelle procedure sanzionatorie, con regole uniformi sia per quel che concerne la responsabilizzazione delle Diocesi sia per quanto riguarda la competenza del governo centrale, prevedendo anche, caso per caso, la rinuncia alla prescrizione''. ''Nello spirito di una corretta e concreta cooperazione - ha proseguito Bagnasco -, si è inoltre stabilito di dare sempre seguito alle disposizioni della legge civile, e per i casi più gravi si è scelta la via di una rapida dimissione dallo stato clericale, come si legge nella 'Guida alle procedure di base riguardo alle accuse di abusi sessuali' della medesima Congregazione''. ''Anche senza ulteriori dichiarazioni - ha concluso il porporato -, è questa la direttiva di riferimento più aggiornata, esplicita ed autorevole a cui ci atteniamo per il nostro discernimento di vescovi, in ordine a qualsiasi intervento da condursi con determinatezza e tempestività''. La Chiesa italiana risponde allo scandalo pedofilia ''intensificando lo sforzo educativo nei riguardi dei candidati al sacerdozio e il rigore del discernimento servendosi anche delle migliori acquisizioni delle scienze umane, la vigilanza per prevenire situazioni non compatibili con la scelta di Dio e la dedizione al prossimo, una formazione permanente del clero adeguata alle sfide''. ''L'episcopato italiano - ha sottolineato ancora il presidente della CEI - ha prontamente recepito'' le ''direttive chiare e incalzanti che da tempo sono impartite dalla Santa Sede confermano tutta la determinazione a fare verità fino ai necessari provvedimenti, una volta accertati i fatti''. ''Siamo - conclude Bagnasco -, in quanto vescovi italiani, riconoscenti alla Congregazione per la Dottrina della Fede per l'indirizzo e il sostegno nell'inderogabile compito di fare giustizia nella verità, consapevoli che anche un solo caso in questo ambito è sempre troppo, specie se il responsabile è un sacerdote''. ''L'opinione pubblica come le famiglie devono sapere che noi Chiesa faremo di tutto per meritare sempre, e sempre di più, la fiducia che generalmente ci viene accordata anche da genitori non credenti o non frequentanti''. Il card. Bagnasco ha assicurato che ''non risparmieremo attenzione, verifiche, provvedimenti; non sorvoleremo su segnali o dubbi; non rinunceremo a interpretare, con ogni premura e ogni scrupolo necessari, la nostra funzione educativa''. Per il cardinale, infatti, ''sulla integrità dei nostri preti, del nostro personale religioso, dei nostri ambienti, noi non possiamo transigere perchè essa sta al cuore delle nostre scelte di dedizione al Signore e di servizio ai fratelli. E bisogna dire che i nostri sacerdoti, per come stanno in mezzo al popolo, per come operano, per come si spendono, sono la gloria della nostra Chiesa''. ''I casi di indegnità che fin qui sono emersi e - Dio non voglia - potranno ancora emergere - ha concluso -, non possono oscurare il luminoso impegno che il clero italiano nel suo complesso, da tempo immemore, svolge in ogni angolo del Paese''.

Asca