domenica 25 novembre 2012

L'immagine simbolo del Concistoro: il neo cardinale Luis Antonio Tagle, inginocchiato davanti a Benedetto XVI per ricevere la porpora, scoppia in lacrime e il Papa come un padre lo accarezza con affetto

Con la creazione di sei nuovi cardinali non europei, il Papa cerca di archiviare definitivamente il Vatileaks e aprire una nuova stagione per la Chiesa (è la prima volta nella storia che non ci sono porporati provenienti dal vecchio continente). L’immagine simbolo che rimarrà di questo Concistoro è sicuramente quella del neo cardinale filippino Luis Antonio Tagle che, inginocchiato davanti a Benedetto XVI per ricevere la porpora, scoppia in lacrime. Arcivescovo di Manila, giovanissimo (ha “solo” 55 anni) Tagle non ha retto all’emozione e dinanzi al Papa si è lasciato andare ad un pianto liberatorio. Papa Ratzinger, come un padre che vuol incoraggiare il proprio figlio, lo ha accarezzato con affetto. Un’immagine inedita a cui non eravamo abituati, anche perché con la porpora cardinalizia, il cardinale filippino, figura molto autorevole della chiesa asiatica, entra a pieno titolo tra i papabili per un futuro conclave (i cardinali elettori con questo concistoro salgono a quota 120, 28 gli italiani). Tagle è uno dei “volti nuovi” della Chiesa, chiamato con affetto “Chito” dai fedeli filippini, è un uomo molto stimato da Benedetto XVI: il Pontefice nel recente Sinodo per la nuova evangelizzazione lo ha nominato vice presidente della commissione episcopale incaricata di redigere il messaggio finale dei lavori, oltre ad averlo già avuto al suo fianco nella Commissione Teologica Internazionale. “Non sono ben preparato per ricevere questo onore dal Santo Padre! E’ un segno di fiducia e per me è un’esperienza spirituale”, aveva commentato Tagle ai microfoni di Radio Vaticana, “ Quando il Segretario di Stato mi ha chiamato per comunicarmi la decisione del Papa – ha aggiunto - volevo rispondere con le parole della preghiera prima della Comunione: ‘non sono degno di partecipare alla tua mensa’. Però ho sentito anche che qualcuno, più grande di me, è venuto a chiamarmi. E questa chiamata non è per me come individuo ma è per la Chiesa di Manila e la Chiesa delle Filippine”.

Fabio Marchese Aragona, Stanze Vaticane