Radio Vaticana
giovedì 29 luglio 2010
Mons. Rault: la creazione del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione un appello ai cristiani ad una testimonianza più vera del Vangelo
Un appello per i cristiani a vivere più seriamente il messaggio del Vangelo: così deve essere visto, per mons. Claude Rault, vescovo della diocesi algerina di Laghouat-Ghardaïa, il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione la cui istituzione è stata annunciata dal Papa nella solennità dei Santi Pietro e Paolo. Il nuovo Pontificio Consiglio, come ha detto Benedetto XVI, avrà il compito di promuovere una evangelizzazione rinnovata nei Paesi in cui è già giunto il primo annuncio di fede e in cui sono presenti Chiese di antica fondazione ma che vivono una secolarizzazione progressiva della società e una sorta di “eclissi del senso di Dio” che costituisce una sfida a cercare mezzi adeguati per proporre nuovamente la verità eterna del Vangelo di Cristo. “Siamo chiamati a far risplendere il Vangelo attraverso una vita coerente con il messaggio di Gesù, e ciò a tutti i livelli – scrive il presule nelle pagine del mensile della sua diocesi considerando l’impegno che i cristiani devono assumersi, stimolati dal nuovo organismo della Chiesa Cattolica –. Sappiamo di certe tentazioni all’interno della Chiesa che spingono verso una visibilità esteriore ed una migliore performance statistica che non possono non ripiegarsi che su essa stessa. Ma è il nostro amore per questo mondo alla ricerca di un senso, e che non è vuoto di valori, che ci spinge verso Lui”. Mons. Rault sottolinea poi che se l’espressione “nuova evangelizzazione” nelle nostre società, siano esse musulmane o post-cristiane, è troppo spesso assimilata ad una sorta di proselitismo forzato ed indiscreto, in realtà occorre legarla alla testimonianza. “Il nostro mondo ha più bisogno di testimoni piuttosto che predicatori” osserva il vescovo di Laghouat-Ghardaïa che esorta ad assimilare ogni giorno il messaggio di Cristo e a testimoniare la fede e l’amore di Dio per ogni essere umano. “Sono imperativi che ci giungono da Gesù stesso – spiega il presule – non possiamo rinunciarvi senza tradirlo”.