giovedì 8 ottobre 2009

Il card. Arinze: la Chiesa ha il dovere di vivere la giustizia anzitutto tra i suoi membri. In Africa risultati positivi con la presenza delle donne

''Le diocesi devono onorare i contratti con le congregazioni religiose e soprattutto far sì che gli uomini e le donne consacrati, i catechisti, quanti lavorano nelle case parrocchiali e altri dipendenti della Chiesa vengano adeguatamente retribuiti. E' uno scandalo quando alla fine del mese questi umili lavoratori hanno solo l'acqua santa da portare a casa''. Lo ha detto ieri pomeriggio, durante la quinta Congregazione generale del Sinodo per l'Africa in corso in Vaticano, il card. Francis Arinze (foto), Prefetto emerito della Congregazione per il culto divino. ''Per servire la giustizia del Regno di Dio - ha detto il porporato- la Chiesa 'ha il dovere di vivere la giustizia innanzitutto al suo interno, tra i suoi membri'''. ''Inoltre - ha aggiunto - i parroci dovrebbero ricordare che le offerte dei fedeli durante l'Offertorio non sono soltanto a favore del clero ma per i poveri e per la Chiesa in generale, ivi compresi i consacrati e i catechisti. In alcune diocesi la presenza femminile nei consigli non è sufficiente. Dove la loro collaborazione è adeguatamente apprezzata, si sono avuti risultati molto positivi''. ''Questo Sinodo - ha detto ancora il card. Arinze - può aiutare la Chiesa di ogni paese a rendere una maggiore testimonianza alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace''. In precedenza, il cardinale aveva affermato: ''Le persone giustamente guardano ai vescovi per una guida. Essi rappresentano le persone più importanti per dimostrare che l'appartenenza etnica, la lingua o il ceto sociale non sono importanti nell'assegnare i compiti nella Chiesa, e che la conferenza episcopale nazionale opera come un organismo collegiale unico e parla con una sola voce, senza lasciarsi influenzare da considerazioni tribali''.