martedì 3 maggio 2011

Il Papa solleva dall'incarico il vescovo di Toowoomba in Australia, dal 2006 oggetto di una visita apostolica. Il terzo presule in poche settimane

Ieri, con uno scarno comunicato, il Vaticano ha fatto sapere che “il Santo Padre Benedetto XVI ha sollevato dalla cura pastorale della diocesi di Toowoomba, Australia, mons. William M. Morris”. A 67 anni di età, mons. Morris è lontano dalla soglia canonica del pensionamento, fissata a 75 anni. E risulta essere in buona salute fisica. Il Vaticano ha taciuto i motivi della sua rimozione. Ma il giorno prima, domenica 1° maggio, Morris li ha messi in piazza in una lettera che ha fatto leggere in tutte le chiese della sua diocesi. Il vescovo dà la colpa a una visita apostolica messagli addosso dal Vaticano, dopo che nella Quaresima del 2006 aveva pubblicato una lettera pastorale che, lui dice, fu “deliberatamente fraintesa”. In quella lettera del 2006 Morris scriveva d’aver intenzione di ordinare delle donne al sacerdozio e di chiamare a dir Messa dei pastori protestanti, per sopperire alla mancanza di propri preti. Senza contare che da tempo faceva dare in diocesi l’assoluzione collettiva, senza la confessione individuale dei peccati. La Santa Sede spedì come visitatore a Toowoomba, piccola diocesi nei pressi di Brisbane, nel sudest dell’Australia, l’arcivescovo americano di Denver, Charles J. Chaput. Chaput venne, vide e consegnò il suo rapporto alle autorità vaticane. Che evidentemente ne apprezzarono il lavoro, visto che nel 2009 lo nominarono visitatore nientemeno che dei Legionari di Cristo. Ma con il loro passo da lumaca, solo oggi le autorità vaticane hanno tirato le somme e rimosso da Toowoomba il vescovo Morris. Il quale, nella sua lettera letta ai fedeli la scorsa domenica, ha detto di non aver mai accettato di dimettersi, e di avere tuttora con sé “l’appoggio della vasta maggioranza della popolazione e dei preti della diocesi”. Lui era pronto, ha aggiunto, a negoziare con Roma un “ritiro anticipato”. Ma ha accusato Benedetto XVI in persona di averlo voluto cacciare, senza un giusto processo e negandogli i diritti di difesa. In poche settimane è il terzo presule dimissionato da Papa Ratzinger, dopo l'africano Jean Claude Makaya Loemba sollevato dall'incarico di vescovo di Pointe Moire in Congo Brazzaville il 31 marzo scorso e l'italiano Giovanni Sacanavino che alla vigilia della Pasqua è stato dimissionato per lo stato di confusione nella quale era la diocesi di Orvieto Todi e per le contestazioni mosse dal vescovo agostiniano alla decisione della Santa Sede di non ammettere all'ordinazione sacerdotale un diacono ritenuto immaturo, che in seguito a questa decisione si è suicidato.

Sandro Magister, Settimo Cielo - Agi

RINUNCE E NOMINE