sabato 18 settembre 2010

ll Papa: Cristo unisce quotidianamente le sofferenze, i bisogni e le speranze ai meriti del suo sacrificio. Profondo dolore per la pedofilia del clero

Questa mattina, nella Cattedrale di Westminster, Papa Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa votiva del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo a cui è dedicata la Cattedrale. Il Papa ha dedicato la sua omelia alla sofferenza umana che trova redenzione nella morte e Risurrezione di Cristo. Nello spirito del motto del viaggio, “Il cuore parla al cuore”, Benedetto XVI si è rivolto direttamente a quanti soffrono, ha parlato al cuore di quanti uniscono i loro sacrifici a quelli del Signore. Il Papa ha voluto incentrare la sua riflessione sull'enorme crocifisso che domina la navata centrale della Cattedrale e “che ritrae il corpo di Cristo schiacciato dalla sofferenza, sopraffatto dal dolore, vittima innocente la cui morte ci ha riconciliati con il Padre e ci ha donato di partecipare alla vita stessa di Dio”. “Le braccia spalancate del Signore – ha detto ancora – sembrano abbracciare questa chiesa intera innalzando verso il Padre le schiere di fedeli che si raccolgono attorno all’altare del sacrificio Eucaristico e partecipano dei suoi frutti. Il Signore crocifisso sta sopra di noi come la sorgente della nostra vita e della nostra salvezza”. “Lo scaturire del sangue di Cristo è la sorgente della vita della Chiesa”, ha notato Benedetto XVI. “La Chiesa in ogni tempo e luogo celebra l’Eucarestia, fino a che il Signore ritorni nella gloria, rallegrandosi nella sua presenza sacramentale e attingendo alla forza del suo sacrificio di salvezza per la redenzione del mondo”. La realtà del sacrificio Eucaristico, ha aggiunto, “è sempre stata al cuore della fede cattolica; messa in discussione nel sedicesimo secolo, essa venne solennemente riaffermata al Concilio di Trento, nel contesto della nostra giustificazione in Cristo”. “Qui in Inghilterra, come sappiamo – ha continuato –, molti difesero strenuamente la Messa, sovente a caro prezzo, dando vita a quella devozione alla Santissima Eucaristia che è stata una caratteristica del cattolicesimo in queste terre”. “Il grande crocifisso che qui ci sovrasta – ha aggiunto – ci ricorda che Cristo” unisce “quotidianamente i nostri sacrifici, le nostre sofferenze, i nostri bisogni, speranze e aspirazioni agli infiniti meriti del suo sacrificio”. "Per lui, con lui ed in lui noi eleviamo i nostri corpi come un sacrificio santo e gradito a Dio. In questo senso siamo presi nella sua eterna oblazione, completando, come afferma San Paolo, nella nostra carne ciò che manca alle sofferenze di Cristo a favore del suo corpo, che è la Chiesa. Nella vita della Chiesa, nelle sue prove e tribolazioni, Cristo continua, secondo l’incisiva espressione di Pascal, ad essere in agonia fino alla fine del mondo”.
“Vediamo rappresentato nella forma più eloquente - ha proseguito - questo aspetto del mistero del prezioso sangue di Cristo dai martiri di ogni tempo, che hanno bevuto al calice da cui Cristo stesso ha bevuto, ed il cui sangue, sparso in unione al suo sacrificio, dà nuova vita alla Chiesa. Ciò è anche riflesso nei nostri fratelli e sorelle nel mondo, che ancora oggi soffrono discriminazioni e persecuzioni per la loro fede cristiana. Ma è anche presente, spesso nascosto nelle sofferenze di tutti quei singoli cristiani che quotidianamente uniscono i loro sacrifici a quelli del Signore per la santificazione della Chiesa e la redenzione del mondo. Il mio pensiero va in modo particolare a tutti quelli che sono spiritualmente uniti a questa celebrazione Eucaristica, in particolare i malati, gli anziani, gli handicappati e coloro che soffrono nella mente e nello spirito". Il pensiero del Papa è andato alle “immense sofferenze causate dall’abuso dei bambini, specialmente nella Chiesa e da parte dei suoi ministri”. “Esprimo – ha detto – soprattutto il mio profondo dolore alle vittime innocenti di questi inqualificabili crimini, insieme con la speranza che il potere della grazia di Cristo, il suo sacrificio di riconciliazione, porterà profonda guarigione e pace alle loro vite”. “Riconosco anche con voi – ha soggiunto – la vergogna e l’umiliazione che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati; ; vi invito a offrirle al Signore con la fiducia che questo castigo contribuira' alla guarigione delle vittime, alla purificazione della Chiesa ed al rinnovamento del suo secolare compito di formazione e cura dei giovani". Benedetto XVI ha dunque espresso la sua “gratitudine per gli sforzi fatti per affrontare questo problema responsabilmente” e ha chiesto a tutti i fedeli di mostrare la propria “sollecitudine per le vittime e la solidarietà” verso i sacerdoti.
Questo mistero della Redezione, ha insistito il Papa, deve essere portato al mondo: “Il Concilio Vaticano II parlò in maniera eloquente dell’indispensabile ruolo del laicato di portare avanti la missione della Chiesa”. Una esortazione, ha osservato poi, che richiama “le intuizioni e gli insegnamenti di John Henry Newman”. In questo senso, ha auspicato che le idee di Newman possano “continuare ad ispirare tutti i seguaci di Cristo in questa terra a conformare a lui ogni loro pensiero, parola ed azione e a lavorare strenuamente per difendere quelle immutabili verità morali che, riprese, illuminate e confermate dal Vangelo, stanno alla base di una società veramente umana, giusta e libera”. “Quanto ha bisogno la società contemporanea di questa testimonianza!”, ha detto. “Quanto abbiamo bisogno, nella Chiesa e nella società – ha ribadito – di testimoni della bellezza della santità, testimoni dello splendore della verità, testimoni della gioia e libertà che nascono da una relazione viva con Cristo!". Una delle più grandi sfide che dobbiamo affrontare oggi, ha concluso è “come parlare in maniera convincente della sapienza e del potere liberante della parola di Dio ad un mondo che troppo spesso vede il Vangelo come un limite alla libertà umana, invece che come verità che libera le nostre menti e illumina i nostri sforzi per vivere in modo saggio e buono”.
Presenti alla celebrazione, tra gli altri, anche il primate anglicano Rowan Williams e l’ex premier britannico, Tony Blair. L'indirizzo di benvenuto all'inizio della celebrazione è stato pronunciato dall’arcivescovo di Westminster, mons. Vincent Nichols, che ha definito il viaggio apostolico un grande dono per i fedeli del Regno Unito.

Radio Vaticana, AsiaNews, Zenit

SANTA MESSA NELLA CATTEDRALE DI WESTMINSTER - il testo integrale dell'omelia del Papa