martedì 20 ottobre 2009

Presentato l’elenco unico provvisorio delle proposizioni finali del Sinodo per l'Africa. Venerdì la redazione finale e sabato la votazione

Si avvia verso le conclusioni il Sinodo dei vescovi per l’Africa. Stamani, nel corso della 17° Congregazione generale alla presenza di Benedetto XVI, è stato presentato l’elenco unico delle Proposizioni finali. Il documento, ancora provvisorio, verrà emendato e messo ai voti nei prossimi giorni. La pace e la riconciliazione prevalgono, naturalmente, nell’elenco unico delle proposizioni presentato stamani. Nel documento, ancora provvisorio, si definisce l’attuale Sinodo come “Sinodo della Pentecoste”, si chiede che la cooperazione ispiri la società e si guarda alla solidarietà pastorale. Entrando nello specifico, i Padri Sinodali riflettono sul dialogo ecumenico ed interreligioso, in particolare con l’Islam. Sul modello della Giornata mondiale di preghiera per la pace, tenutasi ad Assisi nel 1986, la bozza di Proposizioni chiede il rispetto della libertà di culto e invita a non etnicizzare o politicizzare la religione. La libertà religiosa è un diritto fondamentale che va protetto e riconosciuto, dicono i Padri Sinodali: si restituiscano le chiese e le proprietà confiscate, si dica no al fondamentalismo. Centrale anche il rapporto con le Religioni Tradizionali Africane, che non vengono rifiutate a priori, ma che devono essere studiate in comparazione con la teologia. Nel contempo, il Sinodo raccomanda che la Chiesa sia capace di affrontare l’esoterismo e le pratiche occulte. Quindi, i Padri Sinodali guardano al progresso concreto dell’Africa: in quest’ambito, si chiede di fermare la “fuga dei cervelli” istituendo centri di eccellenza accademica, si auspica lo sviluppo di un programma di soppressione del debito estero, si sostiene il microcredito. Poi, la grande pagina della Dottrina Sociale della Chiesa, che va studiata e diffusa a tutti i livelli. E spazio viene dato alla tutela dell’ambiente, nel momento in cui l’Africa vede una desertificazione senza precedenti, all’auspicio di un trattato internazionale sul traffico di armi e alla difesa dei diritti dei migranti, che non vanno criminalizzati. L’elenco unico delle Proposizioni parla anche della globalizzazione, auspicando che essa sia etica e solidale e ribadisce che le risorse naturali dell’Africa devono essere gestite a livello locale, senza lo sfruttamento delle multinazionali. Forte anche l’auspicio che la democrazia si diffonda in tutta l’Africa, che siano garantite elezioni libere, imparziali e trasparenti, che i fedeli laici vivano la loro vocazione anche in politica, mentre ai leader religiosi si chiede di restare “super partes”. Il documento provvisorio si appella poi alla tutela della famiglia, spesso colpita dalla trivializzazione dell’aborto e dal disprezzo della maternità. In quest’ambito, si pensa ad una Federazione panafricana delle famiglie cattoliche. E di tutela si parla anche per le donne, i bambini, i giovani, i disabili, perché la loro integrazione nella Chiesa e nella società sia sempre più favorita. Poi, le Proposizioni si soffermano sul problema dell’Aids, ribadendo che questa patologia è non solo una questione farmaceutica, ma è un’istanza di sviluppo integrale e di giustizia. L’aiuto pastorale viene richiesto, in particolare, per le coppie sposate contagiate, si ribadisce il "no" all’infedeltà e alla promiscuità, si condanna chi diffonde il virus Hiv come arma di guerra, si chiedono, per i malati africani, gli stessi trattamenti medici forniti al resto del mondo. Quindi, attenzione viene riservata alla pena di morte, della quale si auspica l’abolizione totale, e ai detenuti, affinché non vengano violati i loro diritti. E pari attenzione viene riservata a seminaristi, per i quali si richiede l’accertamento delle loro intenzioni, e ai sacerdoti, perché siano immagine viva ed autentica di Cristo e vivano l’impegno alla castità e alla preghiera. L’ultima proposizione, invece, si sofferma sulla comunicazione: in particolare, si chiede che la Chiesa sia più presente nei mass media e che i giornalisti siano formati nell’etica. Infine, i Padri Sinodali ringraziano il Simposio delle Conferenza Episcopali dell’Africa e del Madagscar per i sui 40 anni di attività ed auspicano un rafforzamento del suo operato.