martedì 25 maggio 2010

Lettera di solidarietà al Papa dai salesiani: il suo ministero ci spinge a vivere la speranza, a rendere vivo nella storia di oggi l'amore cristiano

Dal primo collaboratore del Papa, il segretario di Stato card. Tarcisio Bertone, in giù, i salesiani sono stati fino ad oggi in prima linea tra i sostenitori del pontificato di Benedetto XVI. I membri dell'ordine religioso fondato da don Bosco ribadiscono questo ruolo con una lettera di solidarietà al Pontefice firmata da una novantina dei 119 vescovi e cardinali salesiani, radunati a Torino per il convegno su ''Carisma salesiano e ministero episcopale'' e recapitata proprio al card. Bertone che, rende noto L'Osservatore Romano, l'ha già girata al Papa. ''Vogliamo ringraziarla, Beatissimo Padre - si legge nel testo, sottoscritto dal rettore maggiore dei salesiani, don Pascual Chàvez Villanueva - per il suo ministero illuminante che ci spinge a vivere la speranza, a cogliere la ricchezza dell'amore cristiano, a renderlo vivo e testimoniante nel tessuto della storia di oggi''. A spingere a scrivere la lettera, spiega don Chavez, c'è la volontà di esprimere ''l'affetto, la vicinanza, la piena disponibilità che don Bosco ci ha insegnato a vivere, fin dai primi tempi della sua esperienza carismatica, nei confronti del Santo Padre e di tutta la Chiesa''. ''Beatissimo Padre - prosegue la lettera - voglia sentire la nostra vicinanza in quest'ora difficile della Chiesa. Con Vostra Santità condividiamo le preoccupazioni del momento presente, chiedendo al Signore di purificare la nostra vita e di purificare la Chiesa per poter essere degni annunciatori del Vangelo, soprattutto ai giovani, ai poveri, agli ultimi, a coloro che ancora non conoscono la Buona Novella''. Don Chavez assicura l'impegno, all'interno della congregazione e tra gli stessi vescovi salesiani, per un ''profondo rinnovamento spirituale''. Infatti, scrive, ''crediamo che il cammino di santità sia un obiettivo che vada continuamente rinnovato nei nostri cuori''. Il rettor maggiore sottolinea infine che, nel carisma dei ''Figli di Don Bosco'', c'è proprio la ''preoccupazione per i giovani di oggi'' e in particolare ''la necessità, indicataci da Vostra Santità, di farci carico di questa forte 'emergenza educativa'''. Continua la lettera: ''Vogliamo essere apostoli dei giovani, custodendo il loro diritto alla conoscenza di tutto quello che è nobile, giusto, puro, onorabile, degno di lode. Vogliamo far conoscere la possibilità di una strada di maturazione umana, affettiva e spirituale che sia delineata secondo i grandi valori umani contenuti nel Vangelo''. E, conclude, don Chavez, ''vogliamo garantire loro il diritto di conoscere Gesù Cristo e la sua proposta di una vita in pienezza. Vogliamo aprirli a un'esperienza di Chiesa che sia al tempo stesso vera ed entusiasmante. Vogliamo anche far scoprire loro la bellezza del donarsi a Dio, totalmente, attraverso la vita consacrata o la vita sacerdotale''.

Asca